In Germania si accende la disputa attorno alla pala d’altare Cranach-Triegel, l’opera che decora il coro occidentale del Duomo di Naumburg, una delle più straordinarie cattedrali gotiche del paese, Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco dal 2018. La pala è così chiamata poiché frutto dell’assemblaggio di due opere distinte: i pannelli laterali dipinti da Lucas Cranach il Vecchio (Kronach, 1472 – Weimar, 1553) tra il 1517 e il 1519, e lo scomparto centrale eseguito dal pittore contemporaneo Michael Triegel (Erfurt, 1968) nel 2022. Lo scomparto intendeva risarcire il trittico di una grossa lacuna: la sezione centrale, raffigurante la Vergine Maria, venne infatti distrutta nel 1541 negli anni dell’iconoclastia a seguito della Riforma protestante. L’opera di Cranach, che era stata posta proprio nel coro occidentale, dove rimase tra il 1519 e il 1541, fu dunque rimossa e custodita altrove. Più di cinquecento anni dopo, Triegel ha realizzato lo scomparto centrale, riprendendo i modi di Cranach ma con aggiunte contemporanee (per esempio la figura del teologo Dietrich Bonhoeffer, giustiziato nel 1945 perché oppositore del regime nazista, raffigurato con un cappellino da baseball rosso). La collocazione dell’opera tuttavia è controversa perché offusca alcune delle figure dei donatori del Duomo di Naumburg, le statue del XIII secolo, raffiguranti i benefattori che finanziarono la costruzione dell’edificio sacro, che decorano le pareti del coro e sono tra le opere più interessanti non solo del Duomo di Naumburg, ma di tutta l’arte medievale tedesca.
L’opera venne installata nel luglio del 2022, ma a dicembre venne smontata perché fu portata in mostra in diverse sedi: si trattò di una mossa, spiegarono dalle Vereinigte Domstifter zu Merseburg und Naumburg (le Fondazioni Riunite delle Cattedrali di Merseburg e Naumburg, che gestiscono il monumento), per far acquietare per qualche tempo la discussione. È tornata nel Duomo di Naumburg solo quest’anno, e le polemiche, com’era del resto prevedibile, si sono riaccese, perché da una parte la comunità scientifica vorrebbe lo spostamento della pala, mentre invece la comunità dei fedeli, rappresentata dalla parrocchia (di fede cristiana evangelica), intende tenerla nel coro occidentale.
Già nel 2022 era intervenuta la sezione tedesca dell’ICOMOS, l’International Council on Monuments and Sites, che fornisce consulenza anche all’Unesco: la posizione degli esperti dell’ICOMOS è che la nuova pala d’altare compromette le relazioni visive nel coro occidentale della cattedrale di Naumburg, al punto che in passato si era persino discusso di una possibile revoca dello status di Patrimonio Mondiale dell’Umanità della cattedrale. Si è poi mosso il Land della Sassonia-Anhalt, che ha richiesto la mediazione e l’arbitrato all’Unesco a Parigi, e l’organizzazione ha inviato due esperti internazionali a Naumburg nel marzo 2025 per valutare il collocamento dell’opera. E il responso della loro visita, ha fatto sapere lo stesso Land con un comunicato, è che la pala d’altare di Cranach-Triegel potrà continuare a essere esposta nel Duomo di Naumburg, ma dovrà essere trasferita.
In risposta alla relazione dei due esperti dell’Unesco, le Fondazioni Riunite delle Cattedrali, l’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti e l’Archeologia della Sassonia-Anhalt, nonché rappresentanti della Cancelleria del Land e del suo Ministero della Cultura, hanno esaminato diverse possibili ubicazioni all’interno della cattedrale. È stata quindi raccomandata una futura installazione nel transetto della cattedrale, giudicata come la soluzione migliore secondo un comunicato del Land di Sassonia-Anhalt. Lo spazio nel transetto nord, si legge, “è particolarmente importante perché offre all’opera un proprio spazio dignitoso all’interno della cattedrale”.
Sempre secondo il comunicato del Land, diramato il 9 luglio, il pronunciamento dell’Unesco “pone fine a un dibattito durato anni tra esperti di architettura, archivisti e storici coinvolti nella conservazione del Duomo di Naumburg in merito all’installazione originale della pala d’altare di Cranach nel XVI secolo […]. Secondo le conclusioni ora presentate, l’altare può espressamente e permanentemente rimanere nella cattedrale, ma non nel coro occidentale. Esperti internazionali ritengono che ciò danneggerebbe gravemente la straordinaria collezione di opere architettoniche, scultoree e vetrate altomedievali, in particolare le figure dei donatori che circondano Uta di Naumburg. Secondo l’Unesco, ciò è dannoso per il Patrimonio Mondiale e non può essere tollerato che rimanga così com’è”.
Il Ministro della Cultura del Land di Sassonia-Anhalt, Rainer Robra, ha dichiarato: “L’altare può rimanere nella cattedrale e sarà trasferito nel transetto nord. Sono sollevato che siamo riusciti a raggiungere un risultato positivo per i nostri siti Patrimonio dell’Umanità e per i cittadini della Sassonia-Anhalt attraverso un processo orientato alla soluzione. Ringrazio tutti i soggetti coinvolti per il loro approccio costruttivo a questa difficile questione”.
