È stato firmato oggi a Genova, presso la sede dei Musei Nazionali di Genova - Palazzo Reale, un protocollo di intesa tra il Ministero della Cultura - Direzione Regionale Musei nazionali Liguria, l’Università degli Studi di Genova e il Musée de Préhistoire Régionale di Menton - Comune di Mentone, in Francia. L’accordo istituzionalizza una collaborazione scientifica e culturale già avviata, focalizzata sulla valorizzazione del sito preistorico dei Balzi Rossi.
L’intesa coinvolge in particolare il Museo Preistorico dei Balzi Rossi (Ventimiglia) e l’area delle grotte adiacenti, il Dipartimento di Informatica, Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei Sistemi (DIBRIS) dell’Università di Genova e il Musée de Préhistoire Régionale di Menton, che conserva una parte rilevante delle collezioni storiche provenienti dai Balzi Rossi. La cooperazione vede inoltre il coinvolgimento del centro ADE MEDITERRANEE, attualmente impegnato in indagini non invasive sul sito, in particolare nell’area sommersa antistante le grotte, sotto concessione di ricerca del Ministero della Cultura.
Il protocollo ha come scopo principale il consolidamento delle modalità di collaborazione scientifica e culturale tra le istituzioni, con un focus specifico sulla realizzazione della documentazione topografica dell’intero sito, sia per la parte emersa che per quella attualmente sommersa dal mare. L’elemento più innovativo dell’accordo è rappresentato dalla creazione di una ricostruzione 3D del paleoambiente che permetta di rappresentare in maniera integrata la complessità del contesto archeologico e naturalistico dei Balzi Rossi. La ricostruzione sarà accessibile a entrambi i musei coinvolti e fungerà da strumento per la condivisione di informazioni scientifiche e culturali con il pubblico, rafforzando le relazioni tra le istituzioni italiane e francesi e creando una rete di scambio basata su dati condivisi e aggiornati.
L’accordo formalizza inoltre collaborazioni preesistenti, a partire dalla cooperazione tra UNIGE-DIBRIS e il Museo dei Balzi Rossi, che ha portato al censimento e alla mappatura delle incisioni rupestri presenti sulle pareti delle grotte del sito. Parallelamente, la collaborazione tra i due musei italiani e francesi ha permesso la ricostruzione e la presentazione delle sequenze stratigrafiche dei materiali archeologici e delle faune rinvenute nella Grotta della Barma Grande.