Dante è Pop. Al Mar di Ravenna la fortuna popolare di Dante dal Trecento a oggi


Fino al 9 gennaio 2022 il MAR di Ravenna presenta Un’Epopea Pop, mostra che intende sottolineare la fortuna popolare di Dante dal Trecento a oggi, attraverso vari ambiti, dalla letteratura, al cinema, alla pubblicità e tanto altro.

Una figura come Dante Alighieri che è vissuto tra il Duecento e il Trecento e che è scomparso ben settecento anni fa può essere considerata pop? È ciò che ha inteso dimostrare la mostra in corso fino al 9 gennaio 2022 al MAR di Ravenna, dal titolo Un’Epopea Pop, con cui la città dove il Sommo Poeta è morto e in cui si trova la sua tomba conclude il ciclo espositivo Dante. Gli occhi e la mente promosso dal Comune di Ravenna – Assessorato alla Cultura, organizzato dal MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna e realizzato con il sostegno e il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, Dante 2021, del Comitato Nazionale per la Celebrazione dei 700 anni - Ministero della Cultura, con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e della Camera di Commercio di Ravenna e con il patrocinio della Società Dantesca Italiana.

Nella nota introduttiva alla mostra, il curatore Giuseppe Antonelli sottolinea come la fortuna popolare di Dante sia iniziata già nel Trecento, arrivando fino ad oggi, e come abbia coinvolto vari ambiti come la letteratura, il cinema, la musica, l’arte, i videogiochi. Dante è diventato infatti una vera icona non solo in Italia, ma in tutto il mondo: l’immagine di Dante è sì simbolo dell’identità culturale italiana ed europea, ma si è diffusa anche nella pubblicità, nei film, nei giochi, e ha fatto il suo ingresso anche nella multimedialità e nei contenuti interattivi. Ecco perché la mostra ravennate è costruita secondo i vari ambiti di studio: si comincia con la sezione Dante a memoria, in quanto il Sommo Poeta appartiene pienamente alla nostra memoria collettiva (si pensi a come i versi della Divina Commedia, e in particolare l’incipit, siano veramente conosciuti da tutti). Petrarca racconta in un manoscritto di come i versi danteschi fossero storpiati da certi fiorentini e addirittura si ha testimonianza di un intagliatore che a fine Ottocento finì ricoverato in manicomio dopo aver tentato di imparare a memoria la Divina Commedia intera. Si passa poi alla sezione Dante per immagini con le varie edizioni della Commedia illustrata (celebre quella di Gustave Doré o le illustrazioni di Francesco Scaramuzza), ma non si dimentichi come le immagini dantesche si siano diffuse anche attraverso cartoline, calendari e altri supporti come i vetrini per le lanterne magiche. Si continua mostrando come il cinema, da quello muto a quello sonoro passando per la videoarte abbia contribuito a diffondere le scene dell’Inferno dantesco: sono qui presenti spezzoni tratti dall’Inferno girato da Francesco Bertolini, Giuseppe de Liguoro e Adolfo Padovan nel 1911 a quelli un po’ più recenti tratti dagli episodi di A TV Dante: the Inferno Cantos I-VIII di Peter Greenway e Tom Phillips del 1989. 

