Una statua umana di epoca neolitica, collocata per secoli in posizione orizzontale tra due delle principali strutture del sito archeologico di Göbeklitepe, è stata riportata alla luce dopo anni di lavoro sul sito archeologico della provincia di Şanlıurfa, nel sud-est della Turchia. L’annuncio è arrivato il 19 settembre dal ministro della Cultura e del Turismo, Mehmet Nuri Ersoy, durante una cerimonia a cui ha preso parte anche la principessa del Giappone Akiko Misaka, in visita ufficiale. Secondo le prime valutazioni, la scultura potrebbe avere avuto una funzione votiva, aprendo nuove prospettive di studio sui rituali e sul sistema di credenze delle comunità neolitiche che abitarono l’area oltre 10.000 anni fa.
Göbeklitepe, sito entrato nel 2018 nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO, continua a rivelare nuove informazioni sul periodo neolitico e sull’organizzazione sociale delle comunità di cacciatori-raccoglitori. Nel sito, tra i più antichi insediamenti conosciuti dell’umanità, è stato completato anche il restauro della struttura C, l’edificio più ampio del complesso, dove si trovano obelischi alti sei metri e del peso di diverse tonnellate. Nel suo intervento, Ersoy ha definito Göbeklitepe come la memoria comune non solo dell’Anatolia ma di tutta l’umanità, sottolineando come la responsabilità della sua protezione e trasmissione al futuro debba essere condivisa.
“È responsabilità di tutti noi proteggere questo patrimonio e trasmetterlo al futuro”, sostiene Ersoy. “Tra le strutture B e D, in una stanza, all’interno di un muro, è stata rinvenuta una statua umana disposta orizzontalmente, fissata alla parete e collocata con finalità votive. Grazie al progetto Heritage to the Future, non ci limitiamo agli scavi, ma restauriamo e proteggiamo le strutture portate alla luce e le affidiamo alle generazioni future”.
La struttura C, scoperta sessantadue anni fa e oggetto di scavi sistematici a partire dal 1995, è stata sottoposta a un lungo intervento di restauro nell’ambito del progetto Heritage to the Future. I lavori hanno incluso lo spostamento degli obelischi nelle loro posizioni originarie, il consolidamento delle pareti e l’impiego di una malta per giunti realizzata con pelo di capra, materiale scelto per la sua conformità con le tecniche costruttive dell’epoca.
Nel corso della cerimonia, Ersoy ha annunciato anche l’apertura di nuove infrastrutture di supporto al sito archeologico. Un centro visitatori, un parcheggio e nuovi percorsi di accesso verranno messi in funzione entro la fine del 2025, con l’obiettivo di migliorare la gestione dei flussi turistici, in costante crescita dopo l’iscrizione alla lista UNESCO. Sempre entro il prossimo anno, circa un migliaio di ulivi verranno trasferiti in un’area dedicata, mentre l’attività di ricerca sarà rafforzata attraverso nuove misurazioni geomagnetiche che consentiranno di definire strategie di scavo più mirate. Il 2025 segna inoltre il trentesimo anniversario dall’inizio delle indagini sistematiche a Göbeklitepe, avviate nel 1995. Attualmente, gli scavi si inseriscono nel progetto Stone Hills, che coinvolge 36 istituzioni accademiche internazionali e impiega circa 220 tra studiosi ed esperti, distribuiti su dieci diversi punti del sito. Parallelamente agli scavi, il programma Heritage to the Future si occupa di conservare e restaurare le strutture già portate alla luce, con l’obiettivo di preservarle per le generazioni future.
La valorizzazione di Göbeklitepe non si limita però agli interventi sul campo. Negli ultimi anni il sito è stato al centro di una strategia di promozione internazionale che ha portato a mostre in alcune delle principali sedi culturali mondiali. Nel 2023, la rassegna Göbeklitepe: The Mystery of a Sacred Place, ospitata al Colosseo di Roma, ha registrato oltre sei milioni di visitatori, contribuendo a far conoscere il sito a un pubblico globale. Per il 2026 è prevista una nuova esposizione intitolata Myths on the Stone: Göbeklitepe and the World of the Last Hunters, che aprirà alla James-Simon Gallery di Berlino e presenterà 96 opere provenienti dalle collezioni del Museo di Şanlıurfa.
Il ministro Ersoy ha sottolineato come la promozione internazionale, accanto agli scavi e ai restauri, sia parte integrante di una politica di valorizzazione che mira a collocare la Turchia al centro della ricerca archeologica mondiale. L’archeologia, ha affermato, si trova in una fase definita “età dell’oro”, caratterizzata dall’apertura di nuove prospettive sulla storia dell’umanità grazie alle scoperte provenienti da siti come Göbeklitepe e da altri complessi neolitici della regione.
La cerimonia ha avuto anche un risvolto diplomatico. La visita della principessa Akiko ha offerto l’occasione per ribadire i rapporti culturali tra Turchia e Giappone. Nel suo intervento, Ersoy ha espresso inoltre la convinzione che l’amicizia tra i due Paesi possa rafforzarsi ulteriormente attraverso iniziative congiunte fondate sulla storia e sulla cultura. Il ministro ha inoltre colto l’occasione per ricordare la Giornata dei Veterani, celebrata in Turchia il 19 settembre. In un passaggio del suo discorso, ha commemorato i caduti, sottolineando il valore del loro sacrificio per la nazione. Göbeklitepe, con i suoi templi monumentali datati al 9600 a.C., continua dunque a rappresentare uno dei siti archeologici più rilevanti a livello mondiale.
L'autrice di questo articolo: Noemi Capoccia
Originaria di Lecce, classe 1995, ha conseguito la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara nel 2021. Le sue passioni sono l'arte antica e l'archeologia. Dal 2024 lavora in Finestre sull'Arte.Per inviare il commento devi
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