Alla Fabbrica del Vapore di Milano la prima mostra a episodi visitabile anche in telepresenza robotica


Dal 14 luglio 2025 alla Fabbrica del Vapore prende il via “Milano città che sale”, progetto espositivo in sette episodi curato da Scalpendi. Il percorso ripercorre 80 anni di cultura milanese tra letteratura, arti visive e innovazione sociale, con un inedito utilizzo della telepresenza robotica.

Dal 14 luglio 2025 al 18 gennaio 2026, la Fabbrica del Vapore di Milano ospita Milano città che sale, una mostra articolata in sette episodi curata da Scalpendi. Il progetto, che si distingue per il suo formato seriale, intende offrire un’indagine culturale che attraversa circa ottant’anni di storia della città, mettendo in dialogo figure centrali del panorama letterario, artistico e teatrale milanese con un dispositivo narrativo inedito per il mondo espositivo.

Ogni episodio ha una durata di 21 giorni e si concentra su una figura o movimento chiave, dall’immediato secondo dopoguerra fino agli inizi del XXI secolo. La mostra, infatti, si propone come un mosaico che restituisce lo sviluppo culturale, sociale e imprenditoriale di Milano, attraverso una pluralità di linguaggi e prospettive.

Il primo episodio è dedicato a Elio Vittorini, figura di riferimento nel mondo letterario e editoriale, il cui legame con Milano si consolidò a partire dagli anni Trenta. Il secondo approfondisce il caso de L’Arialda, opera teatrale diGiovanni Testori, al centro di un dibattito pubblico acceso per via della censura e dei contenuti ritenuti all’epoca scandalosi. Seguiranno approfondimenti su Licalbe Steiner, il Laboratorio di Comunicazione Militante, la scena artistica degli anni Ottanta, Paolo Rosa e Luisa Spinatelli, ognuno al centro di un allestimento monografico. La mostra è pensata come un’esperienza a episodi, mutuando una struttura narrativa tipica delle serie televisive e della letteratura seriale.

Elio Vittorini sul marciapiede del Naviglio di Milano, Mondadori Portfolio/Angelo Cozzi
Elio Vittorini sul marciapiede del Naviglio di Milano, Mondadori Portfolio/Angelo Cozzi

“L’originale format seriale e l’utilizzo innovativo della telepresenza robotica”, afferma Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, “fanno di questa mostra un percorso pioneristico, che trova in Fabbrica del Vapore, luogo simbolo della creatività urbana, lo spazio ideale per far dialogare non solo pubblici molto diversi tra loro, ma anche differenti i linguaggi artistici e culturali che hanno definito Milano dagli anni Quaranta del Novecento a oggi”.

“Una mostra in 7 episodi dedicati a altrettante figure capitali della cultura milanese è un evento in controtendenza perché si propone di coinvolgere il visitatore nel piacere della ricerca”, dice Maria Fratelli, Dirigente Unità Progetti speciali del Comune di Milano e Fabbrica del Vapore. “Ogni episodio racconta la vita di un intellettuale; tutte insieme rivelano il sistema di relazioni che ha animato la vita culturale di Milano nel Novecento. Riscostruire questa trama di saperi e immergervisi sarà stimolante per il vistare quanto lo è stata per i singoli curatori, anch’essi accomunati dalla passione per questa città e per quello che rappresenta nel sistema paese e nel mondo. La tecnologia che accompagna la mostra è strumento virtuoso atto a renderla inclusiva, e di questa sperimentazione Fabbrica del Vapore è fiera”.

Il progetto nasce da un’idea di Scalpendi, casa editrice che ha costruito la mostra insieme a una rete di istituzioni pubbliche e private, tra cui l’APICE dell’Università degli Studi di Milano, la Fondazione Gramsci di Roma, Casa Testori, l’Archivio Studio Origoni Steiner e numerosi archivi personali e fotografici. La collaborazione ha permesso di realizzare un percorso scientifico rigoroso, grazie al contributo di esperti curatori e alla selezione di materiali originali, tra cui disegni, fotografie, documenti storici, manoscritti e opere scultoree.

A rendere ancora più innovativo il progetto è l’impiego della telepresenza robotica. Grazie alla tecnologia Double 3, sarà infatti possibile accedere da remoto alla mostra tramite un robot dotato di schermo, microfoni, altoparlanti e sensori di movimento. Il dispositivo consente ai visitatori, inclusi coloro che non possono recarsi fisicamente alla Fabbrica del Vapore, come lungodegenti, persone con disabilità motorie, detenuti, residenti in aree isolate o anziani in strutture assistenziali, di esplorare autonomamente l’allestimento da qualsiasi luogo nel mondo.

