Livorno, al Museo Civico in mostra sessanta opere di macchiaioli da una collezione privata


Dal 23 ottobre al 27 novembre 2021, il Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno ospita una mostra di oltre sessanta opere di macchiaioli e post macchiaioli da una collezione privata, quella di Ettore Ermanno Morelli. 

Dal 23 ottobre al 27 novembre 2021, il Museo Civico “Giovanni Fattori” di Livorno ospita la mostra Pittori toscani dell’800. In mostra una prestigiosa collezione privata, che vede la presenza di oltre sessanta dipinti di macchiaioli e post-macchiaioli (con artisti come Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Vittorio Corcos e altri: di fattori ci sarà anche un singolare campanaccio decorato, già esposto in passato nel museo livornese, e numerose incisioni), provenienti dalla collezione di Ettore Ermanno Morelli, che recentemente ha donato al museo e alla città di Livorno tre importanti opere: due dell’artista Michele Gordigiani, un Autoritratto e Le sorelle Sartori e miss Leight, e un Autoritratto di Nino Costa.

Come spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Livorno Simone Lenzi, “vi è un duplice pregio in questa mostra che si ospita al Museo Fattori. Il primo, e più ovvio, è quello insito nelle opere esposte, testimonianze pregevoli di un secolo d’oro della pittura toscana. Il secondo consiste nella raccolta stessa: la collezione testimonia l’esattezza del gusto del collezionista, la lunga passione che ne guida l’occhio per decenni, a caccia di quadri che ogni volta espandano e delimitino a un tempo un gusto che si definisce nella scelta. Una volta appesi al muro, i quadri di questa collezione privata raccontano una storia coerente della pittura toscana dell’800 che è un privilegio offrire all’occhio del pubblico”.

La mostra comincia con La Raccolta delle rose di Giuseppe Abbati (Napoli, 1836 - Firenze, 1868), dipinta in pieno periodo Macchiaiolo intorno al 1860-1865, e dove si evidenzia la caratteristica pittura a macchia: pennellate di colore e senza alcuna sfumatura di memoria accademica si giustappongono alla luce che illumina la scena (l’opera incarna tutte le regole e lo stile dei Macchiaioli). Alcuni anni più tardi, quando la tecnica macchiaiola si fa più morbida, tendendo ad addolcirsi nei contrasti di chiaroscuro, Odoardo Borrani (Pisa, 1833 - Firenze, 1905) dipinge Case lungo il Mugnone, dipinto dove la luce del sole pomeridiano avvolge tutta la scena riflettendosi sulle case e scandendo così i vari effetti prospettici con i primi piani in ombra e l’azzurro del cielo sul fondo (Borrani nel 1870 dipinse diverse tavolette con questo stesso soggetto ripreso da varie prospettive: lo scorcio in mostra è inedito). Altra opera inedita è Interno di chiesa di Cristiano Banti (Santa Croce sull’Arno, 1824 - Montemurlo, 1904): è l’interno della Basilica di Santa Maria sopra Minerva a Roma dove è conservato il Cristo Risorto di Michelangelo.

Ancora, in mostra figurano Le Lavandaie di Vincenzo Cabianca (Verona, 1827 - Roma, 1902), realizzate a Sestri Levante nel 1881: la costa della Toscana e della Liguria veniva frequentata con assiduità da moltissimi pittori dell’epoca (Signorini, Borrani, Gelati e Cabianca stesso), e qui i pittori studiavano gli effetti della luce sul mare e sulle pietre delle vecchie chiese. In quest’opera l’artista ha sfruttato la luce dipingendo di bianco le pietre ed i panni appena lavati. Un altro dipinto che sorprende per l’azzardo pittorico e per la sua modernità di esecuzione che anticipa di molti anni il Novecento, è Spiaggia della Versilia di Eugenio Cecconi (Livorno, 1842 - Firenze, 1903), che vede per protagonista l’amico Renato Fucini, intento a leggere o prendere appunti. Si nota nel dipinto l’influenza dell’Abbati sul giovane pittore, conosciuto e frequentato a Castiglioncello a casa di Diego Martelli. La pennellata sobria e magra esprime una straordinaria sintesi nei toni e nei volumi, creando uno spazio sterminato di spiaggia illuminata dal sole in modo tale che che la figura di Fucini non disturbi con la sua presenza l’osservatore. All’ombra del capanno è invece un’opera del pittore, gallese di nascita ma italianissimo per cultura, Llewelyn Lloyd (Livorno, 1879 - Firenze, 1949). Amante della luce e dei contrasti cromatici ha dipinto marine e paesaggi nei quali la natura è intatta ma plasmabile da questo maestro della sintesi cromatica. Memorabili le sue coste dell’Elba e del litorale livornese: proprio vicino a Castiglioncello ha dipinto con eccezionale senso cromatico il capanno che si trovava nella proprietà di Michele Gordigiani, che a sua volta ha trattato lo stesso soggetto.

