Enrico David al Castello di Rivoli: una retrospettiva sull’identità in continua trasformazione


Il Castello di Rivoli dedica una vasta mostra retrospettiva a Enrico David, artista italiano attivo a Londra, indagando attraverso pittura, scultura, disegno e installazioni i temi dell’identità e della trasformazione. L’esposizione è curata da Marianna Vecellio.

Dal 30 ottobre 2025 al 22 marzo 2026, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea a Torino ospita Domani torno, ampia retrospettiva dedicata a Enrico David (Ancona, 1966), residente a Londra dal 1986. Curata da Marianna Vecellio e progettata per la Manica Lunga, la mostra ripercorre l’intera produzione dell’artista, attraverso un percorso che abbraccia pittura, scultura, opere tessili, disegno e installazioni ambientali.

La ricerca di David si concentra sulla rappresentazione della figura umana come spazio di trasformazione, linguaggio e riflessione, in un dialogo continuo tra figurazione e astrazione. Le opere esposte documentano una pratica che attraversa media differenti e che ha progressivamente assunto un’impronta personale e visionaria. L’allestimento della mostra, progettato appositamente per gli spazi del museo, integra elementi scenografici e soluzioni espositive ispirate al design e al teatro, con un’attenzione marcata per il corpo e il volto come dispositivi narrativi e relazionali.

“In un tempo dominato dall’intelligenza artificiale e dalla smaterializzazione digitale, l’opera di Enrico David rappresenta una dichiarazione di resistenza alla decodificazione e un inno al corpo fisico, all’esperienza sensibile e alla forza dell’immaginazione”, dice la curatrice Marianna Vecellio.

“La creatività è per me un’opportunità di cambiare le circostanze del dolore”, afferma David, “una redenzione, una destinazione altra rispetto allo stare male. L’arte è ciò che rende la realtà più vivibile. Nel mio lavoro il genere ha una sorta di inconscia irrilevanza, le identità si sfiorano, si scambiano, si rimettono in discussione. Lo spazio del sogno e lo spazio del disegno sono infiniti”.

Enrico David, Dinnisblumen (1999, Collezione Raf Simons, Antwerp) © Enrico David. Su concessione di Michael Werner Gallery
Enrico David, Dinnisblumen (1999, Collezione Raf Simons, Antwerp) © Enrico David. Su concessione di Michael Werner Gallery

Domani torno si sviluppa come un racconto personale e artistico, che parte dalle origini marchigiane di David per seguire il trasferimento a Londra negli anni Ottanta, momento fondativo per una pratica visiva orientata alla costruzione di un linguaggio esistenziale. Il titolo della mostra suggerisce un ritorno immaginativo, un’esplorazione di luoghi interiori in continua mutazione. Il disegno riveste un ruolo centrale nel percorso dell’artista in modo particolare come elemento capace di connettere linguaggi diversi e tenere insieme i vari ambiti della sua produzione. Alcuni lavori, in particolare, nascono dalla necessità di elaborare eventi traumatici, come la perdita improvvisa del padre, evento che ha inciso profondamente sull’immaginario di David.

A partire dalla fine degli anni Novanta, le installazioni di David si trasformano in ambienti complessi, veri e propri mondi in miniatura, in cui la dimensione emotiva si intreccia con la cronaca, la memoria, la cultura popolare e la retorica teatrale. Opere come Madreperlage (2003), Absuction Cardigan (2009) e Ultra Paste (2007) riflettono la transizione verso forme espressive in cui la narrazione si frammenta in elementi scenici carichi di tensione simbolica.

Nel tempo, il lavoro di David evolve verso una maggiore sintesi formale, con un’attenzione crescente alla scultura. Il volto, in particolare, diventa un punto focale della sua riflessione: superficie plastica e metaforica, spazio di relazione, memoria e conoscenza. A partire dalla mostra Life Sentences (2014), l’artista approfondisce il tema della rappresentazione fisionomica attraverso una resa iper-espressiva, modellando volti in cera per accentuarne la componente emozionale e materica.

Enrico David, Assumption of we, (2014 - 2025) © EnricoDavid. Foto © WhiteCube
Enrico David, Assumption of we (2014 - 2025) © EnricoDavid. Foto © WhiteCube

Tra le opere incluse nella retrospettiva figurano Trenches to Reason (2021), in cui due forme sospese evocano una fusione tra geologia e tecnologia, e Tutto il Resto Spegnere, presentata al Padiglione Italia della Biennale di Venezia nel 2019. Il percorso espositivo comprende anche studi sulla scultura sviluppati negli anni precedenti, tra cui Sign for Lost Mountaineers Hair Grooming Station (2004), Pebble Lady (2014) e Racket II (2017), accanto a un nucleo consistente di disegni e a una selezione di opere recenti, tra grandi pitture, arazzi e ricami su tela. Un ruolo particolare è riservato alla serie dei teatrini, realizzata dall’artista a partire dal 2005. I lavori, concepiti come piccole scene o dispositivi visivi, contribuiscono a definire l’immaginario frammentario e stratificato che caratterizza la produzione di David, fondata sull’interazione tra forma, linguaggio e materia.

La mostra sarà inoltre l’occasione per presentare per la prima volta in Italia Untitled, 2024–2025, opera prodotta dal Castello di Rivoli in collaborazione con la Kunsthaus Zürich. Il progetto è stato sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Italian Council 2025. L’opera riflette l’impegno recente dell’artista in una scultura sperimentale e matura, incentrata sulla trasformazione materica e sull’indagine della forma. A completare la mostra, verrà pubblicato un catalogo bilingue (italiano e inglese) edito da Walther König. La pubblicazione includerà saggi e interviste inedite, firmate dalla curatrice Marianna Vecellio, dal direttore del museo Francesco Manacorda, dal filosofo Federico Campagna e dalle storiche dell’arte Dawn Ades ePolly Staple.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraDomani torno
CittàTorino
SedeCastello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
DateDal 30/10/2025 al 22/03/2026
ArtistiEnrico David
CuratoriMarianna Vecellio
TemiArte contemporanea

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