La Reggia di Venaria si prepara a un nuovo capitolo delle sue collaborazioni internazionali. Dopo il triennio di intensa collaborazione con la Tate di Londra, il complesso barocco alle porte di Torino, tra i siti museali più visitati d’Italia, consolida il suo ruolo di interlocutore europeo aprendo un dialogo con la Francia. Dal 27 settembre 2025 al 1° febbraio 2026 gli spazi delle Sale delle Arti ospitano la grande mostra Fernand Léger! Yves Klein, Niki de Saint Phalle, Keith Haring, un progetto che mette in luce il legame tra Fernand Léger (Argenta, 1881 – Gif-sur-Yvette, 1955), pioniere dell’arte moderna, e il movimento dei Nuovi Realisti, con un’estensione fino alla Pop Art e alle avanguardie successive.
La mostra, co-organizzata dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude insieme al GrandPalaisRmn, ai Musées nationaux du XXe siècle des Alpes-Maritimes – in particolare al Musée national Fernand Léger di Biot – e al Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain (MAMAC) di Nizza, si avvale della collaborazione di Manifesto Expo e MondoMostre. Si tratta di un progetto costruito principalmente sulle collezioni dei musei francesi che co-organizzano la mostra e arricchito da prestiti provenienti dal Centre Pompidou e dagli Archivi Yves Klein di Parigi. A curare l’esposizione è Anne Dopffer, direttrice dei Musei Nazionali del XX secolo delle Alpi Marittime, con la collaborazione di Rébecca François del MAMAC di Nizza e Julie Guttierez del Musée Léger di Biot. Il progetto espositivo porta la firma dello Studio Fludd, con un allestimento pensato per garantire piena accessibilità motoria, visiva e cognitiva, a conferma della volontà di rendere l’arte fruibile a un pubblico ampio e diversificato. Il catalogo della mostra è edito da Moebius Edizioni.
Si tratta della terza tappa di una mostra che ha già avuto due precedenti iterazioni in Francia: Léger et les Nouveaux Réalismes al Musée national Fernand Léger di Biot (15 giugno 2024 – 16 febbraio 2025) e Tous Léger! avec Niki de Saint Phalle, Yves Klein, Martial Raysse, Keith Haring… al Musée du Luxembourg di Parigi (19 marzo – 20 luglio 2025). L’edizione italiana si arricchisce di ulteriori prestiti, tra cui opere di Léger e un gruppo significativo di lavori di Niki de Saint Phalle dal MAMAC di Nizza, come Joséphine Baker e la Fontana con le quattro Nanas. Una scelta che sottolinea la vocazione della Reggia a essere crocevia di esperienze internazionali e polo culturale aperto a contaminazioni tra linguaggi e Paesi.
Oltre trenta opere di Fernand Léger) vengono poste in dialogo con lavori di artisti che dagli anni Sessanta in avanti hanno dato forma a nuove avanguardie europee e americane. La mostra si concentra in particolare sul rapporto tra il maestro e il gruppo del Nouveau Réalisme, fondato nel 1960 dal critico Pierre Restany e composto da Arman, César, Raymond Hains, Yves Klein, Martial Raysse, Daniel Spoerri e Niki de Saint Phalle. Questi artisti, attraverso l’uso di materiali quotidiani e l’appropriazione poetica della realtà urbana, si confrontarono con i mutamenti della società dei consumi. Il percorso espositivo sottolinea come molte delle loro ricerche affondino le radici proprio nelle intuizioni di Léger, che già negli anni Venti definiva il suo linguaggio come un “Nuovo Realismo”.
La narrazione si sviluppa lungo quattro sezioni tematiche. La prima, intitolata I cinque elementi, indaga il dialogo tra colore, natura e modernità. Fernand Léger, già nel 1924, riconosce il colore come elemento vitale, al pari dell’acqua e del fuoco. I Nuovi Realisti proseguono su questa strada, creando un’arte di gesti in dialogo con natura e società. Si appropriano di oggetti simbolo della modernità e dei quattro elementi universali, trasformandoli con il colore. Questa ricerca plastica e simbolica mette in discussione il ruolo dell’uomo e della natura nell’epoca capitalista, seguendo l’approccio critico di Alain Jacquet, vicino alla Pop Art. Arman affronta i temi di rifiuti, consumismo e obsolescenza programmata, mentre Léger, affascinato e al contempo critico verso le rivoluzioni tecnologiche, progressivamente porta la natura al centro delle sue opere come invito al rallentamento. Yves Klein, invece, cerca una riconnessione metafisica con il mondo attraverso il colore puro e le energie primordiali. In questa visione, il colore è forza terapeutica e sociale, un’utopia condivisa con Léger.
