2 miliardi di euro per l'autostrada tirrenica, ovvero 2 miliardi per un'opera inutile e dannosa


Il progetto Sblocca Italia di Matteo Renzi prevede di concedere risorse per 2 miliardi di euro all'autostrada tirrenica, un'opera inutile e dannosa.

Questo fine settimana eravamo tutti talmente presi dalla vicenda dei bronzi di Riace, che ci siamo completamente dimenticati (e in diversi casi, forse volutamente) di parlare del pacchetto “Sblocca Italia” presentato venerdì da Matteo Renzi durante l’ultimo Consiglio dei Ministri. Il pacchetto andrà a sbloccare cantieri già finanziati per oltre 30 miliardi di euro e attiverà altre risorse per oltre 13 miliardi di euro. L’elenco delle opere è stato pubblicato in modo molto chiaro sul Secolo XIX. Accanto alle opere già finanziate, molte delle quali enormemente discusse (a cominciare dalla TAV Torino-Lione o dall’Autostrada Orte-Mestre), ce ne sono altre di cui si parla meno ma intorno alle quali sono nate numerose discussioni. Una di queste è la realizzazione dell’autostrada tirrenica, che dovrà unire Rosignano con Civitavecchia completando pertanto un’unica autostrada (a pagamento, ovviamente) da Genova fino a Roma.

No SAT

Oggi, il tratto che va da Rosignano a Civitavecchia è occupato dalla variante Aurelia fino a Grosseto (una bella superstrada, a quattro corsie, con il limite di 110 km/h), mentre da Grosseto a Civitavecchia, il traffico automobilistico è costretto a percorrere la via Aurelia, che malgrado sia in diversi tratti già a quattro corsie, in molti punti presenta ancora due corsie e molti incroci a raso. Il progetto in attesa di ricevere i 2 miliardi, vorrebbe trasformare l’Aurelia in una autostrada gestita della SAT (Società Autostrada Tirrenica): una società privata che diventerebbe concessionaria di quella che oggi è una strada pubblica gratuita. Perché nelle zone interessate dal progetto c’è una forte contrarietà alla realizzazione dell’autostrada? Vediamo le principali:

  • Alti costi di realizzazione (oltre 2 miliardi di euro contro la stima di 800 milioni di euro per l’adeguamento dell’Aurelia);
  • Altissimi pedaggi: si stima che la Tirrenica sarà il tratto autostradale più caro d’Italia, con un pedaggio di 60 centesimi per 4 chilometri (15 centesimi al chilometro);
  • Forte impatto ambientale sul paesaggio della Maremma;
  • Conflitto di interessi: Antonio Bargone, presidente della SAT, è stato nominato Commissario per la realizzazione dell’autostrada dall’allora Ministro dei Trasporti Altero Matteoli. Quindi, di fatto, Bargone faceva (perché a giugno di quest’anno si è dimesso dal suo incarico in quanto allora il denaro per la realizzazione del progetto era bloccato) il controllore di se stesso;
  • Il risparmio, in termini di tempo, che si otterrebbe dall’aumento dei limiti di velocità sull’intero tratto (da 110 km/h a 130 km/h) sarebbe vanificato dalle barriere di esazione disposte lungo il percorso dell’autostrada (ben sette: Rosignano, San Vincenzo, Follonica, Grosseto, Fonteblanda, Capalbio e Tarquinia, come si vede dal progetto);
  • L’autostrada, nel tratto da Rosignano a Grosseto, sarebbe uno spreco in quanto i cittadini hanno già pagato la realizzazione della superstrada e non ci sarebbe alcun bisogno di rendere privato un bene attualmente pubblico (anche perché il progetto non prevede modifiche sostanziali alla Variante Aurelia: si tratterebbe quindi di regalare a un privato la possibilità di trarre benefici esclusivi da un bene che ora è di tutti).

Cosa chiedono, pertanto, le associazione ambientaliste e gran parte dei cittadini di Toscana e Lazio? Molto semplicemente, che venga adeguato il tratto di Aurelia tra Grosseto e Civitavecchia secondo il progetto ANAS del 2001, peraltro già approvato e finanziato dal Governo Amato in carica all’epoca, e poi accantonato dal Governo Berlusconi nel 2004 in favore del progetto autostrada. Evidentemente, in Italia le grandi opere devono essere per forza dispendiose e dannose per i cittadini per poter essere approvate. Nel frattempo, i cittadini si sono organizzati in comitati per esprimere la propria contrarietà al progetto: chiunque volesse informarsi, può leggere la pagina Facebook del Comitato Territoriale NO SAT o della Associazione “Salviamo la Maremma dalla SAT”.


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Gli autori di questo articolo: Federico Giannini e Ilaria Baratta

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