“Turismo maleducato”: così ha introdotto l’argomento il conduttore del Tg1 delle 20 Alessio Zucchini riassumendo con un aggettivo-sentenza i casi che hanno segnato il ponte del primo maggio. Dai turisti dalle chiappe infilzate al Colosseo alle code interminabili sulla costiera amalfitana, dalla saturazione dello spazio calpestabile a Sirmione all’immondizia lasciata sulla spiaggia che a Napoli ha indignato tutti. Sono alcune cartoline della stagione turistica primavera-estate che riporta in auge il dibattito sul turismo ‘eccessivo’ sulla gestione dei flussi. In sostanza ci si chiede perché tutti abbiamo avuto proprio la medesima idea di fare una visita nel medesimo bellissimo posto nello stesso giorno di vacanza o di ferie. Per questo ponte del primo maggio, complice il meteo favorevole, sono stati 10 milioni, secondo le previsioni di Cna Turismo e commercio, gli italiani partiti per godersi un po’ di relax nella classica gita fuori porta, e alcune località ne hanno subito la pressione. Vediamone una carrellata.
Partiamo con Sirmione, dove sta montando un caso. “Chiudere non è la nostra intenzione, valutare quale sia il carico massimo che un territorio può sopportare è sicuramente una cosa che va fatta per garantire la sicurezza”. Con queste parole la sindaca di Sirmione, Luisa Lavelli, commenta il ponte del primo maggio al Tg1 dopo le immagini da over-booking che hanno fatto il giro dei social con la gente accalcata come all’ingresso di uno stadio. Il borgo sul Lago di Garda da appena 8mila abitanti venerdì 2 maggio è stato preso d’assalto dai turisti che hanno paralizzato completamente il traffico veicolare e addirittura quello pedonale: era fisicamente impossibile entrare nel centro storico per mancanza di spazio. Oltre 40 minuti di attesa per attraversare il ponte levatoio, parolacce e parole grosse volate tra i turisti nel pigia pigia, strade intasate e impraticabili anche per le macchinine elettriche. "Nei tre giorni festivi”, spiega la sindaca al Corriere della Sera, “abbiamo avuto 40 mila auto in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”, e stando ai dati generati dai cellulari raccolti da Confcommercio Lombardia già fra Pasqua e Pasquetta erano state registrate 75mila utenze. A documentare il caos il gruppo Facebook “Sei di Sirmione se” con foto e video che parlano chiaro, e adesso c’è chi chiede un meccanismo che governi l’accesso in base a un limite definito non superabile. Basti pensare che la coda delle macchine arrivava fino al casello autostradale. Sicuramente fine settimana come questi creano disagi tra i residenti, e infatti le invettive e le battute non mancano al punto quasi di vedere il turismo come nemico. Si legge anche infatti da parte dei cittadini che “l’Amministrazione comunale deve agire con decisione e urgenza altrimenti questa situazione peggiorerà arrivando a un punto in cui la spaccatura tra turisti e residenti sarà insanabile, cosa che tutti dobbiamo scongiurare”. Anche il Consorzio Alberghatori e Ristoratori di Sirmione si fa sentire: “Siamo molto preoccupati per la sicurezza pubblica”, afferma il presidente Marco Merlo al Corriere, “e auspichiamo che il comune ci coinvolga per individuare strategie efficaci e condivise”. La sindaca afferma comunque che la questione verrà presa in esame: “Non mi piace il termine numero chiuso perciò abbiamo chiesto al Prefetto di Brescia un incontro per affrontare insieme eventuali nuove ondate”.
