Un'opera attribuita al Perugino prestata per il Meeting di Comunione e Liberazione


Ci sarà anche un’opera attribuita al Perugino al Meeting di Rimini: il Ministero della Cultura avrà infatti uno stand istituzionale in cui esporrà una pala dell’artista, eseguita con largo concorso di bottega, attualmente custodita presso la Galleria Nazionale dell’Umbria.

Dopo Caravaggio al Vinitaly, i Corridori di Ercolano a una sfilata di moda e l’Atlante Farnese all’Expo di Osaka, si allunga la lista delle opere d’arte-testimonial: il Ministero della Cultura ha infatti annunciato che presterà un’opera attribuita al Perugino conservata alla Galleria Nazionale dell’Umbria al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione. L’opera, il San Giovanni Battista tra i santi Francesco d’Assisi, Girolamo, Sebastiano e Antonio da Padova, ribattezzata in questi ultimi mesi la “Pala dei Cinque Santi”, data al Perugino sebbene una parte rilevante della critica la ritiene eseguita col vasto concorso della bottega, decorerà infatti, dal 22 al 27 agosto, lo spazio istituzionale del Ministero della Cultura. Dipinto tutt’altro che irresistibile (con il riallestimento della Galleria Nazionale del 2022 l’opera non è stata inclusa nel percorso), tant’è che la mano del maestro si tende a riconoscere soprattutto nella figura centrale e in quella di san Girolamo, e opera che ripete schemi molto diffusi nella bottega del Perugino sul finale della sua carriera (la si tende a datare all’inizio degli anni Dieci), ha comunque conosciuto una certa fortuna critica soprattutto nell’Ottocento. Elvio Lunghi, nel 2004, ne ha ipotizzato la provenienza dalla cappella di San Giovanni delle Scale nella chiesa perugina di San Francesco al Prato: venne probabilmente realizzata per la famiglia Signorelli, che deteneva il giuspatronato della cappella, e la committente doveva essere la signora Andreana Signorelli, moglie di Francesco Graziani (in ricordo del marito, la dama aveva fatto dipingere al Perugino anche la Trasfigurazione che si trovava in antico nella chiesa di Santa Maria dei Servi). Le figure sono esemplate su quelle degli affreschi del Collegio del Cambio.

Perugino (attr.), San Giovanni Battista tra i santi Francesco d’Assisi, Girolamo, Sebastiano e Antonio da Padova (1510-1512; tempera su tavola, 202,5 x 172,4 cm; Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria)
Perugino (attr.), San Giovanni Battista tra i santi Francesco d’Assisi, Girolamo, Sebastiano e Antonio da Padova (1510-1512; tempera su tavola, 202,5 x 172,4 cm; Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria)

Si tratta di un’opera che, negli ultimi tempi, ha girato parecchio: all’inizio del 2023 è stata infatti alla Pinacoteca Nazionale di Bologna in occasione del rinnovato allestimento sulla sezione rinascimentale del museo felsineo, dopodiché, tra fine 2024 e inizio 2025, è andata al Palazzo della Minerva di Roma per una mostra dedicata a san Francesco in occasione del Giubileo. Ora, dunque, il nuovo spostamento nel giro di poco tempo. Il progetto di prestito è stato proposto dal Dipartimento per l’Amministrazione generale (DIAG) del MiC ed è stato condiviso dal Dipartimento per le Attività Culturali (DIAC): è stato quest’ultimo a chiedere alla Direzione Generale Musei la disponibilità dell’opera custodita presso la Galleria Nazionale dell’Umbria al fine di esporla nello stand istituzionale. Il museo umbro ha rilasciato autorizzazione al prestito. L’allestimento avrà un costo di 10.230 euro.

La scelta, fa sapere il ministero, non è stata fatta a caso: nella figura di san Giovanni Battista si è voluto vedere una presenza in grado di dialogare direttamente con il tema dell’edizione 2025 del Meeting (“Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”, citazione di T. S. Eliot), mentre il fatto che nella tavola sia raffigurato anche san Francesco si lega al percorso di celebrazioni francescane che culmineranno nel 2026, in occasione dell’ottavo centenario della morte del Santo di Assisi. “La presenza di San Giovanni Battista – figura di soglia e di rinascita – richiama il tema del Meeting”, si legge in una nota del Collegio Romano, “mentre la rappresentazione di San Francesco si intreccia con l’impegno del Ministero nelle celebrazioni francescane, che culmineranno nel 2026 con l’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi. Scelta come simbolo di rinascita e dialogo, la pala incarna il legame profondo tra arte, bellezza e speranza. Un invito a ritrovare, attraverso il sacro e la cultura, la forza per costruire una nuova visione dell’umano”.

Lo spazio istituzionale del Ministero della Cultura è curato dal Dipartimento per le Attività Culturali (DiAC), tramite il Servizio VI - Eventi, Mostre e Manifestazioni. L’esposizione della pala è realizzata in collaborazione con i Musei Nazionali di Perugia – Direzione regionale Musei nazionali Umbria.


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