La città di Massa si appresta a vivere una svolta significativa nel recupero del suo patrimonio storico-culturale, con l’imminente avvio dei lavori per restituire nuova vita al Pomerio Ducale, lo storico giardino, voluto dal principe Alberico I Cybo-Malaspina nel XVI secolo, tornerà a essere un luogo vitale per la comunità, uno spazio di cultura, arte e socialità. Il via libera definitivo al progetto di recupero, firmato dall’architetto Nicola Gallo, è stato confermato ieri dal Comune dopo un lungo percorso di confronto con la Soprintendenza. Il sindaco Francesco Persiani ha sottolineato l’importanza di questo intervento, definendolo “una storica novità per il nostro territorio e per la nostra città”, capace di riconsegnare ai cittadini “un luogo importantissimo, un patrimonio culturale che fa parte della nostra identità”.
Il progetto si concentra sulla porzione del giardino attualmente di proprietà comunale, situata lungo via Palestro. Qui, le geometrie rinascimentali originarie saranno fedelmente riproposte, ricreando i vialetti che formavano un ottagono e, soprattutto, gli agrumi, pianta simbolo della tradizione massese. L’architetto Nicola Gallo ha evidenziato come il restauro di questo giardino storico, realizzato a partire dalla fine del Cinquecento, abbia richiesto approfondite ricerche e indagini archeologiche. Queste hanno permesso di ricostruire il perimetro originario e di trarre ispirazione dall’ultima fase documentata del Pomario.
Il Pomerio Ducale di Massa, come descritto dalle fonti storiche, fu realizzato dopo il 1558 dal principe Alberico I Cybo-Malaspina, e si configurava come un esemplare giardino all’italiana. Situato in via Palestro, appena fuori dalle mura cinquecentesche del capoluogo toscano, era collegato alla strada per Carrara da un viale alberato. Caratterizzato da una forma quadrata e cinto da mura, era celebre per la sua abbondanza di agrumi, molti dei quali trapiantati da altre proprietà ducali, come quella del Prado. La decisione di Alberico di collocare il giardino al di fuori del perimetro murario che aveva da poco iniziato a edificare, e non accanto al palazzo dove risiedeva, non fu casuale. Questa scelta intendeva assimilare Massa, nella mentalità rinascimentale del dotto sovrano, a un nuovo piccolo mondo, e un hortus conclusus posizionato a occidente richiamava il mitico Giardino delle Esperidi, un luogo straordinario protetto da Atlante e dal serpente Ladone, dove crescevano gli alberi dai pomi d’oro. Prima dell’acquisizione da parte del principe, il terreno, sebbene molto fertile, era incolto, come testimoniava un’iscrizione ora scomparsa. La trasformazione in Pomerio comportò la creazione di viali maggiori e minori, disposti secondo uno schema di rigorosa simmetria, con alberi piantati lungo queste direttrici per accentuare la geometria del disegno. Agli angoli dei muri perimetrali furono realizzate alte nicchie, destinate a ospitare statue di divinità. Alberico I rese il Pomerio una sorta di locus amoenus, arricchendolo con statue, ornamenti marmorei e persino un piccolo serraglio con animali selvaggi, in linea con il gusto esotico del periodo.
Le varietà botaniche erano notevoli: nel giardino, tra le altre piante da frutto, erano accolte diverse specie di agrumi coltivate nelle proprietà del principe. Aranci crescevano lungo il reticolo di viali e vialetti, i cedri erano disposti a spalliera e i limoni addossati ai muri che delimitavano il verziere. Non mancavano varietà specifiche, come i cosiddetti “puncigli” (forse il limon poncinus ligusticus) e i limoncelli dolci, sistemati negli angoli più protetti. Un viale principale, fiancheggiato da una duplice fila di cedri spettacolari che in fondo si congiungevano formando una volta suggestiva, completava la visione d’insieme. Il giardino, tuttavia, non possedeva le caratteristiche tipiche del giardino formale dell’epoca, non essendo collegato alla residenza principesca in un unico complesso, come suggerito dai canoni stabiliti da Leon Battista Alberti nel suo De Re Aedificatoria. Posto al di fuori delle mura urbane, era un luogo dove il sovrano poteva recarsi per brevi passeggiate, staccandosi dal contesto cittadino. La presenza di numerosi alberi di agrumi rafforzava l’idea che il Pomario fosse una “visione” del giardino delle Esperidi, con i suoi alberi carichi di “pomi d’oro”.
Nel secolo successivo, il successore e nipote di Alberico I, Carlo I Cybo-Malaspina, arricchì ulteriormente il giardino con sculture e nuove piantagioni. Nel 1655, fece realizzare un nuovo portale d’ingresso, che esiste ancora oggi ed è volgarmente conosciuto come il “Portale di Pasquino e della Pasquina”, per la presenza di due figure, una maschile e una femminile, ai lati. Sulla cima recava l’iscrizione “Carolus Ps Cybo / Malaspina Princeps / Auctu exinde maiori / Malora Tempe ingressit / MDCLV”.
