La galleria Fondantico di Tiziana Sassoli sarà tra gli espositori della seconda edizione di Arte e Collezionismo a Roma, in programma dal 18 al 23 settembre 2025 a Palazzo Barberini, sede delle Gallerie Nazionali di Arte Antica. Lo stand della galleria bolognese proporrà una selezione di dipinti di grande interesse storico e artistico, con un percorso che attraversa due secoli di pittura dell’Emilia, ambito sul quale da sempre si concentra il lavoro di Fondantico, dal primo Seicento fino agli esiti ottocenteschi.
Il fulcro dell’esposizione sarà rappresentato da una preziosa tavoletta giovanile di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino (Cento, 1591 – Bologna, 1666), raffigurante la Fuga in Egitto. Databile intorno al 1615, l’opera mostra già la precoce originalità del pittore centese, che colloca la sacra famiglia in un ampio paesaggio, vero protagonista della scena, animato da una veduta profonda e di largo respiro. Accanto a Guercino si potrà ammirare un raro rame di Francesco Cavazzoni (Bologna, 1559 – 1612), artista conosciuto soprattutto come storiografo, ma anche autore di piccoli dipinti ispirati a incisioni cinquecentesche. In questo caso, il soggetto è l’Incoronazione della Vergine di Albrecht Dürer, rielaborata con sensibilità pittorica che testimonia la circolazione di modelli nordici nell’Italia del primo Seicento.
D’importante rilievo storico è anche il dipinto di Sisto Badalocchio (Parma, 1585 – 1647) con Alessandro e Taxiles, parte di una serie di undici ovali con episodi delle Storie di Alessandro Magno commissionati dal cardinale Alessandro Peretti Montalto tra il 1614 e il 1616. La serie era collocata nella Sala Grande del palazzo alle Terme sull’Esquilino, distrutto nel 1883 per fare posto alla stazione di Roma Termini. Le opere, affidate ad alcuni tra i maggiori pittori attivi in quegli anni a Roma, restano una testimonianza fondamentale del gusto e delle committenze artistiche nell’Urbe barocca.
Tra i protagonisti della stessa impresa figurava anche Giovanni Lanfranco (Parma, 1582 – Roma, 1647), del quale Fondantico presenta la grande tela con Venere dormiente con Cupido e un amorino, realizzata intorno al 1618-1620. L’opera, che unisce raffinatezza compositiva ed esplicita sensualità, è stata esposta di recente alla mostra Guercino. L’era Ludovisi a Roma alle Scuderie del Quirinale, confermando la sua centralità nella produzione del maestro parmense, attivo a Roma al fianco dei Carracci.
Una tappa fondamentale del percorso espositivo è la Flagellazione di Cristo di Domenico Maria Canuti (Bologna, 1625 – 1684), databile al 1665 circa. Pittore tra i protagonisti della grande decorazione barocca tra Bologna e Roma, Canuti fu accademico di San Luca e autore di affreschi monumentali in palazzo Altieri e nella chiesa dei Santi Domenico e Sisto. In questo dipinto da stanza emerge la forza scenografica e drammatica della sua pittura, in cui Carlo Volpe individuava un “vivissimo spunto rubensiano”, segno dell’apertura internazionale della scuola emiliana.
Il percorso prosegue nel pieno Settecento con due opere di Gaetano Gandolfi (San Matteo della Decima, 1734 – Bologna, 1802), figura centrale della pittura bolognese del secondo Settecento. Il primo dipinto, inedito, raffigura il mito di Semele, che incinta di Giove cade vittima dell’inganno di Giunone e muore incenerita dopo aver chiesto all’amante di mostrarsi in tutta la sua potenza divina. La teatralità della scena, databile intorno al 1790, testimonia la capacità di Gandolfi di fondere dramma mitologico e sensibilità scenografica. L’altro dipinto, anch’esso degli stessi anni, raffigura Gli Argonauti e fu presentato alla celebre Mostra del Settecento bolognese del 1935, che segnò un momento fondamentale nella riscoperta critica dell’arte emiliana.
La selezione proposta da Fondantico non si limita ai maestri antichi, ma si apre anche all’Ottocento, grazie al lavoro di ricerca di Edoardo Battistini. Del ferrarese Giovanni Boldini (Ferrara, 1842 – Parigi, 1931), destinato a diventare il celebre ritrattista della Belle Époque, viene esposto un piccolo olio su cartone raffigurante probabilmente la madre, Benvenuta Caleffi. Si tratta di un lavoro giovanile, realizzato tra il 1866 e il 1868, prima del trasferimento a Parigi, che documenta la freschezza e la sensibilità del giovane pittore.
Del napoletano Giovanni Ponticelli (Napoli, 1829 – 1880), artista noto anche per la realizzazione di sipari teatrali, è invece presentato un ampio dipinto del 1871, raffigurante giovani donne che danzano durante una festa in villa, immerse in un’atmosfera luminosa e festosa, testimonianza del gusto per le scene di vita popolare e mondana.
Chiude il percorso un’opera della pittrice milanese Sofia Grancini, formatasi all’Accademia di Brera e attiva nell’ultimo quarto del XIX secolo. La tela con Odalisca che fuma affronta un soggetto caro alla pittura orientalista, reinterpretandolo con una sensibilità personale che la rende figura rara e interessante del panorama artistico femminile dell’epoca.
La partecipazione di Fondantico a Arte e Collezionismo a Roma conferma la vocazione della galleria di Tiziana Sassoli per la ricerca e la valorizzazione di opere che uniscono importanza storica, qualità pittorica e rilevanza collezionistica. In un percorso che attraversa tre secoli di arte italiana, dallo splendore barocco fino alle sperimentazioni ottocentesche, il pubblico avrà l’occasione di ammirare capolavori e rarità che testimoniano la vitalità della scuola emiliana e la sua capacità di dialogare con il più ampio panorama nazionale ed europeo.
L’appuntamento è dal 18 al 23 settembre 2025 a Palazzo Barberini, stand Fondantico, per un itinerario che restituisce in un’unica occasione il fascino di opere che raramente si trovano riunite e che offrono uno spaccato prezioso della storia dell’arte italiana.
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