La storia dell'arte a scuola e i maestri di giornalismo


Negli ultimi giorni si è parlato tanto della storia dell'arte a scuola. Diciamo la nostra sull'argomento.

Negli ultimi giorni, le nostre bacheche di Facebook sono state quasi intasate da centinaia di commenti di utenti preoccupati per le sorti della storia dell’arte nelle scuole italiane: il tutto nato, probabilmente, da un articolo postato il 5 febbraio sul sito Bloggokin dall’allarmante titolo Abolita la storia dell’arte in Italia. Di seguito, una miriade di blog ha rilanciato la notizia, e si è quindi diffuso nella rete il timore che la storia dell’arte fosse effettivamente scomparsa da tutti i programmi. Sul fronte opposto della “barricata” (si fa per dire), abbiamo invece visto testate come Artribune bollare, in modo molto semplicistico, come bufale le notizie diffuse dai blog. Ma, insomma, cos’è successo veramente?

L’unico errore del blog succitato è stato quello di usare un titolo di facilissima presa (sempre che vogliamo considerarlo un errore: può essere anche stata una mossa studiata apposta per attirare condivisioni e commenti, ma non è certo nostra intenzione indagare e non è questo il punto). Sarebbe bastato leggere con un minimo di senso critico il post per scoprire che in realtà le uniche due inesattezze erano una data e il nome di un emendamento. Ecco qua i punti-chiave del post:

  • “Ricordiamo infatti che dagli anni 2009 e 2010, oltre all’abolizione degli Istituti d’arte, la riforma Gelmini ha imposto la riduzione delle discipline artistiche nei «nuovi» Licei artistici, la cancellazione di «Storia dell’arte» dai bienni dei Licei classici e linguistici, dagli indirizzi Turismo e Grafica degli Istituti tecnici e dei professionali; zero ore per i geometri; cancellazione di «Disegno e Storia dell’arte» dai bienni dei Licei scienze umane e linguistici; cancellazione di «Disegno e Storia dell’arte» dal «nuovo» Liceo sportivo; eliminazione del «Disegno» nei trienni di questi ultimi «ambiti formativi»” (tutto vero, come ben spiegato anche sul sito dell’Associazione Artemdocere);
  • “Negli ultimi due anni si sono moltiplicati i tentativi di far rinascere la disciplina e tutto il sapere perduto. Appelli incessanti tra 2012 e 2013 non sono serviti, compresa una clamorosa raccolta di 15mila firme sostenuta dallo stesso Ministro dei Beni Culturali Massimo Bray” (vero anche questo, basta cercare su Google per trovare decine di notizie al riguardo, per esempio questa);
  • Il 31 ottobre 2013 era finalmente arrivato in Commissione Cultura Scienze e Istruzione della Camera l’emendamento «C 1574-A» presentato da Celeste Costantino, deputata di Sel, per il «Ripristino della Storia dell’arte nella Scuola secondaria». Il sì sembrava scontato ma alla fine l’emendamento «non ha trovato ascolto» (tutto vero anche questo, se non per il fatto che in realtà C 1574-A non è il titolo dell’emendamento - che è invece il 5.208 - bensì la sigla dell’atto della Camera del Disegno di Legge “Conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca”. E l’altra inesattezza riguarda la data: stiamo parlando del 30 ottobre, e non del 31)
  • Bocciato [l’emendamento] perché, dice la motivazione della maggioranza della Commissione, reintrodurre la materia… «Significherebbe aumentare una spesa che è stata tagliata perché il Paese non è in grado di sostenerla» (questo virgolettato è stato ripreso da un comunicato dell’associazione Artemdocere del 31 ottobre, che lo riportava a sua volta come motivazione della Commissione Cultura, anche se non siamo riusciti a reperire la fonte originale. È però vero che l’intervento dell’onorevole Costantino in assemblea il 31 ottobre è passato inascoltato, e che il 30 ottobre, nella seduta della Commissione Bilancio, proponeva alla Commissione di esprimere parere contrario a diversi emendamenti - tra cui quello di Celeste Costantino, il 5.208 - “in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura”. Quindi in sostanza il senso di quanto scritto nel post oggetto di tante discussioni non cambia affatto).

Sulla stessa linea anche l’altro blog il cui post è stato ampiamente condiviso nei giorni scorsi, ovvero Il Mediano: “La Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati dice no alla reintegrazione delle materie artistiche nelle scuole italiane” e ancora “la Gelmini, di fatto, ha cancellato gli istituti d’arte, eliminato le discipline artistiche dai bienni dei Licei classici e linguistici, ridotto le materie nei Licei artistici e cancellato la Storia dell’arte dagli istituti professionali”. Anche qui tutte notizie vere anche se, purtroppo, le conoscevamo già.

