All'Accademia Carrara una mostra sul rapporto artistico tra Bergamo e Napoli nel Seicento


Dal 23 aprile al 1° settembre 2024 Accademia Carrara presenta “Napoli a Bergamo. Uno sguardo sul ’600 nella collezione De Vito e in città”, mostra che racconta lo straordinario legame tra Bergamo e la pittura napoletana del Seicento. 

Dal 23 aprile al 1° settembre 2024 Accademia Carrara presenta Napoli a Bergamo. Uno sguardo sul ’600 nella collezione De Vito e in città, mostra che racconta lo straordinario legame tra Bergamo e la pittura napoletana del Seicento. La rassegna, a cura di Elena Fumagalli con Nadia Bastogi, affronta un tema insolito per la città lombarda, vale a dire il rapporto con la pittura napoletana del Seicento, mediato da Venezia tramite mercanti intraprendenti che commerciavano col Viceregno. È attraverso queste vie che arriva a Bergamo nel 1682 il grande Passaggio del Mar Rosso di Luca Giordano, a ornare la parete di fondo della basilica cittadina di Santa Maria Maggiore. Giordano non completa, come richiesto, la decorazione della navata centrale: lo farà al suo posto l’allievo Nicola Malinconico (1663-1727), giunto in città nel 1693, che nell’arco di quasi un anno realizza anche la pala principale per il Duomo e altre tele in alcune chiese dei dintorni.

Per offrire al visitatore uno sguardo d’insieme sul Seicento partenopeo, Accademia Carrara ha stretto un partenariato con la Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito (Vaglia, Firenze), nata per disposizione testamentaria dello studioso e collezionista napoletano d’origine, ma milanese d’adozione. La Fondazione, presieduta da Giancarlo Lo Schiavo e diretta da Nadia Bastogi, è prestatrice di oltre venti dipinti della propria raccolta, che illustrano lo svolgimento della pittura a Napoli da Battistello Caracciolo (1578-1635) e Jusepe de Ribera (1591-1652) a Massimo Stanzione (1585 circa-1656) e Bernardo Cavallino (1616-1656), fino a Mattia Preti (1613-1699). Luca Giordano riveste il ruolo di cerniera tra la prima e la seconda parte dell’esposizione: in quest’ultima spiccano quattro tele (Pedrengo, chiesa di Sant’Evasio) testimonianza della fase riberesca del pittore e un inedito giovanile dai depositi dell’Accademia Carrara. 

Il percorso inizia con opere di Battistello Caracciolo, Jusepe de Ribera, Massimo Stanzione e il Maestro degli annunci ai pastori, che combinano un naturalismo ancora caravaggesco con espressioni più dolci e materiche. Di particolare interesse sono le mezze figure maschili raffiguranti filosofi e sapienti, di un anonimo Maestro, che affrontano temi come la vanità dei beni terreni e la transitorietà della vita, in dialogo con il Sant’Antonio di Ribera. Con Paolo Finoglio, Antonio De Bellis, Bernardo Cavallino e Andrea Vaccaro, il tono diventa più raffinato ed elegante sia nelle forme che nella pittura. Le mezze figure femminili di sante ed eroine bibliche, con la loro preziosità degli abiti, i panneggi ampi e la teatralità delle pose, diventano soggetti molto richiesti dai collezionisti napoletani dell’epoca e amati anche da Giuseppe De Vito.

Allestimenti della mostra
Allestimenti della mostra
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Allestimenti della mostra
Allestimenti della mostra
Allestimenti della mostra

Mattia Preti e Luca Giordano sono rappresentati ciascuno con un dipinto degli anni Cinquanta e uno degli anni Settanta, mettendo in evidenza le differenze nei loro percorsi artistici. È proprio Giordano, come anticipato, a fungere da ponte con la seconda parte dell’esposizione, dedicata alla presenza napoletana in terra bergamasca. Una sala intera è dedicata a lui, esponendo le quattro tele giovanili di Pedrengo, raffiguranti scene di martirio, conosciute solo agli esperti e presentate per la prima volta al pubblico in un contesto museale, insieme all’inedita Incoronazione di spine proveniente dall’Accademia Carrara. I quattro dipinti esposti per la prima volta al pubblico, di solito custoditi nella chiesa di Sant’Evasio a Pedrengo, costituiscono uno dei momenti più rilevanti della mostra Napoli a Bergamo. Questo è dovuto non solo alla loro eccezionalità nel poterli ammirare al di fuori dell’abside della chiesa, di solito di difficile accesso, ma anche per l’eccezionale qualità pittorica di Luca Giordano, che, pur trovandosi ancora nelle prime fasi del suo percorso artistico, raggiunge qui uno dei suoi vertici. La Lapidazione di San Paolo, il Martirio di San Bartolomeo, il Martirio di Sant’Andrea e il Martirio di San Pietro, datati intorno al 1660-1665, sono potenti esempi di pittura in cui le scure tonalità cromatiche e il forte contrasto chiaroscurale avvicinano l’artista allo stile di Jusepe de Ribera. Appena precedente al ciclo di Pedrengo, sempre opera giovanile di Giordano, è la summenzionata Incoronazione di spine, parte della collezione dell’Accademia Carrara. Grazie al restauro e agli studi condotti, è stata recentemente attribuita definitivamente a Luca Giordano e datata agli anni 1656-1660. Questo dipinto presenta effetti di luce e colore derivati dalla tradizione veneta e, nelle scelte iconografiche, testimonia anche l’influenza della grafica nordica, come nel personaggio che mostra la lingua e deride Cristo.

