Dante e Firenze: al Museo del Bargello la mostra che ricostruisce il rapporto tra poeta e città


Dall'11 maggio all'8 agosto 2021, il Museo Nazionale del Bargello ospita la mostra “Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante”, la rassegna che a Firenze ricostruisce il rapporto tra Dante Alighieri e la sua città.

Il Museo Nazionale del Bargello di Firenze ospita, dall’11 maggio all’8 agosto 2021, la mostra Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante, rassegna che porta al pubblico Dante Alighieri (Firenze, 1265 - Ravenna, 1321) in un luogo che lo stesso poetà frequentò, per il settecentesimo anniversario della scomparsa. Il titolo fa riferimento alle parole che lo storico, mercante e cronista fiorentino Giovanni Villani adoperò per introdurre la figura di Dante nella sua Nuova Cronica, scritta tra il 1322 e il 1348, e che di fatto si pongono come la prima sintetica biografia del poeta: “Questo Dante”, scrive Villani, “fue onorevole e antico cittadino di Firenze di porta San Piero, e nostro vicino; e ‘l suo esilio di Firenze fu per cagione, che quando messer Carlo di Valos de la casa di Francia venne in Firenze l’anno MCCCI, e caccionne la parte bianca, come adietro ne’ tempi è fatta menzione, il detto Dante era de’ maggiori governatori della nostracittà e di quella parte, bene che fosse guelfo; e però sanza altra colpa co la detta parte bianca fue cacciato e sbandito di Firenze, e andossene a lo Studio a Bologna, e poi a Parigi, e in più parti del mondo”.

La mostra è dedicata al rapporto tra Dante e Firenze dagli anni immediatamente successivi alla morte del poeta fino agli anni Cinquanta del Trecento, presentandone gli attori, le iniziative, i luoghi e i temi. La rassegnam curata da Luca Azzetta, Sonia Chiodo e Teresa De Robertis, professori dell’Università di Firenze, nasce nell’ambito di una collaborazione istituzionale tra i Musei del Bargello e i Dipartimenti di Lettere e Filosofia (DILEF) e di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (SAGAS) dell’Università degli Studi di Firenze e annovera tra i membri del comitato scientifico esperti filologi e storici dell’arte, quali Andrea De Marchi, Giovanna Frosini, Andrea Mazzucchi, Marco Petoletti e Stefano Zamponi. L’esposizione ha ricevuto un contributo e il patrocinio del Comitato Nazionale Celebrazioni 700° anniversario della morte di Dante Alighieri e il patrocinio del Comitato “700 Dante” coordinato dal Comune di Firenze.

Tra gli enti promotori, che hanno contribuito in maniera determinante alla realizzazione dell’evento concedendo in prestito un nucleo significativo di manoscritti, figurano la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la Biblioteca Laurenziana e la Biblioteca Riccardiana. L’Accademia della Crusca e l’Opificio delle Pietre Dure sono stati interlocutori istituzionali fondamentali nell’articolazione del progetto scientifico. La mostra, organizzata in collaborazione con Firenze Musei, è accompagnata da una breve brochure (in italiano e in inglese) e da un ricco catalogo (in italiano e in inglese) edito da Mandragora. Il volume, con contributi di ventisei studiosi di diverse discipline, è arricchito da illustrazioni a colori delle opere in mostra e dei manoscritti miniati e corredato da un prezioso atlante fotografico finale delle pitture murali della Cappella del Podestà, che costituisce parte integrante della rassegna.

Sala della mostra
Sala della mostra


Sala della mostra
Sala della mostra


Giotto e scuola giottesca, Ritratto di Dante (1334-1337; affresco; Firenze, Museo del Bargello)
Giotto e scuola giottesca, Ritratto di Dante (1334-1337; affresco; Firenze, Museo del Bargello, Cappella del Podestà)

