A Mendrisio la più completa retrospettiva svizzera dedicata a Enrico Castellani


Dal 24 marzo al 7 luglio 2024, il Museo d’arte di Mendrisio ospita una importante mostra retrospettiva dedicata a Enrico Castellani. È la più completa retrospettiva organizzata in Svizzera dalla scomparsa dell’artista.

Dal 24 marzo al 7 luglio 2024, il Museo d’arte di Mendrisio ospita una importante mostra retrospettiva dedicata a Enrico Castellani (Castelmassa, 1930 – Celleno, 2017), uno dei grandi maestri dell’arte del Novecento. Con sessanta opere che spaziano lungo l’intera carriera dell’artista, la mostra, intitolata semplicemente Enrico Castellani e curata da Barbara Paltenghi Malacrida, Francesca Bernasconi, Federico Sardella in collaborazione con la Fondazione Enrico Castellani, intende offrire un viaggio attraverso la sua ricerca artistica. La mostra si avvale del sostegno della Banca del Sempione, del contributo della Repubblica e Cantone Ticino, Fondo Swisslos, e della media partnership di RSI Rete 2.

Dipinti, superfici a rilievo, opere su carta, installazioni, sculture, stampe e documenti inediti compongono il percorso espositivo, organizzato in modo cronologico attraverso le sale del museo. Ogni sala è dedicata a un momento specifico della straordinaria ricerca di Castellani, permettendo ai visitatori di immergersi completamente nel suo mondo artistico. Dai primi disegni degli anni Cinquanta alle ultime opere in alluminio aeronautico, l’esposizione vuole offrire una visione completa e approfondita della pratica artistica di Castellani. La presenza di Enrico Castellani sulla scena artistica del Novecento è stata non solo influente, ma anche estremamente carismatica, grazie alla sua ricerca rigorosa e costante intorno ai concetti di spazio e tempo, e alla loro rappresentazione unica e innovativa.

Nel 1952, Enrico Castellani intraprende un importante passo nella sua formazione artistica trasferendosi in Belgio. Qui, dopo un breve periodo all’Académie Royale des Beaux-Arts di Bruxelles, decide di dedicarsi agli studi di architettura presso l’École nationale supérieure d’architecture et des arts décoratifs de La Cambre, laureandosi nel 1956. Al suo ritorno in Italia, entra in contatto con l’artista Piero Manzoni, dando vita a una profonda amicizia e a un prolifico sodalizio artistico. Nel 1959, i due fondano la rivista “Azimuth” e la galleria quasi omonima “Azimut”, che in soli otto mesi organizza ben tredici mostre, mirando a esplorare le tendenze artistiche più innovative sia in Italia che all’estero.

Sebbene le prime opere di Castellani riflettano un certo influsso dell’espressionismo astratto, soprattutto della pittura segnica di Mark Tobey, alla fine degli anni Cinquanta sviluppa uno stile artistico personale e distintivo. Le sue tele monocrome, animate da sequenze accuratamente studiate di rilievi e depressioni, catturano l’attenzione della scena culturale europea, facendolo emergere come una figura di spicco. Invitato a partecipare a mostre di rilevanza internazionale come Monochrome Malerei (Leverkusen, 1960) e The Responsive Eye (MoMA, 1965), Castellani ottiene una presenza costante anche alla Biennale di Venezia, nel 1964 e nel 1966.

Negli anni successivi, continua a sviluppare il suo caratteristico alfabeto visivo con determinazione, diventando un punto di riferimento nel panorama artistico internazionale. Le sue opere vengono esposte in prestigiose mostre come Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960/70 (Palazzo delle Esposizioni, Roma, 1970), Identité italienne. L’art en Italie depuis 1959 (Centre Georges Pompidou, Parigi, 1981) e The Italian Metamorphosis, 1943-1968 (Solomon R. Guggenheim Museum, New York 1994). La sua carriera culmina con il conferimento, nel 2010, del Praemium Imperiale per la pittura, il più alto riconoscimento artistico, assegnato a Tokyo. Enrico Castellani si spegne a Celleno nel 2017.

La mostra organizzata dal Museo d’arte Mendrisio in collaborazione con la Fondazione Enrico Castellani rappresenta la prima presentazione del suo lavoro in un museo svizzero e la prima retrospettiva dopo la sua scomparsa. Il catalogo bilingue (italiano/inglese) presenta nuove riproduzioni di tutte le opere esposte e cinque saggi incentrati su aspetti specifici dell’opera e della vita di Castellani. Ester Coen analizza gli inizi della sua carriera e l’esperienza di Azimut/h, Paolo Bolpagni gli aspetti musicali delle sue composizioni, Fulvio Irace riflette sul rapporto dell’artista con l’architettura, Federico Sardella offre una panoramica della sua produzione artistica attraverso un prisma geografico e Barbara Paltenghi Malacrida fornisce una valutazione della ricezione critica della sua opera. L’appendice comprende una nuova nota biografica e una storia espositiva e bibliografica aggiornata.

Nell’ambito del suo programma espositivo, il Museo d’arte Mendrisio presenta ogni anno una serie di eventi collaterali che mirano a un’interazione con altre arti come la musica e il teatro. In occasione della mostra dedicata a Enrico Castellani, il Museo ha commissionato la creazione di una nuova composizione musicale al compositore italiano Carlo Boccadoro, una delle figure più importanti della musica contemporanea. La partitura, intitolata Il muro del tempo, sarà eseguita nelle sale del Museo d’arte Mendrisio dal batterista Jeff Ballard e dal timpanista Lorenzo Malacrida in prima assoluta il 27 aprile 2024 alle ore 20.30 al Museo.

A Mendrisio la più completa retrospettiva svizzera dedicata a Enrico Castellani
A Mendrisio la più completa retrospettiva svizzera dedicata a Enrico Castellani


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