Le vedute di Massa dell’epoca mostrano il giardino come un quadrato delimitato da mura e torrette con nicchie agli spigoli, al cui interno i vialetti alberati si intersecavano a quarantacinque gradi. Erano presenti due ingressi ad arco, uno verso monte e l’altro verso mare, raggiungibili da strade anch’esse ordinatamente alberate. Queste caratteristiche facevano rientrare il Pomerio nella tipologia dell’hortus conclusus medievale, descritto da Pier Crescenzi nel suo trattato Opus ruralium commodorum come uno spazio quadrato o rettangolare diviso da viali rettilinei e delimitato da alte mura che racchiudevano alberi da frutto e altre colture pregiate. Sebbene questa tipologia avesse origini nel Trecento, due secoli prima del Pomerio, ciò si spiega con un generale ritardo culturale della corte malaspiniana e cybea rispetto ai canoni più moderni. Il Pomerio non aveva contatti significativi con il Giardino dei Semplici, ovvero gli orti botanici contemporanei dedicati alla coltivazione di piante medicinali.
Purtroppo, non si dispone di notizie dettagliate sulle statue che dovevano ornare il giardino, né sulle nicchie ricavate nei lati e nei vertici dell’alto muro quadrangolare, alcune delle quali si intravedono con difficoltà in un disegno seicentesco conservato presso l’Archivio di Stato di Massa, e le descrizioni dell’apparato scultoreo sono vaghe. Considerando il periodo e lo scopo del Pomario, è probabile che contenesse statue legate alla mitologia greco-romana, ma non si può escludere che fossero rappresentati soggetti più legati alla cultura ermetica cinquecentesca. Oggi, gran parte dell’antico hortus, nei secoli andato incontro al degrado, è occupata da palazzi realizzati negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, che hanno purtroppo cancellato quasi ogni traccia dell’antico giardino. Si conservano ancora l’antico portale architettonico d’ingresso, interamente in marmo bianco di Carrara, e i muri del perimetro.
Recupero Pomerio Ducale di Massa: il giardino rinasce Descrizione SEO (max 150 caratteri) A Massa parte il recupero del Pomerio Ducale: il giardino rinascimentale torna a essere luogo di arte, natura e socialità.
Il progetto di recupero mira a restituire a Massa non solo un pezzo della sua storia, ma anche uno spazio dinamico e multifunzionale. Una parte importante del restauro riguarderà proprio gli elementi architettonici perduti. L’architetto Gallo ha illustrato l’idea di ricostruire le grandi nicchie che un tempo erano in muratura, delle quali ne sopravvive solo una inserita in un fabbricato. Le due nicchie meridionali del giardino verranno ricostruite con una struttura a filo di ferro e in “verzura”, ovvero rivestite di vegetazione.
Un aspetto innovativo del progetto è l’utilizzo di materiali contemporanei per reinterpretarne la memoria storica. Le grandi nicchie e il portale centrale, infatti, non saranno in muratura, ma strutture in ferro rivestite da rampicanti stagionali. Questa scelta permetterà al giardino di trasformarsi e “respirare” con la città, accompagnando i visitatori attraverso i colori e i ritmi delle stagioni. L’obiettivo è creare un luogo vivo, che cambi e si evolva.
La memoria botanica sarà un aspetto centrale del recupero. Il sindaco Francesco Persiani ha rimarcato l’intenzione di riproporre la collezione di agrumi che rese celebre Massa in passato, i cui frutti venivano donati alle principali corti italiane. Si ipotizza che alcune varietà oggi molto apprezzate, come il limone cedrato fiorentino, possano derivare proprio da questa storica collezione. Nel “giardino segreto” verranno messe a dimora specie locali e antiche, molte delle quali facevano parte anche della collezione medicea. Il progetto prevede anche elementi di innovazione e funzionalità per il pubblico. Sarà integrata un’illuminazione per rendere il giardino percorribile anche di notte, un sistema di videosorveglianza per la tutela dello spazio e verranno creati spazi dedicati a sculture ed esposizioni temporanee. L’architetto Gallo ha ribadito che il Pomario sarà un “giardino che segue le stagioni” ma anche un “luogo di cultura, capace di ospitare arte contemporanea e attività sociali”.
L’intervento si inserisce in un più ampio programma di riqualificazione urbana dell’area, come ricordato dall’assessora al PNRR e ai progetti speciali Maura Ferrari. Il recupero del giardino storico del Pomerio è collegato alla sostituzione edilizia dell’edificio ex CAT e alla riqualificazione delle aree limitrofe. Il sindaco Persiani ha espresso la sua soddisfazione per il raggiungimento di questa fase progettuale, evidenziando come le autorizzazioni siano ormai complete e sia giunto il momento di dare il via ai lavori. Ha inoltre collegato il progetto all’evoluzione dell’area circostante, dalla Casa delle Arti, all’ex-Cut che sta diventando un bellissimo edificio con auditorium, stanze per i giovani e attività di bar e ristorazione, che darà il giusto ruolo al parco antistante.
Il primo lotto dei lavori, dal valore di 250 mila euro, comprenderà la sistemazione del terreno, la realizzazione dei primi percorsi e la piantumazione degli agrumi. Una parte del finanziamento per il primo lotto, circa 50 mila euro, arriverà dal Pnrr, mentre il resto sarà coperto con fondi comunali e risorse già disponibili. L’amministrazione prevede di iniziare le lavorazioni nell’immediato e di completarle entro la tarda primavera, con la previsione di completare il primo lotto entro aprile 2026. Il costo complessivo dell’intero progetto ammonta a circa un milione di euro, presumibilmente realizzato in due lotti con conclusione entro il 2028. Per il progetto generale sono stati previsti 450.000 euro di finanziamenti PNRR per la piantumazione di agrumi e 240.000 euro per opere di urbanizzazione.
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