Comune decoro: a Milano la nuova collettiva della Galleria Giovanni Bonelli


Dal 10 dicembre 2025 al 31 gennaio 2026, la Galleria Giovanni Bonelli presenta Comune decoro, seconda tappa di Bonus, progetto dedicato alle ricerche artistiche emergenti nelle Accademie italiane, a cura di Gaetano Centrone.

La Galleria Giovanni Bonelli a Milano inaugura mercoledì 10 dicembre alle ore 19 la collettiva Comune decoro, seconda tappa del progetto Bonus, iniziativa volta a monitorare e raccontare le ricerche artistiche che nascono nelle Accademie di Belle Arti italiane. L’esposizione, curata da Gaetano Centrone resterà aperta fino al 31 gennaio 2026, con visite su appuntamento. Bonus nasce dall’intento della galleria di offrire agli studenti selezionati dai loro docenti un’occasione espositiva importante. La formula prevede che ogni docente scelga un proprio studente per metterne in luce le ricerche e il linguaggio artistico. Per Comune decoro, sono protagonisti tre docenti e tre studenti della Scuola di Decorazione dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, istituzione in cui insegna lo stesso curatore.

Tra le opere esposte, spicca Il sogno arabo che ami tu (2025) di Daniele Galliano, tela di grande formato che conferma il percorso di un artista di riferimento nella pittura italiana contemporanea. L’opera appare quasi divisa in due scene sovrapposte: nella parte superiore si delineano palme sospese su uno sfondo di cielo, mentre in quella inferiore emerge una figura femminile adagiata su un paesaggio stratificato di immagini. In dialogo con Galliano, Yubo Zhang(Liaoning, Cina, 2001) e Yuxin Pei (Jilin, Cina, 2000) propongono Senza titolo (2025), realizzata a quattro mani, un esperimento che indaga come conferire pittoricità alle immagini generate dall’intelligenza artificiale, in cui forme indefinite e in continuo divenire rifiutano schemi prestabiliti.

Daniele Galliano, Il sogno arabo che ami tu (2025; olio su tela, 200 x 150 cm)
Daniele Galliano, Il sogno arabo che ami tu (2025; olio su tela, 200 x 150 cm)
Yubo Zhang e Yuxin Pei, Senza Titolo (2025; acrilico su tela, 120 x 220 cm)
Yubo Zhang e Yuxin Pei, Senza Titolo (2025; acrilico su tela, 120 x 220 cm)
Paolo Grassino, Grumo (2016; spugna su resina, 163 x 97x 118 cm)
Paolo Grassino, Grumo (2016; spugna su resina, 163 x 97x 118 cm)

La scultura di Paolo GrassinoGrumo (2016), occupa uno spazio rilevante nella mostra. Le masse intrecciate evocano anatomie umane e strutture primordiali, come radici o organismi in trasformazione, generando una presenza ambigua e pulsante, dove la materia stessa sembra trattenere e rilasciare energia. A confronto con Grassino, Elia Nardin (Conegliano, 2001) presenta Vibrazione Digitale 11, lavoro che esplora l’incontro tra spazio digitale e spazio cosmico, utilizzando segni cromatici derivati dal codice RGB come riflesso della realtà digitale contemporanea.

Domenico Borrelli propone quattro sculture in marmo del 2025: Il Volto di DioIn AscoltoDietro i sensi e Ritro-vate, frutto della sua indagine sul corpo umano come luogo di memoria e spiritualità. Operando attraverso la sottrazione e il frammento, l’artista evita la perfezione della finitura meccanica, trasformando la materia in uno spazio che rivela l’assenza. L’osservatore è invitato a un confronto meditativo con l’opera, dove la ricerca dell’infinito si manifesta attraverso un atto umano sincero e imperfetto. In dialogo con Borrelli, Yiwen Zheng (Nanchino, Cina, 2000) espone Tempo dell’Attimo, in cui l’intreccio della materia e i piatti ride generano un dispositivo unico in cui gesto, suono e movimento si combinano in un linguaggio percettivo che connette passato e futuro. Comune decoro conferma la volontà della Galleria Giovanni Bonelli di osservare le tendenze emergenti e di offrire agli studenti delle Accademie uno spazio di visibilità concreto, stimolando il dialogo tra diverse generazioni artistiche e differenti linguaggi contemporanei. La mostra offre un panorama articolato, che spazia dalla pittura alla scultura fino ai linguaggi digitali, mettendo in luce percorsi creativi che caratterizzeranno la scena artistica futura.

