Partendo dall’immagine speculativa di una mano che scava nel terreno, Earthly Communities riflette criticamente sull’impatto della colonizzazione europea nei territori indigeni di Abya Yala, nome ancestrale con cui alcuni popoli originari si riferiscono all’America Latina, e lo fa a partire dal XV secolo. La mostra collettiva, in programma dal 22 giugno al 12 ottobre 2025 negli spazi di Kunst Meran Merano Arte a Merano, si sviluppa come terzo capitolo del progetto di ricerca triennale The Invention of Europe. A tricontinental narrative (2024-2027). Curata da Lucrezia Cippitelli e Simone Frangi, l’esposizione riunisce posizioni artistiche provenienti dal continente americano e dalle sue diaspore.
Le opere affrontano in chiave decoloniale le modalità con cui l’intervento umano ha agito e agisce sull’ambiente: dall’agricoltura all’urbanistica, dall’archeologia all’estrazione delle risorse. Ne emerge una critica serrata alla visione coloniale e moderna della “natura” prodotta dall’Occidente, intesa non come soggetto di relazioni, ma come oggetto da sfruttare. Utilizzando linguaggi visivi, installativi, performativi e filmici, gli artisti in mostra riflettono su fratture ecologiche e coloniali che, secondo il filosofo camerunese Achille Mbembe, si manifestano da entrambi i lati di un violento processo di lacerazione, le cui conseguenze rimangono ancora oggi imprevedibili.
La visione di Mbembe di una comunità terrena, che si fonda su una relazione orizzontale e profonda tra esseri umani, animali, piante, oggetti e spiriti, costituisce il riferimento teorico del progetto. Questa idea implica una pratica riparativa che riconosce l’originario come parte integrante del presente, e invita a immaginare forme di convivenza al di fuori delle logiche gerarchiche ereditate dall’imperialismo. Gli artisti e le artiste selezionati/e si confrontano con strutture sociali che continuano a essere plasmate da secoli di dominazione coloniale e neoimperialista, soffermandosi in particolare sui meccanismi di appropriazione, possesso e controllo.
In particolare, la sua recente serie Agua, Walking the Vacilón River (2024) esamina le narrazioni storiche legate all’oppressione coloniale, prendendo come punto di partenza un fiume immaginario, il Vacilón, che simboleggia il movimento migratorio tra Colombia e Venezuela. L’acqua diventa metafora della mobilità forzata, delle tensioni emotive e dei conflitti sociali che attraversano il presente. Nell’opera di Gelis, la dimensione ambientale assume un significato politico e culturale, e l’elemento naturale è portatore di memoria storica e resistenza.
Il progetto espositivo include anche opere di Minia Biabiany, Marilyn Boror Bor, Carolina Caycedo, Luigi Coppola, Etienne de France, Mazenett Quiroga, Eliana Otta, Amanda Piña, Sallisa Rosa e Samuel Sarmiento. Il programma pubblico associato alla mostra comprende inoltre performance di AMAZON, Ismael Condoii, Alexandra Gelis, Amanda Piña e Luigi Coppola, e proiezioni di film firmati da Laura Huertas Millán, Naomi Rincón-Gallardo ed Eliana Otta. Earthly Communities si configura così come un’occasione di confronto tra pratiche artistiche e politiche, territori e memorie, sapere indigeno e critica contemporanea.
Titolo mostra | Earthly Communities | Città | Milano | Sede | Kunst Meran Merano Arte | Date | Dal 22/06/2025 al 12/10/2025 | Artisti | Artisti vari | Curatori | Lucrezia Cippitelli, Simone Frangi | Temi | Arte contemporanea |