A differenza delle visite virtuali tradizionali, la telepresenza robotica permette un’interazione diretta: l’utente può scegliere in autonomia il proprio percorso all’interno dello spazio espositivo, personalizzando l’esperienza e partecipando attivamente alla visita. L’introduzione di questa tecnologia rappresenta un passaggio sperimentale per l’intero settore museale.

Gli intellettuali Elio Vittorini e Giovanni Testori, Mondadori Portfolio
Gli intellettuali Elio Vittorini e Giovanni Testori, Mondadori Portfolio

L’allestimento è stato progettato da Paolo Volpato e Monica Vittucci in collaborazione con Scalpendi. L’intervento si distingue per l’integrazione coerente di elementi espositivi come tavoli, pannelli informativi e segnaletica, con l’obiettivo di offrire un’esperienza chiara e fluida, pur mantenendo un elevato livello di rigore scientifico. Particolare attenzione è stata riservata ai tavoli espositivi, realizzati su misura da EFGROUP di Bologna, che permettono una fruizione completa delle opere da più angolazioni. La grafica dell’intero progetto è stata affidata allo studio Dardanelli di Calenzano, che ha curato l’identità visiva con rapidità e precisione.

Ogni episodio affronta un tema specifico, ma tutti sono collegati da un filo conduttore che pone al centro la città di Milano come luogo di incontro tra pratiche intellettuali, impegno civile e innovazione formale. L’esposizione vuole restituire al pubblico la trama di relazioni che ha caratterizzato la cultura milanese del Novecento, favorendo un approccio coinvolgente alla ricerca storica.

Nel primo episodio, Elio Vittorini. Progettazione e letteratura, curato da Fabio Vittucci, viene analizzato il rapporto dell’autore con la città. Vittorini, nato in Sicilia, giunge per la prima volta a Milano nel 1933, un’esperienza che segna per lui una svolta decisiva. La città diventa per lo scrittore un ambiente stimolante, dove poter coniugare creatività e modernità industriale. Il legame si consolida nel 1939, quando inizia a collaborare con Mondadori, dando vita a una serie di progetti editoriali cruciali.

“Se scriverò mai un’autobiografia, racconterò della grande importanza ch’ebbe per me quel viaggio a Milano. Ne tornai innamorato di luoghi e nomi, del mondo stesso, come ero stato altre volte solo nella mia infanzia” (Elio Vittorini, Conversazioni in Sicilia, introduzione dell’autore, 1941).

“Anzitutto è città: quando ci si è dentro veramente si pensa che il mondo è coperto di case; e poi può capitare che si trovi della campagna in mezzo a un quartiere, che si trovi un posto con una chiesetta proprio da campo al margine; copre il mondo ed è piena del mondo, di tutte le possibilità naturali del mondo (tranne montagne, che detesto). Io non sarò più tranquillo se non saprò d’esserci là dentro, come milanese” (da una lettera del 1939 a Cesare Pavese, in Lettere1932–1943, a cura di Dante Isella, Einaudi, 1990).

Foto con dedica di Elio Vittorini, Mondadori Portfolio
Foto con dedica di Elio Vittorini, Mondadori Portfolio

Il secondo episodio, Giovanni Testori e i Segreti di Milano: il caso dell’Arialda, curato da Federica Mazzocchi, si concentra su una delle opere più discusse del teatro italiano del secondo dopoguerra. Scritto da Testori e diretto da Visconti, L’Arialda debutta nel 1960 a Roma. Il testo affronta temi come l’omosessualità, la censura e il ruolo della magistratura, provocando un ampio dibattito pubblico. A Milano lo spettacolo viene bloccato dopo una sola replica, vittima di un provvedimento del giudice che aveva già censurato Rocco e i suoi fratelli, sempre ispirato ai racconti di Testori.

Gli altri episodi approfondiranno, in ordine cronologico, il lavoro grafico e comunicativo del duo Licalbe Steiner, le pratiche artistiche e politiche del Laboratorio di Comunicazione Militante degli anni Settanta, la scena culturale degli anni Ottanta a Milano (conosciuta come “Milanottanta”), la ricerca multimediale di Paolo Rosa e la riflessione scenografica di Luisa Spinatelli.

L’evento si svolgerà presso la Sala delle Colonne della Fabbrica del Vapore. Gli orari di visita sono dal lunedì al venerdì dalle 14:00 alle 22:00 e nel fine settimana dalle 11:00 alle 19:00. Sono disponibili biglietti singoli, abbonamenti e formule Open. Chi non potrà recarsi fisicamente in mostra potrà optare per la visita in telepresenza robotica. Ogni episodio sarà inoltre accompagnato da laboratori tematici per bambini.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraMilano città che sale
CittàMilano
SedeFabbrica del Vapore
DateDal 14/07/2025 al 18/01/2026
ArtistiArtisti vari
CuratoriScalpendi
TemiMilano, Arte contemporanea, Fabbrica del Vapore

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