Aerei, posti che diminuiscono e prezzi che salgono: tramontata l'era del low cost?


Una diminuzione dei posti disponibili e una tendenza generale al rialzo dei prezzi spinge il settore del trasporto aereo verso politiche sempre più lontane dal low cost degli anni passati: l’era del low cost si avvia definitivamente al tramonto?

“Sì, viaggiare, dolcemente viaggiare”, cantava Lucio Battisti nella sua celebre canzone, e nel 2023 in Italia in molti lo hanno preso in parola: sono infatti quasi 200 milioni i passeggeri transitati per gli scali italiani lo scorso anno per turismo o per lavoro segnando un nuovo record, archiviando definitamente gli anni del Covid. In testa alla classifica delle compagnie aeree per numero di passeggeri imbarcati si conferma Ryanair che in questi giorni con una conferenza stampa ai media internazionali a Dublino ha sottolineato come il suo principale mercato sia l’Italia e ha annunciato che per la prossima stagione estiva aumenterà ulteriormente (ormai da due anni) le tariffe in tutta Europa.

Per il 2024 infatti è previsto un calo del 7% dei posti disponibili dei propri aeromobili e la conseguente maggiorazione dei costi. A determinare il minor numero di posti a disposizione rispetto alla domanda sono state vicende contingenti legate alla mancata consegna di nuovi velivoli (“entro Giugno la Boeing doveva consegnarci 57 Boeing 737 8-200 ma probabilmente si limiteranno a 45-50” a cui si aggiunge la “messa a terra di almeno il 10% della flotta di Airbus A320 per gli interventi sui motori”), ma nonostante questo elemento sia stato casuale, l’era del low cost sembra definitivamente tramontata, come ebbe ad annunciare poco più di un anno fa l’amministratore delegato della compagnia irlandese Michael O’Leary (qui l’articolo di Finestre sull’Arte del novembre 2022). L’amministratore delegato di Ryanair anche quest’anno ha spiegato come “le nostre tariffe questa estate saranno più alte, ma con un aumento inferiore al 10-15% del 2023, spero si possa contenere i rincari fra il 5 e il 10%. Noi comunque abbiamo già lanciato le prime campagne promozionali”, in Europa “c’è un problema di capacità” rispetto alla richiesta sempre crescente e “Eurocontrol stima che siamo ancora a una capacità del 93% rispetto al 2019 pre-covid e questo dovrebbe tenere alto il costo dei biglietti”.

Sull’aumento dei prezzi incidono, come accennato, i ritardi di consegna degli apparecchi ordinati che negli ultimi 5 anni sono stati 3mila in meno rispetto a quelli previsti. Inoltre la messa a terra degli Airbus a causa della manutenzione straordinaria su un particolare tipo di motori ha letteralmente privato molti vettori dei propri aerei per molti mesi con pochi aerei da prendere a noleggio per la sostituzione, che si pagano a caro prezzo, e pezzi di ricambio introvabili diventati carissimi. A questo vanno aggiunti i rincari delle tasse d’imbarco resi possibili dall’ultima legge di Bilancio. Oggi è la tassa d’imbarco a 6,5 euro a passeggero in molti aeroporti italiani, 7,5 euro a Roma Fiumicino e Ciampino e 9 euro a Venezia. Se i Comuni decidessero di incrementare l’imposta di tre euro, ovvero fino al massimo consentito, i viaggiatori dall’Italia pagheranno di addizionale comunale dai 9,5 euro a 12 euro.

La fotografia del trasporto aereo ce la consegna il Corriere della Sera con la pubblicazione dei dati del database Cirium elaborati da Leonardo Berberi dalla cui analisi la classifica dei vettori più scelti per le propri spostamenti è Ryanair sia a livello nazionale che europeo, ma anche mondiale per quanto riguarda le low cost. La compagnia detiene quindi un primato che ne fa un attore determinante per la promozione e la capacità di sviluppo turistico per qualunque località o paese, essendo stata la prima a puntare sugli aeroporti minori rivitalizzando territori fino a quel momento sprovvisti di collegamenti aerei stabili. Non a caso O’Leary ha voluto sottolineare che “tutti i paesi sono in concorrenza per accogliere i voli Ryanair”, ben consapevole della ricaduta economica che la presenza della sua compagnia su un aeroporto abbia per il territorio circostante. Turismo in primis.

Molti scali, è utile ricordarlo, utilizzano degli incentivi economici per attrarre Ryanair sulla propria pista. In una intervista al Corriere della Sera, il presidente di Assaeroporti (l’associazione che riunisce tutte le società aeroportuali italiane) Carlo Borgomeo ha quantificato in 334 milioni gli incentivi che nel 2022 sono stati elargiti dai gestori aeroportuali alle compagnie, a cui vanno aggiunti altri 170 milioni di diversa provenienza, definendo il sistema degli incentivi positivamente: “Si incentiva chi sta alle condizioni stabilite dagli scali. Se una low cost propone una rotta che non c’è perché un aeroporto non dovrebbe agevolare il collegamento?”. E sul boom di viaggiatori Borgomeo ha spiegato come gli aerei siano stati “più capienti e pieni. E ogni passeggero ha inquinato di meno. Grazie anche alla politica degli incentivi ai vettori” perché “sempre più nelle negoziazioni tra gestori aeroportuali e compagnie tra gli elementi incentivanti ci sono il tasso di riempimento e le dimensioni del jet”.

