Approvato il regolamento di riorganizzazione del Ministero della Cultura. Ecco i dettagli


Finestre sull’Arte ha avuto modo di visionare in anteprima il regolamento di riorganizzazione del Ministero della Cultura approvato dal Consiglio dei Ministri nel pomeriggio del 27 novembre. Ecco tutte le novità, a cominciare dai dipartimenti: cosa sono, cosa faranno, chi li guiderà. Tutte le novità.

Nel pomeriggio del 27 novembre il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, ha approvato, in esame preliminare, un regolamento, da adottarsi con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (dpcm), relativo alla riorganizzazione del Ministero della cultura. Finestre sull’Arte ha potuto visionare in anteprima il testo del regolamento, vediamo dunque come sarà il ministero dopo che verrà adottato il dpcm.

Il Ministero sarà articolato in quattro dipartimenti, tredici uffici dirigenziali di livello generale centrali e quindici uffici dirigenziali di livello generale periferici dotati di autonomia speciale, oltre che negli uffici di diretta collaborazione del Ministro. I dipartimenti sono i seguenti: Dipartimento per l’amministrazione generale (DiAG); Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale (DiT); Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale (DiVa); Dipartimento per le attività culturali (DiAC). I dipartimenti costituiscono la principale novità della riforma. Rimarrà invece invariata la dotazione organica, con 230 dirigenti (32 di prima fascia e 198 di seconda fascia) e 18.954 unità nelle aree del Ministero (le 18.854 già a disposizione del ministero, più 100 nuove unità in “aree elevate professionalità”). Tra le altre novità anche l’unificazione dei comitati tecnico-scientifici per l’archeologia, le belle arti e il paesaggio in un unico comitato (per l’archeologia, le belle arti e il paesaggio).

Il Collegio Romano, sede del Ministero della Cultura. Foto di Finestre sull’Arte
Il Collegio Romano, sede del Ministero della Cultura. Foto di Finestre sull’Arte

L’articolazione dei Dipartimenti e i loro capi

Il Dipartimento per l’amministrazione generale (DiAG) è articolato nei seguenti quattro uffici di livello dirigenziale generale: Direzione generale Risorse umane e organizzazione (RUO); Direzione generale Bilancio, programmazione e monitoraggio (BPM); Direzione generale Affari europei e internazionali (AEI); Direzione generale Digitalizzazione e comunicazione (DCO). Il Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale (DiT) è articolato nei seguenti tre uffici dirigenziali di livello generale: Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio (ABAP); Direzione generale Archivi (ARC); Soprintendenza speciale Archeologia, belle arti e paesaggio di Roma, che opera nell’ambito del Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale, come articolazione organizzativa. Il Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale (DiVa) è articolato nei seguenti quindici uffici dirigenziali di livello generale: Direzione generale Musei (MUSE); quattordici musei e parchi archeologici dotati di autonomia speciale che operano, come articolazioni organizzative, nell’ambito del Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale come articolazioni organizzative. Il Dipartimento per le attività culturali (DiAC) è articolato nei seguenti quattro uffici dirigenziali di livello generale: Direzione generale Spettacolo (SPE); Direzione generale Cinema e audiovisivo (CA); Direzione generale Creatività contemporanea (CREA); Direzione generale Biblioteche e istituti culturali (BIC).

I Capi dei Dipartimenti, dai quali dipendono funzionalmente i dirigenti titolari degli uffici di livello dirigenziale generale in cui si articola ciascun Dipartimento, svolgono compiti di coordinamento, monitoraggio, direzione e controllo degli uffici di livello dirigenziale generale compresi nel Dipartimento e sono responsabili dei risultati complessivamente raggiunti in attuazione degli indirizzi del Ministro. Ai fini del perseguimento dei risultati complessivi della gestione amministrativa, il Capo del Dipartimento: assicura la stretta integrazione tra le attività degli uffici nello svolgimento delle funzioni; rappresenta unitariamente i rispettivi Dipartimenti nelle relazioni con l’esterno, curando lo sviluppo della collaborazione operativa fra le strutture dipartimentali e le altre amministrazioni ed enti del settore pubblico; fornisce, per il tramite dell’Ufficio di Gabinetto, il supporto istituzionale alle funzioni del Ministro. I Capi dei Dipartimenti esercitano un’azione di indirizzo, di coordinamento anche tecnico e di monitoraggio sull’attività degli uffici di livello dirigenziale generale del Dipartimento.