Il grande dipinto di Giordano che raffigura il Passaggio del Mar Rosso e la gratitudine degli israeliti, destinato alla basilica bergamasca di Santa Maria Maggiore e inviato a Bergamo tramite Venezia nel 1682, è evocato nella mostra attraverso una proiezione e la versione “in piccolo” realizzata da Antonio Cifrondi. Il maestro napoletano avrebbe dovuto completare la decorazione della navata centrale della chiesa bergamasca, ma dopo un decennio di ritardi, partì infine per la Spagna. Grazie all’intermediazione del mercante veneziano Simone Giogalli, suo agente da quasi vent’anni, nel 1693 giunse a Bergamo un allievo di Giordano, Nicola Malinconico. Una sala finale del percorso è dedicata a lui, presentando la sua attività nel territorio attraverso opere rintracciate nelle chiese bergamasche insieme a prestiti dalla Pinacoteca di Brera e dal Museo Gaetano Filangieri di Napoli.

Il catalogo è edito da Skira.

Per tutte le informazioni, potete visitare il sito ufficiale dell’Accademia Carrara.

Maestro degli Annunci ai pastori, Giovane che adora una rosa (Allegoria dell’Olfatto?) (1635-1640 circa; olio su tela; Vaglia, Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito)
Maestro degli Annunci ai pastori, Giovane che adora una rosa (Allegoria dell’Olfatto?) (1635-1640 circa; olio su tela; Vaglia, Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito)
Antonio De Bellis, Cristo e la Samaritana (1645 circa; olio su tela; Vaglia, Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito)
Antonio De Bellis, Cristo e la Samaritana (1645 circa; olio su tela; Vaglia, Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito)
Bernardo Cavallino, Santa Lucia (1645-1648 circa; olio su tela; Vaglia, Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito)
Bernardo Cavallino, Santa Lucia (1645-1648 circa; olio su tela; Vaglia, Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito)
Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro, Corteo di Bacco (1650 circa; olio su tela; Vaglia, Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito)
Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro, Corteo di Bacco (1650 circa; olio su tela; Vaglia, Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito)
Mattia Preti, Deposizione di Cristo dalla croce (1675 circa; olio su tela; Vaglia, Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito)
Mattia Preti, Deposizione di Cristo dalla croce (1675 circa; olio su tela; Vaglia, Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito)
Luca Giordano e collaboratore?, Riposo durante la fuga in Egitto (1675 circa; olio su tela; Vaglia, Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito)
Luca Giordano e collaboratore?, Riposo durante la fuga in Egitto (1675 circa; olio su tela; Vaglia, Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito)
Luca Giordano, Incoronazione di spine (1660-1665; olio su tela; Bergamo, Accademia Carrara)
Luca Giordano, Incoronazione di spine (1660-1665; olio su tela; Bergamo, Accademia Carrara)
Luca Giordano, Martirio di San Bartolomeo (1660-1665; olio su tela; Pedrengo, Chiesa di Sant’Evasio Vescovo e Martire)
Luca Giordano, Martirio di San Bartolomeo (1660-1665; olio su tela; Pedrengo, Chiesa di Sant’Evasio Vescovo e Martire)
Luca Giordano, Sant’Andrea deposto dalla croce (1660-1665; olio su tela; Pedrengo, Chiesa di Sant’Evasio Vescovo e Martire)
Luca Giordano, Sant’Andrea deposto dalla croce (1660-1665; olio su tela; Pedrengo, Chiesa di Sant’Evasio Vescovo e Martire)
Luca Giordano, Crocifissione di San Pietro (1660-1665; olio su tela; Pedrengo, Chiesa di Sant’Evasio Vescovo e Martire)
Luca Giordano, Crocifissione di San Pietro (1660-1665; olio su tela; Pedrengo, Chiesa di Sant’Evasio Vescovo e Martire)
Luca Giordano, Lapidazione di San Paolo (1660-1665; olio su tela; Pedrengo, Chiesa di Sant’Evasio Vescovo e Martire)
Luca Giordano, Lapidazione di San Paolo (1660-1665; olio su tela; Pedrengo, Chiesa di Sant’Evasio Vescovo e Martire)
Pittore giordanesco (Oronzo Malinconico?), San Francesco in estasi e Incoronazione di Maria (1693-1694; olio su tela; Nese di Alzano Lombardo, Parrocchia di San Giorgio Martire)
Pittore giordanesco (Oronzo Malinconico?), San Francesco in estasi e Incoronazione di Maria (1693-1694; olio su tela; Nese di Alzano Lombardo, Parrocchia di San Giorgio Martire)

