Scoperte a Westminster tracce di attività umana risalenti a 6.000 anni fa


Nel cantiere del programma di Restauro e Rinnovo del Palazzo di Westminster nel West End di Londra emergono reperti mesolitici e strutture medievali: un insieme di testimonianze stratificate che riscrive la storia dell’area, rivelando attività umane molto più antiche di quanto finora ipotizzato.

Le indagini archeologiche condotte nel complesso del Palazzo di Westminster, nel West End di Londra, hanno portato alla luce evidenze di attività umana risalenti a quasi 6.000 anni fa, anticipate di oltre un millennio rispetto alle prime strutture di Stonehenge. Si tratta di oltre sessanta schegge di selce scheggiata, fra cui un utensile lavorato, databili al tardo Mesolitico o all’inizio del Neolitico, attorno al 4300 a.C. Il ritrovamento rientra nel programma triennale di ricerche promosso dalla Restoration and Renewal Delivery Authority, incaricata del progetto di Restauro e Rinnovo del Palazzo. I dati emersi avranno un ruolo rilevante nella progettazione degli interventi futuri. Le selci provengono da depositi sabbiosi non disturbati, porzioni residue dell’antica Thorney Island. L’area, prima della formazione dell’attuale Londra, costituiva un ambiente favorevole alla pesca, alla caccia e alla raccolta, pratiche attestate dai rari materiali rinvenuti. Si tratta di testimonianze che contribuiscono a definire con maggiore precisione la presenza umana nella zona, oggi fulcro della capitale britannica.

“La storia di Westminster è lunga, affascinante e ben documentata”, afferma il Lord Speaker, Lord McFall di Alcluith. “Scoperte come queste ci permettono di ampliare la nostra conoscenza di questo antico sito. Queste indagini archeologiche sono una parte importante del lavoro preparatorio per il restauro e il rinnovamento dell’edificio vittoriano”.

“Mentre ci prepariamo al restauro e al rinnovamento dell’iconico Palazzo di Westminster, stiamo lavorando intensamente per comprendere meglio l’edificio e i millenni di storia che si celano sotto la sede del Parlamento come lo conosciamo oggi”, dice Judith Cummins, parlamentare, Vice Presidente della Camera dei Comuni e Presidente del Consiglio del Programma R&R.

Parallelamente alla scoperta preistorica, le attività di scavo hanno restituito un insieme eterogeneo di reperti che documentano continuità e trasformazioni del sito nel corso dei secoli. Tra gli oggetti individuati figurano una calzatura medievale in cuoio con suole e lacci di diverse misure, datata attorno a ottocento anni fa; frammenti di pipe in argilla riccamente decorate, riconducibili alla ricostruzione ottocentesca del Palazzo dopo l’incendio del 1834 e probabilmente utilizzate dagli scalpellini impegnati nel cantiere; un frammento di altare romano di oltre duemila anni, successivamente reimpiegato nella struttura di un edificio più tardo; un distintivo in piombo raffigurante un cuore fiorito, motivo ornamentale diffuso fra XIV e XV secolo su anelli e sigilli; un boccale da birra di cinque pinte del XIX secolo con l’iscrizione “Geo Painter”, verosimilmente riferibile a George Painter, oste della Ship and Turtle Tavern nell’area di Leadenhall; una mattonella medievale di Westminster, utilizzata come modello per le piastrelle impiegate nella ricostruzione ottocentesca del Palazzo.

Uno dei risultati più rilevanti delle ricerche riguarda il ritrovamento, nell’agosto 2025, dei resti della Lesser Hall medievale, nota anche come White Hall. Il complesso, risalente al 1167, era articolato su due piani e destinato in origine alle funzioni di sala da pranzo reale. Nel tempo venne impiegato per attività di rilievo nella storia parlamentare, ospitando la Corte di Cancelleria, la Corte delle Richieste e, in diverse fasi, la Camera dei Comuni e quella dei Lord. A lungo si è ritenuto che l’edificio fosse stato gravemente danneggiato dal grande incendio del 1834, la cui origine sarebbe legata alla fornace nel seminterrato della sala. Le nuove prove archeologiche, rafforzate da riscontri documentari, indicano invece che parti importanti delle murature in pietra non solo sopravvissero al rogo e a una successiva esplosione bellica della Seconda guerra mondiale, ma vennero riparate, coperte nuovamente e utilizzate fino alla demolizione definitiva del 1851. Il rinvenimento consente di riconsiderare la durata e la funzione degli edifici medievali sopravvissuti nel sottosuolo del palazzo moderno.

