Danza, teatro e performance alla Collezione Peggy Guggenheim: ecco Avvenimento #3


Il 9 settembre la Collezione Peggy Guggenheim presenta la terza edizione di Avvenimento: un’apertura serale straordinaria tra performance, danza, musica e installazioni. L’edizione di quest’anno, intitolata Nos Bastidores do Estudo, svela i processi nascosti della creazione artistica e trasforma il museo in uno spazio vivo e partecipato.

La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia torna a farsi palcoscenico dell’arte contemporanea con la terza edizione di Avvenimento, il format lanciato nel 2023 che trasforma il museo in uno spazio di sperimentazione interdisciplinare. Martedì 9 settembre, dalle 19 alle 23, il giardino e le sale affacciate sul Canal Grande diventeranno il teatro di un’esperienza collettiva in cui performance, danza, musica e installazioni si intrecciano per indagare i confini più nascosti del processo creativo.

Questa edizione, intitolata Nos Bastidores do Estudo – “dietro le quinte dello studio”, qui il link con tutte le info – prende ispirazione dalla mostra Maria Helena Vieira da Silva. Anatomia di uno spazio, dedicata alla riscopera pittrice portoghese Maria Helena Vieira da Silva (qui il nostro approfondimento) ormai prossima alla chiusura (l’ultimo giorno di mostra sarà il 15 settembre). L’omaggio all’artista non si limita a evocare la sua origine linguistica, ma assume la parola bastidores (quinte teatrali) per riportare al centro ciò che solitamente rimane invisibile: il backstage, il dietro le quinte, il luogo di preparazione, sospensione e intimità che precede l’opera. Così il museo diventa un ambiente fluido, attraversato dal pubblico non come semplice spettatore ma come parte integrante di un organismo in continuo movimento.

Avvenimento alla Collezione Peggy Guggenheim. Foto: Matteo De Fina
Avvenimento alla Collezione Peggy Guggenheim. Foto: Matteo De Fina
Maria Helena Vieira da Silva, Autoritratto (Autoportrait) (1930; olio su tela, 54 x 46 cm; Parigi, Comité Arpad Szenes – Vieira da Silva) © Maria Helena Vieira da Silva, by SIAE 2025
Maria Helena Vieira da Silva, Autoritratto (Autoportrait) (1930; olio su tela, 54 x 46 cm; Parigi, Comité Arpad Szenes – Vieira da Silva) © Maria Helena Vieira da Silva, by SIAE 2025

Il curatore indipendente Edoardo Lazzari, ideatore del progetto, ha concepito Avvenimento #3 come un evento in tre atti. L’allestimento, affidato a Cosimo Ferrigolo, trasforma il giardino della Collezione in un set cinematografico a cielo aperto: luci, strutture e apparati tecnici non celano il loro funzionamento, ma diventano essi stessi parte della drammaturgia, svelando quella macchina teatrale che solitamente rimane dietro le quinte.

L’Atto I accoglie i visitatori in una dimensione di ascolto e partecipazione. Il collettivo Royal Divorce presenta Il primo respiro sulla terra e il suo conseguente sublime collasso, performance nata da un laboratorio di drammaturgia condotto in museo tra il 6 e l’8 settembre. L’opera esplora gli spazi liminali della memoria digitale, mescolando commenti su YouTube, empatia algoritmica e archivi affettivi. Accanto a loro, Luca Gerry Conte propone Solve et Coagula, un’installazione gastronomico-performativa che invita il pubblico a trasformare ingredienti commestibili in materia alchemica, fondendo cucina, rituale e simbolismo.

Il passaggio successivo è l’Intermezzo, firmato dall’artista e ricercatore indipendente Rac Montoro, che con A Trouble at Night is Not Your Karmic Wound porta in scena una lecture-performance dedicata alla figura astrologica di Chirone. La vulnerabilità diventa qui il centro di una riflessione collettiva sulla possibilità della guarigione, intesa come processo condiviso piuttosto che individuale.

L’Atto II, che si svolge nel giardino del museo, propone tre apparizioni performative in dialogo con lo spazio e con il pubblico. Teodora Grano presenta Daughters, indagine sulla genealogia femminile e sulla possibilità di riscrivere i legami tra madri e figlie attraverso parola, gesto e danza. La coreografa Annamaria Ajmone, insieme allo stilista Fabio Quaranta, attiva una performance site-specific in cui il corpo diventa misura dello spazio e motore dell’esperienza collettiva. Infine, Sofia Naglieri propone Devozioni per occasioni di emergenza, un racconto performativo che affronta malattia e dolore, trasformando il corpo in archivio sensibile, soglia tra fragilità e resistenza.

Collezione Peggy Guggenheim. Foto: Matteo De Fina
Collezione Peggy Guggenheim. Foto: Matteo De Fina

Attraverso queste tappe, Avvenimento #3 mira a mettere in discussione la distinzione tra opera compiuta e processo creativo, ribaltando la prospettiva e invitando il pubblico ad abitare il “dietro le quinte” come un luogo di conoscenza e relazione. Il museo, fedele allo spirito di Peggy Guggenheim, diventa così laboratorio di ricerca e di nuove idee, confermando la sua vocazione a servire il futuro invece di registrare il passato.

L’appuntamento si inserisce all’interno di un programma pubblico che accompagna le mostre temporanee della Collezione, con l’obiettivo di consolidare il ruolo del museo non solo come custode del patrimonio artistico, ma anche come spazio di sperimentazione viva, capace di dialogare con la comunità locale e internazionale. Avvenimento, nato due anni fa, si sta affermando come una piattaforma dinamica in grado di connettere linguaggi artistici differenti e di creare esperienze che superano la tradizionale fruizione museale.

L’ingresso all’evento è gratuito, su prenotazione fino a esaurimento posti, confermando la volontà di rendere la cultura un’esperienza accessibile e condivisa. Il progetto si avvale del sostegno della Fondazione di Venezia, con Mousse Magazine come media partner, e della collaborazione di numerosi sponsor: Lavazza Inclusivity Supporter, Allegrini, Apice, Arper, Eurofood, Florim, Hangar Design Group, Itago, Mapei, Pettenon Cosmetics, René Caovilla, Roberto Coin, Rubelli, Swatch e Villa Sandi. Con Avvenimento #3, la Collezione Peggy Guggenheim ribadisce la sua identità di luogo di incontro e di sperimentazione, in cui il pubblico non è semplice spettatore ma parte di un processo di scoperta collettiva. Un evento che celebra la memoria di Maria Helena Vieira da Silva e allo stesso tempo apre nuove prospettive sulla relazione tra arte, corpo e comunità.


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