Vercelli, una mostra per scoprire la città medievale e tutti i suoi segreti


Fino al 27 giugno, lo spazio Arca di Vercelli ospita la mostra “I segreti della Vercelli medievale”, una rassegna che porta il pubblico a compiere un viaggio nella città di secoli fa. Ecco il percorso della rassegna.

All’epoca medievale Vercelli era una delle città più floride e importanti d’Italia sotto tutti gli aspetti, da quello economico e commerciale a quello religioso, oltre che dal punto di vista sociale e culturale. La storia infatti parla attraverso i documenti che sono giunti fino a noi, ma anche attraverso le opere artistiche e architettoniche. A questo fiorente periodo risalgono infatti le principali chiese della città e i grandi tesori conservati nelle biblioteche e negli archivi locali. E ovviamente la storia racconta di fatti e di personaggi: tra i più rilevanti protagonisti della Vercelli immediatamente premedievale è di certo sant’Eusebio (IV secolo) a cui si deve la diffusione della religione in tutto il territorio dell’odierno Piemonte e in particolare nell’area vercellese, tanto che la città divenne una delle diocesi più imponenti d’Italia e sede vescovile. Al primo vescovo e patrono di Vercelli e del Piemonte è infatti intitolato il Duomo della città, che conserva in una delle sue cappelle le spoglie del santo: costruito dove anticamente sorgeva una basilica paleocristiana, è stato completamente ricostruito nella seconda metà del Cinquecento e poi rimaneggiato tra Settecento e Ottocento; unico superstite del periodo romanico è il campanile. Il Duomo custodisce inoltre, al centro della navata maggiore, uno dei simboli della prosperità della diocesi di Vercelli, ovvero il Crocifisso ottoniano, commissionato dal vescovo Leone di Vercelli: realizzato agli inizi dell’anno Mille in lamina d’argento sbalzata e in parte dorata, il Cristo raffigurato sulla tipologia del Christus triumphans porta una ricca corona decorata con pietre preziose.

Per conoscere la Vercelli medievale è necessario perciò affidarsi alla città stessa alla scoperta delle testimonianze di quel passato, sia visitando i luoghi legati a quell’epoca sia attraverso materiali archivistici che custodiscono e aprono alla memoria storica collettiva. Una mostra in corso fino al 27 giugno 2021 presso il polo espositivo Arca, dal titolo I segreti della Vercelli medievale, intende condurre i visitatori in una sorta di viaggio, anche immersivo ed emozionale, all’interno di tutto ciò che è legato al Medioevo vercellese. Guida d’eccezione che accompagna il pubblico attraverso diversi video presenti in tutte le sezioni della mostra è Alessandro Barbero, storico medievista e docente dell’Università del Piemonte Orientale: accademiche descrizioni si riveleranno utili per comprendere in modo più approfondito e chiaro le preziose opere e gli importanti documenti provenienti dalle più significative istituzioni della città esposti lungo il percorso di visita. Quest’ultimo si dipana dal IX al XIV secolo, il periodo più intenso e fiorente per Vercelli, seguendo una pluralità di voci: non solo i documenti più celebri, ma anche le testimonianze apparentemente più modeste. Conoscendo le vicende della diocesi e del Comune, dell’Università (Vercelli istituì la prima Università degli studi del Piemonte) e delle grandi famiglie aristocratiche urbane si ha la possibilità di comprendere vari aspetti della società del tempo, dall’organizzazione del potere alle forme della vita quotidiana, dalle ideologie politiche e religiose agli sviluppi della cultura.

La basilica di Sant'Andrea a Vercelli. Foto di Luca Volpi
La basilica di Sant’Andrea a Vercelli. Foto di Luca Volpi


Vercelli Book (Seconda metà del X secolo; pergamena e legature in pelle su assi di legno del XVIII secolo, 325 x 220 mm, Inghilterra sud-orientale; Vercelli, Capitolo Metropolitano della Cattedrale di Sant’Eusebio Vercelli, Biblioteca Capitolare, ms CXVII)
Vercelli Book (Seconda metà del X secolo; pergamena e legature in pelle su assi di legno del XVIII secolo, 325 x 220 mm, Inghilterra sud-orientale; Vercelli, Capitolo Metropolitano della Cattedrale di Sant’Eusebio Vercelli, Biblioteca Capitolare, ms CXVII)


Crocifisso ottoniano (X secolo; lamine d'argento sbalzate e in parte dorate su legno, 327 x 236 cm; Vercelli, Museo del Tesoro del Duomo)
Crocifisso ottoniano (X secolo; lamine d’argento sbalzate e in parte dorate su legno, 327 x 236 cm; Vercelli, Museo del Tesoro del Duomo)

Fin dall’inizio la mostra immerge il visitatore nel Medioevo grazie a un’incisione settecentesca della Biblioteca Diocesana Agnesiana che raffigura il profilo della Vercelli turrita, segno di potere e di vita attiva. Un particolare accento è dato dal periodo ottoniano, ovvero il periodo in cui imperatori del Sacro Romano Impero originari della Sassonia governarono la città dalla fine del X secolo all’inizio dell’XI, durante il quale spicca Ottone I, diventato imperatore nel 955. Il potere ottoniano si estese su tutto l’Occidente, arrivando a influenzare anche la Chiesa.

