Perù, presentato ufficialmente il sito archeologico di Peñico dopo otto anni di scavi e scoperte


Situata a 600 metri d’altitudine nella valle di Supe in Perù, Peñico fu un nodo strategico di scambio tra costa, montagne e foresta. Dopo otto anni di ricerche, il Ministero della Cultura ha presentato i risultati e annunciato l’apertura al pubblico del sito, risalente al 1800 a.C.

Il sito archeologico di Peñico, nella valle di Supe in Perù, è stato ufficialmente presentato al pubblico come nuova tappa dell’esplorazione storica della civiltà andina preincaica. A renderlo noto è stata la direttrice della Zona Archeologica Caral (ZAC), Ruth Shady, durante una conferenza stampa tenutasi il 3 luglio presso il Ministero della Cultura del Perù. Il centro urbano, risalente a circa 3800 anni fa (1800-1500 a.C.), si configura come una delle principali scoperte legate alla rete di insediamenti sviluppatisi dopo la decadenza della città sacra di Caral.

Situata a 600 metri sul livello del mare, nella provincia di Huaura (regione di Lima), Peñico si trova su una terrazza naturale parallela al fiume Supe. La scelta del sito rispondeva a criteri strategici ben precisi: l’altitudine offriva protezione da inondazioni e frane, mentre la vicinanza a un cono di espulsione e il contesto collinare favorivano sia la monumentalità architettonica che le interazioni economiche e culturali con altre regioni. Secondo gli archeologi, Peñico funzionava come snodo per scambi che includevano beni provenienti non solo dalla costa e dalle Ande, ma anche dalla foresta pluviale.

“Questo centro urbano si è sviluppato seguendo la tradizione culturale di Caral”, ha detto l’archeologo Shady Solís. “Per la sua posizione strategica, ha articolato i villaggi della costa e delle montagne di Supe e Huaura, così come quelli che vivevano nel territorio andino-amazzonico nello spazio alto andino della regione. Peñico si aggiunge ai siti archeologici che possono essere visitati sotto la nostra gestione: la Città Sacra di Caral, la città di pescatori di Áspero e la città di Vichy. Il pubblico potrà anche conoscere questa città dell’integrazione”.

Gli studi condotti dalla ZAC ipotizzano che, con il declino di Caral e di altri centri primari della valle, la popolazione di Peñico mantenne attivi i legami con le reti di interazione sociale ed economica già esistenti. Uno degli elementi chiave per comprendere il ruolo del sito risiede nell’ematite, minerale ferroso utilizzato per la produzione di pigmenti rossi, ritenuto di alto valore simbolico nella cosmologia andina. L’estrazione e la distribuzione dell’ematite potrebbero aver contribuito al prestigio raggiunto dalla comunità locale.

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Le indagini archeologiche hanno permesso di identificare finora 18 strutture, comprese costruzioni pubbliche e residenziali. Tra queste, particolare rilievo è stato attribuito al complesso B1-B3, situato nel settore B del sito. In questo edificio pubblico maggiore si trova una sala decorata con rilievi raffiguranti pututus, strumenti musicali a forma di conchiglia usati per la comunicazione a lunga distanza. Il pututu non aveva solo una funzione pratica: era simbolo di rango sociale e veniva impiegato anche in rituali religiosi come offerta alle divinità.

Il complesso architettonico del settore B è stato interpretato come centro delle attività amministrative e cerimoniali di Peñico. Le sue dimensioni, la posizione dominante e la ricchezza dei reperti suggeriscono che fosse sede delle autorità locali e teatro di riunioni pubbliche che coinvolgevano individui di diversa gerarchia sociale.

All’interno della struttura sono stati rinvenuti manufatti di grande interesse, tra cui sculture in argilla non cotta raffiguranti figure umane e animali, oltre a oggetti cerimoniali. Sono emerse anche collane composte da perline di materiali vari: conchiglie Spondylus, Argopecten purpuratus, Felicioliva peruviana, minerali come rodocrosite e crisocola, osso animale e argilla. Il materiale litico ritrovato comprende strumenti come moledores, percutores, incus, chancadores e batanes.

In occasione della conclusione di questa lunga fase di ricerche e interventi di conservazione, è stato annunciato per sabato 12 luglio 2025 il primo Peñico Raymi, un festival ispirato alla tradizione andina. L’evento prevede una cerimonia di pagamento simbolico alla Pachamama, momenti di riconoscimento rivolti alla popolazione locale per l’impegno nella tutela del patrimonio, e attività artistiche di carattere culturale.

Peñico sarà ora accessibile anche al pubblico. Come altri siti gestiti dalla Zona Archeologica Caral, è stato dotato di servizi minimi essenziali per l’accoglienza dei visitatori: parcheggi, un’area reception e un centro di informazione e interpretazione. Qui il pubblico potrà conoscere nel dettaglio le caratteristiche del sito attraverso materiali didattici e interattivi, modelli tridimensionali, infografiche, diorami e ricostruzioni digitali.


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