A Palazzo Magnani una mostra sulle marionette e l'avanguardia, con opere di Picasso, Depero e Klee


Palazzo Magnani a Reggio Emilia dedica una mostra alle marionette e all’avanguardia. L’esposizione ruota attorno al concetto di quarta parete. Alcuni artisti hanno guardato al gioco creativo come a una fonte d’ispirazione estetica per cercare nuove modalità di espressione visiva.

Apre il 17 novembre 2023 e sarà visitabile il 17 marzo 2024 a Palazzo Magnani di Reggio Emilia la mostra Marionette e avanguardia. Picasso, Depero, Klee, Sarzi, a cura di James M. Bradburne, membro del Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo Magnani. L’esposizione ruota attorno al concetto di “quarta parete”, ovvero la capacità di coinvolgimento emotivo che fa di uno spettacolo ben riuscito una realtà capace di immergere lo spettatore nella storia messa in scena. Quando una marionetta o un burattino rompe la quarta parete, conquista la fiducia del pubblico, dando allo spettacolo il potere di sfumare la divisione tra palcoscenico e mondo, tra arte e vita.

A capirlo bene sono stati quegli artisti che hanno guardato al gioco creativo come a una fonte d’ispirazione estetica per cercare nuove modalità di espressione visiva. Alcuni artisti vedevano il potenziale delle marionette e dei burattini per immaginare un mondo migliore. Rivolgendosi a un pubblico adulto e attingendo a una solida tradizione di satira politica del teatro di figura, in particolare i burattini sono stati utilizzati anche per criticare le condizioni politiche e sociali. Ad accogliere i visitatori a Palazzo Magnani sono i costumi a grandezza naturale disegnati da Pablo Picasso per Parade, balletto coreografico che i Ballets russes di Sergej Djaghilev portarono in scena a Parigi nel 1917. E poi una folla di puppets: le marionette (manipolate dall’alto) e i burattini (manipolati dal basso), dagli esemplari più antichi, come i Pulcinella o gli Arlecchino della Commedia dell’Arte, a quelli di Otello Sarzi, reggiano di adozione, realizzati con materiali sperimentali. Due palcoscenici (a simulare una baracca e un castelet) allestiti nelle sale a piano terra, daranno la possibilità a tutti i visitatori di cimentarsi con il “teatro di figura”. Grazie alla collaborazione con la Compagnia marionettistica Carlo Colla di Milano e l’Associazione 5T di Reggio Emilia, un ricco programma di micro-spettacoli/performance, interpretati da professionisti del teatro di figura, animerà i fine settimana per tutta la durata della mostra.

Alcuni protagonisti dell’Arte si sono cimentati in questa forma d’arte per la loro qualità di incantesimo e ambiguità. I registi come mezzo per sostituire gli attori. Il sogno di dare vita agli oggetti e le conseguenze della loro autonomia hanno affascinato scrittori e artisti da Collodi a Capek, ma anche tanti artisti italiani come i futuristi Enrico Prampolini e Fortunato Depero: le marionette esprimevano un’estetica macchinica, erano astratte e, dopo la devastazione del primo conflitto mondiale, catturavano la triste realtà dei soldati di ritorno amputati e mutilati, come illustrato da Sironi, Carrà e de Chirico. Alla fine dell’Ottocento, sull’onda dell’orientalismo, le classiche marionette giavanesi cominciarono ad apparire sulle scene europee. In particolare l’artista e illustratore austriaco Richard Teschner sviluppò l’arte della marionetta a bastone fino a raggiungere un punto culminante, che influenzò artisti da Parigi a Mosca. Grazie alla riscoperta da parte di Oskar Schlemmer del classico di Kleist Sul teatro delle marionette (1810), le marionette, i giocattoli e i giochi per bambini diventarono un elemento centrale della pratica del Bauhaus nella Weimar degli anni Venti: Paul Klee, Andor Weininger, Lothar Schreyer, Sophie Täuber Arp e Oskar Schlemmer. L’indagine si sposta quindi sull’avanguardia russa con “Le marionette e la Rivoluzione”. Quando Lenin e la moglie Natalia Krupskaya decisero di combattere l’analfabetismo e di formare il nuovo cittadino sovietico, capirono che l’uso delle marionette era l’ideale e, lavorando con artisti, architetti e scrittori di primo piano, figure come Natalia Sats, Samuil Marshak, El Lissitzky, Aleksandra Ekster, Nina Efimova, hanno sperimentato nuove forme di teatro per bambini.

L’esposizione di Palazzo Magnani si completa con un omaggio a Otello Sarzi (Vigasio, 1922 - Reggio Emilia, 2001) grazie alla stretta collaborazione con la Fondazione Famiglia Sarzi. Nato da una tradizione di burattinai che durava da generazioni, Otello fu un giovane aiutante della compagnia itinerante di famiglia che, nel tempo, entrò in contatto con alcuni dei protagonisti della scena artistica, teatrale e cinematografica italiana dell’epoca. Nel 1957, a Roma, Otello iniziò la sua opera creativa e innovativa con il “T.S.B.M.” Teatro Stabile Burattini e Marionette, intrattenendo importanti collaborazioni, mettendo in scena testi di Brecht (Un uomo è un uomo), Garcia Lorca (Il teatrino di Don Cristobal) e Arrabal (Pic-nic) e realizzando, con tecniche innovative, anche figure molto grandi. Ne è un esempio la figura gigante di carta realizzata da Otello Sarzi per lo spettacolo Mavra di Igor Stravinskij rappresentato al Festival “Due Mondi” di Spoleto nel 1984. La compagnia intraprese tournée anche all’estero e, nel 1969, si stabilì a Reggio Emilia, alternando presenze nazionali, europee e internazionali. Frequenti furono le collaborazioni con la televisione italiana. Numerosi i suoi spettacoli di rilievo, sempre caratterizzati da un forte impegno culturale e da un’esplicita consapevolezza politica. Otello Sarzi rappresenta, in Italia, uno dei momenti più alti e importanti del “teatro di figura” nel secondo Dopoguerra.