Nella politica imperiale dell’epoca ebbe un rilevante ruolo il vescovo Leone di Vercelli, ecclesiastico seguace di Ottone III, che assunse persino il compito di referente strategico tra il papa e l’imperatore: alcuni diplomi imperiali, provenienti dall’Archivio Storico della Diocesi e dall’Archivio Capitolare, testimoniano come il vescovo Leone fosse principale riferimento per alcune concessioni di Ottone III in favore della Chiesa di Vercelli. Al X secolo risale il famoso Vercelli Book, conservato al Museo del Tesoro del Duomo ed esposto in mostra: si tratta di un manoscritto di cui non si conosce né il nome del suo primo possessore né come e quando sia arrivato a Vercelli, ma si sa che ebbe origine in Inghilterra. Al suo interno sono scritte ventitré omelie in prosa relative a importanti solennità della Chiesa e sei componimenti poetici, tutti in lingua anglosassone, e si ritiene di grande importanza sia storica che letteraria perché contiene buona parte della produzione poetica in antico inglese. Undici delle ventitré omelie sono documentate solo nel Vercelli Book, perciò quest’ultimo costituisce una preziosa testimonianza sia dal punto di vista linguistico che culturale.

Nel XII secolo Vercelli si vide coinvolta nella Pace di Costanza, siglata nel 1183 grazie a un accordo tra l’imperatore Federico Barbarossa alla guida del Sacro Romano Impero e i rappresentanti della Lega Lombarda (tra cui Vercelli) in seguito alla sconfitta del primo nella Battaglia di Legnano. È esposta in rassegna una copia di quel celebre trattato. E ancora, sono esposti importanti codici miniati e diplomi che testimoniano le linee politiche della Chiesa locale, e molte pergamene dalla Biblioteca Diocesana, tra cui quelle del Fondo San Donato; di queste ultime si espongono due esemplari autentici che raccontano di una compravendita dei Canonici di Sant’Eusebio e di un lascito testamentario dell’Arcidiacono Guala. Il secolo successivo si assistette alla nascita delle Signorie con nuovi poteri conferiti a importanti famiglie ed è al XIII secolo che è legato il cardinale Guala Bicchieri, al quale si devono le grandi opere della città di Vercelli, come la Basilica di Sant’Andrea, una delle prime chiese gotiche d’Italia, e il Salone Dugentesco, antico ostello costruito nel 1224 per ospitare i pellegrini che percorrevano la via Francigena. In mostra tre volumi dei Biscioni testimoniano la presenza tra Duecento e Trecento di un insediamento universitario a Vercelli: un patto stipulato a Padova nel 1228 tra gli inviati del Comune di Vercelli e i rappresentanti dell’Università di Padova sancisce norme sull’accoglienza degli studenti, sulla scelta e i salari dei docenti, e su attività divulgative per far conoscere la Scuola.

Sentenza arbitrale di Tommaso de Maleto, Francesco de Paliate e Giacomo Roba, cittadini di Vercelli, nella questione vertente tra Giorgio Avogadro di Collobiano e Antonio del fu Francesco Avogadro di Collobiano (Vercelli, 7 gennaio 1384; pergamena, cm. 38 x 59)
Sentenza arbitrale di Tommaso de Maleto, Francesco de Paliate e Giacomo Roba, cittadini di Vercelli, nella questione vertente tra Giorgio Avogadro di Collobiano e Antonio del fu Francesco Avogadro di Collobiano (Vercelli, 7 gennaio 1384; pergamena, cm. 38 x 59)


Protocollo, notaio Giovanni Passardo, 1347-1361. Il protocollo del notaio Giovanni Passardo contiene una invocazione religioso-scaramantica contro la “morte subitanea”, redatta presumibilmente nel corso della grave epidemia di peste che colpì la città di Vercelli nel 1361.
Protocollo, notaio Giovanni Passardo, 1347-1361. Il protocollo del notaio Giovanni Passardo contiene una invocazione religioso-scaramantica contro la “morte subitanea”, redatta presumibilmente nel corso della grave epidemia di peste che colpì la città di Vercelli nel 1361.


