Nel cinquantenario della scomparsa di Fausto Pirandello (Roma, 1899 – 1975), l’Accademia Nazionale di San Luca di Roma e il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento presentano Fausto Pirandello. La magia del quotidiano, una mostra che rende omaggio a uno dei protagonisti più originali e complessi dell’arte italiana del Novecento. Curata da Fabio Benzi e Flavia Matitti, l’esposizione riunisce circa trenta dipinti, selezionati tra i capolavori dell’artista, e un significativo nucleo di opere su carta, con un’attenzione particolare ai pastelli, tecnica che Pirandello predilesse nel secondo dopoguerra come strumento di ricerca intima e di libertà espressiva.
La mostra si articola in due sedi e in due tempi distinti. A Roma, nelle sale dell’Accademia Nazionale di San Luca, l’apertura al pubblico è prevista dal 19 dicembre 2025 al 28 febbraio 2026; successivamente il percorso espositivo si trasferirà ad Agrigento, a Villa Aurea nel Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, dove sarà visitabile dal 20 marzo al 2 giugno 2026. Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Associazione Fausto Pirandello e si avvale del contributo di Alberto e Fabrizio Russo della Galleria Russo di Roma.
Il cinquantenario della morte di Fausto Pirandello, avvenuta a Roma il 30 novembre 1975, rappresenta un’occasione significativa per riportare al centro dell’attenzione pubblica una figura rilevante della pittura italiana del XX secolo. Figlio del grande drammaturgo Luigi Pirandello, Premio Nobel per la Letteratura, Fausto Pirandello seppe costruire un percorso artistico profondamente autonomo, segnato da una costante tensione innovativa e da una visione lucida e talvolta spietata della realtà. Di radici siciliane ma nato e formatosi a Roma, con un’importante esperienza parigina tra il 1928 e il 1930, Pirandello attraversò con originalità il passaggio dal realismo esistenziale degli esordi a un linguaggio maturo che la critica ha definito “astratto-concreto”, sviluppato soprattutto nel secondo dopoguerra.
Dopo la grande retrospettiva del 1976 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e le numerose mostre in Italia e all’estero, tra cui quelle al Palazzo delle Esposizioni nel 1999, all’Estorick Collection di Londra nel 2015 e, più recentemente, al Mart di Rovereto nel 2023 e all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi nel 2025, l’ultima esposizione pubblica a Roma risaliva al 2010. Il progetto espositivo del 2025-2026 assume quindi il valore di un ritorno e di un riconoscimento doveroso nella città natale dell’artista.
La scelta dell’Accademia Nazionale di San Luca come prima sede della mostra è motivata anche dallo stretto legame storico che unì Pirandello all’istituzione. Nel 1947 l’artista fu eletto Accademico di merito residente e, l’anno successivo, Accademico nazionale, entrando così a far parte di una comunità che riconobbe precocemente il valore della sua ricerca. La seconda tappa ad Agrigento assume invece un forte valore simbolico, legato alle origini familiari. Luigi Pirandello nacque infatti nella contrada Caos, oggi sede della Casa Museo che ne custodisce le ceneri, e Fausto, pur nato a Roma, trascorse in Sicilia molte estati giovanili, assorbendo la luce e i colori dell’isola, elementi che avrebbero inciso profondamente sulla sua poetica.
Il percorso espositivo propone una lettura cronologica e critica dell’intera produzione di Fausto Pirandello, restituendone la complessità e la coerenza interna. A Roma, nelle sale al piano terra di Palazzo Carpegna, la mostra si apre con i lavori degli esordi degli anni Venti, caratterizzati da un realismo crudele e di straordinaria intensità, capace di anticipare, per forza espressiva e rigore dello sguardo, l’oggettività impietosa che sarà propria di artisti come Lucian Freud. Seguono le opere del periodo parigino, in cui si innestano suggestioni surrealiste e atmosfere enigmatiche, e i grandi capolavori degli anni Trenta, contraddistinti da un impianto plastico e drammatico che colloca Pirandello tra i maggiori interpreti dell’arte europea tra le due guerre. Non a caso, la sua opera ebbe un posto di rilievo nella mostra Realisme al Centre Pompidou nel 1980.
L’ultima sala del percorso romano è dedicata alla stagione del dopoguerra, segnata da un profondo rinnovamento delle forme e del colore, che portò all’elaborazione di un linguaggio personale riconosciuto e apprezzato anche a livello internazionale, in particolare negli Stati Uniti, tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Nella grande sala del primo piano è invece esposta una selezione di opere su carta, accompagnate da un unico dipinto, un Autoritratto, che consente di entrare nel laboratorio intimo dell’artista, mettendo in luce il suo incessante lavoro sulla forma e la sua visione insieme oggettiva e drammatica della realtà.
Durante la visita sarà inoltre possibile accedere alla Galleria accademica dell’Accademia Nazionale di San Luca, che custodisce capolavori di artisti come Gianlorenzo Bernini, Antonio Canova, Francesco Hayez, Peter Paul Rubens e Raffaello Sanzio. Per la prima volta sarà aperta al pubblico anche la nuova sala dedicata alla donazione Gian Enzo Sperone, che riunisce trentatré opere di protagonisti dell’arte dal Sei-Settecento alla contemporaneità, tra cui Vincenzo Camuccini, il Guercino, Anton Raphael Mengs, Filippo de Pisis e Giulio Paolini.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito dall’Accademia Nazionale di San Luca, con presentazioni istituzionali di Marco Tirelli e Roberto Sciarratta, contributi di Silvio Pirandello e Giovanna Carlino Pirandello, saggi dei curatori Fabio Benzi e Flavia Matitti e un testo di Claudio Strinati. Il volume costituisce uno strumento di approfondimento critico che contribuisce a restituire la complessità di un artista capace di attraversare con radicalità e coerenza uno dei periodi più densi e contraddittori della storia dell’arte del Novecento.
| Titolo mostra | Fausto Pirandello. La magia del quotidiano | Città | Roma | Sede | Accademia Nazionale di San Luca | Date | Dal 19/12/2025 al 28/02/2026 | Artisti | Fausto Pirandello | Curatori | Fabio Benzi, Flavia Matitti | Temi | Novecento, Arte Moderna |
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