Monteleone di Spoleto, riapre la chiesa di San Francesco dopo il sisma del 2016


Completati gli interventi di messa in sicurezza e restauro nella chiesa dedicata al patrono d’Italia a Monteleone di Spoleto. Revocata l’inagibilità dopo i danni sismici, l’edificio torna accessibile e sarà inserito nel calendario per le celebrazioni dell’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi.

A Monteleone di Spoleto, nel cuore dell’Umbria, la chiesa di San Francesco torna finalmente accessibile dopo anni di chiusura dovuti ai danni provocati dal sisma del 2016 e alle successive verifiche di sicurezza. Si sono infatti conclusi i lavori di consolidamento e restauro dell’edificio, di proprietà del Fondo Edifici di Culto (FEC), che rappresenta uno dei principali luoghi di culto e identità storica del piccolo borgo appenninico. Con la fine dell’intervento è stata revocata l’ordinanza di inagibilità comunale e l’edificio è stato nuovamente restituito alla comunità, pronto a riaprire le porte ai fedeli e ai visitatori.

L’intervento, finanziato attraverso l’ordinanza n. 32 del 2017 del Commissario Straordinario del Governo per la ricostruzione post-sisma, è stato seguito dall’Ufficio del Soprintendente Speciale, che ha svolto il ruolo di soggetto attuatore. I lavori, per un importo complessivo di circa 300.000 euro, sono stati eseguiti dal raggruppamento temporaneo di imprese formato da C.E.S.A. srl e Consorzio Pragma, sotto il coordinamento del RUP e Responsabile Unico del Progetto, l’architetta Caterina Careccia. La direzione dei lavori è stata affidata all’architetto Francesco Boncio, libero professionista di Todi, che ha coordinato un team di progettazione composto dall’ingegner Fabrizio Gentili, dall’ingegnera Genny Fogliani e dal dottor Luca Castrichini.

La facciata della chiesa
La facciata della chiesa di San Francesco a Monteleone di Spoleto. Foto: Ufficio del Soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma del 24 agosto 2016
Le volte
La volta a crociera. Foto: Ufficio del Soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma del 24 agosto 2016

L’intervento ha riguardato principalmente il consolidamento strutturale e la messa in sicurezza degli elementi architettonici e decorativi della chiesa, con particolare attenzione alle opere lignee e alle volte danneggiate. Tra gli interventi più significativi figurano il restauro e il rinforzo del cassettonato ligneo posto all’intradosso della navata principale, la messa in sicurezza dell’altare sinistro e della cantoria, il consolidamento della volta dell’abside e del coro e la riparazione delle lesioni presenti nelle volte della navata laterale. È stato inoltre eseguito un complesso intervento di ancoraggio delle murature laterali, finalizzato a garantire la stabilità complessiva della struttura, insieme alle necessarie opere di finitura per restituire all’edificio l’aspetto originario.

L’esecuzione dei lavori è stata accompagnata da una campagna di indagini conoscitive e di saggi stratigrafici sulle superfici intonacate, che ha permesso di documentare la coesistenza di differenti strati di intonaco, alcuni di epoca più antica e altri di recente realizzazione. Queste analisi hanno offerto preziose informazioni sulla storia costruttiva della chiesa e sulle trasformazioni subite nel corso dei secoli, consentendo di calibrare gli interventi in modo rispettoso della materia originale e delle tecniche tradizionali.

Gli affreschi
Gli affreschi. Foto: Ufficio del Soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma del 24 agosto 2016
Il cassettonato ligneo posto all’intradosso della navata principale
Il cassettonato ligneo posto all’intradosso della navata principale. Foto: Ufficio del Soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma del 24 agosto 2016

La conclusione delle opere ha permesso la rimozione definitiva dei presidi di pronto intervento installati nella fase emergenziale, quando la chiesa era stata chiusa per motivi di sicurezza. La revoca dell’inagibilità da parte del Comune segna così un passaggio fondamentale nella rinascita del luogo sacro, che potrà tornare a essere non solo sede di funzioni religiose, ma anche punto di riferimento per la comunità e per il patrimonio storico-artistico del territorio.

La riapertura della chiesa di San Francesco assume un significato particolare in vista delle celebrazioni per l’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi, che ricorrerà nel 2026. Su proposta del Commissario Straordinario del Governo per la ricostruzione, l’Ufficio del Soprintendente Speciale ha infatti richiesto l’inserimento ufficiale dell’edificio nel calendario degli eventi legati all’VIII Centenario, un’occasione che vedrà l’Umbria al centro di un vasto programma di iniziative religiose, culturali e artistiche dedicate alla figura del santo patrono d’Italia.

La chiesa di Monteleone di Spoleto, intitolata al santo di Assisi, rappresenta una testimonianza significativa della diffusione del francescanesimo nei territori montani dell’Umbria meridionale. La sua architettura, sobria e armoniosa, riflette la spiritualità essenziale dell’Ordine, mentre gli arredi interni e le decorazioni conservano importanti tracce della devozione popolare che per secoli ha animato la vita religiosa del paese. Restituirla alla sua comunità significa non solo restituire un luogo di culto alla popolazione, ma anche recuperare una parte della memoria collettiva, legata a un edificio che ha attraversato intatto i secoli e le calamità.


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