Bologna, al MAMbo la prima grande mostra italiana su John Giorno


Dal 5 febbraio al 3 maggio 2026 il MAMbo di Bologna presenta “John Giorno: The Performative Word”, una retrospettiva che ripercorre oltre sessant’anni di ricerca di uno dei protagonisti più radicali della cultura contemporanea, tra poesia, performance, attivismo e arti visive.

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna dedica per la prima volta in Italia una grande retrospettiva a John Giorno (New York, 1936 – 2019), figura centrale e trasversale della cultura contemporanea. Dal 5 febbraio al 3 maggio 2026, la Sala delle Ciminiere ospita John Giorno: The Performative Word, una mostra che attraversa oltre sessant’anni di ricerca, restituendo la complessità di un artista che ha saputo trasformare la parola in esperienza, gesto, azione politica e forma visiva. Il progetto espositivo è curato da Lorenzo Balbi ed è promosso dal Settore Musei Civici del Comune di Bologna.

L’esposizione si inserisce nel programma istituzionale di ART CITY Bologna 2026, il palinsesto di mostre ed eventi promosso dal Comune di Bologna con il sostegno di BolognaFiere in occasione di Arte Fiera, sotto la direzione artistica dello stesso Balbi. La mostra rappresenta un momento centrale del calendario culturale cittadino, riaffermando il ruolo del MAMbo come luogo di ricerca e riflessione sulle pratiche artistiche contemporanee e sulla loro genealogia storica.

John Giorno, nato a New York nel 1936 e scomparso nella stessa città nel 2019, è stato poeta, performer, artista e attivista. Figura cardine dell’avanguardia newyorkese, ha infranto i confini disciplinari facendo della poesia un corpo vivo, capace di abitare spazi inaspettati e di dialogare con il pubblico in forme radicalmente nuove. La sua presenza scenica, magnetica e diretta, ha contribuito a ridefinire il rapporto tra parola, voce e spazio, spingendo la poesia oltre la pagina scritta per trasformarla in esperienza condivisa.

John Giorno nel 2018. Foto: Marco Anelli su concessione di Giorno Poetry Systems
John Giorno nel 2018. Foto: Marco Anelli su concessione di Giorno Poetry Systems
Performance di John Giorno, 1979. Foto: James Hamilton su concessione di Giorno Poetry Systems
Performance di John Giorno, 1979. Foto: James Hamilton su concessione di Giorno Poetry Systems

Il percorso espositivo del MAMbo ripercorre la pratica multiforme di Giorno attraverso diversi nuclei di opere, mettendo in luce il modo in cui l’artista abbia valorizzato il linguaggio poetico nelle sue dimensioni plastiche, relazionali e performative. L’uso ricorrente di estratti poetici, replicati su supporti differenti e accompagnati da colori accuratamente selezionati e da un font diventato iconico, restituisce la forza visiva della parola e il suo potenziale comunicativo. La mostra evidenzia come Giorno abbia spinto la poesia a sconfinare nel territorio delle arti visive, della performance e delle reti di telecomunicazione, anticipando molte delle riflessioni oggi centrali nelle pratiche intermediali.

Un ruolo fondamentale nella traiettoria di John Giorno è stato svolto dalle relazioni e dalle collaborazioni con alcune delle figure più influenti della scena artistica e letteraria del secondo Novecento. Andy Warhol, Robert Rauschenberg, William Burroughs, John Cage e Patti Smith sono solo alcuni dei protagonisti con cui Giorno ha condiviso esperienze, progetti e visioni. Emblematica, in questo senso, è anche la fondazione nel 1965 della Giorno Poetry Systems, piattaforma no-profit che ha rivoluzionato la diffusione della poesia, intrecciandola con musica, arti visive, impegno politico e pratiche comunitarie, contribuendo a ridefinire i circuiti della produzione culturale indipendente.

