Lucca, una grande mostra sui caravaggeschi lucchesi. Con anche opere di Caravaggio


A Lucca, dall’8 dicembre 2021 al 2 ottobre 2022, è in programma la mostra “I pittori della luce. Da Caravaggio a Paolini”, che ripercorre le vicende del caravaggismo a Lucca, con opere di Caravaggio e dei grandi caravaggeschi lucchesi.

Dall’8 dicembre 2021 al 2 ottobre 2022, a Lucca, negli spazi dell’ex Cavallerizza, arriva una grande mostra che approfondirà le vicende dei caravaggeschi in città esponendo le opere di alcuni grandi artisti lucchesi, come Pietro Paolini, Paolo Guidotti detto il Cavalier Borghese, Simone del Tintore, Pietro Ricchi, Girolamo Scaglia e Giovanni Domenico Lombardi detto l’Omino, accanto a opere dello stesso Caravaggio e di tutti i grandi caravaggeschi, da Orazio Gentileschi a Valentin de Boulogne, da Cecco del Caravaggio a Giovanni Baglione, da Giovanni Francesco Guerrieri a Battistello Caracciolo. Intitolata I pittori della luce. Da Caravaggio a Paolini, la rassegna è a cura di Vittorio Sgarbi.

Obiettivo della mostra è quello di raccontare attraverso i capolavori del Seicento il ruolo della luce nella pittura da Caravaggio, il primo regista della storia dell’arte, fino a Pietro Paolini, protagonista lucchese delle più importanti tematiche estetiche della nuova scuola naturalistica. Nell’arte di Caravaggio tutto, dalla luce al taglio della composizione, fa pensare a un’arte che riconosciamo, a un calco di sensibilità ed esperienze che non sono quelle del Seicento ma quelle di ogni secolo in cui sia stato presente e centrale l’uomo: questa la traccia attorno a cui si sviluppa la mostra. Pietro Paolini, grande artista lucchese e pittore più rappresentato in mostra oltre venti opere (su oltre 100 che la compongono) riprende la luce dai toni caldi che illumina le scene prevalentemente invase da soggetti del popolo nelle medesime ambientazioni di Caravaggio. Di Caravaggio invece il pubblico potrà ammirare la copia, di proprietà del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, di un capolavoro come il Seppellimento di santa Lucia di Siracusa, e due opere molto discusse come il Cavadenti e il Ragazzo che monda un frutto, queste ultime che non incontrano il favore di tutta la critica.

Presenti in mostra, tra le opere più interessanti, l’Amore vincitore di Orazio Riminaldi, l’Angelo custode dello Spadarino, la Maddalena con i simboli della Passione di Antiveduto Gramatica in prestito dalla collezione Lemme, la Vergine col Bambino in cielo adorata dai santi Francesco e Barbara di Giovanni Francesco Guerrieri (in arrivo dalla Fondazione Cavallini Sgarbi), il Cupido svegliato da Psiche di Trophime Bigot dalla Pinacoteca Civica di Teramo, il Cristo deriso di Giovanni Serodine dalla Pinacoteca Züst di Rancate, la Negromante di Angelo Caroselli dalla Pinacoteca Civica di Ancona. Di Paolini sarà possibile vedere i principali capolavori conservati nei musei lucchesi, per l’occasione spostati temporaneamente all’ex Cavallerizza di piazzale Verdi, oltre a numerose opere di collezione privata e ai capolavori della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Molte anche le opere di Guidotti, Ricchi, Scaglia, Lombardi e Simone del Tintore.

Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Cavadenti (1608 circa; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina di <a href=Palazzo Pitti)" title="Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Cavadenti (1608 circa; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina di Palazzo Pitti)" />
Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Cavadenti (1608 circa; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina di Palazzo Pitti)
Giovan Antonio Galli detto Spadarino, Angelo custode (Ante 1618; Patrimonio del Fondo Edifici di Culto, amministrato del Ministero dell’Interno-Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione- Direzione Centrale degli Affari dei Culti e per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto)
Giovan Antonio Galli detto Spadarino, Angelo custode (Ante 1618; Patrimonio del Fondo Edifici di Culto, amministrato del Ministero dell’Interno-Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione- Direzione Centrale degli Affari dei Culti e per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto)
Giovanni Francesco Guerrieri, Ercole e Onfale (1617-1618; Pesaro, collezione privata)
Giovanni Francesco Guerrieri, Ercole e Onfale (1617-1618; Pesaro, collezione privata)
Orazio Riminaldi, Amore vincitore (1620 circa; Collezione privata)
Orazio Riminaldi, Amore vincitore (1620 circa; Collezione privata)
Giovanni Serodine, Cristo deriso (1626 circa; Rancate, Pinacoteca cantonale Giovanni Züst)
Giovanni Serodine, Cristo deriso (1626 circa; Rancate, Pinacoteca cantonale Giovanni Züst)
Pietro Paolini, Martirio di San Ponziano (1633 circa; Lucca, Museo Nazionale di Villa Guinigi)
Pietro Paolini, Martirio di San Ponziano (1633 circa; Lucca, Museo Nazionale di Villa Guinigi)
Pietro Paolini, Negromante (1630 circa; Fondazione Cavallini Sgarbi)
Pietro Paolini, Negromante (1630 circa; Fondazione Cavallini Sgarbi)
Pietro Paolini, Ritratto d’uomo che scrive al lume di una lucerna (autoritratto?) (1635-1640; Collezione privata)
Pietro Paolini, Ritratto d’uomo che scrive al lume di una lucerna (autoritratto?) (1635-1640; Collezione privata)
Pietro Paolini, Le età della vita (1628-1629 circa; Collezione privata)
Pietro Paolini, Le età della vita (1628-1629 circa; Collezione privata)
Pietro Ricchi detto Il Lucchese, Giuditta con la testa di Oloferne (1640-1645 circa; Trento, Castello del Buonconsiglio)
Pietro Ricchi detto Il Lucchese, Giuditta con la testa di Oloferne (1640-1645 circa; Trento, Castello del Buonconsiglio)
Giovan Domenico Lombardi detto L’Omino, Concerto con vecchio che suona il violone e due giovani cantori (1720-1725; circa Collezione privata)
Giovan Domenico Lombardi detto L’Omino, Concerto con vecchio che suona il violone e due giovani cantori (1720-1725; circa Collezione privata)

“L’intenzione”, sottolinea Vittorio Sgarbi, "è quella di restituire a Pietro Paolini, lucchese, la reputazione e la estrema centralità, nel novero dei caravaggisti, che gli era stata riconosciuta dalle fonti storiche, dai collezionisti e dagli antiquari, con una debole reazione degli storici e degli studiosi, fino alla prima, sonora, avvisaglia della monografia di Patrizia Giusti Maccari (1987), per molti versi meritoria. Ma a questa non è seguita una rinnovata prospettiva storica, come è toccata, nella stessa stagione degli studi, a personalità come Serodine, Tanzio da Varallo, Guercino, Guido Cagnacci, Mattia Preti, Battistello Caracciolo. Forse anche per ragioni geografiche. L’intensità di attenzioni per la pittura lombarda, dopo l’ouverture caravaggesca di Longhi, con l’assidua attenzione di Giovanni Testori ai maestri dei Sacri Monti; per la pittura emiliana, con le grandi mostre di arte antica, e il rilancio di Guercino e Cagnacci (attraverso la morbosa passione monogamica di Sir Denis Mahon per Guercino, e il coinvolgimento erotico di Arcangeli e Pasini per Cagnacci); e per la pittura napoletana, con l’impegno “mostruoso” di Raffaello Causa e di Nicola Spinosa, ha lasciato ai margini la Toscana, annuvolata nella immaginazione visionaria di Furini, Cecco Bravo e Pignoni. E Toscana, con la variante senese, innescata dalle fruttuose ricerche di Giovanni Pratesi, vuol dire Firenze, con le imprese critiche di Piero Bigongiari, Mina Gregori, Luigi Baldacci, Carlo del Bravo, e il valoroso seguito di Giuseppe Cantelli, Francesca Baldassari, Sandro Bellesi".

“È tempo di bellezza e di luce”, afferma Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana. “Lo è a Lucca grazie alla mostra I Pittori della Luce. Da Caravaggio a Paolini, un vero e proprio viaggio fatto di emozioni e sorprese, dove il filo conduttore è proprio la luce. È la luce che ci guiderà attraverso le cento opere di artisti del Seicento, un percorso curato da Vittorio Sgarbi che prenderà il via nei prossimi giorni alla Cavallerizza di Lucca, dove la mostra sarà visibile fino all’ottobre del 2022. Un’occasione davvero unica, un vero e proprio lusso estetico destinato a incantarci e sorprenderci, una mostra costruita dal suo curatore per farci compiere un viaggio completo alla riscoperta di un grande pittore del Seicento lucchese e italiano: Pietro Paolini. E lo fa passando per i grandi artisti della sua epoca, come Caravaggio, Mattia Preti, Peter Paul Rubens, Orazio Gentileschi e tanti altri. Capolavori che potremo ammirare per la prima volta in Toscana, grazie alla tenacia e alla sensibilità di Vittorio Sgarbi, amico che stimo e ringrazio per questa bellissima opportunità di rinascita artistica, che segue i difficili mesi della fase più acuta della pandemia, durante i quali siamo stati costretti a un lungo periodo di privazioni, anche culturali. Oggi abbiamo più che mai bisogno di bellezza. Siamo quindi felici e impazienti di immergerci in questa esperienza, destinata a riaccendere la luce nei nostri occhi e nel nostro cuore”.

