Il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci arriva per la prima volta a Napoli


Per la prima volta nella città, sei fogli originali del Codice Atlantico saranno esposti al Chiostro maiolicato di Santa Chiara tra dicembre 2025 e giugno 2026, grazie alla collaborazione tra Arthemisia, Santa Chiara e la Pinacoteca Ambrosiana.

Per la prima volta nella storia, una selezione di fogli originali del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci verrà esposta a Napoli, all’interno del Chiostro maiolicato del Complesso Monumentale di Santa Chiara. L’iniziativa, frutto della collaborazione tra la Provincia Napoletana del SS. Cuore di Gesù OFM, il Complesso di Santa Chiara, Arthemisia e la Pinacoteca Ambrosiana di Milano, consente al pubblico di osservare da vicino sei disegni del più ampio corpus leonardesco arrivato fino a oggi. I fogli, esposti a rotazione dal 6 dicembre 2025 al 7 giugno 2026, offrono uno sguardo ravvicinato sul metodo di lavoro dell’artista e sulla sua attività di ricerca nei campi della scienza, della tecnica e dell’arte.

Leonardo da Vinci, nato a Vinci nel 1452 e attivo nelle principali corti italiane, unì discipline diverse in un approccio unitario al sapere. I suoi dipinti, tra cui la Gioconda e l’Ultima Cena, sono celebri su scala mondiale, ma accanto alla produzione pittorica portò avanti uno studio sistematico della natura, del corpo umano, del volo degli uccelli, dell’acqua e dei meccanismi tecnici. Queste indagini sono raccolte in migliaia di fogli che testimoniano un’attività di osservazione continua e un’interpretazione del mondo fondata sulla relazione tra arte e scienza. Il Codice Atlantico rappresenta la raccolta più vasta fra gli scritti e i disegni di Leonardo giunti fino al presente. Custodito presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, comprende 1.119 fogli prodotti tra il 1478 e il 1519. Contiene studi di anatomia, progetti di macchine, analisi geometriche, riflessioni su idraulica e proporzioni, disegni architettonici e osservazioni sulla natura. Il nome non deriva dall’estensione dei contenuti, ma dal formato delle pagine, simile a quello degli atlanti geografici moderni. La raccolta fu organizzata nel XVI secolo dallo scultore Pompeo Leoni, che riunì materiali provenienti da taccuini diversi. L’operazione ha permesso di preservare una quantità notevole di fogli, pur interrompendo la struttura originaria delle serie leonardesche e rendendo complessa la ricostruzione del loro ordine cronologico.

Leonardo da Vinci (1452-1519) Codice Atlantico (Codex Atlanticus), foglio 239 recto. Profilo di giovane, cerchi concentrici “de ludo geometrico” - Copyright Veneranda Biblioteca Ambrosiana ©Veneranda Biblioteca Ambrosiana/ Metis e Mida Informatica/Mondadori Portfolio
Leonardo da Vinci, Codice Atlantico (Codex Atlanticus), foglio 239 recto. Profilo di giovane, cerchi concentrici “de ludo geometrico” - Copyright Veneranda Biblioteca Ambrosiana ©Veneranda Biblioteca Ambrosiana/ Metis e Mida Informatica/Mondadori Portfolio
Leonardo da Vinci (1452-1519) Codice Atlantico (Codex Atlanticus), foglio 518 verso. Studi sulle superfici; testa di guerriero riferibile a un combattente della Battaglia di Anghiari - Copyright Veneranda Biblioteca Ambrosiana ©Veneranda Biblioteca Ambrosiana/ Metis e Mida Informatica/Mondadori Portfolio
Leonardo da Vinci, Codice Atlantico (Codex Atlanticus), foglio 518 verso. Studi sulle superfici; testa di guerriero riferibile a un combattente della Battaglia di Anghiari - Copyright Veneranda Biblioteca Ambrosiana ©Veneranda Biblioteca Ambrosiana/ Metis e Mida Informatica/Mondadori Portfolio

A Napoli saranno esposti a turno sei fogli, selezionati dal curatore scientifico Monsignor Alberto Rocca, direttore della Pinacoteca Ambrosiana. Da dicembre a marzo saranno visibili i fogli 518v, 239r e 816r; da marzo a giugno i fogli 142, 281 e 1775. L’esposizione permette di osservare direttamente la scrittura speculare di Leonardo, l’evoluzione della sua grafia e il ruolo che il disegno ricopriva all’interno del suo processo di studio. Gli argomenti trattati spaziano dalle figure geometriche alle annotazioni tecniche, dal rapporto con studiosi come Luca Pacioli alle riflessioni sul funzionamento delle macchine e sui fenomeni naturali. La mostra prevede l’utilizzo di supporti multimediali, ingrandimenti e trascrizioni per facilitare la lettura dei fogli e rendere accessibili contenuti complessi. La scelta del Chiostro maiolicato di Santa Chiara come sede espositiva si lega alla storia del luogo: costruito nel XIV secolo per volontà di Roberto d’Angiò e della regina Sancia di Maiorca, il complesso ospita un chiostro settecentesco decorato con maioliche policrome attribuite a Domenico Antonio Vaccaro. Danneggiato dai bombardamenti del 1943, il sito è stato ricostruito fedelmente e oggi rappresenta un punto di riferimento della storia artistica napoletana.