Cuore concettuale e simbolico della mostra è Dial-A-Poem, l’opera interattiva con cui Giorno ha trasformato il telefono in uno strumento di diffusione poetica su larga scala. Prodotto nel 1969 e presentato nel 1970 nella mostra Information al Museum of Modern Art di New York, il progetto consentiva al pubblico di ascoltare, componendo un numero telefonico, le registrazioni delle voci di poeti, artisti, musicisti e attivisti intenti a leggere le proprie composizioni. Nel tempo, Dial-A-Poem è diventato uno dei lavori più emblematici dell’arte concettuale partecipativa, ampliandosi fino a raccogliere 282 registrazioni di 132 autori, tra cui Patti Smith, Allen Ginsberg e Amiri Baraka, e generando edizioni internazionali in diversi Paesi.

John Giorno con Dial-A-Poem (1970). Su concessione di Giorno Poetry Systems
John Giorno con Dial-A-Poem (1970). Su concessione di Giorno Poetry Systems
John Giorno, Dial-A-Poem (1968-2012, versione 2012; telefono e registratore con 200 registrazioni digitali di poesie di 80 poeti). Su concessione di Giorno Poetry Systems
John Giorno, Dial-A-Poem (1968-2012, versione 2012; telefono e registratore con 200 registrazioni digitali di poesie di 80 poeti). Su concessione di Giorno Poetry Systems

In occasione della retrospettiva bolognese nasce Dial-A-Poem Italy, una versione italiana dell’opera ideata appositamente per il MAMbo. Il progetto ha coinvolto oltre trenta poetesse e poeti italiani contemporanei, selezionati da Caterina Molteni, curatrice del museo, che hanno prestato la propria voce per dare forma a un’esperienza sonora ispirata alla visione originaria di Giorno. Tra i partecipanti figurano, tra gli altri, Antonella Anedda, Domenico Brancale, Milo De Angelis, Valerio Magrelli e Patrizia Valduga. Come nell’opera storica, l’ascolto rimane imprevedibile e personale: una chiamata, una voce inattesa, un frammento poetico che trasforma l’esperienza in una performance privata. Un nuovo numero telefonico, +39 051 0304278, sarà attivo gratuitamente ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette, per tutta la durata della mostra.

Il percorso espositivo include anche una sezione dedicata ai materiali d’archivio, curata da Nicola Ricciardi con la collaborazione di Eleonora Molignani e un allestimento progettato da Studio EX. Poster, lettere, libri e contratti, in alcuni casi mai esposti, ricostruiscono la traiettoria di Giorno tra arte e attivismo, mettendo in relazione la sua esperienza con quella di altri artisti e restituendo il contesto storico e culturale in cui la sua ricerca si è sviluppata.

La mostra approfondisce inoltre la dimensione performativa della pratica poetica di Giorno, inserendola nella più ampia storia delle sperimentazioni artistiche legate alla performance. Dalle prime poesie visive ai collage linguistici, fino agli Electronic Sensory Poetry Environments del 1967, emerge una poetica fondata su ritmo, respiro ed energia, che anticipa riflessioni oggi centrali sull’interdisciplinarità, sul corpo come veicolo di conoscenza e sulla dimensione relazionale dell’opera. A questa tensione si intrecciano in modo decisivo l’impegno politico dell’artista, in particolare all’interno della comunità LGBTQ+ e durante l’emergenza dell’AIDS, e la sua adesione al buddhismo tibetano, che introduce nella sua opera una profonda dimensione meditativa.

