La galleria Piva&C, realtà storica del panorama antiquario milanese, sarà protagonista della seconda edizione di Arte e Collezionismo a Roma, in programma dal 18 al 23 settembre, con un percorso interamente dedicato al Seicento italiano. Allo stand numero 45, i visitatori potranno ammirare una selezione di opere che raccontano la ricchezza, le contraddizioni e la varietà espressiva di un secolo decisivo per le arti figurative.
Per Arte e Collezionismo 2025, la proposta di Piva&C si concentra dunque su di un secolo in cui la creatività italiana seppe coniugare monumentalità, fasto decorativo e ricerca di profondità espressiva. Il percorso espositivo prende avvio dall’area veneziana, cuore pulsante di un’arte che nel XVII secolo seppe fondere tradizione e aperture internazionali. Qui si collocano due monumentali busti di mori in marmi policromi, uno maschile e uno femminile, opera di Santi Casarini. Le due sculture, già appartenute alla biblioteca romana di Luchino Visconti, colpiscono per la ricchezza materica e l’intensità espressiva, oltre che per il prestigio della provenienza.
Dalla Venezia del barocco emerge anche il dialogo simbolico tra Eraclito e Democrito, scolpiti in marmo di Carrara da Melchior Barthel (Dresda, 1625 - 1672) durante il suo soggiorno nella città lagunare. Le due figure, recentemente esposte nella mostra I volti della Sapienza a Trento, restituiscono con grande forza drammatica la contrapposizione tra il pianto e il riso dei due filosofi, incarnando due reazioni opposte al destino umano. La sensibilità di Barthel si traduce in volti intensi e vibranti, capaci di superare la semplice raffigurazione per diventare allegoria universale.
A completare la sezione veneziana, Piva&C presenta tre oli su tela di Joseph Heintz il Giovane (Augusta, 1600 - Venezia, 1678). I dipinti raffigurano alcuni dei momenti più iconici della vita pubblica lagunare: la regata sul Canal Grande, la processione del Redentore e la parata del nuovo doge in Piazza San Marco. La vivacità dei dettagli, la luminosità delle cromie e l’energia delle composizioni restituiscono il fasto cerimoniale della Serenissima, in un intreccio di devozione, spettacolo e potere politico.
Il viaggio proposto dalla galleria si conclude a Roma con un esempio di arredo sontuoso: una consolle in legno scolpito a volute e foglie, con piano laccato a finto marmo, attribuita alla bottega di Filippo Passarini. L’opera testimonia la maestria degli intagliatori romani del Seicento, capaci di combinare eleganza strutturale e raffinatezza decorativa. A coronare l’allestimento vi è un gruppo scultoreo in terracotta raffigurante Prometeo incatenato e l’aquila. La composizione sorprende per la ricchezza di dettagli realistici e la forza narrativa, capaci di restituire con immediatezza la drammaticità del mito.
La selezione che Piva&C presenta a Roma non si limita a offrire una panoramica sul Seicento italiano, ma intende proporre un viaggio attraverso le diverse declinazioni dell’arte del periodo. Dalle suggestioni barocche veneziane alle soluzioni decorative romane, ogni pezzo racconta una storia di committenze, stili e significati che ancora oggi conservano intatta la loro attualità.
Fondata nel secondo dopoguerra da Bepi Piva, collezionista appassionato di mobili veneti, la galleria ha saputo trasformarsi nel corso dei decenni senza mai abbandonare la sua vocazione originaria per la qualità assoluta. Sotto la guida di Domenico Piva, la proposta si è ampliata includendo sculture, porcellane e arredi di respiro internazionale, consolidando un’identità che ha sempre privilegiato l’eccellenza. Dal 2021, la direzione è affidata a Tomaso Piva, rappresentante della terza generazione, che mantiene saldo il legame con la tradizione ma al tempo stesso guarda con interesse a opere senza limiti di epoca o provenienza. Il motto della galleria, “Solo capolavori”, sintetizza questa filosofia che punta a selezionare pezzi unici per originalità, rarità e straordinaria conservazione.
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