A meno di un mese dalla chiusura della grande mostra Il Rinascimento a Brescia. Moretto, Romanino, Savoldo. 1512 – 1552, la Pinacoteca Tosio Martinengo riparte dall’11 marzo 2025 con una nuova proposta espositiva che valorizza l’arte antica, grazie alla collaborazione tra il Comune di Brescia, la Fondazione Brescia Musei e l’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Brescia. Il nuovo evento, che si inserisce nel programma PTM Andata e Ritorno, vede come protagonisti due capolavori neoclassici: Due scene socratiche di Giovanni Battista Gigola (Brescia, 1767 – Tremezzo, 1841) e La Nascita di Venere di Giuseppe Bezzuoli (Firenze, 1784 – 1855).
L’iniziativa rientra nel format ideato da Brescia Musei, che trasforma le partenze legate ai prestiti in arrivi di opere di grande valore, dando così ai visitatori l’opportunità di vedere capolavori che dialogano con la Collezione permanente della Pinacoteca. Nel corso degli anni, questo formato ha permesso al museo di ospitare opere di artisti di calibro internazionale, come Diego Velázquez, Giacomo Ceruti e Lorenzo Lotto. Fino al 9 gennaio 2026, le due opere esposte offriranno una nuova prospettiva sui temi trattati dalla collezione del museo.
Le opere esposte sono state recentemente restaurate e saranno affiancate da due quaderni gratuiti che approfondiscono le specificità delle opere, curati da Fernando Mazzocca per Due scene socratiche e Roberta D’Adda per La Nascita di Venere. Il progetto grafico di Maria Repossi ha curato anche l’identità visiva di questa esposizione, che sottolinea il valore storico e culturale delle opere.
Giovanni Battista Gigola, artista bresciano del XVIII secolo, è stato un protagonista del Neoclassicismo italiano. Le due miniature in mostra, Due scene socratiche, sono tra le sue opere più significative. Realizzate durante il suo soggiorno a Roma, queste opere rappresentano una fusione tra la formazione accademica dell’artista e le influenze ricevute dalle accademie romane dell’epoca. Le miniature, entrambe ispirate a episodi della vita di Socrate, si caratterizzano per l’uso raffinato dei colori e dei toni smaltati, che conferiscono volume e profondità alle figure rappresentate. In particolare, la scena dedicata al Convito di Agatone con Alcibiade che incorona Socrate, derivata da un disegno di Asmus Jacob Carstens, è un esempio dell’influenza che quest’ultimo esercitò su Gigola, unendo la visionarietà dell’artista tedesco alla sensibilità cromatica del miniaturista bresciano.
La seconda miniatura in esposizione raffigura Socrate rimprovera Alcibiade sorpreso nel gineceo. Le due scene sono espressione di un tema caro agli artisti neoclassici, quello del dialogo tra maestro e discepolo, e mostrano l’acquisizione da parte di Gigola della poetica classica, rielaborata attraverso la sua sensibilità e le sue tecniche innovative. Le opere di Gigola sono state oggetto di un delicato intervento di restauro che ha permesso di restituire loro la piena leggibilità. Il restauro ha coinvolto sia le superfici pittoriche che le cornici antiche, restituendo la bellezza originale delle opere. L’intervento è stato condotto da Licia Zorzella, Carla Valzelli ed Elisabetta Mosconi, il cui lavoro ha permesso di rivelare tutta la perizia tecnica dell’artista.
Anche l’opera La Nascita di Venere di Giuseppe Bezzuoli è un esempio eccellente del Neoclassicismo italiano. Il dipinto, che inizialmente veniva citato come Galatea negli inventari storici, è strettamente legato alla storia del collezionismo bresciano e al mecenatismo di Paolo Tosio, fondatore della Pinacoteca. Nel 1818, Bezzuoli inviò al conte bresciano una versione della Scuola di Atene di Raffaello, ma insieme a questa consegnò anche La Nascita di Venere, un’opera che avrebbe contribuito a consolidare la sua reputazione. La composizione richiama il celebre Trionfo di Galatea di Raffaello, con la figura della dea Venere che emerge dalla conchiglia, circondata da tritoni e putti. Tuttavia, a differenza della vivacità del modello raffaellesco, Bezzuoli conferisce alla sua Venere una luce più fredda e una cromia brillante che richiama lo stile pittorico francese dell’epoca. La raffinatezza dei dettagli, come il ramo di corallo che il tritone porge alla dea, dimostra l’abilità dell’artista nel trattare temi classici con un linguaggio visivo raffinato e innovativo.
L’esposizione PTM Andata e Ritorno è anche l’occasione per approfondire la storia del patrimonio artistico bresciano. Le due opere in mostra fanno parte di un più ampio progetto di valorizzazione del patrimonio cittadino, promosso dalla Fondazione Brescia Musei in collaborazione con l’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Brescia. Quest’ultimo ha ricevuto nel 1857 il dono delle opere di Giovanni Battista Gigola, che erano state custodite dall’artista Angelo Inganni. Le miniature di Gigola sono state per lungo tempo oggetto di scambi e passaggi di proprietà con i Musei Civici di Brescia, e ora sono esposte al pubblico dopo un lungo periodo di conservazione nei depositi. Inoltre, la Fondazione Brescia Musei ha rinnovato di recente l’accordo di deposito con l’Ateneo di Brescia, che ha ricevuto in custodia 46 opere della Collezione Tosio, a conferma della forte collaborazione tra le istituzioni locali per la valorizzazione del patrimonio storico e culturale della città.
In occasione della mostra, Fondazione Brescia Musei ha organizzato anche un incontro bimestrale del progetto Pranzo al Museo con..., che prevede brevi visite guidate durante la pausa pranzo nelle diverse sedi museali. Il prossimo incontro, in programma mercoledì 12 marzo, sarà dedicato proprio alle opere di Gigola e Bezzuoli, offrendo ai visitatori un’occasione unica per scoprire questi due capolavori del Neoclassicismo in una pausa pranzo alternativa e affascinante.
“È con piacere”, dice Francesco Tomasini, Consigliere Comune di Brescia con delega alle Attività Culturali, “che torniamo a presentare oggi un nuovo appuntamento del fortunato format che Fondazione Brescia Musei ha ideato per valorizzare le opere delle nostre Collezioni Civiche: dopo l’appuntamento dello scorso anno che ha visto protagonista un dipinto di Mantegna, presentiamo oggi tre opere che hanno un profondo significato nella costruzione stessa della collezione del conte Tosio e ci aiutano a cogliere la sensibilità che egli ebbe nell’essere un mecenate rispettoso e generoso con gli artisti, ai quali non fece mai mancare il proprio sostegno. Il progetto PTM Andata e Ritorno ancora una volta ci permette di riscoprire il nostro patrimonio che possiamo oggi ammirare nelle sale di questo straordinario palazzo, scrigno prezioso che custodisce il nostro patrimonio artistico”.
“Con la nuova edizione del format Pinacoteca Tosio Martinengo Andata e Ritorno che presentiamo oggi inaugura di fatto la stagione espositiva 2025 di Fondazione Brescia Musei”, sostiene Francesca Bazoli, Presidente Fondazione Brescia Musei. “Confermata anche quest’anno la grande centralità del patrimonio civico, oggetto di contini restauri e temporanee esposizioni, affinché il nostro pubblico possa costantemente riflettere sulla storia e la ricchezza delle proprie Collezioni civiche. La curatela artistica di alto profilo, rappresentata da risorse scientifiche di vaglia come quella esterna del professor Fernando Mazzocca, che ringrazio, o da forze interne come la conservatrice Roberta D’Adda, permette la costruzione di ponti di studio e ricerca essenziali alla manutenzione costante del nostro patrimonio, materiale e immateriale. Infine, la collaborazione con l’Istituto dell’Ateneo di Brescia consolida la presenza di Brescia Musei quale Istituzione ponte tra l’Amministrazione e il panorama culturale cittadino, che si dimostra di primissimo ordine anche in questa occasione”.
“Continuando nella feconda collaborazione che l’Ateneo di Brescia ha intrapreso con la Fondazione Brescia Musei a partire dal 2018”, dice Sergio Onger, Presidente Ateneo di Brescia Accademia di Scienze Lettere e Arti, “e che ha visto la realizzazione di numerose iniziative (basti qui ricordare le mostre tenute in Palazzo Tosio Dante e Napoleone. Miti fondativi nella cultura bresciana del primo Ottocento del 2021 e Luigi Basiletti e l’Antico del 2023) abbiamo volentieri collaborato all’esposizione curata da Fernando Mazzocca dal titolo Giovanni Battista Gigola. Due scene socratiche. Si tratta di due opere cedute nel 1857 da Angelo Inganni all’Ateneo, provenienti dalla vedova di Gigola, Amalia Bertera, che si era risposata con Inganni. La conferenza stampa di oggi è anche l’occasione per rendere pubblico il contratto di comodato da poco sottoscritto con Fondazione Brescia Musei. Con questo abbiamo formalizzato la presenza in Palazzo Tosio delle 39 opere d’arte che erano state qui trasferite nel 2018, in occasione dell’allestimento della casa museo, i sei quadri di Luigi Basiletti, giunti a seguito della mostra del 2023, e l’olio su tela, sempre di Basiletti, Veduta delle vicinanze di Pozzuoli, che arriverà prossimamente a completamento dell’allestimento della prima sala dell’ala est, interamente dedicata a Luigi Basiletti, così com’era nel primo allestimento della Pinacoteca in Palazzo Tosio nel 1851. L’Ateneo auspica che dopo l’esposizione in Pinacoteca le due scene socratiche di Giovanni Battista Gigola possano aggiungersi agli altri lavori dell’artista ospitati nell’alcova di Palazzo Tosio.
Orari:
Fino al 31 maggio e dal 1 ottobre al 9 gennaio 2026: martedì – domenica, 10 – 18 (ultimo ingresso ore 17.15) - Dal 1 giugno al 30 settembre: martedì domenica, 10 – 19 (ultimo ingresso ore 18.15)
Biglietti:
Intero € 15,00
Ridotto over 65 e convenzionati € 12,00
Ridotto gruppi € 10,00
Ridotto under 26, pubblici speciali e combinato mostra € 8,00
Ridotto scuole € 4,50
Città | Brescia | Sede | Pinacoteca Tosio Martinengo | Date | Dal 11/03/2025 al 09/01/2026 | Artisti | Giuseppe Bezzuoli, Giovanni Battista Gigola | Curatori | Fernando Mazzocca, Roberta D’Adda | Temi | Ottocento, Neoclassicismo, Arte antica |