Dichiarazioni

“Cosa accomuna Napoli a Bergamo? A prima vista non molto. Eppure, alla fine del XVII secolo Bergamo cercò a Napoli gli artisti migliori per decorare i luoghi più sacri della città”, spiega la direttrice dell’Accademia Carrara, Martina Bagnoli. “Questa mostra disegna i contorni di un episodio poco studiato della cultura figurativa, portando all’attenzione della critica e del pubblico nuove attribuzioni e nuovi documenti che testimoniano gli scambi proficui tra le due città. In tal senso questa mostra è stata anche una grande occasione di restituzione anche in virtù dei numerosi restauri compiuti per migliorare la leggibilità e lo stato conservativo delle opere sparse sul territorio. Questo è un aspetto molto importante di questa rassegna perché testimonia il radicamento della mostra non solo nelle sue collezioni ma anche nell’eredità culturale del territorio, e dimostra come il museo possa esser un luogo di ricerca e di sviluppo”.

“La mostra”, afferma la curatrice Elena Fumagalli, “propone uno sguardo sulla scuola pittorica partenopea del Seicento cogliendo l’occasione per riscrivere il capitolo poco noto dei rapporti storico artistici tra Napoli e Bergamo, che furono intensi nella seconda metà del XVII secolo e passarono perlopiù attraverso Venezia, tramite figure di intraprendenti mercanti. Per offrire uno sguardo complessivo sul periodo preso in considerazione, a una serie di dipinti provenienti da Bergamo e provincia si unisce il generoso prestito di 22 opere della Fondazione De Vito”.

“Con Napoli a Bergamo”, dichiara Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e presidente della Fondazione Accademia Carrara, “Accademia Carrara affronta una doppia scommessa: quella di portare alla luce un passaggio tanto prezioso quanto poco noto della storia dell’arte italiana - l’incontro del nostro territorio con gli artisti della scuola napoletana del secondo Seicento - e quella di accompagnare il proprio pubblico lungo un percorso tutt’altro scontato, decisamente ricco di sorprese. La mostra riesce così a essere fedele a una tradizione espositiva che sempre ha cercato un aggancio con il territorio o con la propria collezione permanente, in questo caso grazie alla presenza di importanti opere disseminate tra il capoluogo e diversi centri della provincia, e nel contempo a raccontare una storia artistica del tutto nuova e stimolante. Il progetto, così, è pienamente rappresentativo di ciò che è oggi Accademia Carrara: un’istituzione capace di appassionare i visitatori e, a tratti, di sorprenderli, sempre tenendo fede alle proprie molteplici finalità istituzionali”.

“Il nuovo indirizzo dato da Martina Bagnoli alla conduzione della Carrara”, sottolinea Nadia Ghisalberti, assessora alla cultura del Comune di Bergamo, “è apprezzabile fin dalla prima proposta espositiva, che apre strade poco esplorate. Il rapporto tra Bergamo e Napoli era appena accennato negli studi precedenti sul Seicento, trattando soprattutto della presenza, insolita certamente, di Luca Giordano in santa Maria Maggiore, e poi del suo allievo Nicola Malinconico. La mostra appena inaugurata approfondisce invece questa storia ancora tutta da scoprire, aprendo inediti percorsi di conoscenza tra collezionismo, relazioni mercantili, nuove attribuzioni, restauri e prestiti speciali. Nel solco della tradizione della Carrara, e dei migliori musei, è invece la capacità di studiare, riscoprire, non perdere mai di vista il patrimonio conservato nei depositi. Ancora una volta un dipinto, conosciuto nel catalogo come di ambito, scuola o allievo, viene attribuito a Luca Giordano, andando a implementare il già ricco catalogo dell’artista partenopeo. Anche lo studio e la valorizzazione del patrimonio locale fa parte del DNA del museo che, con l’obiettivo di dare una testimonianza il più possibile ampia della presenza napoletana nel nostro territorio, si allarga alla Provincia, riuscendo a ottenere lo straordinario prestito dei dipinti di Pedrengo, ora visibili nelle sale della pinacoteca, a una distanza ravvicinata altrimenti impossibile nell’abside di una chiesa. Un’occasione per scoprire la Napoli del Seicento, e quanto della sua bellezza è custodito a Bergamo”.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraNapoli a Bergamo. Uno sguardo sul ’600 nella collezione De Vito e in città
CittàBergamo
SedeAccademia Carrara
DateDal 23/04/2024 al 01/09/2024
ArtistiLuca Giordano, Mattia Preti, Jusepe de Ribera, Battistello Caracciolo, Massimo Stanzione, Bernardo Cavallino, Nicola Malinconico
CuratoriNadia Bastogi, Elena Fumagalli
TemiSeicento, Arte antica

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