“Ritengo che l’obiettivo principale della mostra sia quello di aprire uno spazio dell’immaginazione in cui un bastone possa tornare a essere un cavallo, un drago o un flauto”, dichiara James M. Bradburne. “Dopo il lavoro svolto con le mostre What a Wonderful World e L’arte inquieta. L’urgenza della creazione, con questo progetto espositivo”, afferma Maurizio Corradini, Presidente della Fondazione Palazzo Magnani, “la Fondazione prosegue nel suo progetto di valorizzazione del patrimonio locale, ponendolo in dialogo con i grandi movimenti artistici europei. La mostra sarà anche l’occasione per riscoprire una parte importante della vocazione educativa della nostra città, (quando personaggi straordinari si trovarono a lavorare fianco a fianco, sperimentando e innovando), nonché l’opportunità di riappropriarsi di quella forza creativa, quel potere di immaginazione, che ognuno di noi ha fin dalla tenera età, ma che fatica a mantenere nel corso della vita”.

“Nel 2022, anno del centenario della nascita di Otello Sarzi, avevamo proposto alla Fondazione Palazzo Magnani una mostra che rendesse omaggio alla portata innovativa del lavoro dell’artista burattinaio”, ha ricordato Rossella Cantoni, Presidente della Fondazione Famiglia Sarzi. “Successivamente la scelta compiuta dalla Fondazione Magnani e da James Bradburne, ha allargato molto gli orizzonti e gli obiettivi, accogliendo il nome di Otello Sarzi accanto ai prestigiosi Picasso, Depero, Klee, Teschner. Questa scelta ci rende pieni d’orgoglio per il riconoscimento alla grande creatività, alla tecnica rappresentativa e all’impegno sociale espressi da Otello Sarzi nei tanti decenni di vita e di lavoro espressi nella nostra Reggio Emilia”.

La mostra sarà arricchita da una serie di attività collaterali quali visite guidate, conferenze, attività formative e didattiche per scuole di ogni ordine e grado, corsi di aggiornamento per insegnanti, progettati e realizzati dal Dipartimento didattico della Fondazione Palazzo Magnani in collaborazione con Fondazione Reggio Children e Fondazione Famiglia Sarzi; eventi esclusivi per aziende nonché progetti speciali per soggetti con fragilità in collaborazione con FCR - Farmacie Comunali Riunite (progetto Reggio Emilia Città senza Barriere), ASP Reggio Emilia Città delle persone, Consorzio Oscar Romero (progetto Strade), AUSL di Reggio Emilia, con l’obiettivo di parlare a diversi pubblici. La mostra è anche occasione per stimolare riflessioni attraverso una serie di incontri pubblici su tematiche storico-artistiche, ma anche di stretta attualità. Se da un lato viene approfondito il contesto storico dei movimenti e dei protagonisti della mostra, così come la dimensione pedagogica del burattino in alcune delle grandi tradizioni europee, fino alle sperimentazioni degli anni Settanta e Ottanta del Novecento che hanno fatto di Reggio Emilia una delle capitali mondiali della ricerca in ambito educativo, dall’altro l’attenzione è portata su alcuni aspetti meno noti del teatro di figura come il tema dell’embodiment e del doppio, fino agli automi e agli avatar digitali; l’utilizzo del teatro di figura come strumento per prendersi cura delle persone e delle relazioni, gli aspetti filosofici, psicologici e psichiatrici ad esso correlati.

Durante il primo weekend di apertura, tutto Corso Garibaldi sarà animato da eventi e spettacoli: ci sarà il mercato tradizionale con artigianato artistico, negozi aperti anche la domenica, performance sui trampoli, laboratori per famiglie e spettacoli di burattini.

Per info: www.palazzomagnani.itOrari: Mercoledì e giovedì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19; venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19.

Immagine: Il prestigiatore cinese Scene e costumi di Pablo per il balletto Parade, prima rappresentazione nel 1917 a Parigi. Costume ricostruito da Anna Biagiotti nel 2007 per la rappresentazione al Teatro dell’Opera di Roma. Credit Teatro dell’Opera di Roma, Archivio storico.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraMarionette e avanguardia. Picasso, Depero, Klee, Sarzi
CittàReggio Emilia
SedePalazzo Magnani
DateDal 17/11/2023 al 17/03/2024
ArtistiPaul Klee, Pablo Picasso, Fortunato Depero, Ettore Prampolini, Otello Sarzi
CuratoriJames Bradburne
TemiNovecento

A Palazzo Magnani una mostra sulle marionette e l'avanguardia, con opere di Picasso, Depero e Klee
A Palazzo Magnani una mostra sulle marionette e l'avanguardia, con opere di Picasso, Depero e Klee


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