A pochi giorni dalla chiusura della mostra Caravaggio 2025 allestita a Palazzo Barberini, Roma, la capitale torna a interrogarsi su uno dei misteri della storia dell’arte italiana: il furto della Natività con i santi Lorenzo e Francesco, dipinta da Michelangelo Merisi detto Caravaggio nel 1600 e trafugata nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo. Un’opera la cui assenza continua a pesare non solo sul patrimonio culturale nazionale, ma anche sull’immaginario collettivo, ancora segnato dalle numerose piste, teorie e rivelazioni più o meno attendibili che hanno accompagnato negli anni il destino del dipinto.
Mercoledì 23 luglio, all’interno della rassegna estiva Lungo il Tevere Roma, il libro Caravaggio, la Natività di Palermo. Nascita e scomparsa di un capolavoro (Campisano Editore) sarà al centro di un incontro pubblico nel Salotto Tevere, alle ore 21.00 all’altezza di Ponte Cestio. L’autore Michele Cuppone dialogherà con la giornalista e scrittrice Stella Fanelli. L’ingresso è libero.
L’opera, parte della cosiddetta Top Ten Art Crimes dell’FBI, la lista dei dieci crimini d’arte più eclatanti mai registrati a livello mondiale, è da oltre cinquant’anni al centro di un dedalo di ipotesi investigative, leggende urbane, mezze verità e rivelazioni giudiziarie. Secondo alcune piste, il quadro sarebbe stato utilizzato come oggetto di trattativa tra Stato e mafia, oppure come vessillo durante i summit di Cosa nostra.
Un contributo rilevante alla ricostruzione della vicenda è arrivato nel 2018, con le rivelazioni della Commissione parlamentare Antimafia, che ha identificato in un antiquario svizzero, oggi deceduto, il primo acquirente dell’opera dopo il furto. La compravendita sarebbe stata gestita dal boss Gaetano Badalamenti, nome di spicco della criminalità organizzata. Anche se non sono emerse prove definitive, l’indicazione ha rilanciato l’interesse per il caso, dando nuova linfa a ricerche e ipotesi. Il volume di Michele Cuppone si distingue per l’approccio rigoroso e l’attenzione tanto agli aspetti storico-artistici quanto a quelli giudiziari. Tra le novità introdotte, l’autore chiarisce con maggiore precisione la genesi della Natività, individuando in Palazzo Madama, allora residenza del pittore, il luogo in cui Caravaggio realizzò il dipinto nel 1600. L’opera, commissionata dalla Compagnia di San Francesco, si inserisce nel periodo di massima maturità espressiva dell’artista, che proprio in quegli anni era attivo nella capitale.
Oltre alle considerazioni storico-artistiche, il libro di Cuppone offre elementi documentali finora mai emersi, come una lettera del 1974 che menziona la presenza di ricettatori non identificati, suggerendo l’esistenza di una rete più ampia di complicità e intermediazione. L’autore ha inoltre consultato un’ampia rassegna stampa del 1969, che consente di seguire passo dopo passo l’impatto del furto nella cronaca italiana dell’epoca, restituendo il clima di sgomento e confusione che accompagnò le prime settimane d’indagine. Nel panorama editoriale dedicato a Caravaggio, quello di Cuppone si configura come un contributo importante, capace di affiancare la letteratura scientifica con una ricostruzione supportata da atti e fonti, e allo stesso tempo accessibile a un pubblico più vasto.
La manifestazione Lungo il Tevere Roma, che da anni anima l’estate capitolina con eventi culturali, concerti e incontri, offre quest’anno anche uno spazio di riflessione su uno dei più emblematici cold case dell’arte italiana. Il caso della Natività di Caravaggio, a distanza di oltre mezzo secolo dal furto, rimane aperto, e iniziative come questa contribuiscono a mantenere viva l’attenzione sull’opera e sulla sua possibile sorte.
L'autrice di questo articolo: Noemi Capoccia
Originaria di Lecce, classe 1995, ha conseguito la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara nel 2021. Le sue passioni sono l'arte antica e l'archeologia. Dal 2024 lavora in Finestre sull'Arte.Per inviare il commento devi
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