Elia Nardin, Vibrazione digitale 11 (2025; tecnica mista su tela, 142 x 196 cm)
Elia Nardin, Vibrazione digitale 11 (2025; tecnica mista su tela, 142 x 196 cm)
Domenico Borrelli, Il volto di Dio (2025; marmo, 35 x 3 x 30 cm)
Domenico Borrelli, Il volto di Dio (2025; marmo, 35 x 3 x 30 cm)
Yiwen Zheng, Tempo dell’Attimo (2023; corda di cotone, corda di canapa, piatti ride, treppiede, cuscino, pietra, 135 x 60 x 60 cm)
Yiwen Zheng, Tempo dell’Attimo (2023; corda di cotone, corda di canapa, piatti ride, treppiede, cuscino, pietra, 135 x 60 x 60 cm)

Note sugli artisti

Daniele Galliano (Pinerolo, 1961), attivo a Torino, emerge sulla scena artistica cittadina all’inizio degli anni Novanta. Nel 1996 presenta le sue prime personali alla Galleria Annina Nosei di New York e alla Galleria Nazionale di Roma. Il suo percorso, aperto a più linguaggi, lo porta a esporre in sedi come la Livingstone Gallery nei Paesi Bassi (2006, 2013, 2021), l’Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico (2018), la Galleria In Arco di Torino (2017), la GAM di Torino (2013), la Esso Gallery di New York (2008) e la Kochi-Muziris Biennale in India (2016). Tra le collettive a cui ha preso parte figurano il Padiglione Italia della 53ª Biennale di Venezia (2009), la 9ª Biennale de La Habana (2006), la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino (2014), il Centro Pecci di Prato (2005), il MART di Rovereto (2013) e il Parkview Museum di Singapore (2020).

Paolo Grassino (Torino, 1967), attivo nella sua città natale, ottiene un primo riconoscimento istituzionale nel 2000, quando la GAM di Torino gli dedica una personale. Nel 2005 realizza Armilla, grande installazione sulla facciata della Fondazione Palazzo Bricherasio, mentre nel 2008 espone al Musée d’Art Moderne de Saint-Étienne Métropole su invito di Lóránd Hegyi. Tra le sue personali più importanti figurano quelle al MACRO di Roma (2011), all’Istituto Italiano di Cultura di Madrid (2013), alla Casa Fiat de Cultura di Belo Horizonte in Brasile (2017) e a Palazzo Saluzzo Paesana a Torino (2019). Ha inoltre partecipato a rassegne come la XV Quadriennale d’Arte di Roma (2008), la Quarta Biennale di Mosca (2011), mostre al Frost Art Museum di Miami (2011), al Loft Project ETAGI di San Pietroburgo (2011), alla triennale Beaufort 04 a Ostenda (2012) e a Disturbing Narrative al Parkview Museum di Singapore (2019). Le sue opere fanno parte di collezioni internazionali, tra cui quelle del Parkview Museum nelle sedi di Pechino e Singapore.

Domenico Borrelli (Torino, 1968), attivo nella sua città natale, ottiene presto riconoscimenti rilevanti, tra cui il Second Rodin Grand Prize Exhibition al The Hakone Open-Air Museum di Tokyo nel 1988 e il premio per la scultura alla III Biennale Giovane Arte Contemporanea di Sartirana Lomellina nel 1995. Le sue opere entrano in collezioni permanenti come il Museo di Milevsko nella Repubblica Ceca, la Fondazione Garuzzo a Saluzzo, il Loft Project ETAGI di San Pietroburgo e il Parco d’Arte Quarelli-Roccaverano.

Le sue personali più rilevanti si tengono allo Studio Arte Recalcati di Torino (1998), da U SCÈM a Parma (2001), allo Studio Vigato di Alessandria con No Entry (2006), al Castello di Rivara con Abitarsi (2014) e alla Zaion Gallery di Biella con Memore (2017). Tra le collettive si segnalano Nature and Metamorphosis a Pechino e Shanghai, Oltre i confini del corpo alla Fabrika Projekt di Mosca, Art Jungle ai Giardini della Reggia di Venaria Reale, Genius Loci ’05 e Art Site Residenze Reali al Castello di Racconigi, e Arte alle Corti a Palazzo Cisterna, Torino.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraGaetano Centrone
CittàMilano
SedeGalleria Giovanni Bonelli
DateDal 10/12/2025 al 31/01/2026
ArtistiArtisti vari
CuratoriComune decoro
TemiArte contemporanea, Accademia di Belle Arti

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