Teodoro Wolf Ferrari, Affiche Olivetti M1 (1912; manifesto su carta, 32,6 x 21,8 cm)
Teodoro Wolf Ferrari, Affiche Olivetti M1 (1912; manifesto su carta, 32,6 x 21,8 cm)
Riccardo Zangelmi, Indiante (2019; 12.000 pezzi ©lego, 50 x 31 x 81,5 cm; Ravenna, MAR Museo d’Arte della città di Ravenna)
Riccardo Zangelmi, Indiante (2019; 12.000 pezzi ©lego, 50 x 31 x 81,5 cm; Ravenna, MAR Museo d’Arte della città di Ravenna)
Anonimo, Dante Vermouth Excelsior, Anselmo & C., Torino (1925 circa; latta litografata; Torino, Collezione Soleri)
Anonimo, Dante Vermouth Excelsior, Anselmo & C., Torino (1925 circa; latta litografata; Torino, Collezione Soleri)
Andrea Sabatello, Dante Mike (grosso cartone da fotografia, 295 x 195 cm; Collezione privata)
Andrea Sabatello, Dante Mike (grosso cartone da fotografia, 295 x 195 cm; Collezione privata)
Vsevolode Nicouline, Dante in automobile (1943; Collezione privata)
Vsevolode Nicouline, Dante in automobile (1943; Collezione privata)
Mario Cussino, Cartoline pubblicitarie Magnesia San Pellegrino Prodel (Laboratorio Chimico-Farmaceutico Moderno), collezione privata
Mario Cussino, Cartoline pubblicitarie Magnesia San Pellegrino Prodel (Laboratorio Chimico-Farmaceutico Moderno) (collezione privata)
Latta Olio Dante (anni Trenta del XX secolo; collezione privata)
Latta Olio Dante (anni Trenta del XX secolo; collezione privata)
Etichetta di scatola di sigari Dante Sulzberger-Oppenheimer (XX secolo; 21,5 x 15 cm; collezione privata)
Etichetta di scatola di sigari Dante Sulzberger-Oppenheimer (XX secolo; 21,5 x 15 cm; collezione privata)
Figurine Liebig (1929; collezione privata)
Figurine Liebig (1929; collezione privata)
Richard Long, Trastevere Spring Circle (2012; pietra di serpenino, diametro 320 cm). Su concessione dell'artista e di galleria Lorcan O’Neill
Richard Long, Trastevere Spring Circle (2012; pietra di serpenino, diametro 320 cm). Su concessione dell’artista e di galleria Lorcan O’Neill
Gilberto Zorio Stella-acidi (1982; Ravenna, MAR -Museo d'Arte della città di Ravenna)
Gilberto Zorio, Stella-acidi (1982; Ravenna, MAR -Museo d’Arte della città di Ravenna)
Letizia Battaglia, Palermo 1980. Quartiere La Cala. La bambina con il pallone (1980). Su concessione di  Letizia Battaglia 
Letizia Battaglia, Palermo 1980. Quartiere La Cala. La bambina con il pallone (1980). Su concessione di  Letizia Battaglia 
Kiki Smith, Vision (3rd Hour (2009; collage, inchiostro e matita colorata su carta Nepalese, 61 x 86 cm). Su concessione dell'artista e di galleria Lorcan O’Neill
Kiki Smith, Vision (3rd Hour) (2009; collage, inchiostro e matita colorata su carta Nepalese, 61 x 86 cm). Su concessione dell’artista e di galleria Lorcan O’Neill
Elisa Montessori, Isola (1995; gouaches e inchiostro su carta, 43 x 60 cm; Ravenna, MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna)
Elisa Montessori, Isola (1995; gouaches e inchiostro su carta, 43 x 60 cm; Ravenna, MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna)

Anche Dante e la Divina Commedia non sono sfuggiti alla parodia ed ecco quindi che vari artisti, soprattutto fumettisti, hanno reinterpretato e rielaborato la Commedia: ne sono esempi le strisce di Jacovitti del 1947 e l’Inferno di Topolino del 1949-1950. Sono parodie la Divina Commedia esposta e commentata in sonetti fiorentineschi o la Traduzione goliardica in dialetto piemontese, Cattivik in Purgatorio e in Paradiso; e ancora i film comici come Totò all’Inferno (1955) o gag televisive come L’Inferno in 6 minuti cantato dagli Oblivion (2011). Nella sezione Dante in gioco la figura di Dante appare su carte da poker o giochi da tavolo e diventa persino protagonista di videogiochi come Dante’s Inferno per PlayStation e Xbox. E in Dante in vendita si mostra come la pubblicità abbia utilizzato il nome e l’immagine del poeta, talvolta anche in modo bizzarro: dalle figurine Liebig del 1929, alle cartoline pubblicitarie per Magnesia San Pellegrino, all’olio Dante, al Dante Vermouth Excelsior per arrivare alla lametta da barba, alla scatola di sigari, alla fabbrica di automobili e alla macchina da scrivere Olivetti. Tanti caroselli a tema dantesco avevano per protagonisti anche attori come Vittorio Gassman e Walter Chiari. 