Stessa musica su un altro lago lombardo: sul lago di Como treni, battelli e traghetti presi come la diligenza inseguita dagli indiani. A Varenna, perla del lago caro a Manzoni, borgo da 700 anime, strade impraticabili con mezzi pubblici strapieni, e la strada provinciale 72 piena di auto incolonnate. Nella santa domenica di Pasqua i ci sono stati 60mila visitatori e quasi 40mila durante il ponte del 25 Aprile, si legge su La Repubblica. Anche in questo caso ci si sbizzarrisce sui social con commenti e arrabbiature: “Invivibile! Ai residenti solo stress e disagi”, “Tutto il lago è un disastro con l’overtourism”, “Bisogna avere il coraggio di limitare gli ingressi, su prenotazione, almeno per chi arriva in automobile o moto. Altrimenti si fanno ore di coda per l’assenza di parcheggi e il borgo diventa ingestibile e invivibile”. Lapidario questo commento: “Questo è un piccolo borgo sul lago. Non è Miami. Tutta la sua magia e il suo incanto, stridono con questo caos. Per i prossimi 4 mesi, sarà uno stress notevole per i residenti”. Quest’estate sarà anche peggio per le strade in quando verrà attivato un servizio bus sostitutivo del treno dal momento che la linea ferroviaria Lecco-Colico-Valtellina sarà chiusa per lavori fino a metà settembre, e saranno settanta i bus che transiteranno sulla provinciale 72 a tutte le ore rallentando il traffico.
Simile a Sirmione il caso delle Cinque Terre, territorio delicatissimo che vede ogni anno casi di overbooking tanto da aver indotto il Parco a creare sensi unici di transito per i sentieri per fluidificare gli spostamenti. La sindaca di Riomaggiore, Fabrizia Pecunia, ha sottolineato la necessità di gestire i flussi turistici, affermando che “il numero chiuso non serve, ma i flussi vanno gestiti. È necessario, piuttosto, gestire i gruppi e creare itinerari, evitando il sovraffollamento. Serve un inquadramento nazionale e non leggi speciali, servono intese con la Regione e le associazioni di categoria, serve collaborare senza contrapposizioni”.
“C’è”, dichiara Pecunia a La Repubblica, “una nuova ordinanza sulla sicurezza, relativamente all’esterno delle stazioni ferroviarie di Riomaggiore e Manarola, all’interno non è di mia competenza, che ci ha permesso di regolare i flussi in caso di sovraffollamento e pericolo e di predisporre un presidio fisso presso il tunnel di quest’ultima. Ringrazio la prefettura, forze di polizia, amministrazioni e polizie locali per il lavoro in collaborazione. Il turismo non deve esser affrontato come emergenza: occorre costruire una strategia a lungo termine. Serve istituire un tavolo tecnico permanente che abbia la competenza e la responsabilità di progettare interventi coordinati per la gestione dei flussi, la tutela del paesaggio, la sicurezza degli spazi pubblici e la valorizzazione dell’accoglienza”.
Da par suo il Presidente del parco Lorenzo Viviani rilancia affidandosi all’intelligenza artificiale e a un portale predittivo. “Uno sportello dove rivolgersi e avere in anticipo le informazioni sui flussi attesi tutti i giorni dell’anno”. Non manca di sottolineare a Il Secolo XIX un dato: “Partiamo dal fatto che venga visitata una piccola parte del territorio del Parco: solo il 4 per cento. perché la maggior parte dei visitatori si ferma nelle principali vie dei borghi e non vanno oltre”. La combinazione delle situazioni di ingolfamento rende inevitabilmente negativa l’esperienza della vacanza. Come riporta La Nazione dei turisti inglesi alla stazione di Manarola si mostravano scontenti per la troppa gente e per i prezzi troppo alti. Su questo c’è da dire che il prezzo del biglietto più salato si deve alla tariffa ‘turisti’ che prevede il sovrapprezzo rispetto ai residenti. Ben 10 euro a persona per il tragitto in treno da cui godere un panorama straordinario, va detto. Per salire sul treno due ore di attesa e poi è successo anche di non poter scendere per il grande numero di persone a terra. Per questo serve informare prima i visitatori di quello che li aspetta e in caso convincerli a cambiare giorno o modificare l’itinerario: “Non possiamo permetterci di affrontare il turismo come una emergenza perché il rischio della reputazione è sempre più alto” dice Viviani. E il rischio di un ritorno negativo per una vacanza andata storta, in epoca di social, è dietro l’angolo: il primo maggio a Porto Venere sono dovuti intervenire i carabinieri per aiutare una cinquantina di turisti rimasti bloccati perché senza più mezzi pubblici per andare via.