I Dipartimenti e le Direzioni generali svolgono queste funzioni: gestione relativa al contenzioso, nelle materie di rispettiva competenza; formulazione di proposte, nelle materie di rispettiva competenza, per la partecipazione del Ministero alla programmazione e all’impiego dei fondi europei, le politiche di coesione, nonché la gestione dei piani e dei rispettivi fondi assegnati; individuazione di strategie di intervento idonee a garantire adeguata tutela, valorizzazione e promozione dell’intero patrimonio culturale; promozione di iniziative di ricerca in materia di beni e attività culturali, nell’ambito delle rispettive competenze; cura del raccordo tra l’ordinamento italiano e i processi normativi dell’Unione europea (UE) attraverso la partecipazione alla formazione delle politiche e delle decisioni dell’UE e all’attuazione delle normative europee sul piano interno nelle materie di rispettiva competenza, raccordandosi con gli uffici di diretta collaborazione; formulazione di proposte al Ministro, sentiti i direttori generali afferenti e i titolari degli uffici dirigenziali di livello generale periferici. I Dipartimenti e le Direzioni generali possono inoltre stipulare convenzioni e accordi con istituti superiori, organi di consulenza tecnico-scientifica dello Stato, enti pubblici specializzati operanti a livello nazionale, università statali e non statali e loro consorzi. Secondo il regolamento, il Ministero si avvale inoltre delle società in house per le attività strumentali alle finalità ed alle attribuzioni istituzionali nel rispetto dei requisiti richiesti dalla normativa e dalla giurisprudenza europea e nazionale per la gestione in house.

I dipartimenti nel dettaglio

Il Dipartimento per l’amministrazione generale (DiAG) esercita le competenze del Ministero in materia di gestione delle risorse umane e organizzazione, formazione e benessere organizzativo; bilancio, programmazione e monitoraggio; pianificazione dei fabbisogni di acquisto e gestione del relativo processo; programmazione europea, affari europei e internazionali; rapporti con l’UNESCO; innovazione tecnologica, digitalizzazione e comunicazione. Al Dipartimento sono demandate le funzioni di: pianificazione strategica e controllo anche in materia di bilancio del Ministero; coordinamento della gestione degli atti convenzionali con enti e società; supporto giuridico agli altri Dipartimenti in materia di contenzioso ordinario e amministrativo. Il Dipartimento sovraintende all’esercizio del controllo analogo sulle società in house del Ministero e all’esercizio dei diritti dell’azionista, secondo gli indirizzi impartiti dal Ministro, sulle società partecipate dal Ministero. Il Dipartimento supporta la partecipazione del Ministro, per il tramite dell’Ufficio di Gabinetto, al Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS) e ai comitati interministeriali comunque denominati operanti presso la Presidenza del Consiglio dei ministri; elabora, in raccordo con l’Ufficio di Gabinetto, l’allegato al Documento di economia e finanza (DEF) sui temi di competenza del Ministero, del Programma nazionale di riforma (PNR) e gli altri atti strategici nazionali; coordina le politiche di coesione, gli strumenti finanziari europei e ogni altro fondo europeo di competenza del Ministero, esercitando anche le relative funzioni di controllo. Il Dipartimento cura i rapporti con l’UNESCO e con gli altri organismi internazionali nelle materie di competenza del Ministero. Cura, in raccordo con gli uffici di diretta collaborazione, la predisposizione delle relazioni previste dalla normativa vigente e delle informazioni alla Commissione europea e al Parlamento, sentiti i Dipartimenti per i rispettivi ambiti di competenza. Il Dipartimento cura inoltre, su parere del Consiglio superiore beni culturali e paesaggistici, la predisposizione annuale di un Piano nazionale per l’educazione al patrimonio culturale che abbia ad oggetto la conoscenza del patrimonio e della sua funzione civile, da attuare anche mediante apposite convenzioni con Regioni, enti locali, università ed enti senza scopo di lucro che operano nei settori di competenza del Ministero.