Le sezioni della mostra

Sono sei le sezioni che compongono l’esposizione: 1. I luoghi della condanna, il tempo del riscatto; 2. Dante e la Commedia a Firenze negli anni ’30 e ’40 del Trecento; 3. Artisti e copisti della Commedia; 4. Leggere Dante a Firenze; 5. La costruzione della memoria; 6. La lingua documentaria a Firenze dopo Dante. In questi sei capitoli sono esposti circa cinquanta oggetti tra manoscritti e opere d’arte provenienti da biblioteche, archivi e musei nazionali e internazionali (dalla Galleria dell’Accademia di Firenze, alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, alla Biblioteca Medicea Laurenziana e alla Biblioteca Riccardiana, enti co-promotori della mostra, dalla Biblioteca Apostolica Vaticana alla Biblioteca Trivulziana di Milano, e ancora dalla Bibliothèque nationale de France di Parigi, all’Archivo y Biblioteca Capitulares di Toledo e al Metropolitan Museum of Art di New York e altri ancora). Il pubblico viene accompagnato in un viaggio che gli permetterà di conoscere i protagonisti della ricostruzione postuma del rapporto tra Firenze, Dante e la sua opera, nel secondo quarto del Trecento. Si tratta di copisti, miniatori, commentatori, lettori, volgarizzatori le cui vicende professionali e umane si intrecciano fittamente, restituendo l’immagine di una città che sembra trasformarsi in uno scriptorium diffuso, al centro del quale campeggia la Divina Commedia, e in cui i libri circolano con abbondanza e prendono vita nuove soluzioni artistiche e codicologiche proprio in relazione al poema dantesco.

Tra le opere in mostra figura anche un capolavoro come il Lignum Vitae di Pacino di Bonaguida, tavola in arrivo dalla Galleria dell’Accademia di Firenze che l’ha eccezionalmente concessa in prestito al Museo Nazionale del Bargello: l’opera è stata realizzata dal pittore e miniaturista tra il 1310 e il 1315. Pacino di Bonaguida ha tradotto per immagini, in modo insolitamente dettagliato, i temi del testo letterario Lignum vitae, trattato scritto da san Bonaventura da Bagnoreggio nel 1274. Nel percorso le parole che gravitano intorno alla figura di Dante, oltre a mostrarsi visivamente nei codici e nelle opere d’arte, si tramutano anche in suono e accompagnano il visitatore. Grazie ad un accordo istituzionale con la Fondazione Teatro della Toscana e con l’Associazione Oltrarno, che ha curato e prodotto una serie di registrazioni audio, alcuni testi, selezionati dai curatori della mostra, risuonano nell’ultima sezione e contribuiscono ad animare i versi di Dante e i diversi registri della lingua fiorentina del Trecento, attraverso le voci dei giovani attori della scuola diretta da Pierfrancesco Favino.

Ma anche il Museo Nazionale del Bargello stessi è parte della mostra in quanto luogo dantesco per eccellenza a Firenze, e sede ideale per la rassegna che ripercorre il rapporto tra Dante e la sua città natale: nella Sala dell’Udienza dell’allora Palazzo del Podestà (oggi Salone di Donatello), il 10 marzo 1302, il sommo poeta venne infatti condannato all’esilio definitivo; nell’attigua Cappella del Podestà, solo pochi anni dopo (tra il 1333 e il 1337), Giotto, con la sua scuola, impostava il suo ultimo capolavoro pittorico, ancora poco noto al grande pubblico (ovvero gli affreschi che ornano la cappella), e ritraeva per la prima volta il volto di Dante, includendolo tra le schiere degli eletti nel Paradiso. Proprio attorno a questo ritratto, la prima effigie nota del padre della lingua italiana, si delinea così quel processo di costruzione della memoria che permetterà a Firenze di riappropriarsi dell’opera e della figura di Dante. La Cappella, dove si trova il volto affrescato, parte integrante del percorso della mostra, è stata recentemente oggetto di un intervento di diagnostica e manutenzione conservativa su alcune parti del Paradiso, grazie ad un’elargizione della Fondazione il Bargello onlus tramite ArtBonus e alla collaborazione istituzionale tra i Musei del Bargello e l’Opificio delle Pietre Dure, che ha curato le indagini diagnostiche e il restauro. In occasione della mostra è possibile anche vedere la nuova illuminazione e un’anteprima del nuovo allestimento della Cappella e della annessa sagrestia. Le quattro vetrine presenti sono sufficienti a comprendere i criteri secondo i quali è stata organizzata la collezione delle oreficerie, privilegiando le funzioni di questa suppellettile che, per quanto preziosa in sé, era comunque primariamente strumento liturgico e di devozione. Tra le opere esposte in sagrestia spicca il fregio firmato da Andrea Pucci Sardi da Empoli e datato 1313. Il fregio, opera capitale dell’arte orafa a Firenze nel primo Trecento, in dialogo con le invenzioni giottesche, viene qui presentato dopo un delicato restauro dell’Opificio delle Pietre Dure.

Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante è stata preceduta da un ciclo di seminari di filologia dantesca tenuti presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze, aperto alla partecipazione di studenti e studiosi provenienti da tutta Italia, e sarà accompagnata nel corso del 2021 da analoghe iniziative scientifiche e didattiche, tra cui la serie di laboratori gratuiti “Dante per tutti” per i bambini e ragazzi, realizzati grazie ad un contributo della Fondazione CR Firenze (che ha anche contribuito alla realizzazione della mostra) che si terranno al Bargello, e dedicati alla scoperta di Dante e della Firenze del Trecento.

