Rotterdam inaugura un nuovo polo culturale internazionale: il Fenix, museo interamente dedicato al tema della migrazione, apre le sue porte il 16 maggio 2025 nel quartiere di Katendrecht, zona portuale un tempo marginale e oggi oggetto di un ampio intervento di riqualificazione urbana. L’edificio che lo ospita è un ex magazzino del 1923, restaurato e trasformato grazie a un progetto dell’architetto cinese Ma Yansong, fondatore dello studio MAD Architects, noto per i suoi interventi avveniristici e riconosciuto a livello globale. Per MAD si tratta del primo progetto culturale realizzato in Europa.
Fenix si trova in un edificio che un tempo faceva parte del più grande magazzino di trasbordo del mondo, situato nello storico quartiere portuale di Rotterdam, sulla riva sud del fiume Mosa. Fu dalle banchine attorno a questo magazzino che milioni di migranti europei si imbarcarono per destinazioni come l’America e il Canada a partire dalla fine del XIX secolo, tra cui personaggi illustri come Albert Einstein, Willem de Kooning e Max Beckmann. La partenza e l’arrivo di persone hanno reso Rotterdam la città che è oggi, plasmata dalle oltre 170 nazionalità dei suoi abitanti. Rotterdam ha una lunga storia come importante snodo commerciale, con i suoi collegamenti marittimi profondi e la posizione strategica con facile accesso al Mare del Nord e al Reno, che la rendono una via di comunicazione ideale per il trasporto marittimo e la porta d’accesso all’Europa.
Nel XIX secolo, le strutture portuali e le infrastrutture di Rotterdam come nodo commerciale internazionale crebbero drasticamente, espandendosi per soddisfare le nuove esigenze e opportunità generate dalla rivoluzione industriale, con navi a vapore più grandi, gru di carico meccanizzate e ponti in acciaio che collegavano entrambe le sponde del fiume Mosa. Le aree circostanti di Katendrecht e Rijnhaven subirono profondi cambiamenti, trasformandosi in un dinamico polo di trasporto marittimo internazionale. Il quartiere divenne un luogo di residenza per le comunità di migranti. La prima Chinatown dell’Europa continentale si sviluppò a Katendrecht e marinai capoverdiani e musicisti jazz surinamesi, tra gli altri, vi trovarono la loro casa. Il magazzino in cui ha sede Fenix fu al centro di questa espansione nella storia di Rotterdam. Costruito dall’architetto Cornelis Nicolaas van Goor (1861-1945), completato nel 1922 e operativo dal 1923, l’edificio fungeva da importante edificio per lo stoccaggio e le spedizioni della Holland America Line, una fiorente compagnia olandese di trasporto merci e passeggeri fondata a Rotterdam nel 1873, che forniva servizi di trasporto a vapore tra i Paesi Bassi e l’America e facilitava i viaggi di milioni di emigranti tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Lungo oltre 360 metri e realizzato in cemento armato, l’ampio magazzino era il più grande del mondo all’epoca della sua costruzione. Era il luogo in cui la Holland America Line caricava e scaricava le sue navi che trasportavano merci da destinazioni lontane come il Sudafrica, il Canada, il Messico e gli Stati del Golfo.
“Quando ci è stato chiesto di lavorare su Fenix”, ha detto Ma Yansong, fondatore di MAD Architects, “sapevamo di dover creare un dialogo con l’edificio esistente e con il suo passato, ricco di storie di migrazione, memoria e incertezze. Il Tornado è il futuro, ma ha radici nel passato. Per me, è una metafora dei viaggi dei migranti che hanno attraversato questo edificio”.
“La storia di Fenix è legata indissolubilmente a Rotterdam e alle sue comunità”, ha dichiarato Anne Kremers, Direttrice di Fenix, “ma è anche la storia del mondo intero. È un racconto di arrivi e partenze, di cambiamenti continui per affrontare il futuro. Dall’attraversamento del Muro di Berlino alle partenze verso gli Stati Uniti sui grandi transatlantici, fino all’arrivo di nuove comunità da ogni parte del mondo per costruire, creare e imparare, Fenix è uno specchio delle esperienze e delle storie di persone di ogni luogo, raccontate attraverso l’arte”.
Il museo occupa 16.000 metri quadrati all’interno del vecchio magazzino. Elemento centrale del progetto è il cosiddetto Tornado, una scala a doppia elica che s’innalza dal piano terra fino alla terrazza sospesa, offrendo una vista panoramica sulla città, sul fiume Maas e sull’Hotel New York, l’ex sede della Holland America Line. La scala, concepita come struttura organica e dinamica, richiama visivamente il movimento ascensionale dell’aria, simbolo implicito dei percorsi migratori. Il restauro della facciata, lunga 172 metri, è iniziato nel 2018 ed è stato realizzato in collaborazione con lo studio olandese Bureau Polderman, specializzato nella conservazione del patrimonio architettonico. Alcuni dettagli architettonici risalgono al 1923, anno di apertura del magazzino, mentre altri facevano parte del piano di ricostruzione del 1948-1950. Tutti gli elementi lungo la facciata sono stati restaurati, riarredati o ricostruiti. Le finestre caratteristiche sono state restaurate per riflettere lo stile del 1923. I 2.200 metri quadrati della facciata sud sono stati sabbiati e riapplicati intonaci cementizi. Le caratteristiche porte scorrevoli a livello strada sono state riportate al loro stato originale del dopoguerra, con porte e telai ridipinti nel loro colore verde originale. È emerso un ritmo sereno di colonne, finestre e facciate che enfatizza la qualità orizzontale dell’edificio.