Il Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale (DiT) esercita le competenze del Ministero in materia di tutela dei beni culturali, in particolare dei beni di interesse archeologico, anche subacqueo, di beni storici, artistici, demoetnoantropologici, architettonici e del patrimonio immateriale; di tutela e qualità del paesaggio, di tutela e valorizzazione del patrimonio archivistico e di tutela del patrimonio bibliografico nonché di gestione e valorizzazione degli archivi statali. Esercita, altresì, le competenze in materia di sicurezza del patrimonio culturale. Fatte salve le competenze in materia della Presidenza del Consiglio dei ministri, il Dipartimento assicura, in raccordo con gli uffici di diretta collaborazione, la programmazione, il coordinamento, l’attuazione e il monitoraggio delle iniziative in materia di prevenzione dei rischi e sicurezza del patrimonio culturale e di coordinamento degli interventi conseguenti ad emergenze nazionali ed internazionali, anche in collaborazione con le altre amministrazioni competenti; predispone, altresì, indirizzi alle strutture periferiche per la elaborazione di piani di conservazione programmata del patrimonio culturale. Ancora, il Dipartimento assicura il buon andamento e la necessaria unitarietà della gestione degli interventi operativi emergenziali di messa in sicurezza del patrimonio culturale mobile e immobile, delle azioni di recupero e della ricostruzione nelle aree colpite dagli eventi calamitosi, nonché degli interventi finalizzati alla prevenzione e alla sicurezza antincendio negli istituti e nei luoghi della cultura di appartenenza statale. Il Dipartimento infine promuove studi, ricerche e iniziative scientifiche nelle materie di competenza, anche attraverso la collaborazione con enti pubblici e privati, con istituzioni di ricerca europee e internazionali. Favorisce e promuove, nelle materie di competenza, la partecipazione del Ministero, anche in partenariato con altre istituzioni pubbliche e private, a bandi per l’accesso a fondi europei e internazionali, in raccordo con la Direzione generale Affari europei e internazionali.

Il Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale (DiVa) esercita le competenze del Ministero in materia di valorizzazione, anche economica, del patrimonio culturale statale, di fruizione del patrimonio culturale, anche da parte delle persone diversamente abili; di adeguamento del sistema museale nazionale agli standard internazionali; di promozione della conoscenza del patrimonio culturale; di promozione dello sviluppo della cultura; di cura delle collezioni dei musei e luoghi della cultura statali; di coordinamento del sistema museale nazionale. Al Dipartimento sono inoltre demandate le iniziative volte a favorire la partecipazione dei soggetti privati, singoli o associati, alle attività di valorizzazione del patrimonio culturale. Nell’ambito del Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale operano, come articolazioni organizzative, i musei, i parchi archeologici e gli altri luoghi della cultura di rilevante interesse nazionale dotati di autonomia speciale. Il Dipartimento esercita, inoltre, le competenze in materia di ottimizzazione della gestione del patrimonio culturale e degli istituti e dei luoghi della cultura statali e adotta iniziative per favorire l’incremento della redditività e della capacità di automantenimento finanziario degli istituti e dei luoghi della cultura statali; raccoglie, elabora e diffonde i dati sul patrimonio culturale e sugli istituti e luoghi della cultura; definisce schemi e modelli giuridici, criteri economici e linee guida operative per la valorizzazione economica del patrimonio culturale, anche in raccordo con le realtà territoriali; elabora, d’intesa con i dipartimenti competenti, parametri qualitativi e quantitativi, procedure e modelli informatici diretti a valutare la gestione degli istituti e dei luoghi della cultura statali, in termini di economicità, efficienza ed efficacia, nonché di qualità dei servizi di fruizione e di valorizzazione erogati; esercita, d’intesa con il Dipartimento per l’amministrazione generale, la vigilanza sull’Istituto per il credito sportivo e culturale S.p.A., limitatamente agli interventi in materia di beni e attività culturali. Promuove e favorisce la partecipazione del Ministero ad associazioni, fondazioni, consorzi o società per l’ottimizzazione della gestione del patrimonio culturale e predispone modelli di bandi di gara e convenzioni-tipo per l’affidamento dei servizi per il pubblico; cura i diritti patrimoniali immateriali.

Il Dipartimento per le attività culturali (DiAC) esercita le competenze del Ministero in materia di: promozione dello spettacolo, delle attività teatrali, musicali, di danza, circensi, dello spettacolo viaggiante e delle attività cinematografiche; promozione delle produzioni cinematografiche, audiovisive, radiotelevisive e multimediali; promozione delle imprese culturali e creative, della creatività contemporanea, della cultura urbanistica e architettonica, partecipazione alla progettazione di opere destinate ad attività culturali; diritto d’autore e proprietà intellettuale; promozione del libro e sviluppo dei servizi bibliografici e bibliotecari nazionali; gestione e valorizzazione delle biblioteche nazionali.

Per il coordinamento delle attività dipartimentali, anche al fine di prevenire conflitti di competenza e di consentire una ordinata programmazione delle attività amministrative nell’ottica della piena attuazione degli indirizzi del Ministro, è istituita la Conferenza dei Capi dei Dipartimenti con compiti di programmazione, indirizzo e controllo, composta dal Ministro, che la presiede e la convoca, anche su proposta di almeno uno dei Capi dei Dipartimenti, nonché dal Capo di Gabinetto e dai Capi dei Dipartimenti. La Conferenza può essere presieduta e convocata anche, su delega del Ministro, dal Capo di Gabinetto.

