A Brescia in mostra oltre quarant’anni di ricerca di Hermann Nitsch


Il Museo Diocesano di Brescia ospita la mostra HERMANN NITSCH. Corpo-Sacro-Mito, visitabile dall’11 settembre al 30 novembre 2025, nella quale si indaga il legame profondo tra corpo e dimensione sacra, chiave di lettura imprescindibile della ricerca del fondatore dell’Azionismo viennese.

Nel 1975, nel suo Castello di Prinzendorf, Hermann Nitsch (Vienna, 1938 – Mistelbach, 2022) mise in scena l’Aktion n. 50: una performance in cui un uomo nudo e bendato evocava il sacrificio della Crocifissione, esponendo il corpo al dolore del mondo, riflesso del dolore di Dio divenuto uomo per salvare l’umanità dall’oblio e dalla negazione.

A cinquant’anni di distanza, il Museo Diocesano di Brescia dedica all’artista la mostra HERMANN NITSCH. Corpo-Sacro-Mito, visitabile dall’11 settembre al 30 novembre 2025, nella quale si indaga il legame profondo tra corpo e dimensione sacra, chiave di lettura imprescindibile della ricerca del fondatore dell’Azionismo viennese. Curata da Ilaria Bignotti, in collaborazione con la Nitsch Foundation di Vienna e la galleria IAGA Contemporary Art di Cluj-Napoca, l’esposizione riunisce una selezione di lavori di grandi dimensioni nei quali l’iconografia religiosa e mistica si intreccia ai linguaggi dell’Informale, nati come volontà di espiazione della violenza delle dittature del Novecento.

Action no. 50, Prinzendorf (1975, Vintage print on photo paper, 50 x 64,5 cm)
Action no. 50, Prinzendorf (1975, Vintage print on photo paper, 50 x 64,5 cm)

Come una sorta di antologia, il percorso espositivo attraversa oltre quarant’anni di ricerca, dal 1975 al 2017: dalla fotografia vintage che documenta la crocifissione di Prinzendorf, ai grandi teleri degli ultimi anni, fino ai Relikt, i “relitti” che Nitsch considerava testimonianze tangibili di tragedie collettive da preservare nella memoria. Tra questi: Senza titolo (Action shirt) (2004), camice imbevuto di rosso indossato in una performance; Relitto con applicazioni (2008), collage su tela con pianeta rossa, stole liturgiche, garze e cerotti intrisi di fluido rosso; Relikttuch (1998), sangue su tela di lino, e Santa Lucia 77. Sangue. Vittima. Operazione (1977), con stola, garza e colore acrilico.

Queste opere, tracce tangibili di liturgie artistiche di Nitsch, diventano monumenti, ovvero luoghi del monito e della memoria della Passione, dell’Olocausto e della guerra. Se Jackson Pollock liberava la potenza della materia con il dripping, Nitsch orchestrava rituali di catarsi collettiva, affidando superfici e corpi all’azione di sangue e colore gocciolante. Anche laddove il rosso è assente, il segno grafico è ugualmente drammatico: come nella Crocifissione del 1983, serigrafia su relitto originale, o nei due disegni architettonici con la croce al centro di labirinti tracciati a pastello, o nella Conquista di Gerusalemme, monumentale serigrafia di tre metri di larghezza su relitto originale del 1971, riedita da Nitsch nel 2017 durante un’azione performativa.

Opere di forte impatto, come la Deposizione (2006-2007), in cui il corpo di Cristo deposto emerge da intrecci di forme che evocano interiora corporee, o come L’Ultima Cena (1983, stampa serigrafica su relitto originale del 1976-79), con figure anatomiche e scheletriche disposte lungo quasi quattro metri di superficie, completano un itinerario che restituisce tutta la radicalità e la profondità della ricerca di Nitsch.

Orari: Lunedì, giovedì, venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18; sabato e domenica dalle 10 alle 18. Chiuso il martedì e il mercoledì (con possibilità di visite di gruppo e laboratori su prenotazione).

Foto allestimenti mostra: Filippo Ribola
Foto allestimenti mostra: Filippo Ribola
Foto allestimenti mostra: Filippo Ribola
Foto allestimenti mostra: Filippo Ribola
Foto allestimenti mostra: Filippo Ribola
Foto allestimenti mostra: Filippo Ribola

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraHERMANN NITSCH. Corpo-Sacro-Mito
CittàBrescia
SedeMuseo Diocesano di Brescia
DateDal 11/09/2025 al 30/11/2025
ArtistiHermann Nitsch
CuratoriIlaria Bignotti
TemiBrescia, Azionismo viennese, Arte Informale

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