Adesso il Fenix ospita due piani di gallerie dedicate alla collezione permanente, alle mostre temporanee, alle installazioni e a un programma culturale in evoluzione. L’esposizione inaugurale si intitola All Directions: Art That Moves You e propone un ampio percorso tra arte contemporanea e documentazione storica. Sono esposte 150 opere e oggetti provenienti dalla collezione del museo, acquisiti negli ultimi cinque anni, e firmati da artisti di fama internazionale come Francis Alÿs, Max Beckmann, Sophie Calle, Honoré Daumier, Jeremy Deller, Rineke Dijkstra, Omar Victor Diop, Shilpa Gupta, Alfredo Jaar, William Kentridge, Kimsooja, Laetitia Ky, Steve McQueen, Adrian Paci, Cornelia Parker, Gordon Parks, Grayson Perry, Ugo Rondinone, Yinka Shonibare, Alfred Stieglitz, Do Ho Suh, Bill Viola e Danh Vō.
L’allestimento comprende anche oggetti personali raccolti tra i cittadini di Rotterdam, che hanno contribuito con storie familiari, ricordi e materiali legati alle proprie esperienze di migrazione. Tra i reperti di rilievo figura una sezione del Muro di Berlino, a testimonianza delle barriere fisiche e simboliche che nel tempo hanno segnato i confini tra le persone e i territori. Una sezione importante del museo è dedicata alla fotografia. La mostra The Family of Migrants si ispira a The Family of Man, l’esposizione fotografica curata da Edward Steichen e presentata al MoMA nel 1955, divenuta uno dei più noti progetti espositivi fotografici del Novecento. The Family of Migrants raccoglie 194 fotografie realizzate da 136 fotografi provenienti da 55 paesi, affrontando il tema della migrazione attraverso ritratti, reportage e immagini documentarie. L’elenco dei fotografi include Abbas, Eva Besnyö, Chien-Chi Chang, Fouad Elkoury, Robert de Hartogh, Lewis Hine, Ata Kandó, Dorothea Lange, Steve McCurry, Yasuhiro Ogawa, Emin Özmen e Sergey Ponomarev.
Tra le sezioni del museo da vedere anche The Suitcase Labyrinth, una monumentale installazione interattiva composta da 2.000 valigie donate al museo, che dà vita a una raccolta di storie personali di paesi, culture e comunità di tutto il mondo. La collezione spazia da grandi bauli in pelle con finiture elaborate a piccole valigie malconce con adesivi che indicano la loro destinazione. Alcune sono state tramandate di generazione in generazione insieme a storie di trasferimenti che hanno cambiato la vita, altre sono state acquisite più di recente. Diverse valigie, partite da Rotterdam e poi finite in giro per il mondo, sono state donate da Stati Uniti, Canada, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda, e ora tornano al loro porto di partenza. I visitatori saranno accompagnati da un tour audio interattivo che svelerà storie personali selezionate sui precedenti proprietari delle valigie e sui loro viaggi di amore, nostalgia di casa, speranza e desiderio. Il Labirinto di Valigie presenta anche (Kindness) of (Strangers), un’opera dell’artista cileno Alfredo Jaar.
Il museo non si limita alla sola funzione espositiva. Ha commissionato nuove opere ad artisti emergenti provenienti da Europa, Stati Uniti e Asia. Tra i nomi coinvolti figurano Beya Gille Gacha, Raquel van Haver, Hugo McCloud, Chae Eun Rhee, Martin e Inge Riebeek, Ari Versluis ed Ellie Uyttenbroek, ed Efrat Zehavi. Le commissioni offrono uno sguardo inedito e contemporaneo sui temi delle identità in movimento, delle appartenenze fluide e delle trasformazioni culturali innescate dagli spostamenti umani. Uno spazio particolare è riservato al Plein, una piazza coperta di 2.275 metri quadrati, accessibile al piano terra, pensata come luogo d’incontro tra il museo e la città. Qui si svolgono eventi pubblici, attività comunitarie, performance artistiche, lezioni di lingua olandese e appuntamenti dedicati alla cultura gastronomica. Tutti gli eventi organizzati nel Plein saranno gratuiti e aperti al pubblico e contribuiranno a rafforzare il ruolo del Fenix come luogo civico, oltre che culturale. Nella piazza ci sarà anche un chiosco dove i visitatori potranno leggere giornali da tutto il mondo e acquistare una bevanda o uno spuntino. Tra le opzioni di vendita al dettaglio e ristorazione del museo figurano l’O Café and Bakery, guidato dallo chef turco stellato Michelin Maksut Aşkar, e Granucci Gelato, una gelateria che serve il pluripremiato gelato artigianale della famiglia Granucci, che produce gelato nei Paesi Bassi dal 1929. L’Espresso Bar si trova all’interno dello spazio espositivo al primo piano del museo e offre una vista sulla città. Il negozio del museo si trova nell’area d’ingresso principale e offre stoviglie, giochi, cibo e altri articoli per creare un senso di casa e appartenenza.