A metà del suo percorso di borsa di studio presso The Phoebus Foundation, la restauratrice brasiliana Aline Assumpção sta intervenendo sul Ritratto di Cosimo III de’ Medici bambino, opera del pittore fiammingo Justus Suttermans, conosciuto in Italia anche con il nome italianizzato in “Giusto”, (Anversa, 1597 – Firenze, 1681). Datato 1649, quando Cosimo aveva appena otto anni, il dipinto testimonia il ruolo di Suttermans come pittore di corte della famiglia Medici e la sua capacità di combinare le tradizioni pittoriche italiane e fiamminghe. L’artista raffigura il giovane duca immerso in un gioco delicato di luci e ombre, rivelando la morbidezza e la sensibilità del suo tratto.
Il ritratto presentava una vernice fortemente ossidata che aveva oscurato la composizione e offuscato le sfumature cromatiche originali. Precedenti interventi di restauro avevano lasciato ritocchi e aggiunte, mentre un rinforzo in tela aveva alterato le dimensioni originali dell’opera, aggiungendo sei centimetri di lino lungo il bordo inferiore e modificandone leggermente le proporzioni. Tracce di precedenti chiodature rivelano che la tela era stata originariamente tesa su un telaio più piccolo. Curiosamente, il rinforzo consiste in quattro pezzi di lino cuciti insieme a formare una sorta di patchwork, soluzione la cui motivazione rimane incerta, se non la possibile indisponibilità di una tela delle dimensioni desiderate. Vista la deformazione evidente del supporto, l’intervento strutturale si è reso necessario.
La tela di rinforzo, finemente tessuta, contrasta con l’ordito più grossolano della tela originale. Questa tensione strutturale, unita alle cuciture visibili e a un fissaggio inadeguato al telaio, aveva generato ulteriori deformazioni. La rimozione della vernice ingiallita e dei ritocchi precedenti ha richiesto estrema delicatezza: la tela originale, poco compatta, presentava una sottile crettatura e una struttura porosa, per cui i solventi rischiavano di penetrare e indurire il materiale. Per evitare danni, l’operazione è stata controllata rimuovendo la vernice solo in superficie senza attraversare il supporto.
Per la pulitura sono stati utilizzati gel PVA-Borax arricchiti con agar (un gelificante naturale), che formano un sistema a doppia rete consentendo un’azione estremamente controllata, insieme a Evolon, microfibra che regola l’attività del solvente. Il processo ha permesso di ammorbidire delicatamente lo strato di vernice e rivelare dettagli decorativi negli abiti del giovane Cosimo e le sottigliezze del pennello di Suttermans. Durante la preparazione del trattamento, The Phoebus Foundation ha consultato Simon Bobak, restauratore di Londra specializzato in conservazione strutturale, con cui ha discusso le sfide specifiche di diversi lavori in corso nello studio.
Per il ritratto di Cosimo bambino, il principio guida è stato l’intervento minimo e localizzato. Il bordo superiore della tela era fissato solo da due chiodi. Mediante l’uso attento di pesi e umidificazione delicata, le deformazioni sono state progressivamente ridotte e la superficie stabilizzata. Successivamente il bordo superiore è stato staccato dal telaio e rinforzato con una striscia di lino sottile. La correzione locale ha migliorato le deformazioni e potrebbe garantire l’integrità strutturale e la coerenza visiva dell’opera. Il restauro è ancora in corso. Dopo la pulitura, sarà applicata una vernice protettiva per isolare lo strato pittorico prima delle fasi successive, che includeranno il riempimento delle perdite, la reintegrazione pittorica e la verniciatura finale a completamento del trattamento. L’operazione mira a restituire la leggibilità e la nitidezza originale dell’opera, preservando al contempo l’autenticità dei materiali e delle tecniche utilizzate da Suttermans, senza alterare l’impronta storica dei precedenti interventi.
Il Ritratto di Cosimo III de’ Medici bambino rappresenta un caso complesso di conservazione, in cui la delicatezza del supporto originale, le modifiche subite nel tempo e i trattamenti precedenti richiedono strategie di intervento estremamente precise e localizzate. Il lavoro di Assumpção illustra le difficoltà e le soluzioni che caratterizzano la conservazione dei dipinti storici, combinando competenze scientifiche e sensibilità artistica.
L'autrice di questo articolo: Noemi Capoccia
Originaria di Lecce, classe 1995, ha conseguito la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara nel 2021. Le sue passioni sono l'arte antica e l'archeologia. Dal 2024 lavora in Finestre sull'Arte.Per inviare il commento devi
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