Sulla stessa linea anche Harald Meller, Direttore dell’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti e l’Archeologia della Sassonia-Anhalt: “La valutazione degli esperti dell’UNESCO dà piena ragione ai conservatori dei monumenti del nostro Land. Tuttavia, per me è ancora più importante: come esperti di conservazione dei monumenti – sia a livello statale, sia presso fondazioni culturali o organismi internazionali – a volte possiamo avere opinioni divergenti e, come scienziati, a volte persino scontrarci aspramente; tuttavia, lottiamo sempre per la stessa causa: la conservazione e l’uso appropriato del nostro patrimonio culturale come eredità per le generazioni future. Questo è ciò che conta – e abbiamo continuato a farlo con successo qui a Naumburg e continueremo a farlo”.
Il direttore delle Fondazioni, Holger Kunde, ha detto: “La pala d’altare di Cranach-Triegel collega la storia del XVI secolo e il presente attraverso il mezzo dell’arte. In futuro sarà esposta nel transetto nord, in dialogo con altre opere di varie epoche e con l’arte contemporanea. Ha trovato qui la sua nuova sede. Sono entusiasta dell’impatto che l’altare avrà nella sua nuova sede. Il prima possibile, faremo costruire una mensa per l’altare nel transetto nord, in stretta consultazione con le autorità preposte alla tutela dei monumenti, poiché contiamo di completare tutti i lavori sull’altare e sulle nuove vetrate del coro orientale entro un anno”.
Tutto finito allora? Macché! A mettersi di traverso è la parrocchia del Duomo di Naumburg, che vuole mantenere la pala di Cranach-Triegel nel coro occidentale e accusa la comunità scientifica di non aver tenuto conto delle esigenze dei fedeli: la posizione ha ricevuto, lo scorso 7 agosto, il sostegno della Chiesa Evangelica della Germania Centrale (EKDM), che ha a sua volta pubblicato una nota con la posizione della parrocchia. “Come comunità del Duomo di Naumburg”, si legge, “prendiamo atto con grande preoccupazione della discussione relativa a un possibile trasferimento della pala d’altare di Cranach-Triegel dal coro occidentale. Sosteniamo espressamente e con forza la permanenza dell’altare nella sua attuale collocazione. Il 2 luglio 2022, l’altare è stato consacrato congiuntamente dai vescovi protestanti e cattolici durante una cerimonia ecumenica. È stato così integrato liturgicamente nello spazio, come simbolo di fede viva, di convivenza interconfessionale e di centro spirituale. Il suo trasferimento non sarebbe solo un intervento funzionale, ma una profanazione dell’altare e un disprezzo per il suo significato spirituale. Il coro occidentale è stato la tradizionale collocazione dell’altare fin dal Medioevo. L’altare maggiore gotico originariamente collocato lì fu distrutto nel 1541 in un atto iconoclasta. L’attuale ricostruzione di un altare in questo luogo rappresenta quindi non solo una decisione liturgica, ma anche un segno consapevole di riconciliazione con la storia – una guarigione spirituale che non sopprime ciò che un tempo è stato distrutto, ma piuttosto lo reinterpreta con dignità”.
Uno degli argomenti più frequentemente citati contro la collocazione nel coro occidentale è la presunta interruzione della visuale verso le figure dei donatori, in particolare Uta di Naumburg ed Eccardo II, forse le più famose delle dodici statue . Tuttavia, secondo la parrocchia, “questa giustificazione è infondata. Un’analisi attenta delle direzioni di osservazione rivela che queste figure dirigono il loro sguardo esattamente verso il centro liturgico, l’altare. Il loro orientamento spirituale e fisico supporta l’interpretazione teologica dello spazio e conferisce persino all’altare un significato aggiuntivo. Ciò che alcuni percepiscono come un disturbo si rivela in realtà una conferma: le figure dei donatori indicano – anche letteralmente – Cristo. L’altare quindi non contraddice la disposizione spaziale, ma piuttosto è in armonia con essa. Lo spostamento nel transetto nord, come proposto negli attuali dibattiti, è inaccettabile dal punto di vista della parrocchia. Lì, l’altare manca di contesto liturgico e lo spazio perde il suo centro spirituale. Il coro occidentale, d’altra parte, era e rimane il luogo della Santa Comunione, della predica e della congregazione: è lì che l’altare deve collocarsi. Questo effetto non sfugge ai visitatori della cattedrale. Dall’installazione dell’altare, abbiamo riscontrato una risposta estremamente positiva. Molti affermano che l’altare accresce l’impatto spirituale dello spazio, anziché interromperlo, e che collega in modo impressionante l’esperienza storica e quella contemporanea. In questo contesto, sottolineiamo il diritto della chiesa all’autodeterminazione nello spazio sacro. L’ordine e la progettazione liturgica sono responsabilità della congregazione, non di autorità esterne. Questo diritto fondamentale si applica indipendentemente dallo status di Patrimonio Mondiale dell’Unesco”.
La parrocchia ribadisce di non aver mai dato il proprio consenso al trasferimento, smentendo quindi il comunicato del Land del 9 luglio nel quale invece era scritto che anche la parrocchia aveva accettato l’esito della relazione degli esperti Unesco, e chiede dunque il mantenimento permanente dell’altare consacrato nel coro occidentale, il riconoscimento della consacrazione dell’altare come vincolante dal punto di vista liturgico, il rispetto dell’autodeterminazione ecclesiastica negli spazi sacri, la valorizzazione del coro occidentale come luogo di continuità spirituale e responsabilità storica. “L’altare”, conclude il comunicato, “si trova dove deve stare: al centro della vita della Chiesa, in un luogo in cui crea un significato liturgico, storico e spirituale”. Per adesso, dunque, la pala non si muove dal coro occidentale, ma la disputa probabilmente non si fermerà qui.
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