Le nuove direzioni generali

Al di là delle direzioni che cambiano leggermente il loro nome, ci sono due direzioni completamente nuove. La prima è la Direzione generale Affari europei e internazionali, che cura le relazioni con le Istituzioni europee e internazionali negli ambiti di competenza del Ministero. La Direzione generale, ferme restando le competenze del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, in particolare: partecipa, in raccordo con l’Ufficio di Gabinetto e in collaborazione con le competenti direzioni generali, ai processi di definizione delle politiche e della legislazione europea; monitora l’applicazione della normativa europea sulla base delle informative acquisite dagli altri dipartimenti e fatte salve le competenze dell’Ufficio legislativo; coordina le attività di rilevanza europea delle direzioni generali dei dipartimenti; coordina, in raccordo con l’Ufficio di Gabinetto e in collaborazione con le competenti direzioni generali, le attività di competenza del Ministero nei processi di negoziato e di attuazione degli accordi internazionali; monitora l’applicazione degli accordi internazionali e il reporting alle istituzioni e agli organismi internazionali; coordina i rapporti del Ministero con l’UNESCO e promuove l’iscrizione di nuovi siti e di nuovi elementi nelle liste del patrimonio mondiale materiale e immateriale, sulla base dell’attività istruttoria compiuta dalle competenti direzioni generali; cura i rapporti con gli altri organismi internazionali nelle materie di competenza del Ministero, nonché collabora con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale al fine di promuovere il patrimonio culturale della Nazione all’estero, in raccordo con gli uffici di diretta collaborazione; supporta le direzioni generali del Ministero nello sviluppo di iniziative di collaborazione internazionale nelle materie di loro competenza, raccordandosi con l’Ufficio di Gabinetto; svolge le funzioni di stazione appaltante; supporta l’Ufficio legislativo nelle attività relative al contenzioso internazionale ed europeo e alle fasi di precontenzioso sulla base del supporto istruttorio dei dipartimenti e delle direzioni generali competenti per materia.

La seconda è la Direzione generale per la Digitalizzazione e la comunicazione, che svolge funzioni e compiti in materia di trasformazione digitale, riorganizzazione dei processi e sviluppo dei sistemi informativi del Ministero. La Direzione generale, in particolare, cura l’innovazione tecnologica, la digitalizzazione, l’informatizzazione dei sistemi, l’organizzazione unificata e condivisa del sistema informativo del Ministero e dei necessari strumenti a presidio della trasparenza amministrativa, la sicurezza informatica, ivi compresi gli aspetti di attuazione della normativa in materia di garanzia della privacy; cura la gestione ed implementazione del sito internet e della rete intranet del Ministero e sviluppo di progetti applicativi e di altri portali in stretto coordinamento con gli Uffici di diretta collaborazione del Ministro; funzionamento e sviluppo dei sistemi per l’informazione geografica e la geolocalizzazione per gli aspetti informatici; cura la digitalizzazione del patrimonio culturale; cura il coordinamento e l’attuazione, per i profili di competenza del Ministero, del Codice dell’amministrazione digitale e politiche per la transizione digitale secondo le linee guida dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID); cura l’analisi dei processi di gestione delle procedure ammnistrative e revisione in chiave digitale e informatica degli stessi in collaborazione con gli altri dipartimenti; cura l’individuazione del fabbisogno di beni e servizi di Information Technology (IT) e fornisce supporto tecnico alla Direzione generale risorse umane e organizzazione nella gestione delle procedure di acquisto; cura la comunicazione istituzionale e l’elaborazione del programma delle iniziative di comunicazione; cura la qualità, la tempestività e l’affidabilità dei flussi informativi relativi alle attività del Ministero, mediante azioni quali la standardizzazione delle procedure e l’informatizzazione dei processi e la dematerializzazione dei flussi documentali; rappresenta il Ministero in organismi e azioni europee e internazionali nel campo della digitalizzazione e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nel settore delle pubbliche amministrazioni, in raccordo con la Direzione generale Affari europei e internazionali; svolge funzioni di stazione appaltante. La Direzione generale per la Digitalizzazione e la comunicazione svolge inoltre le funzioni di indirizzo e, d’intesa con la Direzione generale Bilancio, programmazione e monitoraggio limitatamente ai profili contabili e finanziari, di vigilanza sull’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale – Digital Library, anche ai fini dell’approvazione, su parere conforme della Direzione Bilancio, programmazione e monitoraggio, del bilancio di previsione, delle relative proposte di variazione e del conto consuntivo. La Direzione generale assegna, altresì, d’intesa con la Direzione generale risorse umane e organizzazione e con la Direzione generale Bilancio, programmazione e monitoraggio, le risorse umane e strumentali al suddetto Istituto dotato di autonomia speciale.

