Papa Leone XIV benedice blocco di ghiaccio portato a Roma da Olafur Eliasson


Nel corso della Raising Hope Conference a Roma, Papa Leone XIV ha benedetto un frammento di ghiaccio groenlandese di 20.000 anni, portato dall’artista Olafur Eliasson con il geologo Minik Rosing. L’azione ha voluto dar forma a un gesto potente contro l’indifferenza verso il cambiamento climatico.

Durante la Raising Hope Conference, una conferenza sull’ecologia in corso questa settimana a Roma, un gesto tanto simbolico quanto potente ha catalizzato l’attenzione dei partecipanti: papa Leone XIV ha benedetto un blocco di ghiaccio proveniente dalla Groenlandia, risalente a circa 20.000 anni fa e portato a Roma dall’artista Olafur Eliasson. L’azione ha avuto luogo sul palco della conferenza, dove il frammento di calotta glaciale è stato posizionato accanto al Pontefice, a testimonianza tangibile della fragilità del pianeta di fronte all’avanzare del cambiamento climatico.

La Raising Hope Conference ha riunito leader religiosi, rappresentanti di comunità locali e indigene, scienziati e policy maker in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici – COP30, che si terrà in Brasile nel novembre 2025. In questo contesto, il simbolismo del ghiaccio è stato accolto con particolare intensità, rendendo visibile la connessione tra le dinamiche del clima e l’esperienza spirituale e collettiva dell’umanità.

Il ghiaccio benedetto, portato a Roma dall’artista Olafur Eliasson con il supporto del geologo e amico Minik Rosing, è stato raccolto nel fiordo Nuup Kangerlua, in Groenlandia. Si tratta di un frammento distaccatosi naturalmente dalla calotta glaciale e destinato a sciogliersi nell’oceano, come milioni di tonnellate di altri ghiacci in tutta la regione artica. Il viaggio di questo blocco, dalla tundra artica ai riflettori internazionali della capitale italiana, ha rappresentato un ponte tra scienza, arte e spiritualità, richiamando l’urgenza di affrontare collettivamente le conseguenze della crisi climatica.

Papa Leone XIV benedice il blocco di ghiaccio di Olafur Eliasson. Foto: Vatican Media
Papa Leone XIV benedice il blocco di ghiaccio di Olafur Eliasson. Foto: Vatican Media

Il significato della presenza del ghiaccio groenlandese non è solo simbolico. Come evidenziato nel corso dell’evento, la calotta glaciale della Groenlandia rappresenta uno degli elementi più importanti nella regolazione climatica del pianeta. Costituita da strati di neve compressa che si sono accumulati per decine di migliaia di anni, la calotta contiene al suo interno bolle d’aria antichissime, in grado di fornire dati cruciali sulla composizione dell’atmosfera terrestre in epoche remote. Secondo le stime più recenti del centro di monitoraggio climatico della NASA, la Groenlandia ha perso dal 2002 al 2023 circa 270 miliardi di tonnellate di ghiaccio, con gravi conseguenze per l’innalzamento del livello del mare e l’equilibrio termico globale.

Il blocco benedetto sul palco della Raising Hope Conference ha reso visibile l’idea che l’ambiente non sia un’entità separata dall’uomo, ma una realtà interconnessa, come espresso dal concetto di “mondo più-che-umano”, un termine coniato dal filosofo David Abram per descrivere una comunità vitale che comprende esseri umani, animali, piante, elementi naturali e processi ecologici. Riconoscere questa dimensione significa ammettere che i bisogni delle altre specie devono essere messi sullo stesso piano di quelli umani, in un’etica che va oltre l’antropocentrismo.

Il blocco di ghiaccio è parte di un progetto più ampio dell’artista Olafur Eliasson, da anni impegnato nella divulgazione dei temi ambientali attraverso l’arte. Con il geologo Minik Rosing, Eliasson ha realizzato Ice Watch, una serie di installazioni che ha portato grandi blocchi di ghiaccio groenlandese in spazi pubblici delle principali città europee, da Copenaghen a Londra, passando per Parigi. L’obiettivo è quello di rendere percepibile e concreta, soprattutto per un pubblico urbano spesso distante dalle manifestazioni più evidenti del cambiamento climatico, la realtà fisica della crisi in atto.


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