Gli spazi espositivi del Castello Gamba - Museo di Arte moderna e contemporanea della Valle d’Aosta a Châtillon accolgono dal 20 dicembre 2025 al 22 febbraio 2026 un evento che è molto più di una semplice esposizione: è infatti una riscoperta e una profonda riflessione filosofica sulla materia e sul linguaggio. Con la mostra dedicata al restauro dell’opera Hyper Ovum di Mirella Bentivoglio, il Castello Gamba lancia infatti il progetto Restauro contemporaneo, una nuova iniziativa che unisce la tutela del patrimonio artistico alla ricerca storico-critica. L’iniziativa nasce dallo stretto legame tra l’attività ordinaria di tutela e conservazione delle opere d’arte della collezione del museo da parte della Struttura Patrimonio storico-artistico e gestione siti culturali della Soprintendenza regionale e il costante impegno di studio delle opere della collezione permanente del museo. L’obiettivo è quello di mostrare al pubblico non solo l’opera d’arte nella sua ritrovata bellezza, ma anche il “dietro le quinte” dell’intervento conservativo, accompagnato da un attento approfondimento storico curato da Davide Dall’Ombra. Al centro di questo primo appuntamento è l’Hyper Ovum, una scultura monumentale in legno di tiglio del 1987, considerata un caposaldo nella produzione di una delle figure più influenti e poliedriche della neoavanguardia italiana: Mirella Bentivoglio.
Nata a Klagenfurt nel 1922 e scomparsa a Roma nel 2017, Mirella Bentivoglio è stata poetessa, artista verbovisiva e curatrice. Cresciuta in un ambiente multilinguistico tra Svizzera tedesca, Inghilterra e Italia, ha dedicato la sua vita a esplorare il confine sottile dove la parola si trasforma in immagine e l’immagine si fa sostanza poetica.
Dalla poesia concreta alla poesia visiva e alla scrittura visuale, fino alle performance, alla poesia-azione e alla poesia-environment fino alle grandi strutture simboliche di matrice linguistica sul suolo pubblico come il celebre Ovo di Gubbio, Bentivoglio ha sempre rivendicato uno spazio creativo “al femminile”. È rimasta famosa la sua curatela della mostra Materializzazione del linguaggio per la Biennale di Venezia del 1978 ai Magazzini del Sale, un evento che accolse esclusivamente opere di artiste, segnando un momento fondamentale per l’arte del secondo Novecento.
L’opera al centro dell’esposizione, l’Hyper Ovum, è una struttura imponente (210 x 150 x 150 cm) che rappresenta la sintesi della ricerca dell’artista sul tema dell’uovo, simbolo cosmico di origine e perpetuità. Donata alla Regione Valle d’Aosta nel 1988, dopo una storica mostra alla Torre del Lebbroso allestita tra il 1987 e il 1988, l’opera è rimasta per quasi quarant’anni nei depositi museali, in attesa di poter tornare a parlare al pubblico,.
Per Bentivoglio, l’uovo, figura simbolica ricorrente nella sua arte, non è solo una forma perfetta, ma una cellula di significato. Se il suo celebre Ovo di Gubbio (1976) era un guscio di pietre, una “gabbia” che racchiudeva lo spazio, l’Hyper Ovum valdostano è il suo “scheletro ligneo”, un uovo liberato del suo interno, definito dall’artista stessa come un “uovo d’aria, d’anima, uno zero”. Al suo interno pende un uovo più piccolo in legno tornito, una citazione della perfezione divina della Pala Montefeltro di Piero della Francesca.
La poetica di Mirella Bentivoglio è intrinsecamente legata all’alfabeto. Nel titolo Hyper Ovum (grande, magnifico, strabordante uovo), le iniziali diventano simboli filosofici: la “H” di Hyper rappresenta l’astrazione, la separazione e l’organizzazione, mentre la “O” di Ovum è il segreto della manifestazione universale, ma anche il segno matematico dello zero, inteso come potenziale infinito e “nulla originario”. Hyper Ovum “riprende, nelle iniziali del nome, uno dei miei primi lavori di poesia concreta, dedicato alla parola «Ho», prima persona del verbo avere, che più di venti anni or sono avevo visualizzata come una gabbia”, spiegava l’artista. “Un testo che nella sua secchezza intendeva proporre il gioco delle alternative, evidenziando, nel mutismo e nella forma della lettera «H», il segno dell’astrazione e della separazione, della ripetibilità e dell’organizzazione, e nella «O», sfuggente, fisica, sonora, unica, il segreto della manifestazione universale. Uno schema, e una dialettica, sottintesi a vari livelli in molti miei successivi lavori (appunto anche nell’armatura interna del mio uovo eugubino); schemi che ho via via confrontati con opere della tradizione piVorica. Come a voler estrarre, e ideografare, aVraverso l’archetipo sepolto nell’inconscio umano, l’energia simbolica perduta (in qualche caso solo nascosta) nella secolare mimesi rappresentativa”.
