Si è aperta lo scorso 26 settembre alla Mucciaccia Gallery Project di Roma la mostra Beauty! A solo exhibition by Austin Young, personale dell’artista statunitense Austin Young. L’esposizione, aperta al pubblico dal 27 settembre al 29 novembre, segna un nuovo capitolo nella ricerca visiva e concettuale di un autore che si è distinto a livello internazionale per la capacità di unire linguaggi differenti, dal pop alla pittura colta, dalle estetiche underground al simbolismo, fino a un immaginario queer che si intreccia con riferimenti colti. Il progetto espositivo è stato pensato appositamente per gli spazi della galleria di via Laurina, nel centro storico della capitale. Dopo il successo di Temple of Flowers, presentato al Chiostro del Bramante, Young ritorna a Roma, città che ha scelto come seconda dimora accanto a Los Angeles e Puerto Vallarta. Beauty! prosegue la sua indagine sulla natura e sui fiori come metafore universali: resistenza, amore, conflitto, spiritualità, scienza ed ecologia si condensano in immagini che intendono restituire la complessità simbolica di elementi solo apparentemente effimeri.
Young definisce la propria pratica come una forma di attivismo della bellezza. Per lui la creazione di un’estetica così coinvolgente diventa uno strumento per affrontare questioni contemporanee, dall’emergenza climatica ai cambiamenti sociali. L’allestimento trasforma quindi la galleria in un giardino rigoglioso, dove elementi naturali e umani si fondono, dando vita a un ambiente sensoriale che punta a stimolare percezioni ed emozioni. Il titolo Beauty! è una dichiarazione di intenti; sottolinea infatti il suo impiego come strumento critico. La bellezza, secondo Young, diventa una forma di resistenza politica, capace di spostare l’attenzione, influenzare lo stato emotivo e aprire a nuove prospettive. L’artista mette in relazione questa visione con la dinamica dei social network. Una ricerca di Meta, da lui citata, rileva che contenuti basati su paura, indignazione o rabbia trattengono più a lungo gli utenti sulle piattaforme digitali. Al contrario, immagini e narrazioni legate alla bellezza, alla gioia o al sublime interrompono il ciclo dell’attenzione negativa. Per Young la produzione di opere capaci di generare meraviglia diventa così un atto politico in grado di contrastare schemi di comunicazione che alimentano conflitti e polarizzazioni.
La mostra si collega anche alla lunga esperienza dell’artista con il collettivo Fallen Fruit, di cui è cofondatore insieme a David Allen Burns. Nato nel 2004, il gruppo ha concentrato la propria ricerca sulla frutta come soggetto naturale ma anche culturale e politico. Attraverso progetti fotografici, cartografici, video e interventi partecipativi, Fallen Fruit ha indagato la relazione tra spazio urbano, memoria collettiva e dinamiche agricole. Tra le iniziative più note figurano i parchi pubblici della frutta, le adozioni di alberi e le azioni collettive legate alla produzione di marmellate. La frutta diventa così una metafora dei processi di migrazione, commercio e diffusione culturale: semi che viaggiano attraverso confini geografici e sociali.
La dimensione collettiva e partecipativa resta un elemento centrale anche nella produzione individuale di Young. Nato a Reno, Nevada, l’artista ha sviluppato fin da giovane una pratica che combina influenze eterogenee in un linguaggio personale. Fotografia, video, ritratto performativo e installazioni pubbliche costituiscono i mezzi principali con cui esplora la visibilità queer, il coinvolgimento comunitario e il potenziale trasformativo della collettività. Nel corso della sua carriera ha costruito un immaginario che intreccia riferimenti alla cultura pop e alla storia dell’arte, mescolando tradizione e sperimentazione con un approccio che sfugge alle categorie. Negli ultimi anni le sue opere sono state presentate in contesti museali e spazi pubblici di rilievo internazionale. Tra i progetti più recenti figurano installazioni per la 60ª Biennale di Venezia, il Tempio di Fiori realizzato per la mostra Flowers al Chiostro del Bramante di Roma e una commissione site-specific in corso presso la Chiesa di Sant’Aniello in Calabria, dove lo spazio sacro viene reinterpretato attraverso un linguaggio contemporaneo.
“Per questo nuovo progetto a Roma, Austin Young sceglie un passo più riflessivo come per un desiderio sospeso”, scrive Claudia Gioia nel suo testo critico. Si inizia con uno specchio nella penombra dove riconoscersi prima di lasciarsi andare alla tentazione e alla libertà di essere altro. Poi ci invita ad entrare in un ambiente trasformato, oltrepassando un sipario di tendaggi che fanno da contrappunto allo sviluppo degli spazi. Ogni cosa è rivestita dell’immaginario dell’artista. Le sedute, i mobili, i quadri dalle cornici dorate, le superfici entrano nel medesimo frullatore visivo, giocando con le architetture che mutano in quinte e poi in un unico scenario da abitare”.
Beauty! si colloca dunque all’interno di un percorso che alterna pratiche individuali e collettive, interventi museali e progetti urbani, mantenendo costante l’attenzione sull’intersezione tra estetica, natura e società. In occasione dell’esposizione, Silvana Editoriale pubblicherà un catalogo con un testo critico di Claudia Gioia, che approfondisce i contenuti teorici e interpretativi del progetto. Il volume accompagnerà le opere in mostra, offrendo un ulteriore strumento di lettura per comprendere i riferimenti culturali e simbolici che ne costituiscono la trama.
Titolo mostra | Beauty! A solo exhibition by Austin Young | Città | Roma | Sede | Mucciaccia Gallery Project | Date | Dal 27/09/2025 al 29/11/2025 | Artisti | Fallen Fruit / David Allen Burns e Austin Young | Temi | Arte contemporanea |
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