MAGI ’900, da Modigliani a Manzoni e non solo: al museo emiliano arte del XX secolo e del territorio


Il Museo MAGI ’900 accoglie opere di grandi artisti del XX secolo come Modigliani, De Chirico e Manzoni ma anche grande arte antica del territorio.

Un imprenditore con la passione per l’arte e il desiderio di condividerla con tutti, una collezione con i più grandi artisti del Novecento, un’industriosa cittadina di campagna tra Bologna e Ferrara, un vecchio silo per lo stoccaggio del grano. Sono questi gli ingredienti che hanno dato vita a uno dei musei più interessanti dell’Emilia-Romagna: il MAGI ’900 di Pieve di Cento, fondato nel 2000 dall’imprenditore Giulio Bargellini come “Museo d’arte delle Generazioni italiane del ’900”. Il nome scelto all’epoca intendeva palesare fin da subito l’organizzazione della raccolta, sulla base delle generazioni degli artisti italiani avvicendatesi dagli inizi del cosiddetto “secolo breve” fino agli albori del Duemila. Poi, è arrivata l’epoca degli acronimi, e il museo si è allargato di pari passo con l’espansione della collezione, assumendo la più immediata denominazione con la quale oggi è noto. Mantenendo sempre viva la sua anima: non solo un luogo di conservazione ma anche uno spazio atto a ospitare eventi, a far conoscere l’arte del Novecento e l’arte contemporanea tramite una seria opera di divulgazione, a favorire lo sviluppo di relazioni tra soggetti che s’occupano di cultura. Un fecondo scambio tra privato e dimensione pubblica, un museo che s’apre a un pubblico vasto, indirizzandosi ai cittadini, agli appassionati d’arte, ma anche agli studenti, alla critica, ai collezionisti e agli artisti con un’attività sempre varia e articolata. “È il territorio il primo a beneficiare della presenza di un museo d’arte contemporanea”, dichiarava in un’intervista di qualche anno fa, rendendo manifeste le proprie intenzioni, l’imprenditore Giulio Bargellini, fondatore di un’azienda nel settore dell’illuminotecnica (poi ceduta nel 2008) e collezionista attento.

Le sale del MAGI ’900 hanno trovato spazio in un edificio destinato a uso agricolo, un granaio costruito nel 1933, ma in disuso da anni: a Giulio Bargellini piaceva l’idea di restituire alla comunità, pur con una funzione diversa ma altrettanto fondamentale, un luogo che per anni l’aveva servita. Commissionò dunque all’architetto Giuseppe Davanzo il recupero del silo e l’allestimento degli spazi interni: il progetto non prevedeva alcuna modifica sostanziale all’aspetto esteriore dell’edificio, contraddistinto dalla facciata azzurra che lo rende immediatamente riconoscibile nell’assetto urbano di Pieve di Cento (il MAGI ’900 si trova alle porte del centro storico, appena fuori dall’antica porta d’ingresso al borgo rurale). L’importanza dell’edificio sarebbe stata però sottolineata da un grande mosaico di ceramica che oggi lo circonda: si chiama Costellazioni dell’arte, è opera dell’artista ferrarese Marco Pellizzola e lo scopo è quello di esaltare il vecchio silo e al contempo dare un’idea dei linguaggi artistici con i quali il pubblico si accinge a fare la conoscenza al suo interno. A trasformarsi sarebbe stato proprio l’interno: Davanzo ricavò ampi spazi adatti ad accogliere le opere della collezione permanente in un percorso coerente, suddiviso in un ordine cronologico che spesso però si concede variazioni su base tematica, e a ospitare le varie mostre temporanee che il museo ospita, su una superficie totale di oltre novemila metri quadri. La visita non si esaurisce all’interno: fu pensato anche un Giardino delle Sculture per accogliere opere di respiro monumentale, che costituisce una sorta di “introduzione” alla raccolta che il visitatore può trovare all’interno. Il museo si è poi arricchito di un ulteriore corpo di fabbrica che ha permesso di ampliarne gli spazi, e di due successivi ampliamenti (uno nel 2005-2006 e uno nel 2015) che hanno aggiunto altri volumi, un edificio di tre piani e una terrazza panoramica.

