Il Papa è in ferie a Castel Gandolfo, ma il Polo Museale resta aperto al pubblico


Nonostante il soggiorno estivo di Leone XIV nelle Ville Pontificie, il Palazzo Apostolico e i giardini di Castel Gandolfo rimangono accessibili ai visitatori, con alcune modifiche agli orari. L’Antiquarium e la Specola Vaticana saranno invece temporaneamente chiusi.

Il Polo Museale delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo a Roma resterà aperto al pubblico anche durante il soggiorno estivo del papa Leone XIV, previsto in due periodi: dal 6 al 20 luglio e dal 15 al 17 agosto. La permanenza del Papa non comprometterà dunque le visite, seppur con qualche variazione di orario legata alla recita dell’Angelus o ad altre attività pubbliche. L’unica eccezione riguarda l’Antiquarium al piano terreno, che sarà temporaneamente chiuso al pubblico e che custodisce reperti archeologici rinvenuti nell’area tra il 1841 e il 1931, così come la Specola Vaticana.

Le Ville Pontificie sorgono sui resti dell’Albanum Domitiani, la fastosa residenza voluta dall’imperatore romano Cesare Domiziano Augusto, che governò dall’81 al 96 d.C., e che si estendeva su una superficie di circa 14 chilometri quadrati fino al lago di Albano. Sulle sue rovine fu costruita nel Medioevo una rocca dalla famiglia genovese dei Gandolfi, poi passata ai Savelli e infine, nel 1604, acquisita dalla Camera Apostolica per essere destinata a residenza estiva dei Papi. Il primo a volerne la trasformazione in dimora pontificia fu Urbano VIII, al secolo Maffeo Barberini. I lavori furono affidati all’architetto Carlo Maderno, mentre le decorazioni pittoriche furono curate da Simone Lagi.

Il giardino di Villa Barberini a Castel Gandolfo. Foto: Musei Vaticani
Il giardino di Villa Barberini a Castel Gandolfo. Foto: Musei Vaticani

Nel corso dei secoli, vari Pontefici contribuirono ad ampliare e arricchire il complesso. Alessandro VII si avvalse del contributo di Gian Lorenzo Bernini, Clemente XIV acquistò la vicina Villa Cybo e Paolo V si occupò del restauro degli acquedotti. La continuità storica del legame tra la sede pontificia e la cittadina si interruppe poi con la fine dello Stato Pontificio, nel 1870, quando le Ville Pontificie furono abbandonate per circa sessant’anni. Nel 1929, con i Patti Lateranensi, Castel Gandolfo ritrovò la sua vocazione. Furono realizzati restauri e vennero messi in comunicazione i tre grandi giardini: quello del Moro, Villa Cybo e Villa Barberini. Nel 1934, inoltre, fu trasferita qui la sede dell’Osservatorio Astronomico Vaticano, affidato ai Padri Gesuiti, a causa della crescente luminosità notturna che ormai comprometteva le osservazioni nel cielo romano. L’ultimo Pontefice a risiedervi prima di Leone XIV è stato Benedetto XVI, che vi soggiornò brevemente nel 2013, prima del suo trasferimento nel Monastero Mater Ecclesiae.

Dopo il 2013, Papa Francesco ha visitato Castel Gandolfo in tre occasioni: la prima il 23 marzo dello stesso anno, durante il soggiorno del suo predecessore; poi nel 2016, anno in cui decise di aprire al pubblico il Palazzo Apostolico, e infine a febbraio 2023, quando promosse la creazione del Borgo Laudato Si’, un progetto educativo e sociale destinato a iniziative formative nei giardini delle Ville Pontificie, tra cui Villa Cybo.

Veduta dall’alto di Castel Gandolfo.
Veduta dall’alto di Castel Gandolfo.

Leone XIV sarà dunque il sedicesimo Pontefice a soggiornare nella storica residenza estiva dei Papi. Il Papa ha già visitato Castel Gandolfo due volte nel corso degli ultimi mesi: il 29 maggio, quando ha raggiunto il Borgo Laudato Sì e il Palazzo Apostolico, e il 3 luglio per un sopralluogo a Villa Barberini, dove alloggerà durante la permanenza. Con i suoi giardini e pertinenze, il palazzo sarà quindi riservato esclusivamente al soggiorno papale.

Al contrario, il resto del complesso museale rimarrà fruibile dal pubblico. Il centro del percorso di visita è il Palazzo Apostolico, dove si può accedere, acquistando un biglietto presso la biglietteria in loco o attraverso il sito ufficiale dei Musei Vaticani. Il percorso museale si articola su due livelli. Al primo piano è visitabile una galleria che raccoglie i ritratti dei Papi dal Cinquecento ai giorni nostri. Al secondo piano, invece, si accede agli ambienti storici in cui si svolgeva la vita quotidiana dei Pontefici: la Sala del Concistoro, la Sala dei Palafrenieri, la Sala del Trono, la Sala degli Svizzeri, la camera da letto, la biblioteca, lo studio privato e la cappella, dove è conservata una copia della Madonna di Czestochowa.

Il labirinto del giardino di Villa Barberini a Castel Gandolfo. Foto: Musei Vaticani
Il labirinto del giardino di Villa Barberini a Castel Gandolfo. Foto: Musei Vaticani

Oltre agli spazi consueti, i visitatori avranno la possibilità di accedere anche ad alcune aree normalmente non incluse nel percorso museale. Tra queste, la cappellina di Urbano VIII, la Sala del Biliardo e la Sala della Musica, ambienti che restituiscono uno spaccato della vita privata dei Pontefici e che saranno oggetto di visite speciali. Resterà invece chiusa al pubblico durante tutto il periodo di permanenza papale la Specola Vaticana, uno dei centri astronomici più antichi del mondo, che ha sede in una delle aree del complesso. Il percorso museale offre inoltre l’opportunità di accedere alle Collezioni Storiche e alle nuove aree espositive inaugurate nel febbraio 2024. Attualmente, comprese nel biglietto, sono allestite tre mostre temporanee: Bellini e Sodoma – Passione di Cristo, la mostra dedicata all’arazzo raffaellesco con la Lapidazione di Santo Stefano, e Castel Gandolfo 1944, che rievoca i mesi in cui la residenza, grazie allo status di extraterritorialità, fu trasformata da Pio XII in rifugio per oltre dodicimila sfollati. In un contesto segnato da bombardamenti e lutti, tra cui quello del 10 febbraio che causò la morte di oltre cinquecento persone, emersero anche storie di speranza: circa quaranta bambini vennero alla luce nel letto del Papa, tra cui due gemelli che furono chiamati Eugenio Pio e Pio Eugenio in omaggio al Pontefice.


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