Vercelli, Biblioteca Agnesiana, codice cartaceo, in lingua latina, in scrittura gotica libraria, databile agli anni 50-60 del sec. XV. Contiene l’intero Liber pandectarum medicinae, noto anche come Medicinalis pandecta, scritto da Matteo Silvatico, medico salernitano vissuto tra il 1280 e il 1342 e proprietario di un giardino in cui coltivava le piante medicinali.
Vercelli, Biblioteca Agnesiana, codice cartaceo, in lingua latina, in scrittura gotica libraria, databile agli anni 50-60 del sec. XV. Contiene l’intero Liber pandectarum medicinae, noto anche come Medicinalis pandecta, scritto da Matteo Silvatico, medico salernitano vissuto tra il 1280 e il 1342 e proprietario di un giardino in cui coltivava le piante medicinali.

Nel Trecento la classe borghese assunse sempre più potere tanto che Impero e Chiesa furono costretti ad accogliere la crescente influenza degli Stati nazionali; l’Europa si divise tra due pontefici: Clemente V trasferì nel 1305 ad Avignone la sede papale che resterà sotto il controllo dei re di Francia per circa settant’anni, mentre a seguito dello Scisma d’Occidente del 1378 Gregorio XI insediò nuovamente a Roma la sede apostolica. Il potere dell’aristocrazia e della nuova borghesia locale a discapito di quello papale è testimoniato in mostra dalla grande pergamena di oltre due metri proveniente dal Fondo Caresana della Biblioteca Diocesana Agnesiana, nella quale viene descritto il patrimonio fondiario di un membro della piccola aristocrazia del contado vercellese. È poi documentata da una sentenza arbitrale del 1384 una lite famigliare nata per l’utilizzo dell’acqua di una roggia per alimentare un mulino: protagonisti della vicenda sono Giorgio Avogadro di Collobiano e Antonio del fu Francesco Avogadro di Collobiano.

Inoltre in questo periodo si affermò l’interesse per le nuove sfide della medicina: sono esposte due pergamene dell’Archivio di Stato che lo confermano. Tra queste il Medicinalis pandecta, scritto intorno al 1332 da Matteo Silvatico, medico salernitano che coltivava in giardino piante medicinali, e dedicato al re di Napoli Roberto d’Angiò: l’opera intendeva fornire la corretta denominazione dei semplici di origine vegetale, minerale e animale. E ancora, un atto del 20 luglio 1361 testimonia un’invocazione religioso-scaramantica contro la “morte subitanea” redatta probabilmente durante l’epidemia di peste che nel 1361 colpì la città di Vercelli.

La rassegna si conclude con un’esperienza visiva dal forte impatto emotivo: la maestosità di immagini che riproducono i quattro Crocifissi medievali (quello pavese della Basilica di San Michele, quello di Casale Monferrato della Cattedrale di Sant’Evasio, quello di Ariberto del Museo del Duomo di Milano e quello vercellese della Cattedrale di Sant’Eusebio), con particolare attenzione al Crocifisso di Vercelli.

Tutti gli aspetti della Vercelli medievale vengono raccontati in una grande mostra che sottolinea l’importanza della conservazione del materiale d’archivio per conoscere e comprendere una complessa realtà sociale cronologicamente molto distante dal presente, come quella del Medioevo.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraI segreti della Vercelli medievale
CittàVercelli
SedeArca - Arte Vercelli
DateDal 30/04/2021 al 27/06/2021
TemiVercelli, Arte medievale, Arca - Arte Vercelli

La consultazione di questo articolo è e rimarrà sempre gratuita. Se ti è piaciuto o lo hai ritenuto interessante, iscriviti alla nostra newsletter gratuita!
Niente spam, una sola uscita la domenica, più eventuali extra, per aggiornarti su tutte le nostre novità!

La tua lettura settimanale su tutto il mondo dell'arte

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER


After the Tribes: l'installazione di Beverly Barkat al Museo Boncompagni Ludovisi di Roma
After the Tribes: l'installazione di Beverly Barkat al Museo Boncompagni Ludovisi di Roma
La moda francese per le contesse Thun. Castel Thun mostra le riviste illustrate dell'epoca.
La moda francese per le contesse Thun. Castel Thun mostra le riviste illustrate dell'epoca.
I Farnese e Viterbo: la mostra al Museo della Ceramica della Tuscia
I Farnese e Viterbo: la mostra al Museo della Ceramica della Tuscia
A sessant'anni dalla sua prima personale, Roma omaggia l'arte di Ennio Calabria
A sessant'anni dalla sua prima personale, Roma omaggia l'arte di Ennio Calabria
Le opere ateniesi di Toulouse-Lautrec tornano in Italia per una mostra alla Villa Reale di Monza
Le opere ateniesi di Toulouse-Lautrec tornano in Italia per una mostra alla Villa Reale di Monza
I Bagnanti di Picasso. A Lione una mostra sul tema tra confronti e influssi
I Bagnanti di Picasso. A Lione una mostra sul tema tra confronti e influssi



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte