Dieci borghi da visitare in Emilia Romagna


Nuovo appuntamento con i dieci borghi da visitare: questa volta, viaggio in Emilia Romagna.

1. Castell’Arquato

Sulle colline della val d’Arda, sorge il borgo medievale di Castell’Arquato, situato sulla sommità di un colle che sovrasta il paesaggio circostante. Castell’Arquato si originò infatti nel Medioevo (c’è un documento che si riferisce ai finibus Castri Arquatense e che risale al 760). Sito d’importanza strategica, antico feudo dipendente dal ducato di Milano, da circa cinque secoli non subisce modifiche e dunque ci si presenta con un aspetto antico pressoché intatto. Da vedere la collegiata di Santa Maria con gli splendidi affreschi quattrocenteschi della cappella di Santa Caterina, il Palazzo del Podestà, simbolo più riconoscibile del borgo (la costruzione risale al Duecento), il Palazzo Ducale, la Rocca Viscontea e il Torrione Farnese. A Castell’Arquato si trovano anche il Museo “Luigi Illica”, dedicato al commediografo originario del borgo, il Museo della Collegiata (che raccoglie materiali provenienti sia dalla Collegiata che da altre chiese della zona), e il Museo Geologico.

Veduta di Castell'Arquato
Veduta di Castell’Arquato

2. Soragna

Piccolo borgo di campagna a pochi chilometri di distanza da Fidenza, Soragna è da epoche lontanissime il feudo dei Meli-Lupi, e il sito più importante è, appunto, la Rocca Meli-Lupi, ancora abitata dall’ultimo discendente della dinastia di principi. Antico castello medievale trasformato in sontuosa residenza a partire dal Cinquecento, è uno dei manieri più belli della provincia di Parma: imperdibili gli affreschi di Niccolò dell’Abate dedicati al mito di Ercole, le numerose grottesche cinquecentesche, la lunga Galleria dei Poeti con decorazioni a tema letterario, la Sala del Trono e il Salottino Dorato ricchi di stucchi. Meritano una visita anche le chiese del borgo: quelle di San Giacomo e della Beata Vergine del Carmine, e l’Oratorio di Sant’Antonio da Padova (quest’ultimo su progetto di Francesco Galli da Bibbiena). Particolarissima è la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, di antiche origini ma interamente ricostruita in forme neogotiche negli anni Dieci del Novecento.

Rocca di Soragna, la Sala delle Grottesche
Rocca di Soragna, la Sala delle Grottesche

3. Cavriago

Cavriago si trova nel cuore di una delle zone più “rosse” d’Italia, in provincia di Reggio Emilia, e si contraddistingue per essere la città che ospita quello che, con tutta probabilità, è l’unico monumento a Lenin sopravvissuto nel mondo occidentale (si trova nella piazza centrale del paese: piazza Lenin, appunto). Il borgo ha però origini molto antiche, e fu dapprima feudo visconteo, poi estense. Da vedere anche la chiesa di San Terenziano, di antiche origini ma rimaneggiata nel corso del Seicento.

Il monumento a Lenin di Cavriago
Il monumento a Lenin di Cavriago

4. Montegridolfo

Si trova a poca distanza da Rimini, tra le valli del Conca e del Foglia, sopra una collina: in passato fu borgo di confine tra le terre dei Montefeltro e quelle dei Malatesta, che si contesero a lungo Montegridolfo per la sua posizione strategica. Probabilmente il borgo sorse attorno al X secolo, anche se le prime menzioni sicure rimontano al XII secolo. Oggi, Montegridolfo si presenta al visitatore ancora nel suo aspetto medievale, ben conservato anche grazie ai recenti restauri promossi dalla stilista Alberta Ferretti, originaria di Gradara, a pochi chilometri di distanza. Da vedere la chiesa di San Rocco (che conserva una delle prime pale d’altare di Guido Cagnacci, uno dei più grandi artisti del Seicento), il santuario della Vergine delle Grazie, e il Museo della Linea dei Goti: la Linea Gotica, infatti, scorreva nei pressi di Montegridolfo, e nei dintorni del borgo si consumarono eventi cruciali della seconda guerra mondiale.

L'ingresso al borgo di Montegridolfo
L’ingresso al borgo di Montegridolfo

5. San Secondo Parmense

Borgo rurale nella piana parmense, nei pressi di Fontanellato e Fidenza, San Secondo Parmense è storicamente il feudo della famiglia Rossi, che qui, nel Quattrocento, fece costruire la sontuosa Rocca, ancor oggi uno dei più bei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza. L’interno, abbellito grazie ai lavori promossi da Pier Maria I de’ Rossi, Pier Maria II, Troilo I e Troilo II, è una lunga sequenza di sale affrescate (con soggetti per lo più mitologici) con opere di grandi artisti di scuola emiliana del Cinquecento come Jacopo Zanguidi detto il Bertoja, Cesare Baglioni, Orazio Samacchini, Vincenzo Tamagni, Ercole Procaccini e altri (da non perdere la Sala dell’Asino d’Oro, con raffigurazioni tratte dal celebre racconto antico di Apuleio). Da vedere a San Secondo anche l’oratorio della Vergine del Suffragio con le sue ricche decorazioni seicentesche, mentre nei pressi dell’abitato sorge la pieve romanica di San Genesio, che conserva intatto il suo aspetto del XII secolo.

La Rocca di San Secondo Parmense
La Rocca di San Secondo Parmense

6. Gualtieri

Il nome di Gualtieri, situato nella piana di Reggio Emilia lungo le rive del Po, è universalmente associato al grande pittore Antonio Ligabue: fu infatti il borgo che accolse l’artista quando fu espulso dalla Svizzera (Ligabue nacque infatti a Zurigo nel 1899). Sono ben due i musei dedicati all’artista che sorgono nella cittadina: il “Museo Documentario e Centro Studi Antonio Ligabue”, che ha sede nel centralissimo Palazzo Bentivoglio ed è dedicato soprattutto alla sua pittura, e la Casa Museo Antonio Ligabue, che ha sede in un edificio che fu abitato dal pittore e si prefigge l’obiettivo principale di raccontarne la vita, gli aneddoti e la poetica con cimeli e alcune opere. Nel caratteristico borgo campagnolo, oltre al già citato Palazzo Bentivoglio, un tempo sontuosa residenza dei marchesi Bentivoglio di Gualtieri (e oggi sede comunale: si può visitare anche la raccolta di arte novecentesca del costumista Umberto Tirelli, che collezionò opere di artisti come Felice Casorati, Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Balthus e altri), da visitare anche la chiesa di Santa Maria della Neve e quella di Santa Vittoria.

Palazzo Bentivoglio a Gualtieri
Palazzo Bentivoglio a Gualtieri

7. Vigoleno

Frazione del Comune di Vernasca, è un borgo fortificato medievale perfettamente conservato (viene citato per la prima volta nei documenti nel 1132) e si trova sulla sommità di una collina che domina le valli dell’Ongina e dello Stirone. Tra le antiche testimonianze da visitare, il Castello di Vigoleno, del X secolo, imponente e riconoscibile anche da lontano, la chiesa romanica di San Giorgio, l’oratorio settecentesco di Santa Maria. Al centro della piazza principale del piccolo villaggio si trova la piccola fontana cinquecentesca, attorno alla quale da secoli si svolge la tranquilla vita di Vigoleno. Nel borgo è da vedere anche il Museo degli Orsanti: è interamente dedicato al fenomeno degli “orsanti”, ovvero i saltimbanco che, a partire dal XVIII secolo (ma la pratica è attestata in certe zone anche fino al Novecento inoltrato), giravano per i borghi d’Europa esibendosi con animali ammaestrati (soprattutto gli orsi, da cui deriva il nome).

La piazza e la fontana di Vigoleno
La piazza e la fontana di Vigoleno

8. Colorno

La storia di Colorno è legata a quella dei duchi di Parma. Il borgo di pianura, non lontano dalla città, fu infatti a lungo amministrato dal Ducato, ed è oggi noto per la sua sontuosa Reggia, che fu costruita dai Farnese nel Seicento sui resti dell’antica Rocca (in passato, Colorno fu possedimento dei milanesi, e per loro conto fu retto dai Terzi e dai Sanseverino). La Reggia, che fu dapprima residenza dei Farnese e poi dei Borbone, si presenta oggi nel suo aspetto settecentesco: furono i progetti di Ferdinando Galli da Bibbiena (degli inizi del secolo) e di Ennemond Alexandre Petitot (degli anni Cinquanta del Settecento), a conferire alla Reggia l’aspetto odierno. Dopo l’Unità d’Italia la Reggia entrò in possesso dei Savoia che subito la cedettero allo Stato (non prima però d’aver fatto trasferire gran parte degli arredi preziosi in altri palazzi, come il Palazzo Reale di Torino o il Quirinale). La Reggia è anche ornata di favolosi giardini. Da visitare a Colorno anche il Duomo cinquecentesco.

Veduta di Colorno
Veduta di Colorno

9. Brescello

Brescello è famosa nel mondo per essere il teatro delle avventure di don Camillo e Peppone, i due personaggi creati dalla penna di Giovannino Guareschi, protagonisti di libri e film ambientati nella Brescello del dopoguerra e degli anni Cinquanta. Il borgo, che si trova in provincia di Reggio Emilia, lungo le sponde del Po, accoglie un Museo dedicato proprio ai film che hanno per protagonisti il bellicoso prete e l’attivista comunista diventato poi, nella finzione, sindaco della cittadina del reggiano. Il museo è ospitato nell’antico monastero di San Benedetto, che accoglie anche un Centro Culturale, un Museo Archeologico (uno dei principali del territorio: si sviluppa su due piani e accoglie soprattutto importanti reperti di epoca romana, dal momento che l’antica Brixellum fu un fondamentale luogo di commerci soprattutto in periodo imperiale), il Museo dedicato a Giovannino Guareschi, e la Biblioteca cittadina. Il celeberrimo “Crocifisso parlante” dei film di don Camillo è conservato nella settecentesca parrocchiale dedicata alla Natività di Maria.

Brescello, piazza Matteotti
Brescello, piazza Matteotti

10. Comacchio

Comacchio, in provincia di Ferrara, si trova nei pressi del delta del Po, regione di cui è uno dei centri più importanti. L’importanza storica della cittadina è dovuta sia alla sua posizione, sia alle numerose attività (dal sale alla pesca all’agricoltura) che nel corso dei secoli l’hanno sostenuta. Il pittoresco borgo storico sorge su una rete di canali: simbolo i Comacchio è il complesso dei “Trepponti”, un grande ponte che in antico costituiva l’accesso alla città fortificata. Nel borgo si conservano diverse testimonianze antiche: il settecentesco Duomo, il medievale santuario di Santa Maria in Aula Regia, il neoclassico Ospedale degli Infermi che oggi ospita il Museo Delta Antico. Dalla cittadina si può inoltre partire per un’escursione nelle Valli di Comacchio, una delle zone naturali più interessanti del paese.

Il borgo di Comacchio
Il borgo di Comacchio


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