Passiamo a Firenze, dove i musei statali aperti come ogni prima domenica del mese hanno visto concentrarsi i turisti con tempi di attesa di oltre un’ora e mezza: la calca a Palazzo Pitti è stata anche un po’ colpa della concomitanza della #domenicalmuseo, l’iniziativa del Ministero della Cultura che consente l’ingresso gratuito nei luoghi statali della cultura, ogni prima domenica del mese. Nel capoluogo toscano, l’apertura straordinaria di Palazzo Pitti ha attirato un numero eccezionale di visitatori. Le code per accedere alla Galleria Palatina e agli Appartamenti Reali hanno superato l’ora e mezza di attesa, mettendo a dura prova la pazienza dei turisti e la capacità di gestione dei flussi da parte del personale museale.
Passiamo a Napoli con l’immagine più brutta: il Lido delle Monache sommerso dai rifiuti. Al termine della giornata, l’arenile si presentava coperto da una distesa di rifiuti, tra bottiglie, sacchetti e resti di picnic: incivili. Tanto che il deputato Francesco Emilio Borrelli ha denunciato la situazione, definendola un “passaggio degli Unni”. Si capisce la voglia di mare, si capisce la fatica, ma non si può accettare che dopo aver gozzovigliato si lasci tutto lo sporco a riva del mare. Forse le parole ‘spiaggia libera’ fanno pensare che non sia di nessuno invece di sentirla come una cosa di tutti. Italiano o straniero, napoletano o forestiero qui c’è solo da condannare senza appello il vero turismo cafone. Stesso copione sul litorale romano con il sindaco di Fiumicino che ha emanato un’ordinanza per fermare la movida selvaggia “Dobbiamo cambiare completamente”, dice Baccini, “la mala movida crea solo un turismo mordi e fuggi porta grandi disservizi, abbandono dei rifiuti”.
Torniamo in Campania con un il video di un panfilo di lusso che sfiora i Faraglioni a baia di marina piccola: un novello capitano dei pirati pensa di farsi beffa dei limiti imposti alla navigazione e porta troppo vicino la nave per farmi ammirare come non mai.
Spostandoci a Roma c’è da dare conto di un fatto tragicomico: un turista di 47 anni, americano residente a Taiwan, è rimasto infilzato dalle sbarre mentre cercava di scavalcare una recinzione del Colosseo perché arrivato dopo la chiusura. È successo venerdì, e secondo quanto riportato da Il Messaggero, l’uomo avrebbe tentato di accedere all’anfiteatro Flavio superando una barriera di sicurezza, ma avrebbe perso l’equilibrio, restando infilzato nella zona lombosacrale. Il turista è stato trasportato d’urgenza all’ospedale San Giovanni, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico molto delicato. Ora è ricoverato e non risulta in pericolo di vita. Tornasene a Taiwan senza aver visto il Colosseo in effetti per un turista che viene a Roma è difficile da accettare, ma mettersi a scavalcare pur di entrare gli è costato caro.
Nella società dell’informazione sembra che l’unico modo per fronteggiare aspetti negativi dall’enorme afflusso di turisti sia la comunicazione per destagionalizzare e far conoscere altre mete oltre ai must da sempre. Purtroppo l’antidoto alla maleducazione non è stato ancora trovato.
L'autore di questo articolo: Andrea Laratta
Giornalista. Amante della politica (militante), si interessa dei fenomeni generati dal turismo, dell’arte e della poesia. “Tutta la vita è teatro”.