Il progetto invita a esplorare Leonardo oltre la dimensione dei grandi capolavori pittorici, concentrandosi sui processi intellettuali che precedono e accompagnano le sue invenzioni. Il Codice Atlantico testimonia un’attività di ricerca in cui l’osservazione diretta della realtà si traduce in disegno e riflessione teorica. Nel corpus, i temi affrontati superano le divisioni disciplinari: ingegneria militare, idraulica, meccanica, botanica, musica, urbanistica, geometria e proporzioni occupano le pagine in modo libero e spesso associativo. La presenza di idee non compiute, esercizi, calcoli e note marginali restituisce l’immagine di una mente orientata al processo più che al prodotto finito. Il percorso espositivo comprende alcune delle pagine più importanti del Codice. Il foglio 518v presenta una serie di studi geometrici in cui Leonardo analizza figure come piramidi, coni, sfere e poliedri attraverso trasformazioni e proporzioni. Particolare rilievo assume il calcolo che mette in relazione la superficie laterale del cono con quella della base: quando l’ipotenusa coincide con il diametro della base, la superficie laterale risulta doppia rispetto alla base. Accanto a questo studio compare l’idea di ottenere una sfera da un cubo composto da piastre avvitate, trasformato tramite tornitura, segno dell’interesse dell’artista per le tecniche artigiane. Nel foglio è presente anche un profilo umano urlante, che permette di ipotizzare un collegamento con gli studi preparatori per la Battaglia di Anghiari, databili tra il 1503 e il 1504.

Leonardo da Vinci (1452-1519) Codice Atlantico (Codex Atlanticus), foglio 816 recto. Studio dei pesi; in alto, raggi solari che attraversano le nuvole; in basso, teoria circa le ombre - Copyright Veneranda Biblioteca Ambrosiana ©Veneranda Biblioteca Ambrosiana/ Metis e Mida Informatica/Mondadori Portfolio
Leonardo da Vinci, Codice Atlantico (Codex Atlanticus), foglio 816 recto. Studio dei pesi; in alto, raggi solari che attraversano le nuvole; in basso, teoria circa le ombre - Copyright Veneranda Biblioteca Ambrosiana ©Veneranda Biblioteca Ambrosiana/ Metis e Mida Informatica/Mondadori Portfolio

Il foglio 239r mostra il modo in cui i materiali della bottega venivano utilizzati da più mani. La carta, di qualità grezza, presenta tracce di disegni carboncino attribuibili agli allievi, probabilmente studi a tema licenzioso. Leonardo aggiunse in seguito annotazioni geometriche, mentre una testa di giovane uomo, realizzata a sanguigna e ripassata a penna, è attribuita a un collaboratore. Sono presenti cinque figure di cerchi concentrici legate al ludo geometrico, due intrecci vicini alle sue strutture nodali e calcoli numerici come la divisione 365:8, riferibile alla ripartizione dell’anno solare in cicli. La nota marginale sulle relazioni tra numero e grandezza sintetizza il principio proporzionale indagato nel foglio. Il foglio 816r è uno dei più discussi per la sua complessa storia materiale. Presenta ritagli, pieghe e scritti aggiunti. In passato alcuni studiosi ipotizzarono che contenesse una lettera di Leonardo a Cecilia Gallerani, ma ricerche successive hanno dimostrato che le frasi affettive e la figura femminile sono opera di Francesco Melzi, allievo e segretario del maestro. Le note di Melzi includono elogi di Roma e della Campania, definita “opera dell’alegreza della Natura”. I testi autografi di Leonardo riguardano invece studi sulla luce che filtra tra le nuvole, analisi sulle ombre e appunti di meccanica riferiti all’equilibrio delle bilance. Le operazioni numeriche riportate rientrano in queste riflessioni sulla proporzione. Il foglio evidenzia la coesistenza, nello stesso supporto, delle attività di Leonardo e di Melzi, mostrando l’uso condiviso del materiale.

L’esposizione è realizzata con il patrocinio del Comune di Napoli e nasce dalla collaborazione tra la Provincia Napoletana del SS. Cuore di Gesù dell’Ordine dei Frati Minori e il Fondo Edifici di Culto (FEC). L’organizzazione è curata da Arthemisia in collaborazione con la Pinacoteca Ambrosiana. La curatela scientifica è affidata a Monsignor Alberto Rocca, con contributo didattico e divulgativo di Costantino d’Orazio. Il catalogo è edito da Moebius e la mostra ha come special partner Sole365. La presenza del Codice Atlantico a Napoli rappresenta un’occasione di studio del lavoro di Leonardo come processo mentale più che come successione di risultati. I fogli, conservati oggi come unità sciolte e sottoposti a rotazione per motivi di tutela, rendono evidente il carattere dinamico della sua ricerca, fondata sull’indagine continua e sulla contaminazione tra discipline. Guardare una pagina del Codice significa osservare un pensiero in movimento, in cui parole e segni grafici convivono per chiarire fenomeni naturali, funzionamenti meccanici e strutture del mondo visibile. L’arrivo dei fogli a Santa Chiara permette di approfondire questa dimensione, introducendo il pubblico in un laboratorio intellettuale che continua a suscitare interesse per la sua modernità e per la vastità dei temi affrontati.


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