John Giorno, Living in your eyes (2015; acrilico su tela, 122 x 122 cm). Su concessione di Giorno Poetry Systems
John Giorno, Living in your eyes (2015; acrilico su tela, 122 x 122 cm). Su concessione di Giorno Poetry Systems
John Giorno, You got to burn to shine (1989; acrilico su vinile, 122 x 122 cm). Su concessione di Giorno Poetry Systems
John Giorno, You got to burn to shine (1989; acrilico su vinile, 122 x 122 cm). Su concessione di Giorno Poetry Systems
John Giorno, Bad news is always true (2015; acrilico su tela, 101 x 101 cm). Su concessione di Giorno Poetry Systems
John Giorno, Bad news is always true (2015; acrilico su tela, 101 x 101 cm). Su concessione di Giorno Poetry Systems
John Giorno, Life is a killer (1989; acrilico su vinile, 122 x 122 cm). Su concessione di Giorno Poetry Systems
John Giorno, Life is a killer (1989; acrilico su vinile, 122 x 122 cm). Su concessione di Giorno Poetry Systems
John Giorno, Space forgets you (2015; acrilico su tela, 122 x 122 cm). Su concessione di Giorno Poetry Systems
John Giorno, Space forgets you (2015; acrilico su tela, 122 x 122 cm). Su concessione di Giorno Poetry Systems
John Giorno, You got to burn to shine quad (2018; acrilico su tela, 284 x 284 cm). Su concessione di Giorno Poetry Systems
John Giorno, You got to burn to shine quad (2018; acrilico su tela, 284 x 284 cm). Su concessione di Giorno Poetry Systems

“La retrospettiva dedicata a John Giorno si inserisce perfettamente nel contesto artistico di Bologna”, dichiara Daniele Del Pozzo, assessore alla Cultura del Comune di Bologna. “Giorno ha trasformato la parola in arte pubblica, estendendo la pratica della performance oltre la pagina, in ambiti non convenzionali come le strade e le linee telefoniche, accordandosi perfettamente con lo spirito di sperimentazione e di apertura verso le nuove forme d’arte che Bologna ha sempre coltivato. La fusione tra parola e azione, tra vita personale e opera, è stato l’innesco per un nuovo modo di intendere la pratica artistica, vista come un modo di intervenire nello spazio pubblico per agire un cambiamento sociale, come nel caso dell’attivismo contro l’AIDS; un modello che rispecchia la vocazione di Bologna a riconoscere il valore delle differenze e a dare spazi a un’arte che dialoga con la città e con chi ci vive. La retrospettiva curata dal MAMbo è un’esperienza preziosa che collega storia, performance e poesia, e che offre spunti di riflessione ancora attuali per il nostro oggi”.

“John Giorno ha incarnato, come pochi altri, la possibilità di una poesia che si fa esperienza del mondo, che abita il corpo, la voce e lo spazio, aprendosi alle forme e ai linguaggi dell’arte contemporanea”, spiega Lorenzo Balbi, direttore del MAMbo e curatore della mostra. “La sua opera, oggi riconosciuta come una delle più influenti e trasversali del secondo Novecento, si situa al crocevia tra parola e immagine, suono e gesto, spiritualità e cultura pop, costruendo un universo estetico e performativo che ancora risuona con sorprendente attualità”.

Ad accompagnare la mostra è prevista la pubblicazione di una monografia edita da Mousse Publishing, che raccoglie materiali d’archivio e contributi critici di Lorenzo Balbi, Drew Sawyer, Kyle Dacuyan e Nicola Ricciardi, oltre a un’inedita intervista tra Ugo Rondinone e Laura Hoptman. La mostra è realizzata in collaborazione con Giorno Poetry Systems, con il supporto della Galleria Thomas Brambilla, e la pubblicazione è resa possibile grazie al contributo di Shane Akeroyd, Almine Rech, kurimanzutto e Galerie Eva Presenhuber.

Con John Giorno: The Performative Word, il MAMbo rende omaggio a un artista che ha reinventato la poesia come gesto, corpo e presenza, costruendo un linguaggio capace di unire politica, spiritualità e vita quotidiana e di creare un ponte tra storia e contemporaneità.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraJohn Giorno: The Performative Word
CittàBologna
SedeMAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
DateDal 05/02/2026 al 03/05/2026
ArtistiJohn Giorno
CuratoriLorenzo Balbi
TemiArte contemporanea

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