Seguono, nella seconda sezione, le riflessioni su La vita degli oggetti, dove emerge il ruolo centrale dell’oggetto nella ricerca di Léger e dei Nuovi Realisti, passati dalla rappresentazione alla presentazione diretta del reale, con accumulazioni, assemblaggi e frammentazioni di materiali urbani. Nel 1945 Léger afferma che l’oggetto deve diventare protagonista, sostituendo il soggetto. Già dagli anni Venti, egli si era allontanato dalla rappresentazione mimetica, liberando forme e colori e conferendo agli oggetti un valore estetico autonomo. Nei Nuovi Realisti l’oggetto non viene più rappresentato ma presentato, attraverso appropriazione, accumulo e assemblaggio. Questo rivela il potenziale plastico delle cose quotidiane e, allo stesso tempo, riflette una critica alla società capitalista attraverso la fascinazione per strade, manifesti e vetrine. Anche i volti sono trattati come oggetti o macchine. Questi artisti diventano dunque veri “archeologi del presente”, cogliendo l’essenza di un’epoca in cui l’arte viene sfidata dai prodotti di massa, dai supermercati e dal “bel oggetto”. La bellezza popolare e banale diventa espressione di nuovi stili di vita e rivendicazioni sociali.
La terza sezione, L’arte è la vita, mette in scena il rapporto di Léger con i cambiamenti sociali del suo tempo. Il pittore celebrava il dinamismo del mondo moderno, i nuovi stili di vita e il tempo libero conquistato dalle classi popolari negli anni Trenta. Una visione che trova eco negli anni Sessanta nelle celebri Nanas di Niki de Saint Phalle, allegorie colorate di emancipazione e libertà. Per Léger, ottimista per natura, la pittura è un omaggio alla vita e alle trasformazioni sociali. I temi delle sue opere riflettono i mutamenti introdotti dal Fronte Popolare francese nel 1936: ferie retribuite, tempo libero, spettacoli e sport. Rappresenta ciclisti, tuffatori, acrobati e classi popolari che ritrovano energia a contatto con la natura. I suoi grandi formati, coinvolgenti per occhio e corpo, parlano a tutti. Negli anni Sessanta anche i Nuovi Realisti celebrano la società del tempo libero e l’emancipazione dei corpi, come Niki de Saint Phalle con le sue celebri Nanas. Con la poesia della vita quotidiana cancellano i confini tra arte e vita, distruggendo simboli del vecchio mondo per crearne uno nuovo fondato sulla libertà.
Infine, la sezione La bellezza è ovunque affronta l’utopia di un’arte pubblica e accessibile. Accanto alla pittura da cavalletto, dagli anni Trenta Léger infatti realizza opere decorative e monumentali pensate per l’architettura, convinto del valore sociale e terapeutico del colore. Nel dopoguerra ottiene incarichi pubblici, come il mosaico della chiesa di Notre-Dame-de-Toute-Grâce (1946) e le decorazioni dell’Ospedale-Memoriale di Saint-Lô. Dal 1967 Niki de Saint Phalle segue questa direzione, creando sculture monumentali dai colori vivaci, fino a immaginare una Nana Ville che restituisca potere alle donne e contrasti la desolazione delle città moderne. La sua è un’utopia artistica e politica, che anticipa la Street Art degli anni Ottanta: Keith Haring riprende questo ideale, trasformando i muri di New York in spazi collettivi e ribadendo che l’arte non deve essere elitaria, ma accessibile a tutti.
Il percorso non si limita al confronto tra Léger e i Nuovi Realisti, ma allarga lo sguardo ad altri movimenti che ne hanno raccolto l’eredità. La Pop Art americana, con figure come Robert Indiana e May Wilson, e le sperimentazioni degli anni Settanta e Ottanta, come quelle di Gilbert & George a Londra e di Keith Haring a New York, rivelano la portata visionaria del linguaggio di Léger, la sua capacità di anticipare e influenzare correnti differenti e lontane nel tempo. Se il legame con la Pop Art era già stato esplorato in precedenti esposizioni, l’approfondimento sulla relazione con i Nuovi Realisti rappresenta una novità, offrendo al pubblico uno sguardo inedito e trasversale sulla storia dell’arte contemporanea.
Il percorso espositivo assume anche una valenza storica. La morte di Léger nel 1955 coincise con l’emergere di una nuova generazione di artisti destinati a rivoluzionare il linguaggio visivo. Yves Klein, Niki de Saint Phalle, Jean Tinguely e César iniziarono proprio allora a proporre opere che riflettevano i cambiamenti economici e culturali del dopoguerra. Pur senza un incontro diretto, il pensiero e le sperimentazioni di Léger costituirono un punto di riferimento, un seme da cui germogliarono molte delle loro ricerche. La mostra restituisce questa filiazione ideale attraverso accostamenti formali e tematici che invitano a guardare all’arte del Novecento con una prospettiva nuova e interconnessa. Tutte le informazioni sul sito della Venaria Reale.
Titolo mostra | Fernand Léger! Yves Klein, Niki de Saint Phalle, Keith Haring | Città | Venaria Reale | Sede | Reggia di Venaria | Date | Dal 27/09/2025 al 01/02/2026 | Artisti | Yves Klein, Keith Haring, Fernand Léger, Niki de Saint Phalle | Curatori | Anne Dopffer, Rébecca François, Julie Guttierez | Temi | Novecento, Reggia di Venaria, Avanguardia, Nuovo Realismo |
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