Nel cuore di Peccioli, borgo medievale in provincia di Pisa, un progetto ambizioso ha trasformato una parte importante del centro storico in un esempio virtuoso di rigenerazione urbana. È il Palazzo Senza Tempo, intervento architettonico inaugurato il 1° luglio 2021, firmato dallo studio MCA – Mario Cucinella Architects, nato dalla volontà dell’Amministrazione Comunale di unire tutela del patrimonio storico e nuova vitalità culturale.
L’obiettivo? Restituire significato a uno spazio simbolico e, allo stesso tempo, creare un luogo aperto, dinamico, in grado di accogliere eventi, mostre temporanee, attività per la comunità. Un intervento che ridefinisce il concetto di spazio pubblico in un contesto storico, senza snaturarlo. Il Palazzo Senza Tempo è in grado infatti di unire passato, presente e futuro.
L’intervento è stato realizzato lungo il limite del bastione medievale, dove è stato riportato a nuova vita il Palazzo quattrocentesco affacciato su via Carraia; il progetto ha previsto la trasformazione anche dell’edificio diroccato sottostante via dei Bastioni, collegandolo al Palazzo in un nuovo volume architettonico contemporaneo, capace di dialogare con il contesto senza alterarne l’equilibrio. Un gesto che unisce memoria e innovazione, permettendo alla struttura di riscoprire una funzione pubblica e condivisa.
Il Palazzo si sviluppa su più livelli e culmina in una terrazza panoramica di circa 600 metri quadrati, sospesa sulla Valle dell’Era a oltre 20 metri da terra. Non una semplice copertura, ma una vera e propria piazza pubblica nel cielo, raggiungibile attraverso una scalinata laterale che collega il piano strada con i livelli inferiori, fino al livello -2.
Gli ambienti interni sono stati ripensati per ospitare spazi polifunzionali, destinati alla cultura, al tempo libero e alla socialità. L’intervento ha valorizzato la luce naturale grazie all’inserimento di lucernari e bow window che aprono visuali inaspettate sul paesaggio toscano, mentre la copertura vetrata posta sul passaggio della corte storica aggiunge trasparenza e continuità visiva agli spazi.
L’anima del progetto risiede anche nel recupero del vano scala posto nell’asse centrale del Palazzo, che ora collega direttamente il piano strada con il nuovo volume architettonico sottostante. Quest’ultimo si innesta con discrezione nel paesaggio, frutto della trasformazione dell’edificio in rovina situato al di sotto del Palazzo storico. L’intervento ha generato un naturale e degradante slittamento della linea esistente dei bastioni. Distribuito sui livelli -1 e -2, il nuovo spazio si configura come un elemento trasparente, incastonato nel contesto. La sua architettura, pur contemporanea, non interrompe ma valorizza la percezione del contesto, aprendo una nuova vista panoramica.
Palazzo Senza Tempo si presenta come un esempio concreto di riuso adattivo, capace di restituire centralità a un luogo attraverso il dialogo tra passato e futuro, rispettoso del contesto e aperto alla comunità.
Oggi il Palazzo ospita mostre permanenti e temporanee (fino al 19 ottobre 2025 è in corso la mostra Un Fantastico Altrove, di Lorenzo Mattotti, che si inserisce nell’ambito del progetto Pensavo Peccioli, il cui tema di quest’anno – attraversare le cose del mondo – trova in Mattotti un interprete ideale), eventi culturali e iniziative pubbliche, ed è diventato un punto di riferimento per cittadini e visitatori. Un luogo sospeso tra storia e innovazione, in cui l’architettura non cancella, ma esalta le tracce del tempo.
“Peccioli è un vero e proprio laboratorio: il nostro progetto, infatti, è la dimostrazione che i centri storici possono distaccarsi dal passato e vivere una nuova vita attraverso elementi contemporanei. L’intervento, condotto con coraggio e gentilezza, fa diventare i palazzi parte della vita contemporanea del territorio. Questa architettura, ponte tra passato e futuro, vuole essere solo una cornice di questo bellissimo paesaggio, un paesaggio che sembra un quadro del Cinquecento”, ha dichiarato l’architetto Mario Cucinella.
La storia del Palazzo affonda le radici nel Quattrocento, quando i primi documenti attestano l’esistenza di una fattoria e di un Palazzo lungo via Carraia. Inizialmente di proprietà della potente famiglia Salviati, fu concesso a Giovanni Falcucci, procuratore della nobile famiglia. Nel Cinquecento la proprietà passò a Piero di Alamanno Salviati, zio di Cosimo I de’ Medici. Successivamente, il palazzo venne probabilmente donato da Cosimo I alla famiglia Almeni, originaria di Perugia, come ringraziamento della fedeltà della famiglia verso il proprio casato. Tra i suoi membri più illustri, Sforza Almeni, cameriere segreto di Cosimo I, il quale gli donò nel 1565 la fattoria di Peccioli comprensiva di tutti i poderi. Alla sua morte, il complesso passò al fratello Evangelista, cavaliere dell’Ordine di Santo Stefano, la cui presenza è ancora ricordata dall’iscrizione “Ercules Almenius” che circonda lo stemma della famiglia Almeni. Ultime eredi della famiglia furono Isabella Nerli e Eleonora Bonaccorsi che donarono tutta la proprietà a Pietro Leopoldo, Granduca di Toscana, e quindi al Regio Fisco che la cedette a sua volta alla famiglia dei Berte
Nel tempo, il bene passò poi al nipote di Giovan Filippo Berte, Edoardo Dufour, il quale scelse il palazzo come residenza, come ricorda l’arco del portone principale, decorato con un rostro in ferro battuto con le iniziali “D B”, segno dell’unione sotto un unico casato dei Berte e dei Dufour. Con l’arrivo del Novecento, il Palazzo e la fattoria divennero parte dei beni della Fondazione Gaslini, dopo essere stato acquisito dalla società romana Fondi Rustici nel 1919. Nel 2004 il Comune di Peccioli, insieme alla società partecipata Belvedere S.p.A., acquisì parte della tenuta e nel 2019 diede avvio al profondo intervento di recupero su progetto dello studio MCA di Mario Cucinella, restituendo all’intera comunità un luogo prezioso e aperto, simbolo di una nuova idea di architettura e di bellezza condivisa.
Foto di Duccio Malagamba e Andrea Testi.
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