Ludovico Tommasi (Livorno, 1866 - 1941) è l’autore del Tramonto ai Bagni eseguito intorno al 1920: raffigura con vigore espressivo uno scorcio dell’Ardenza a Livorno, con bagnanti che lasciano la spiaggia: il cielo e lo sfondo, bassi sull’orizzonte, sono perfettamente intonati alle luci del tramonto attraversato da nubi che rafforzano la realtà di una stupenda e nostalgica visione. Le Cascine del 1899 sono dipinte da Ulvi Liegi (Livorno, 1859-1939): è uno scorcio dell’argine dell’Arno di fronte al parco delle Cascine di Firenze con figure che animano la scena. Una felice sintesi di paesaggio di gusto ancora macchiaiolo, contaminato da quell’espressionismo che negli anni successivi diventerà la sua caratteristica pittorica. Nella raccolta emerge anche l’inedito Cavalli al pascolo di Mario Puccini (Livorno, 1869 - Firenze 1920), eseguito intorno al 1918: una scena campestre animata da cavalli al pascolo e contadina immersi nella vegetazione incolta con lo sfondo di pinete e colline contro un cielo acceso dall’azzurro tipico dell’autore. Il quadro è dipinto dal vero, probabilmente a Campolecciano, semplice ma ricercato delle forme essenziali e dei vari piani che sfumano all’orizzonte: i colori smaltati verdi e gialli creano una straordinaria fantasmagoria cromatica.

Un eccellente piccolo dipinto di Francesco Vinea (Forlì, 1845 - Firenze, 1902), Ritratto di Silvestro Lega, colpisce per la sua perfetta esecuzione: realizzato nel 1868, quando seguiva i suoi amici-maestri Macchiaioli, è di qualità straordinaria e rivela le sue non comuni qualità pittoriche. Purtroppo le sue scelte successive furono altre perdendosi nel dipingere scenette di genere, con moschettieri, servette ed interni di taverna secondo il gusto dei mercanti e collezionisti anglosassoni e francesi. Curiosa dal punto di vista storico è la minuscola tavoletta di Giovanni Lessi (Firenze, 1852 - 1922) che rappresenta Lo studio del maestro Vito D’Ancona dipinto nel 1876. Già proprietà di Mario Galli, mecenate e collezionista dei Macchiaioli, il piccolo dipinto rappresenta D’Ancona nel suo studio mentre dipinge uno dei suoi nudi più belli. Tale nudo andò a far parte della prestigiosa collezione Rosselli. Serafino De Tivoli (Livorno, 1826 - Firenze, 1892) dopo la lunga esperienza di Macchia a Firenze, dipinse in Francia l’opera crepuscolare Il porto di Rouen nella quale si fonde con quella macchiaiola anche l’esperienza della scuola di Barbison che l’artista frequentò per alcuni anni. È noto un altro dipinto dello stesso porto ma eseguito da un altro punto di vista.

Questa raccolta prettamente “Toscana” comprende però anche opere di artisti di altre aree d’Italia, tra cui i Pastorelli di Giuseppe Palizzi (Lanciano, 1812 - Francia, 1888), scena campestre dominata dai due pastorelli immersi in una luminosissima natura che rappresenta l’apice del suo realismo pittorico, e lo Studio di mucche e portico di Carlo Pittara, dipinto appartenente al secondo periodo della sua pittura, successivo alla parentesi di studio in Francia (il suo rientro a Torino corrisponde ad una evoluzione verso un verismo più spinto rivolto alla natura ed ai suoi aspetti più contadini): questa scena con le mucche che rientrano alla stalla immerse nella splendida luce del tramonto ricorda la pittura macchiaiola filtrata però da un realismo elegante più vicino a De Nittis. Infine, gioiello sorprendente della mostra è l’album di disegni di Raffaello Sernesi: contiene 47 pagine di scritti e disegni che risalgono all’inizio della sua straordinaria se pur breve storia artistica. Decine di figure, anatomie, volti “in rilievo” che verreanno utilizzati per il conio di alcun monete si susseguono in queste pagine di rara perfezione.

La mostra è visitabile con il biglietto del museo: intero 6 euro, ridotto 4 euro, gratis per bambini di 6 anni, minorenni residenti nel Comune di Livorno, invalidi al 100% con accompagnatore, giornalisti. Per informazioni visitare il sito del Museo Fattori.

Nell’immagine, un’opera di Eugenio Cecconi

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraPittori toscani dell'800. In mostra una prestigiosa collezione privata
CittàLivorno
SedeMuseo Civico
DateDal 23/10/2021 al 27/11/2021
ArtistiTelemaco Signorini, Giovanni Fattori, Odoardo Borrani, Raffaello Sernesi, Vincenzo Cabianca, Vittorio Corcos, Carlo Pittara, Giuseppe Palizzi, Giuseppe Abbati, Llewelyn Lloyd, Ulvi Liegi, Ludovico Tommasi, Cristiano Banti, Francesco Vinea, Giovanni Lessi, Serafino De Tivoli
TemiNovecento, Ottocento

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