“Colligere – raccogliere – è il verbo latino, la parola madre da cui deriva il termine collezione, a indicare un insieme soprattutto di oggetti scelti per le loro caratteristiche”, dichiara il sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini. “Ma l’idea originaria del raccogliere rimanda a un gesto consapevole, permeato di specifica volontà che, nell’ambito artistico, si traduce nella capacità di conoscere e saper far dialogare delle opere fra loro, intessendo un racconto che narra contesti culturali oggi scomparsi ma ancora potentemente presenti all’interno degli oggetti d’arte. Questa stessa azione, con la finalità di approfondimento, conoscenza e divulgazione, può essere espressa in una mostra che raccoglie temporaneamente e mette a disposizione di tutti opere d’arte provenienti da collezioni e contesti spesso lontani o non facilmente raggiungibili. È questo lo spirito che anima la mostra I Pittori della Luce. Da Caravaggio a Paolini a cura di Vittorio Sgarbi. Una occasione irripetibile per Lucca di approfondire un’epoca che vide la città – in strette relazioni con molte capitali europee – dare un importante contributo alla cultura italiana. Un itinerario che stupisce come pochi altri per ampiezza e intensità partecipativa nel raccontare il ruolo della luce nella pittura, dove Caravaggio, con la forza del realismo, apre la strada e corre in parallelo con nuovi modi di studio della realtà fisica e sociale, non più ordinata secondo categorie ideali precostituite, ma concretamente analizzata a partire dai criteri dell’esperienza che progressivamente si accrescono, si modificano, selezionando i risultati derivanti dalla fattualità dell’indagine”.

“Vivere, lavorare, studiare, muoversi in mezzo alla bellezza può finire per alzare il rischio che parte di quella bellezza non si veda più. O, almeno, non la si veda più come meriterebbe”, commenta Stefano Ragghianti, assessore alla cultura. “Ci si può abituare a tutto, a volte nel male a volte nel bene. Chi ha la fortuna di vivere in luoghi dove la qualità complessiva della vita è ancora accettabile, se non gratificante, può finire per perdere il valore di alcuni aspetti della vita stessa. Ci sono poi momenti in cui, viceversa, quella bellezza viene tutta concentrata e messa a disposizione della comunità, con un lavoro lungo e complesso. Una mostra d’arte è uno di questi momenti, e la mostra I Pittori della Luce. Da Caravaggio a Paolini mitigherà questo rischio. Lo farà, ne siamo convinti, mettendo insieme opere che al tempo stesso appartengono al patrimonio culturale internazionale e a quello locale. La grandezza di Caravaggio sarà infatti accompagnata da molti autori di quella scuola e di quel periodo, alcuni dei quali lucchesi. Molte opere escono infatti per la prima volta dai loro luoghi di conservazione, anche cittadini, mettendosi a disposizione di un pubblico vasto e diversificato. Specialisti, studiosi, ricercatori ed esperti appassionati ma anche un pubblico meno abituato alle grandi mostre, sarà richiamato da questi capolavori. Una raccolta di opere d’arte provenienti da tutto il mondo e capace di affiancare ai nomi noti figure oggettivamente meno conosciute, è al tempo stesso una operazione di valorizzazione del patrimonio culturale della Città di Lucca, della sua storia, della sua identità e del suo territorio. Quando pensiamo a nuovi equilibri e futuri scenari, dobbiamo pensare che non ci saranno più città chiuse o ferme, ma città aperte ai grandi flussi di visitatori, in cerca non solo di belle piazze e monumenti, buon cibo e buon vino, ma di qualcosa di diverso. Qualcosa di non palpabile ma di essenziale. Come un raggio di luce”.

“Una grande mostra e una fondamentale opportunità per la città di Lucca”, dice Marcello Bertocchini, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. "Fondamentale per la congiuntura storica in cui si svolge, in un periodo di transizione cruciale per una società molto provata dagli eventi, ma altresì decisamente affamata di cultura. Fondamentale perché lo sguardo attento di Vittorio Sgarbi pone finalmente in una relazione diretta un ampio circuito della pittura italiana e internazionale con la produzione che ha caratterizzato il Seicento artistico lucchese. Da Caravaggio a Paolini. Una vicenda di invenzioni, traduzioni, influenze e contaminazioni raccontate nelle tante sfumature – pittoriche e non solo – dalle stesse opere presenti in mostra, che parlano di luce e di oscurità, di prospettive diverse per affrontare tematiche simili. La luce, appunto, come denominatore riconoscibile di una storia che coinvolge diverse aree d’Italia e d’Europa e che oggi viene narrata a Lucca in una chiave del tutto nuova”.

La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 20 con ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Costo biglietti: intero 12 €, ridotto 10 € (under 18, over 65, studenti universitari, gruppi da 10 a 20 persone), scuole 6 €, famiglie (1 o 2 adulti + ragazzi dai 7 ai 19 anni = adulto 10€ + figlio 6€, gratuito fino a 6 anni). Info e biglietteria: lucca@contemplazioni.it


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