Strutture per l’attuazione del PNRR

Il regolamento prevede la presenza di apposite strutture per l’attuazione degli interventi e dei progetti del PNRR attribuiti alla responsabilità del Ministero. In particolare, l’Unità di missione provvede al coordinamento delle relative attività di gestione, nonché al loro monitoraggio, rendicontazione e controllo. Dipendono funzionalmente dall’Unità di missione gli uffici dirigenziali non generali del Dipartimento competenti per la programmazione, l’attuazione e il monitoraggio dei progetti del PNRR, con riferimento allo svolgimento di tali attività. Sarà dunque attiva una Soprintendenza speciale per il PNRR, ufficio di livello dirigenziale generale straordinario.

I nuovi musei autonomi

Nessun cambiamento sui nuovi musei autonomi rispetto a quanto già uscito nei mesi scorsi. Saranno però 14, e non più 17, i musei di serie “A”, per così dire, ovvero gli uffici di livello dirigenziale generale, mentre 46 gli altri. I musei che saranno uffici di livello dirigenziale generale sono i Musei reali di Torino; la Pinacoteca di Brera; le Gallerie dell’Accademia di Venezia; le Gallerie degli Uffizi; la Galleria dell’Accademia di Firenze e i Musei del Bargello (uniti dunque in un unico istituto); il Parco archeologico del Colosseo; il Museo nazionale romano; la Galleria Borghese; il Vittoriano e Palazzo Venezia; la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea; il Museo archeologico nazionale di Napoli; il Museo e il Real bosco di Capodimonte; il Parco archeologico di Pompei; la Reggia di Caserta.

Saranno invece uffici di livello dirigenziale non generale le Residenze reali sabaude - Direzione regionale Musei nazionali Piemonte; i Musei nazionali di Genova – Direzione regionale Musei nazionali Liguria; il Palazzo Ducale di Mantova; i Musei archeologici nazionali di Venezia e della Laguna; il Museo storico e il Parco del Castello di Miramare - Direzione regionale Musei nazionali Friuli-Venezia Giulia; il Museo nazionale dell’Arte digitale; il Complesso monumentale della Pilotta; le Gallerie Estensi; i Musei nazionali di Ferrara; i Musei nazionali di Ravenna; i Musei nazionali di Bologna - Direzione regionale Musei nazionali Emilia-Romagna; il Museo archeologico nazionale di Firenze; le Ville e le residenze monumentali fiorentine; i Musei nazionali di Siena; i Musei nazionali di Pisa; i Musei nazionali di Lucca; i Parchi archeologici della Maremma; i Musei nazionali di Perugia - Direzione regionale Musei nazionali Umbria; il Palazzo ducale di Urbino - Direzione regionale Musei nazionali Marche; il Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei statali della città di Roma; le Gallerie nazionali d’arte antica; il Museo etrusco di Villa Giulia; il Museo delle Civiltà; il Parco archeologico dell’Appia antica; il Parco archeologico di Ostia antica; Villa Adriana e Villa d’Este; i Musei e i parchi archeologici di Praeneste e Gabii; il Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia; le Ville monumentali della Tuscia; il Museo nazionale d’Abruzzo de L’Aquila; i Musei archeologici nazionali di Chieti – Direzione regionale Musei nazionali Abruzzo; il Parco archeologico di Sepino e il Museo Sannitico di Campobasso - Direzione regionale Musei nazionali Molise; il Palazzo Reale di Napoli; il Complesso monumentale e la Biblioteca dei Girolamini; i Musei nazionali del Vomero; i Musei e i parchi archeologici di Capri; il Parco archeologico di Ercolano; il Parco archeologico dei Campi Flegrei; i Parchi archeologici di Paestum e Velia; il Castello Svevo di Bari - Direzione regionale Musei nazionali Puglia; il Museo archeologico nazionale di Taranto; i Musei nazionali di Matera - Direzione regionale Musei nazionali Basilicata; i Musei e i parchi archeologici di Melfi e Venosa; i Parchi archeologici di Crotone e Sibari; il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria; I Musei nazionali di Cagliari. A questi musei si aggiungono, come istituti autonomi, le direzioni regionali che non vengono accorpate ad altri musei, ovvero quelle di Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Sardegna, Toscana e Veneto.

Approvato il regolamento di riorganizzazione del Ministero della Cultura. Ecco i dettagli
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