Al Museo Villa Bassi Rathgeb in mostra opere grafiche dal Rinascimento al '900, incluso il corpus di Leonor Fini


Dal 22 novembre 2025 al 15 marzo 2026 il Museo Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme (Padova) ospita la mostra "Leonor Fini e la Collezione Grafica Bassi Rathgeb. Segni e invenzioni dal Rinascimento al Novecento". 

Dal 22 novembre 2025 al 15 marzo 2026 il Museo Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme (Padova) ospita la mostra Leonor Fini e la Collezione Grafica Bassi Rathgeb. Segni e invenzioni dal Rinascimento al Novecento, a cura di Giovanni Bianchi, Raffaele Campion, Barbara Maria Savy e Federica Stevanin, promossa e prodotta da Comune di Abano Terme – Museo Villa Bassi Rathgeb in collaborazione con il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova e con il patrocinio e il contributo di Regione del Veneto.

L’esposizione propone un itinerario che attraversa cinque secoli di storia dell’arte, attraverso 80 opere tra disegni e stampe realizzate tra il XVI e il XX secolo. Da un lato sono presentate 55 opere provenienti dalla raccolta grafica del Museo, donata al Comune di Abano Terme tra il 1972 e il 1980 da Isabella Hübsch, vedova di Roberto Bassi Rathgeb; dall’altro lato, un importante nucleo di opere recentemente donato dall’ambasciatore Ugo Gabriele de Mohr che comprende, oltre a 24 lavori grafici di Leonor Fini, anche 14 dipinti e disegni di Cesare Tallone e del figlio Guido: una delle donazioni più rilevanti mai ricevute dal Museo.

La prima parte del percorso, allestita negli spazi dell’ipogeo, si articola in sette sezioni tematiche. Tra i pezzi di maggior rilievo figurano lo Studio per il piccolo Cupido dormiente, attribuito a Bernardino Campi, maestro di Sofonisba Anguissola; il foglio con Cinque levrieri firmato da Giandomenico Tiepolo; due Capricci di scheletri di Paolo Vincenzo Bonomini; due progetti architettonici di Giacomo Quarenghi risalenti al suo periodo russo.

Bernardino Campi, Studio per il piccolo Cupido dormiente (1582 - 1584 circa; matita rossa su carta; Abano Terme, Museo Villa Bassi Rathgeb)
Bernardino Campi, Studio per il piccolo Cupido dormiente (1582 - 1584 circa; matita rossa su carta; Abano Terme, Museo Villa Bassi Rathgeb)
Giandomenico Tiepolo, Cinque levrieri (1790 - 1800 circa; penna e inchiostro grigio, acquerello su carta; Abano Terme, Museo Villa Bassi Rathgeb)
Giandomenico Tiepolo, Cinque levrieri (1790 - 1800 circa; penna e inchiostro grigio, acquerello su carta; Abano Terme, Museo Villa Bassi Rathgeb)
Francesco Hayez, Un episodio de Il bravo di James Fenimore Cooper (1832 circa; penna e inchiostro, acquerello su carta, rialzi di bianco; Abano Terme, Museo Villa Bassi Rathgeb)
Francesco Hayez, Un episodio de Il bravo di James Fenimore Cooper (1832 circa; penna e inchiostro, acquerello su carta, rialzi di bianco; Abano Terme, Museo Villa Bassi Rathgeb)
Paolo Vincenzo Bonomini, Capricci di scheletri (medico, prete e due muratori) (1800 - 1814 circa; penna e inchiostro nero su carta con tracce di matita; Abano Terme, Museo Villa Bassi Rathgeb)
Paolo Vincenzo Bonomini, Capricci di scheletri (medico, prete e due muratori) (1800 - 1814 circa; penna e inchiostro nero su carta con tracce di matita; Abano Terme, Museo Villa Bassi Rathgeb)

Il percorso prosegue con la Scena da “Il Bravo” di Francesco Hayez ispirata al romanzo storico di James Fenimore Cooper; alcuni paesaggi di Giovanni Migliara e di artisti lombardi coevi, molto apprezzati da Roberto Bassi Rathgeb, e una sezione dedicata alle acqueforti di Adriaen van Ostade, autore olandese di vivaci scene di genere. Seguono incisioni tratte da opere di Tiziano, Jacopo Bassano, Guercino, Giuseppe Zais e Pietro Longhi. Particolare rilievo ha il tema dell’acqua, centrale per la storia di Abano Terme, rappresentato dal Bagno delle ninfe di Andrea Andreani, derivato dalla xilografia di Ugo da Carpi su disegno originale del Parmigianino. La sezione si conclude con lavori di Cesare Tallone e Rinaldo Agazzi, per sottolineare il legame del Museo con la tradizione artistica lombarda.

La seconda parte del percorso, allestita nelle sale affrescate del piano nobile, è interamente dedicata a Leonor Fini e alle sue opere grafiche del Novecento: 24 lavori su carta tra fotolitografie e incisioni. Pur vicina ai Surrealisti, l’artista rimase sempre indipendente dalle correnti dominanti, trovando ispirazione nel Manierismo italiano, nei fiamminghi e nel Romanticismo tedesco. Grazie alla collaborazione con l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia, l’esposizione include anche il bozzetto di scena originale dell’Orfeo, eseguito dall’artista per l’atto unico di Roberto Lupi presentato nel 1951 al Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale. Una selezione di fotografie provenienti dagli stessi fondi archivistici della Biennale documenta inoltre l’attività di Leonor Fini come costumista per lo spettacolo.

Leonor Fini, Senza titolo (opera presente in Fruits de la Passion, 1980), fotolitografia; Abano Terme, Museo Villa Bassi Rathgeb (donazione dell’ambasciatore Ugo Gabriele de Mohr). © Leonor Fini, by SIAE 2025
Leonor Fini, Senza titolo (opera presente in Fruits de la Passion, 1980), fotolitografia; Abano Terme, Museo Villa Bassi Rathgeb (donazione dell’ambasciatore Ugo Gabriele de Mohr). © Leonor Fini, by SIAE 2025

La mostra è accompagnata da un catalogo scientifico edito da Dario Cimorelli, che include saggi e schede curate dal Comitato scientifico – composto da Raffaele Campion, Giovanni Bianchi, Mari Pietrogiovanna, Barbara Maria Savy e Federica Stevanin – e dalle storiche dell’arte Silvia Capponi ed Elena Lissoni. Il volume comprende inoltre contributi di Silvia Arzuffi, Chiara Bombardini e Claudia Caramanna.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraLeonor Fini e la Collezione Grafica Bassi Rathgeb. Segni e invenzioni dal Rinascimento al Novecento
CittàAbano Terme
SedeMuseo Villa Bassi Rathgeb
DateDal 22/11/2025 al 15/03/2026
ArtistiFrancesco Hayez, Leonor Fini, Giandomenico Tiepolo, Bernardino Campi
CuratoriRaffaele Campion, Barbara Maria Savy, Giovanni Bianchi, Federica Stevanin
TemiRinascimento, Novecento, Romanticismo

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