Curiosamente, l’artista rintraccia l’origine di questa simbologia in un legame viscerale con la Valle d’Aosta risalente alla seconda guerra mondiale, quando visse, per due anni, gli ultimi della guerra, in questa valle ai piedi del Monte Bianco. Bentivoglio attribuisce a questa terra e alla sua storia un ruolo fondativo della sua stessa poetica, a partire dalle due iniziali di Hyper Ovum. Bentivoglio rimase infatti colpita da una leggenda valdostana: quella di un ladro che, nel tentativo di raggiungere la luna con una scala altissima, saltò sulla luna, ma la scala cadde provocando le crepe dei ghiacciai. In questa leggenda, l’artista vide la scala spezzata trasformarsi nella lettera “H” e la luna nella lettera “O”, radicando per sempre la sua poetica tra le cime del Monte Bianco.
L’esposizione di Hyper Ovum al Castello Gamba è anche l’occasione per celebrare un complesso intervento di restauro strutturale e pulitura, eseguito da Cesare Pagliero sotto la direzione scientifica di Alessandra Vallet – Struttura patrimonio storico-artistico e gestione siti culturali e di Antonia Alessi - Ufficio restauro patrimonio storico-artistico.
L’opera, composta da otto elementi curvilinei in legno di tiglio disposti a raggiera, presentava gravi criticità dovute alla natura stessa del materiale. Il legno, infatti, aveva subito rotture lungo la venatura a causa della rigidità degli incastri originali. L’intervento ha richiesto una pulizia profonda dagli strati di polvere e cera paraffinica accumulati nel tempo, oltre alla ricostruzione di alcune punte triangolari degli “spicchi” lignei. La sfida principale è stata quella di garantire stabilità all’opera senza comprometterne la reversibilità: sono stati inseriti tasselli in faggio e nuovi raccordi metallici a forma di asterisco, progettati per facilitare lo smontaggio e la movimentazione futura del pezzo. Infine, una protezione a base di hydro-olio all’acqua con cera d’api “effetto zero”, caratterizzato da assenza di colore e di saturazione cromatica della fibra, ha restituito al legno il suo aspetto naturale e opaco, proprio come l’artista lo aveva immaginato. Il restauro ne permetterà la collocazione permanente nel percorso del museo al Castello Gamba.
La mostra non si esaurisce con l’Hyper Ovum. Il percorso espositivo invita il visitatore a scoprire altre due opere capitali di Mirella Bentivoglio conservate nella Sala 12 del museo: Lapide alla congiunzione e La Porta dell’Essere, entrambe realizzate in travertino nel 1977. In queste sculture, l’artista esplora la potenza della lettera “E”, che per lei genera la “H” di Hyper. La “E” non è solo una congiunzione grammaticale, ma il simbolo del legame tra gli uomini. Se ne La Porta dell’Essere un accento “libera” la lettera rendendola verbo ed esistenza, in Lapide alla congiunzione le due “E” sono stese, abbattute, seppur abbracciate a rappresentare il massimo dell’unità possibile.
Visitare la mostra al Castello Gamba significa immergersi in un universo dove la materia diventa linguaggio e il vuoto diventa forma. L’opera di Mirella Bentivoglio ci sfida a guardare oltre la superficie delle cose, a cercare l’energia simbolica nascosta negli archetipi dell’inconscio umano.
| Titolo mostra | Restauro contemporaneo. Hyper Ovum di Mirella Bentivoglio | Città | Châtillon | Sede | Castello Gamba | Date | Dal 20/12/2025 al 22/02/2026 | Artisti | Mirella Bentivoglio | Temi | Novecento, restauro, Valle d'Aosta |
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