Il Ministero della Cultura accelera sul fronte del rafforzamento dell’organico con un piano di assunzioni che prevede oltre 2.700 nuove unità entro la fine del 2025. Le nuove assunzioni sono state autorizzate a seguito di un dpcm adottato dal ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, di concerto col ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti. Il dpcm al momento è al vaglio del Mef e autorizza il reclutamento e l’assunzione a tempo indeterminato di 9.300 unità di personale destinate a 33 amministrazioni, con un onere complessivo di circa 300 milioni di euro.
Per il MiC, il programma si sviluppa su due livelli. Da un lato è previsto un ampliamento immediato con l’ingresso di 550 nuove unità, distribuite tra 300 assistenti e 250 funzionari. Queste prime immissioni consentiranno di rispondere alle esigenze più urgenti dell’amministrazione, rafforzando le competenze disponibili e assicurando un presidio costante nei principali luoghi della cultura. Parallelamente, il Ministero ha annunciato un ulteriore piano di rafforzamento che porterà all’assunzione a tempo indeterminato di 2.200 unità aggiuntive. Per questi posti sarà pubblicato entro l’autunno 2025 un bando di concorso nazionale, che costituirà uno dei più rilevanti sul fronte del pubblico impiego nel settore culturale degli ultimi anni.
Il bando entrerà nel dettaglio dei profili richiesti, con una ripartizione che mira a rispondere in maniera mirata alle necessità operative del Ministero. Sono previste 1.800 assunzioni per la categoria degli assistenti: 1.500 di loro saranno destinati ad attività di vigilanza, mentre 300 saranno impiegati in ruoli tecnici a supporto della gestione e della conservazione delle strutture. Sul fronte dei funzionari, invece, i posti messi a bando saranno 400, di cui 300 dedicati ai bibliotecari e 100 agli architetti, figure centrali per la tutela del patrimonio librario e per la progettazione e manutenzione degli spazi architettonici.
La scelta dei profili riflette le esigenze concrete del sistema culturale italiano. I bibliotecari avranno il compito di potenziare la rete delle biblioteche statali, spesso al centro di processi di innovazione legati alla digitalizzazione e alla valorizzazione delle collezioni. Gli architetti, invece, saranno chiamati a intervenire su edifici storici e strutture museali, garantendo progetti di restauro e adeguamento che rispettino i criteri di tutela e al tempo stesso rispondano alle esigenze contemporanee di accessibilità e sostenibilità.
L’impatto previsto dovrebbe riguardare solo l’aspetto amministrativo, ma anche la qualità della fruizione da parte del pubblico. Con più personale dedicato alla vigilanza, i musei e i siti archeologici potranno offrire un’esperienza di visita più sicura e ordinata. L’apporto di bibliotecari e architetti contribuirà invece ad arricchire le competenze disponibili e a potenziare la capacità di progettazione e innovazione in ambito culturale.
“Si tratta”, spiega il MiC, “di un passo fondamentale per garantire il rafforzamento delle competenze e una presenza più capillare nei luoghi della cultura, a beneficio dei cittadini e dei territori”.
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