Un manoscritto medievale proveniente dalla prestigiosa biblioteca monastica di Mont Saint-Michel, una delle più importanti del tempo in Francia, è stato recentemente ritrovato dopo oltre duecento anni di assenza. Il rientro nelle collezioni nazionali francesi rappresenta un evento rilevante sotto il profilo del patrimonio storico e culturale. Il manoscritto è stato formalmente restituito allo Stato nel 2023 e il 27 giugno scorso è stato consegnato alla città di Avranches, depositaria ufficiale dei manoscritti di Mont Saint-Michel sin dalla Rivoluzione francese. Il trasferimento è avvenuto a Caen, dove Nicolas Georges, direttore incaricato del libro e della lettura presso il Ministero della Cultura, ha ufficialmente consegnato il manoscritto al sindaco di Avranches, David Nicolas. A partire dal 5 luglio e fino al prossimo 11 ottobre, il volume è esposto presso il Museo Scriptorial di Avranches.
Il ritrovamento del manoscritto è il risultato di un processo lungo e articolato, partito nel 2018 ad Alençon, quando un manoscritto medievale venne individuato in un catalogo di vendita all’asta. Benché non sia raro imbattersi in testi simili in questo tipo di contesto, l’opera ha attirato rapidamente l’attenzione degli studiosi. Alcuni elementi specifici (decorazioni, soggetti, tipologia di scrittura e la presenza di una segnatura archivistica) lasciavano supporre un’origine legata all’abbazia di Mont Saint-Michel. Una prova ancora più significativa era rappresentata da una delle prose liturgiche contenute nel manoscritto, dedicata a sant’Oberto, vescovo di Avranches e fondatore dell’abbazia di Mont Saint-Michel.
Sotto l’impulso di un gruppo di ricercatori, è iniziata un’indagine dettagliata che ha comportato l’analisi degli inventari storici e la revisione della storia dei manoscritti della biblioteca monastica. Il confronto con i documenti antichi ha permesso una identificazione formale del manoscritto come parte della collezione medievale di Mont Saint-Michel, con datazione tra il XII e il XIII secolo. L’ultima menzione certa del manoscritto risaliva all’inizio del XIX secolo. Si tratta del primo caso di ricomparsa di un manoscritto di Mont Saint-Michel da oltre 150 anni.
In quanto bene nazionale, il manoscritto è stato rivendicato dallo Stato francese. Il Ministero della Cultura, dopo aver ottenuto il riconoscimento della proprietà pubblica da parte del Tribunale amministrativo di Parigi nel giugno 2020, ne ha ottenuto la restituzione nell’aprile 2023. L’opera è stata successivamente sottoposta a un intervento di restauro e digitalizzazione, prima di essere affidata alla città di Avranches, dove è ora conservata insieme ad altri duecento manoscritti di Mont Saint-Michel.
Il volume è un’opera composita, che raccoglie quattro manoscritti distinti, originariamente indipendenti, accomunati dalla loro funzione educativa. La prima sezione è dedicata all’insegnamento della musica, attraverso trattati didattici medievali. Segue un componimento liturgico in prosa e in versi, dedicato a sant’Oberto. Questo testo è il più antico testimone conosciuto di una composizione poetica che era già nota in manoscritti successivi risalenti alla metà del XVII secolo. La liturgia veniva eseguita durante la messa e stabiliva un parallelo tra armonia musicale, armonia divina e virtù umane, in un contesto che riflette l’ideale monastico dell’epoca.
Nella seconda parte si trova un primo racconto allegorico a firma di Jean d’Hauville, intitolato Architrenius, che ha per protagonista il “maestro delle lamentazioni”, un personaggio oppresso dalle difficoltà della vita e in cerca di consolazione presso Madre Natura. Subito dopo si incontra un secondo racconto, attribuito ad Alain de Lille, anch’esso di carattere filosofico e poetico, incentrato sul tema dell’apprendimento attraverso un percorso iniziatico. Particolarmente enigmatico è il disegno presente nell’ultima pagina del manoscritto, che ritrae una figura umana seduta a gambe incrociate, vestita all’antica, con in mano un bastone o forse il manico di uno strumento musicale. Non è chiaro se si tratti di una rappresentazione dell’arcangelo Michele o di un musicista incompiuto. Accanto al disegno, un’iscrizione manoscritta lascia spazio all’interpretazione. Vi si legge una nota in latino, probabilmente vergata da un monaco o da un lettore: “È cosa nota che amo molto bere. / Mi addolora non riuscire a imparare l’arte della grammatica meglio di quella della logica”.
I testi risalenti al XII secolo sono stati molto probabilmente copiati all’interno dello scriptorium dell’abbazia di Mont Saint-Michel, mentre quelli del XIII secolo potrebbero provenire da ambienti universitari parigini, destinati all’insegnamento. Secondo alcune ipotesi, è possibile che siano stati portati all’abbazia da studenti entrati in seguito nella vita monastica. Il volume era descritto con precisione in diversi cataloghi tra XVII e XVIII secolo ed è rimasto nella biblioteca del Mont fino alla fine del XVIII secolo, per poi scomparire in un periodo compreso tra il 1795 e il 1801, dunque all’epoca della Rivoluzione francese.
La biblioteca monastica di Mont Saint-Michel, sviluppatasi a partire dalla fine del X secolo con l’arrivo dei benedettini nel 966, è stata per secoli uno dei più importanti centri di produzione e conservazione del sapere. Tra l’XI e il XIII secolo, il suo scriptorium ha conosciuto una stagione particolarmente fertile e ha contribuito alla produzione di opere di grande pregio, nel contesto di un abbazia che, all’epoca, rappresentava un nodo fondamentale nella cultura europea.
Dopo la Rivoluzione francese, nel 1791, i beni delle comunità religiose furono confiscati dallo Stato per decisione delle autorità rivoluzionarie e dichiarati beni nazionali. La città di Avranches ricevette una parte rilevante del patrimonio librario delle abbazie della regione, compresa la collezione dell’abbazia di Mont Saint-Michel. Da allora, la città si occupa della conservazione e valorizzazione di questi manoscritti: sono custoditi nella biblioteca patrimoniale cittadina e presentati al pubblico attraverso esposizioni a rotazione presso il Museo Scriptorial, l’unico museo in Francia dedicato esclusivamente ai manoscritti dell’abbazia di Mont Saint-Michel. Una sala specifica, denominata “sala del tesoro”, è riservata alla loro esposizione.
Il manoscritto recentemente ritrovato era già stato registrato nel primo inventario del 1795, redatto ad Avranches durante la fase rivoluzionaria da Pierre François Pinot-Cocherie, quando i manoscritti erano stati appena trasferiti dalla biblioteca del Mont. Tuttavia, non è più menzionato nell’inventario successivo del 1834, curato da Monsieur Castillon de Saint-Victor. Questo vuoto documentale ha alimentato dubbi e interrogativi sulla sua sorte per oltre due secoli.
Attualmente, circa duecento manoscritti di Mont Saint-Michel sono conservati ad Avranches. Una ventina si trovano invece distribuiti in biblioteche e musei di altre città, tra cui Parigi, Londra, Roma e New York. Il ritorno di questo volume rappresenta una rara occasione di arricchimento per il fondo documentario di Mont Saint-Michel e offre al pubblico l’opportunità di riscoprire una parte significativa del patrimonio culturale europeo.
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