Dei quasi 200 milioni di passeggeri volati in Italia, Ryanair ne ha fatti viaggiare oltre 60 milioni e i maggiori scali per passeggeri imbarcati su voli Ryanair, che qui opera su 17 aeroporti, sono al primo posto Bergamo Orio al Serio (che ha appena concluso l’anno da Capitale della Cultura italiana insieme a Brescia: qui i 10 luoghi da non perdere in una visita a Bergamo), Bologna, Roma e Pisa. La città della Torre pendente è stata tra le prime scelte in Italia dal colosso irlandese tanto da festeggiare nel 2023 i 25 anni di attività su questo scalo con oltre 50 milioni di passeggeri trasportati. Riguardo al nostro paese agli attuali 17 potrebbero aggiungersene altri 2 e O’Leary ha parlato dell’Italia come del “nostro mercato principale, dove continuiamo a crescere: ci aspettiamo un aumento della quota Ryanair in un mercato che si è ripreso rapidamente, salendo al 110% dei livelli precovid, anche grazie a noi”. Per l’estate ha comunicato che ci saranno 48 nuove rotte in Europa di cui 7 riguarderanno l’Italia (su Roma-Fiumicino, Bari, Pisa e Brindisi), dove ha rimodulato l’offerta delle rotte esistenti eliminandone alcune (su Sardegna, Sicilia, Bergamo, Treviso e Torino).

Nella classifica nazionale tra le compagnie aeree con più passeggeri vediamo che dietro a Ryanair si posiziona Ita Airways che prevede di aumentare i posti disponibili nel 2024 del 9%; al terzo posto EasyJet (con la previsione di – 9% in termini di sedili offerti nel 2024), poi Aeroitalia (qui l’intervista di Finestre sull’Arte all’amministratore delegato Gaetano Intrieri) che con il suo +93% è la sorpresa emergente del momento considerando anche che è una Compagnia aerea tutta italiana. Al quinto posto Volotea (-1,6%) e Wizz Air che riduce i posti del 45%, tagliando circa 840mila posti. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, nel 2024 Wizzair, EasyJet e Vueling ridurranno di 2milioni i posti sui voli interni andando a penalizzare le tratte sopratutto delle regioni meridionali. Nel complesso le compagnie aeree per i voli nazionali in Italia hanno programmato la messa in vendita di un totale di 32 milioni di posti, lo 0,6% in meno rispetto all’anno scorso.

In attesa di vedere gli effetti dei prezzi rialzati con gli orari della stagione estiva arriva la denuncia di Furio Truzzi, presidente anche di Assoutenti e del “Centro di formazione e ricerca sui consumi” che ha condotto una analisi sui dati dei costi dei biglietti aerei delle varie compagnia in prossimità del Natale e a metà gennaio facendo notare le grandi differenze di prezzo: i biglietti acquistabili a dicembre avevano avuto un aumento del il 1.260% rispetto ai listini di novembre per le medesime tratte e non appena sono terminate le feste a gennaio c’è stato un crollo fino al 91%.

Con una indagine condotta sul sito di comparazione Skyscanner in data 18.12.2023 e 15.1.2024 ha potuto verificare che un volo da Bologna a Palermo il 23 dicembre ad esempio si pagava 353 euro contro i 31 euro per la stessa tratta con partenza il 10 febbraio. I 358 euro da Bologna a Cagliari la vigilia di Natale diventano 62. Altro esempio sulla Venezia a Cagliari che i 379 euro necessari per volare a dicembre adesso costano il 62% in meno o il Venezia Palermo che è diminuito del 79%. “I rialzi delle tariffe aeree provocate da algoritmi e sistemi di definizione dei prezzi dinamici”, afferma Truzzi, “hanno dopato il settore, con conseguenze dirette sulle tasche dei consumatori. Attendiamo fiduciosi i risultati dell’indagine aperta dall’Antitrust (dopo quella chiusa con un nulla di fatto sul caro-voli di Natale 2022) sugli algoritmi usati dalle compagnie aeree, per capire se questi strumenti siano legittimi o se, al contrario, rappresentano una pratica scorretta a danno dei consumatori”. Nel 2023, espone Truzzi, i ticket dei voli nazionali hanno subito un aumento medio annuo del 37,8%, aumento che si aggiunge al 20% fatto registrare nel 2022 “aggravando la spesa degli italiani per gli spostamenti”.

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