Il Museo MAGI '900 di Pieve di Cento
Il Museo MAGI ’900 di Pieve di Cento


Esterno del Museo MAGI '900
Esterno del Museo MAGI ’900


Giulio Bargellini
Giulio Bargellini

La collezione, dedicata all’arte del XX e del XXI secolo e sviluppatasi a partire dai singoli interessi di Giulio Bargellini, che cominciò seguendo le proprie passioni (per esempio, l’interesse per un certo periodo storico o per un certo artista), le proprie curiosità, le proprie inclinazioni personali e anche le proprie amicizie: molti degli artisti con cui l’imprenditore entrò in contatto nei primi anni della sua “carriera” da collezionista assumono infatti un ruolo da protagonista all’interno del museo MAGI ’900. È il caso, per esempio, di Tono Zancanaro, il primo artista di cui Bargellini acquistò le opere, e al quale fu peraltro legato da un solido rapporto di amicizia: a lui, pittore figurativo, antifascista, formatosi con Ottone Rosai, è dedicata una sala del museo. Il museo ospita centinaia di opere, raccolte in piccoli nuclei che Bargellini immaginò quasi come piccole mostre volte a indagare un problema o un tema caratterizzante di una precisa epoca storica. Una collezione ampia ed eclettica, all’interno della quale non è raro imbattersi in nomi di peso, nomi che hanno segnato la storia dell’arte italiana. Occorre infatti sottolineare che la stragrande maggioranza delle opere appartiene ad artisti italiani. Non mancano le eccezioni (il nome più famoso, probabilmente, è quello di Marc Chagall), ma Bargellini non nascose mai il proprio peculiare interesse per l’arte prodotta in Italia. Un interesse inusuale, se si pensa alla storia del collezionismo recente, ma che ha potuto nutrirsi anche della conoscenza diretta di molti artisti della raccolta e che ha la peculiarità di dare rilievo a personalità artistiche forse minori, ma capaci di opere potenti.

Il percorso espositivo inizia con il nucleo dei “Maestri storici del Novecento”: dalla fine del XIX secolo, la sezione indaga gli sviluppi dell’arte nel primo Novecento, focalizzandosi in particolar modo sul rapporto tra avanguardia e tradizione, esponendo opere di tutti i più grandi protagonisti di quell’epoca, da Giovanni Boldini a Felice Casorati, da Amedeo Modigliani a Giorgio De Chirico, e poi ancora Fortunato Depero, Giuseppe Capogrossi, Mario Mafai, Renato Guttuso, Gino Severini, Mario Sironi, Alberto Burri, Piero Manzoni, Antonio Ligabue, Aligi Sassu, Emilio Vedova, Fausto Pirandello. C’è poi una sezione appositamente dedicata alla Belle Époque, che si contraddistingue per una sua specificità: le opere del pittore austriaco Ludwig Lutz Ehrenberger, artista che raccontò la società viennese del suo tempo e che il MAGI ’900 intende valorizzare esponendo la più vasta raccolta museale a lui dedicata a livello mondiale. Una delle sezioni più interessanti del museo è quella dedicata all’arte del ventennio fascista che documenta come anche attraverso l’arte il fascismo alimentò il mito del Duce: questo nucleo, oltre a esporre opere di artisti come Thayaht e Renato Bertelli (rispettivamente con due opere celeberrime come Dux e il Profilo continuo di Mussolini), rappresenta anche una notevole testimonianza storica, dal momento che gran parte di esso è costituito dalla raccolta del giornalista Duilio Susmel, a cui Mussolini stesso donò molte opere. Sopravvissute alle distruzioni che seguirono la fine del conflitto mondiale, le opere di questa sezione della raccolta costituiscono un nucleo raro e con pochi eguali e custodiscono una preziosa memoria di una delle pagine più tragiche della nostra storia.

Si prosegue poi con due sale dedicate a quelle che Bargellini vede come le due tendenze opposte dell’arte contemporanea, ovvero l’arte cosiddetta aniconica e l’arte figurativa, viste nel loro sviluppo dagli inizi del Novecento fino ai giorni nostri, e alle quali vengono dedicate due sale: per l’arte “aniconica”, che si impose con le avanguardie storiche, figurano lavori di Turi Simeti, Enrico Accatino, Nadia Benelli, Nicola Carrino, Graziana Pentich, mentre per l’arte figurativa si possono ammirare opere di Emilio Notte, Renzo Biasion, Atanasio Soldati. L’arte astratta contemporanea viene indagata in una sezione intitolata “Astratto presente”, originatasi a partire da una mostra che si tenne presso il MAGI ’900 nel 2007. Seguono poi i nuclei tematici dedicati agli artisti che Giulio Bargellini ha inteso approfondire: il già citato Tono Zancanaro e altri come Mauro Reggiani, Carlo Levi, Concetto Pozzati, Nado Canuti.

