Una recente indagine scientifica sui papiri carbonizzati di Ercolano, custoditi presso la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli, ha portato alla luce nuove informazioni sulla figura di Zenone di Cizio, fondatore dello Stoicismo, che offrono uno sguardo inedito sulla sua esistenza. La sua fragilità fisica, probabilmente dovuta a un regime alimentare frugale, e la tendenza all’isolamento che lo spingeva a evitare i banchetti, rafforzano l’immagine di un asceta dedito alla riflessione filosofica. Lo Stoicismo, corrente filosofica nata ad Atene intorno al 300 a.C. per opera di Zenone, insegna a vivere secondo virtù, ragione e natura, per raggiungere la felicità attraverso il controllo delle passioni e il distacco da ciò che non si può controllare.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Scientific Reports edita da Springer Nature, rientra nel Progetto ERC Advanced Grant 885222-GreekSchools, coordinato da Graziano Ranocchia del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, e dedicato, tra gli altri obiettivi, allo studio diagnostico dei papiri ercolanesi.
Le nuove scoperte sono il risultato dell’utilizzo di tecnologie di analisi sempre più sofisticate. Per la prima volta, un’équipe dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (CNR-Ispc) e dell’Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti “Eduardo Caianiello” (CNR-Isasi) ha applicato ai papiri la termografia attiva, tecnica che ha reso perfettamente leggibili testi altrimenti invisibili ad occhio nudi, contenuti in vari rotoli aperti. Questi documenti comprendono opere storico-filosofiche di altissimo valore, come la Storia della scuola stoica, la presunta Storia della scuola pitagorica e la cosiddetta Storia della scuola epicurea di Filodemo di Gadara (110 – dopo il 40 a.C.), probabile proprietario o custode della celebre biblioteca scoperta nel XVIII secolo durante gli scavi borbonici nella Villa dei Papiri di Ercolano.
La termografia attiva consente di generare un contrasto notevole tra scrittura e supporto carbonizzato — simile a quello ottenuto con l’imaging iperspettrale a onda corta (SWIR) — e di ricavare preziose informazioni per la conservazione dei manufatti, come la struttura dell’intreccio del papiro o i punti di incollatura tra i frammenti di papiro e il cartoncino di supporto. Gli esperimenti sono stati condotti mediante laboratori mobili presso l’Officina dei Papiri Ercolanesi della Biblioteca Nazionale di Napoli, grazie alla collaborazione tra i team del CNR-Isasi e del CNR-Ispc. Quest’ultimo ha utilizzato strumentazioni portatili sviluppate nel progetto MUR PON IR SHINE, a supporto della piattaforma MOLAB attiva nell’infrastruttura di ricerca europea E-RIHS-ERIC.
L’impiego di queste tecnologie ha reso possibile una nuova edizione della Storia della scuola stoica di Filodemo, curata da Kilian Fleischer dell’Università di Tubinga e membro del progetto GreekSchools, che presenta un incremento del 10% di testo greco rispetto all’edizione del 1994. Questo progresso ha permesso di approfondire la conoscenza sulla vita e sulla cronologia di Zenone di Cizio, così come su altri importanti filosofi stoici successivi, tra cui Crisippo e Panezio, quest’ultimo noto per aver diffuso lo stoicismo a Roma.
Ulteriori scoperte significative provengono da altri due papiri, recentemente riediti dai ricercatori del progetto GreekSchools. La nuova edizione del papiro PHerc. 1508, curata da Eleni Avdoulou, ha rivelato il 45% di testo greco in più rispetto al passato e ha smentito l’antica interpretazione dell’opera come Storia della scuola pitagorica. Il testo sembrerebbe invece trattare una storia della medicina o, più precisamente, una biografia di medici greci, tra cui Acrone di Agrigento, fondatore della scuola empirica, ed Eurifonte di Cnido.
Infine, il papiro PHerc. 1780, nella nuova edizione curata da Carlo Pernigotti che ha recuperato circa il 30% di testo aggiuntivo, si è rivelato una raccolta di testamenti di membri della scuola epicurea, e non una storia di essa, come precedentemente ritenuto. Si tratta, di fatto, dell’unico testo di carattere documentario presente nell’intera collezione ercolanese.