Andrea Lancia (copista), Dante, Commedia con il commento dell’Amico dell’Ottimo (New York, Pierpont Morgan Library, M.676, f. 47r: Lucifero al fondo dell’Inferno)
Andrea Lancia (copista), Commedia con il commento dell’Amico dell’Ottimo (New York, Pierpont Morgan Library, M.676, f. 47r: Lucifero al fondo dell’Inferno)


Copista di Vat (copista), Maestro delle effigi domenicane (miniatore), Commedia (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 40.13, f. 25r: frontespizio del Purgatorio)
Copista di Vat (copista), Maestro delle effigi domenicane (miniatore), Commedia (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 40.13, f. 25r: frontespizio del Purgatorio)


Giovanni Boccaccio (autografo). Vita di Dante e raccolta di opere dell’Alighieri (Toledo, Archivo y Biblioteca Capitulares, Zelada 104.6, f. 1r: Trattatello in laude di Dante)
Giovanni Boccaccio (autografo). Vita di Dante e raccolta di opere dell’Alighieri (Toledo, Archivo y Biblioteca Capitulares, Zelada 104.6, f. 1r: Trattatello in laude di Dante)

Le dichiarazioni

“La mostra, progettata per consentire livelli di lettura differenziati, non si rivolge solo agli studiosi ma soprattutto al grande pubblico, con particolare attenzione ai bambini e ai ragazzi”, dichiara Paola D’Agostino, Direttore dei Musei del Bargello. “La collaborazione istituzionale tra i Musei del Bargello e l’Università di Firenze è stata fondamentale per il ruolo cardine dei curatori, professori dell’Ateneo fiorentino, ed è stata inoltre un’occasione formativa per studenti, dottorandi e giovani studiosi, impegnati nel progetto. In questi tre anni abbiamo pure voluto coinvolgere diversi istituti e realtà per creare un progetto condiviso a più livelli, tra istituzioni d’eccellenza fiorentine e toscane. In un momento di grave crisi economica, a seguito della pandemia, sono particolarmente grata a quanti hanno finanziariamente sostenuto questa mostra e a tutti quelli che hanno lavorato al progetto e alla sua realizzazione, nel più alto senso di servizio al pubblico”.

“Una mostra che svela molto della vita e dell’opera del Sommo Poeta e che nel 700/esimo anniversario dalla morte non poteva che essere esposta proprio in uno dei luoghi danteschi fiorentini più importanti”, ha detto l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi. “È dunque con estremo piacere che inauguriamo questo nuovo tassello del racconto di e su Dante, reso ancora più prezioso in un momento di riapertura generale dei nostri luoghi di cultura dopo la ‘selva oscura’ della pandemia”.

“La mostra”, spiega Luca Azzetta, docente di Filologia della letteratura italiana dell’Università di Firenze e curatore della mostra, “ricostruisce per la prima volta, in modo originale e unendo le competenze di studiosi di discipline diverse, le dinamiche con cui Firenze, pochi anni dopo la morte di Dante, si riappropria della sua figura e della Commedia, che da tutti è subito chiamata ‘il Dante’. È un episodio unico nella storia della letteratura italiana, da cui dipendono le modalità con cui Dante è arrivato fino a noi. ‘Onorevole e antico cittadino di Firenze’ non ha solo un valore epigrafico rispetto alla narrazione che la mostra propone, ma incarna anche lo spirito che sembra aver nutrito la Firenze di quegli anni nel suo confronto del poeta. Villani, infatti, sottolinea l’antico lignaggio di Dante e lo dice meritevole quell’onore di cui l’aveva privato il bando comminatogli solo perché legato a una fazione, la parte bianca che la storia aveva voluto sconfitta. Villani, che non tace le intemperanze e le spigolosità del carattere del poeta, scrive queste parole negli anni Quaranta, quando la riconciliazione con la città nei fatti è ormai avvenuta. La seconda parte del titolo, ‘Il Bargello per Dante’, valorizza il legame tra Dante e questo palazzo in cui risiedeva il podestà quando il poeta ancora viveva a Firenze. Questo luogo infatti travalica la vicenda biografica e si impone per il suo valore simbolico: nella cappella della Maddalena, Giotto, in un progetto iconografico ora per la prima volta datato tra il 1333 e il 1337, include Dante tra le schiere degli eletti del Paradiso, caratterizzandolo con gli attributi che ne definiscono la natura di poeta. Oggi sappiamo che lo stupore e il fascino di cui siamo partecipi furono già dei suoi primi lettori, quegli antichi cittadini di Firenze che anche per noi ne hanno tramandato il poema e la memoria”.