La Sala Minore medievale. Foto: ©R&R Delivery Authority
I resti della Lesser Hall medievale. Foto: ©R&R Delivery Authority

“Il Palazzo di Westminster è stato un elemento centrale della nostra storia nazionale per mille anni; il luogo di eventi epocali che hanno plasmato la storia del Regno Unito”, aggiunge il presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Autorità per il Restauro e il Rinnovo delle Camere del Parlamento, illustre storico, archeologo ed esperto di restauro del patrimonio, Simon Thurley CBE. “Mentre pianifichiamo l’importante restauro e rinnovamento del Parlamento, dobbiamo procedere con cautela sulla storia che abbiamo sotto i piedi, per proteggerla e imparare da essa. L’anno scorso questo processo di scoperta è iniziato con i primi scavi di prova che hanno già rivelato cose che non sapevamo, oltre a confermare ciò che sospettavamo. È l’inizio di un affascinante e importante viaggio di scoperta”.

“I primi ritrovamenti delle indagini archeologiche confermano la ricchezza di Westminster come sito”, continua DavidBrock, responsabile dell’Unità per i Beni Storici del Governo presso Historic England. “Testimoniano la varietà delle esperienze umane in questo sito. L’individuazione delle mura della Lesser Hall è particolarmente entusiasmante. Con il proseguimento di questo lavoro, speriamo che ampli ulteriormente la nostra comprensione degli edifici medievali sopravvissuti, in particolare della Westminster Hall, e che le scoperte arricchiscano la nostra conoscenza di questo sito Patrimonio dell’Umanità. Deve anche aprire la strada a una risposta sensibile al passato del sito quando verranno avanzate proposte per il restauro e il rinnovamento del Palazzo”.

“Queste entusiasmanti scoperte e ritrovamenti contribuiscono alla storia nazionale e alla conoscenza storica del sito del Palazzo di Westminster e del Patrimonio dell’Umanità”, dichiara Diane Abrams, responsabile archeologica della Restoration and Renewal Delivery Authority. “È fantastico vedere rare testimonianze di utensili preistorici in selce su depositi di sabbia indisturbati in questa parte di Thorney Island, dove ora sorge il Parlamento. Anche la scoperta dei resti superstiti del muro medievale della Lesser Hall, insieme alle fondamenta delle ex strutture parlamentari, è un evento davvero speciale. È fondamentale continuare queste indagini per comprendere cosa si cela sottoterra in una fase iniziale, al fine di informare e orientare le decisioni sulla progettazione e sulle ulteriori indagini in vista dei futuri lavori di abilitazione e costruzione. Ciò garantisce che lo straordinario patrimonio e l’archeologia del sito siano gestiti in modo appropriato, consentendo al contempo l’attuazione sicura ed efficiente del Programma di Restauro e Rinnovamento”.

Le indagini sono affidate a MOLA (Museum of London Archaeology), su incarico della Restoration and Renewal Delivery Authority, e interessano nove aree del complesso: Black Rod’s Garden, Royal Court, Speaker’s Court, Speaker’s Green, Cromwell Green, Old Palace Yard, Victoria Tower Gardens, New Palace Yard e il tratto di fiume e foreshore lungo il Tamigi. Le zone sono state selezionate in base alle esigenze progettuali, prevedendo interventi nei punti in cui sono attese future opere di scavo. L’intero perimetro del Palazzo ricade in un’Archaeological Priority Area di livello 1, categoria che ne riconosce il valore storico e la sensibilità archeologica, frutto di una continuità insediativa che si protrae da oltre un millennio.

Nell’XI secolo, Canuto il Grande stabilì la propria residenza reale a Thorney Island. Pochi decenni dopo, fra il 1045 e il 1050, Edoardo il Confessore promosse la costruzione di un palazzo reale nello stesso luogo, mentre avviava la realizzazione della prima abbazia di Westminster. Da allora l’area è divenuta uno dei fulcri istituzionali della storia inglese, circostanza che spiega la molteplicità delle tracce archeologiche conservate nel terreno. Finora il team ha individuato, documentato e ricoperto numerosi elementi riconducibili al palazzo medievale, agli edifici parlamentari successivi e alla ricostruzione vittoriana. L’insieme delle informazioni raccolte contribuisce a chiarire ulteriormente la stratificazione complessa dell’area. Il programma attuale mira a definire con maggiore precisione l’archeologia del Palazzo, colmando lacune nel quadro storico generale, orientando le indagini future e sostenendo le scelte progettuali e costruttive con dati aggiornati, così da ridurre rischi e ritardi nelle fasi operative. Le attività preliminari comprendono lo scavo di quattordici trincee esplorative, la realizzazione di dieci carotaggi geoarcheologici e il monitoraggio della riva del Tamigi. I lavori proseguiranno fino al 2026 e una relazione conclusiva sui risultati ottenuti è prevista per il 2027.


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Noemi Capoccia

L'autrice di questo articolo: Noemi Capoccia

Originaria di Lecce, classe 1995, ha conseguito la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara nel 2021. Le sue passioni sono l'arte antica e l'archeologia. Dal 2024 lavora in Finestre sull'Arte.



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