Il curatore ha voluto raccontare inoltre il Dante personaggio, protagonista di numerosi aneddoti sulla sua vita, attraverso novelle trecentesche, commenti antichi, libri secenteschi di favole, racconti dell’Ottocento e giornalini per ragazzi; la sezione si chiude con il pesce d’aprile del 1955 dell’Istituto Luce con il falso ritrovamento di oggetti personali di Dante sulle rive dell’Arno. Il racconto di Dante pop prosegue con la sezione Dante icona in cui vengono presentati vari ritratti antichi del Poeta, anche se ancora oggi il vero aspetto del suo volto è sconosciuto (quello che gli viene associato è in realtà frutto di ricostruzioni e di descrizioni, letterarie e orali), e francobolli, monete e banconote che lo raffigurano. 

Inevitabilmente non poteva essere trascurato l’ambito scolastico: in tutte le scuole il Sommo Poeta è sempre stato studiato, partendo da edizioni pensate per bambini e ragazzi. L’ultima sala della mostra è dedicata all’incontro tra Dante e Beatrice narrato attraverso più di un centinaio di opere e di oggetti, come cartoline, poster, scatole di biscotti e di fiammiferi che riproducono il dipinto ottocentesco di Henry Holiday. A chiudere il percorso espositivo è l’intervista impossibile a Beatrice Portinari di Umberto Eco risalente al 1975 in cui la donna si lamenta del corteggiamento da parte di Dante ai limiti dell’ossessione. Accompagnano la visita alle voci di grandi interpreti che si sono cimentati nella lectura Dantis

L’intera esposizione si intreccia inoltre con un percorso curato da Giorgia Salerno che intende rileggere Dante in chiave contemporanea. Un percorso in cui, come spiegato dalla curatrice, s’intende sperimentare una nuova lettura della Commedia ponendo in relazione diretta il mondo dell’arte contemporanea con quello della letteratura e della poesia, entrambi inclini alla capacità immaginifica. Se nella tradizione dell’illustrazione dantesca le immagini raccontavano figurativamente canto per canto il testo dantesco, nell’arte contemporanea sono le opere a interpretare temi e personaggi del testo di Dante, permettendo a loro stesse di evocare e di narrare la Commedia. I visitatori sono così accompagnati lungo il percorso espositivo da temi guida, quali le Anime, il Viaggio, le Figure femminili, il Sogno e la Luce. Per ciascuno di questi temi sono stati scelti uno o più artisti, con l’obiettivo di reinterpretare attraverso le opere i luoghi e i personaggi del testo dantesco, guidando il visitatore dentro la Commedia grazie a installazioni, sculture, pitture e fotografie. 

Il tema delle Anime è rappresentato da Sacral di Edoardo Tresoldi (2016), una grande architettura collocata nel chiostro cinquecentesco del museo che intende rileggere idealmente il Nobile Castello o Castello degli Spiriti Magni che Dante cita nel quarto canto dell’Inferno. Uno dei maggiori esponenti della Land Art, Richard Long, reinterpreta il tema del Viaggio attraverso l’installazione Trastevere Spring Circle (2012), mentre le Figure femminili sono rappresentate nelle opere di Letizia Battaglia, Tomaso Binga, Irma Blank, Rä di Martino, Maria Adele Del Vecchio, Giosetta Fioroni, Elisa Montessori, Antonia Pozzi e Kiki Smith. A reinterpretare il tema del Sogno sono le opere di Robert Rauschenberg, tra i principali esponenti della pop art americana, con le trentaquattro illustrazioni  per l’Inferno dantesco (1958-1960), e Adelaide Cioni con l’installazione site specific Cinque pezzi di cielo (2021) e Il sole (2019). Infine la Luce è rappresentata dalla scultura Stella-acidi (1982) di Gilberto Zorio. 

Un’Epopea POP è dunque una grande esposizione sulla fortuna popolare di Dante, sulla sua immagini e sulla sua opera. 

Per maggiori info è possibile visitare il sito www.mar.ra.it

Immagine: Teodoro Wolf Ferrari, Affiche Olivetti M1 (1912; manifesto su carta, 32,6 x 21,8 cm)


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