" Questa è una mostra affronta l’argomento da punti di vista diversi che si traducono in opere molto diverse tra loro, come gli affreschi della cappella del Bargello, l’ultimo capolavoro di Giotto, un capolavoro misconosciuto", dichiara Stella Sonia Chiodo, docente di Storia medievale dell’Università di Firenze e curatrice della mostra. “Le ricerche condotte in questa occasione ne anticipano l’avvio diversi anni prima della morte del pittore e consentono quindi di riferire a quest’ultimo l’elaborazione del programma iconografico, basato su una profonda conoscenza della Commedia di Dante Alighieri. La mostra continua con manoscritti miniati e non miniati, tavole dipinte monumentali ma anche molto piccole: per affrontare tutto questo era necessario mettere assieme professionalità diverse (un filologo dantesco, una storica dell’arte e una paleografa), e non sarebbe stato possibile diversamente. La mostra ricostruisce il tessuto della cultura fiorentina degli anni Venti e Trenta del Trecento: per fare tutto questo in maniera affidabile abbiamo guardato questa realtà da diversi punti di vista ma tutti sullo stesso piano”.

Una parte di rilievo di questa mostra", spiega Teresa De Robertis, docente di paleografia dell’Università di Firenze e curatrice della mostra è assegnata ai libri: “ne sono esposti una quarantina, tutti a vario modo eccezionali, accanto a un selezionato e altrettanto eccezionale drappello di opere d’arte, il tutto scelto per illustrare la particolare stagione vissuta da Firenze nel nome del suo Poeta, tra il 1325 e il 1350 circa. I libri sono una delle vie attraverso le quali Dante torna a essere cittadino di Firenze: è grazie a essi che oggi possiamo vedere come si sia fatta strada l’idea di un Dante legittimamente fiorentino. E sono i libri a dimostrare la sincera passione dei lettori e l’indiscusso successo di Dante nella sua città. Nella storia della letteratura medievale (e forse non solo medievale), la Commedia è stata un caso unico di immediato best-seller: ce lo dicono, prima di tutto, i numeri (sono una settantina le copie sicuramente prodotte negli anni che ci interessano ad essere arrivate fino a noi: certo molte di più, anche se non sapremo mai quante, quelle andate perdute). Ce lo dicono poi i codici monumento, che spiccano per la loro qualità: la collaborazione tra copisti e miniatori nella definizione di un modello di libro dalle caratteristiche ben riconoscibili e una produzione che potremmo dire seriale sono la testimonianza concreta della via seguita per il ritorno di Dante a Firenze”.

“Con la pandemia”, afferma il Presidente di Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori, “abbiamo intensificato i nostri interventi in favore dei bambini e delle loro famiglie. Fa parte di questa strategia il nostro sostegno ai laboratori gratuiti rivolti a loro che abbiamo progettato e sostenuto in occasione di questa mostra”.

“La Fondazione il Bargello - Onlus è stata vicina al Museo Nazionale del Bargello sin dalla sua nascita come Associazione nel 1982”, dice il Presidente Sergio Chiostri. “Da allora ha sostenuto finanziariamente il Museo a realizzare un ventaglio di iniziative che migliorassero la fruibilità delle opere esposte. In questo quadro rientra il finanziamento per i lavori di revisione conservativa delle pitture murali della Cappella, ideate da Giotto, e il restauro e la messa in sicurezza delle finestre della Cappella”.

Copista di Vat (copista), Maestro delle effigi domenicane (miniatore), Libro del Biadaiolo (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Tempi 3, f. 58r: Firenze accoglie i poveri)
Copista di Vat (copista), Maestro delle effigi domenicane (miniatore), Libro del Biadaiolo (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Tempi 3, f. 58r: Firenze accoglie i poveri)


Pacino di Bonaguida, Lignum vitae (Firenze, Galleria dell'Accademia)
Pacino di Bonaguida, Lignum vitae (Firenze, Galleria dell’Accademia)


Giotto e scuola giottesca, Paradiso (1334-1337; affresco; Firenze, Museo del Bargello, Cappella del Podestà)
Giotto e scuola giottesca, Paradiso (1334-1337; affresco; Firenze, Museo del Bargello, Cappella del Podestà)

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraOnorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante
CittàFirenze
SedeMuseo del Bargello
DateDal 11/05/2021 al 08/08/2021
TemiFirenze, Giotto, Dante Alighieri, Museo del Bargello

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