Infine, esiste anche, da pochi anni, una parte dedicata all’arte antica, suddivisa in due sezioni, e giunta al MAGI ’900 in deposito affinché il pubblico potesse ammirarla: si tratta di opere provenienti da due edifici diventati inagibili a seguito del sisma che ha colpito l’Emilia e la bassa mantovana nel 2012. La prima sezione accoglie le opere provenienti dalla collegiata di Santa Maria Maggiore di Pieve di Cento: sono capolavori della pittura emiliana del Seicento realizzati da artisti come Guido Reni, il Guercino, Giovanni Francesco Gessi, Lavinia Fontana e altri. “Custodire un patrimonio di importanza fondamentale per la propria comunità è un atto di responsabilità”, recita la presentazione delle opere di questa sezione nel sito del museo: “Nell’emergenza causata dal sisma, mantenere vivo e difendere questo senso di appartenenza era una priorità di cui Giulio Bargellini ha subito ben compreso lo spirito, e la rapida sinergia trovata con gli altri protagonisti di questa vicenda esemplare – Parrocchia, Comune, Soprintendenza – ha confermato che, quando una comunità ha sogni, risorse e persone capaci di unirsi in una progettualità condivisa, anche nei momenti critici la ricchezza non si disperde; anzi, nelle circostanze difficili, l’intero sistema di valori si accresce, poiché tutti ne vedono con nuovi occhi l’importanza, sviluppando una sensibilità più attenta”. L’altra sezione include quattro dipinti (una Sibilla e una Maddalena del Guercino, una Maddalena di Benedetto Gennari e una Madonna col Bambino e san Gaetano da Thiene di Ubaldo Gandolfi) di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento già in deposito presso la Pinacoteca Civica, anch’essa, come la collegiata, divenuta inagibile: si decise dunque di portare le opere al MAGI ’900 affinché il pubblico potesse continuare a vederle.

Una sala del Museo MAGI '900
Una sala del Museo MAGI ’900


Amedeo Modigliani, Ritratto della signora Micheli
Amedeo Modigliani, Ritratto della signora Micheli (1904; Pieve di Cento, Museo MAGI ’900)


Fortunaro Depero, Anacapri
Fortunaro Depero, Anacapri (1920; Pieve di Cento, Museo MAGI ’900)


Piero Manzoni, Senza titolo
Piero Manzoni, Senza titolo (1957; Pieve di Cento, Museo MAGI ’900)


Alberto Burri, Cellotex
Alberto Burri, Cellotex (1973; Pieve di Cento, Museo MAGI ’900)


Ernesto Michahelles conosciuto come Thayaht, Dux
Ernesto Michahelles conosciuto come Thayaht, Dux (1929; Pieve di Cento, Museo MAGI ’900)


Turi Simeti, Un ovale marrone
Turi Simeti, Un ovale marrone (1983; olio su tela; Pieve di Cento, Museo MAGI ’900)


Tono Zancanaro, Selinuntea
Tono Zancanaro, Selinuntea (1976; olio su tela; Pieve di Cento, Museo MAGI ’900)


I dipinti provenienti dalla collegiata di Santa Maria Maggiore
I dipinti provenienti dalla collegiata di Santa Maria Maggiore

Vale la pena accennare agli spazi espositivi del museo MAGI ’900: tre sale che ospitano mostre temporanee dedicate, ovviamente, all’arte del Novecento e all’arte contemporanea. Il museo s’arricchisce infine di una biblioteca, di una caffetteria, di un bookshop, di un’area Open Box in cui s’alternano esposizioni multidisciplinari e installazioni pensate appositamente per tale spazio, e di laboratori per le attività didattiche. Il MAGI ’900, convinto che lavorare con le scuole, con i bambini e con i ragazzi sia fondamentale, si è dotato di un proprio dipartimento didattico, chiamato MAGICOMAGI, nato dal continuo confronto di idee tra gli operatori del museo, i docenti e i genitori: molte le attività proposte, suddivise in base all’età, ma anche gli incontri formativi per gli insegnanti e i laboratori creativi per le famiglie. Intento del Museo è infatti quello di sviluppare progetti che possano sviluppare l’interesse e la conoscenza dell’arte anche tra i più piccoli.

Per chi volesse visitarlo dal vivo, il MAGI ’900 è aperto dal martedì alla domenica in orario 10-18. Tutte le informazioni pratiche, ma anche sulle collezioni, sui singoli artisti, sulle sezioni e sulla storia del museo, sono disponibili sul sito www.magi900.com.


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Gli autori di questo articolo: Federico Giannini e Ilaria Baratta

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