“Nel papiro PHerc. 1018, contenente la Storia della scuola stoica, la famosa opera di Zenone di Cizio, la Repubblica, viene descritta come moralmente discutibile poichè vi si raccomandano pratiche sessuali e sociali considerate imbarazzanti. Zenone, di origine fenicia, è oggetto di scherno per la sua scarsa padronanza della lingua greca, segno del disprezzo dei greci verso gli stranieri non di lingua greca”, spiega Graziano Ranocchia. “Si riporta anche che egli lamentatosi durante un banchetto o un bagno termale di essere stato messo vicino all’ingresso, viene accusato di infastidire i giovani con le sue chiacchiere e rimproveri, e viene deriso per la sua presunta incapacità di fornire ai presenti un semplice calderone d’acqua calda. Si rileva tuttavia che alla sua morte, a causa della sua grande rinomanza filosofica, gli furono tributati solenni funerali pubblici”. “Finalmente possiamo disporre di una serie di immagini perfettamente leggibili di vari papiri ercolanesi con un contrasto e una risoluzione accettabili per il loro studio, lettura ed edizione, con ricadute significative per la nostra conoscenza di momenti e protagonisti della storia della filosofia greca”, ha aggiunto.
“La diagnostica non invasiva del patrimonio culturale si sta arricchendo di nuovi metodi avanzati, sempre più spesso applicati in modo integrato, che consentono di visualizzare caratteristiche dei materiali altrimenti inaccessibili”, spiega Costanza Miliani, direttrice del Cnr-Ispc. “In questo contesto, la termografia attiva, una tecnica di imaging nel dominio infrarosso, si è dimostrata particolarmente efficace nell’analisi dei papiri carbonizzati di Ercolano. Questo approccio consente di acquisire segnali di contrasto tra l’inchiostro carbonioso e il supporto papiraceo fortemente alterato dalla carbonizzazione, rendendo visibili testi quasi completamente illeggibili a occhio nudo. Si tratta di un progresso significativo, che apre nuove prospettive tanto per lo studio filologico dei testi quanto per la conservazione consapevole di materiali estremamente fragili”.
“Questo risultato rappresenta un riconoscimento importante per i nostri laboratori di diagnostica ottica, in particolare per quello di Termografia e IR Imaging, che da anni sviluppano e applicano metodologie innovative per l’indagine non invasiva dei beni culturali”, prosegue Ivo Rendina, direttore del Cnr-Isasi. “L’applicazione ai papiri ercolanesi dimostra come tecniche d’imaging avanzate, opportunamente adattate al contesto storico-archeologico, possano restituire alla comunità scientifica e alla società un patrimonio di conoscenze rimasto finora inaccessibile, contribuendo allo stesso tempo a orientare le strategie di conservazione”.
"Il Progetto GreekSchools”, aggiunge Alessandro Lenci, direttore del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, “dimostra l’importanza di un approccio multidisciplinare alla ricerca umanistica, un tratto caratteristico di molte ricerche condotte dal nostro Dipartimento”.
“In passato, i tentativi di svolgimento e lettura dei papiri ercolanesi hanno determinato severi danneggiamenti ai manufatti, la cui estrema fragilità impone sempre una doverosa cautela nella valutazione delle metodiche di analisi. Le nuove tecnologie utilizzate dall’equipe guidata dal prof. Ranocchia, consentendo la ricostruzione di ampie porzioni di testo prima illeggibili senza alcun deterioramento dei papiri, conciliano dunque perfettamente le fondamentali esigenze di tutela di questi materiali con quelle, altrettanto importanti, dello studio e della ricerca”, conclude la direttrice della Biblioteca Nazionale di Napoli, Silvia Scipioni. La partecipazione della Biblioteca Nazionale di Napoli al progetto GreekSchools insieme all’Università di Pisa e al Cnr, la vede per la prima volta co-beneficiaria di un progetto finanziato dalla Commissione Europea.
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