Questo è quanto... né più, né meno. Bloggokin ha, con tutta evidenza, ripreso un articolo apparso sul numero di gennaio del Giornale dell’Arte, firmato da Tina Lepri, che conteneva una riflessione sugli stessi argomenti, quindi su una notizia di fine ottobre-inizio novembre. Ma da qui a parlare di bufale la distanza è veramente lunga, e l’operazione compiuta da Artribune, Leonardo.it e tanti altri giornali e blog, è in sostanza la stessa compiuta da Bloggokin, sebbene in modo opposto, e sebbene, forse, molto più pericolosa. Perché bollare quella che di fatto è una non-notizia (ma solo perché non di stretta attualità, in quanto riportava fatti di fine ottobre) semplicemente come una bufala rischia di far passare il messaggio che la storia dell’arte non corra alcun rischio quando invece sappiamo tutti benissimo che, anche se non (ancora) del tutto abolita, in realtà se la passa molto male.

Ma c’è anche altro. La stessa testata Artribune (così come altre) tentava di rafforzare la propria posizione citando le dichiarazioni di Simona Malpezzi, membro della Commissione Cultura in forza al PD, che il 6 febbraio ha pubblicato sul proprio sito un comunicato stampa sull’argomento. Ma ecco le dichiarazioni di Simona Malpezzi: “Rimango perplessa di fronte alle notizie apparse su alcuni organi di stampa riguardanti la cancellazione definitiva della storia dell’ arte dalle scuole, voluta, sempre secondo certa stampa, dalla commissione cultura della camera che avrebbe bocciato la proposta della Ministra Carrozza di ripristinarla”. La storia dell’arte non è stata definitivamente cancellata, ma è vero che la Commissione Bilancio ha espresso parere contrario sugli emendamenti di Celeste Costantino di SEL (5.208) e, a onor di cronaca, anche di Maria Marzana del Movimento 5 stelle (5.214, che chiedeva, come il 5.208, di aumentare le ore di storia dell’arte a scuola). Si può facilmente verificare tutto ciò sul sito della Camera dei Deputati. E ancora: “Ricordo che la storia dell’ arte è stata cancellata dalla ministra Gelmini con la sua ormai famosa, per gli effetti disastrosi prodotti sul sistema scolastico, pseudo riforma”. Ovvero, la Malpezzi ribatte a quella che secondo lei è una “grandissima bufala” con la stessa “bufala”! La storia dell’arte non è mai stata cancellata del tutto dalle nostre scuole, ma solo (si fa per dire) drasticamente ridotta come ricordato nel post di Bloggokin. E infine, Simona Malpezzi conclude così: “Non so quali siano le fonti su cui si basa questa notizia ma sarebbe bastato, per esempio, consultare i resoconti dei lavori della commissione per scoprire, invece, che il Partito democratico ha proposto, evitando disorganiche richieste di aumento orario per diverse discipline, il monitoraggio di tutta la riforma Gelmini, quadri orari compresi, e un riordino delle classi di concorso che consenta di mettere mano agli orrori compiuti dal duo Tremonti-Gelmini”... bene, e tutto ciò cosa ha a che vedere con quello di cui si è parlato sui blog?

Non c’è altro da aggiungere, tranne il fatto che in Italia non si avverte il bisogno di maestri di giornalismo che attribuiscono con troppa leggerezza la categoria di bufala a quelle che sono effettivamente non-notizie, ma che comunque non raccontano falsità: basta leggerle senza lasciarsi trarre in inganno da titoli enfatici (usati peraltro anche da quegli stessi che si prodigano in interventi correttivi) e semmai approfondire. Specialmente se poi il modo di controbattere non è quello di citare le fonti vere (operazione sempre intelligente e benvenuta), ma è quello di citare comunicati stampa di partito! Tuttavia, dal trambusto di questi giorni si è avvertita, se non altro, la necessità di portare all’attenzione di tutti un tema su cui l’opinione pubblica deve essere aggiornata in modo costante (opinione pubblica che ha dimostrato, peraltro, di essere sensibile al tema), benché senza allarmismi e toni enfatici, perché tutti converremo che la battaglia per ridare il giusto peso alla storia dell’arte a scuola è una questione di civiltà e dobbiamo tutti impegnarci per fare la nostra parte. Di questo sì che c’è davvero bisogno.


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Federico Giannini

L'autore di questo articolo: Federico Giannini

Giornalista d'arte, nato a Massa nel 1986, laureato a Pisa nel 2010. Ho fondato Finestre sull'Arte con Ilaria Baratta. Oltre che su queste pagine, scrivo su Art e Dossier e su Left.

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