Le opere della Pinacoteca di Brera prestate all'ospedale: il Sassoferrato al Niguarda


Un accordo tra ASST Niguarda, Pinacoteca di Brera e Arcidiocesi di Milano porta nei reparti ospedalieri un ciclo di mostre con capolavori d’arte sacra. La prima opera esposta è la “Madonna del velo”, copia seicentesca da Raffaello, attribuita al Sassoferrato.

Ha preso avvio all’Ospedale Niguarda di Milano il progetto L’Arte che cura, una nuova iniziativa che prevede l’esposizione di opere d’arte in spazi ospedalieri. Il ciclo di mostre, intitolato L’Ospite, nasce da un accordo siglato nel 2024 tra la Fondazione Ospedale Niguarda e la Pinacoteca di Brera, con la collaborazione dell’Arcidiocesi di Milano. L’obiettivo è portare capolavori artistici in luoghi di sofferenza, con l’intento di offrire sollievo e conforto a pazienti e operatori sanitari attraverso la fruizione estetica e il valore simbolico dell’arte.

L’esordio del progetto si svolge nel Blocco Sud dell’ospedale, dove per la prima volta è stata collocata un’opera proveniente dalla collezione della Pinacoteca di Brera. Il dipinto scelto è la Madonna del velo, una copia seicentesca del celebre soggetto raffaellesco, attribuita a Giovanni Battista Salvi, conosciuto come il Sassoferrato. L’opera, attualmente conservata presso la Quadreria Arcivescovile di Milano, rappresenta il primo capitolo di una serie di esposizioni temporanee che vedranno il coinvolgimento anche di opere della collezione Braidense.

Giovanni Battista Salvi, Madonna del velo (1635)
Giovanni Battista Salvi, Madonna del velo (1635)

“Il tema in questo contesto di cura e la scelta della sua esposizione nel mese mariano sottolinea ancor di più il valore simbolico di sollievo e di riflessione sui valori importanti della vita”, dichiara Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca di Brera, “sugli affetti, sulla famiglia e sull’amore materno in un ambiente di sofferenza e di cura come quello ospedaliero”.

“Nel 1940, pochi mesi dopo la sua inaugurazione, Niguarda era già noto come ‘La città dell’Arte’: perché accanto ai servizi di assistenza e cura era anche un luogo di cultura, capace di esporre una collezione di opere d’arte di rilievo”, spiega Alberto Zoli, presidente della Fondazione Ospedale Niguarda e Direttore Generale ASST Grande Ospedale Niguarda. “Il nostro legame con l’arte continua ancora oggi e si rafforza anche grazie al nostro approccio One Health: la salute oggi non è più “solo” curare le persone, ma è anche curare il luogo in cui vivono e lavorano, l’aria che respirano, le interazioni che hanno con le altre specie, così come promuovere la prevenzione e la sostenibilità. In tutto questo è dedicata grande attenzione ai luoghi fisici come vero e proprio veicolo di salute: con la loro salubrità, ma anche con la loro ‘bellezza’ e l’interconnessione con la pittura, la scultura, la musica. La collaborazione con la Pinacoteca non poteva che realizzarsi in uno dei nostri Padiglioni”.

“L’arrivo dell’opera dalla Pinacoteca di Brera è un’altra iniziativa della Fondazione Ospedale Niguarda che in poco meno di due anni ha raggiunto importanti traguardi e sviluppato tanti progetti in favore dei pazienti di ASST Ospedale Niguarda”, dichiara Riccardo Bertollini, Segretario della Fondazione Ospedale Niguarda. “Le prossime iniziative saranno la cena di raccolta fondi per il progetto “Sport per Crescere” il prossimo 23 giugno presso il Centro Ippico “Vittorio Di Capua” all’interno dell’Ospedale e la serata al Teatro alla Scala il 30 marzo 2026, solo per citarne alcune. Prosegue inoltre la campagna per la donazione del 5x1000”.

ù

Parte il progetto l’Ospite all’Ospedale Niguarda di Milano
Parte il progetto L’Ospite all’Ospedale Niguarda di Milano
Parte il progetto l’Ospite all’Ospedale Niguarda di Milano
Parte il progetto L’Ospite all’Ospedale Niguarda di Milano

Il progetto si inserisce in un percorso di valorizzazione culturale che punta a integrare la dimensione estetica e quella terapeutica all’interno del contesto ospedaliero. L’iniziativa si rivolge non solo ai degenti, ma anche al personale medico e infermieristico, coinvolto quotidianamente in situazioni di fragilità e vulnerabilità. Secondo gli studi condotti nel campo dell’arte-terapia, la presenza di opere d’arte nei luoghi della cura può contribuire a ridurre lo stress, migliorare l’umore dei pazienti e favorire una percezione più umana dell’ambiente ospedaliero. L’iniziativa non introduce l’arte in ospedale per la prima volta. Presso l’Ospedale Niguarda, percorsi legati all’arte-terapia sono già in atto da tempo, considerati un supporto complementare alla pratica clinica. Tuttavia, L’Ospite rappresenta un passo ulteriore, fondato sull’idea che la bellezza possa costituire un elemento tangibile di vicinanza nei confronti di chi soffre. L’approccio si ispira a una visione olistica della cura, che non si limita alla dimensione tecnica ma considera il benessere psicologico e spirituale come parte integrante del processo di guarigione.

La scelta della prima opera non è casuale. Il dipinto selezionato è una copia della Madonna del velo, originariamente realizzata da Raffaello tra il 1511 e il 1512 per la Chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma. La versione esposta a Niguarda è datata attorno al 1635 ed è attribuita al Sassoferrato, artista noto per la produzione di immagini devozionali ispirate ai maestri del Rinascimento. La paternità dell’opera non è del tutto certa, ma gli studiosi convergono nel riconoscere nel Sassoferrato lo stile e la sensibilità che caratterizzano questa raffigurazione. Nel dipinto, la Vergine Maria è rappresentata in primo piano mentre solleva un velo, svelando il volto del bambino Gesù. Il piccolo reagisce al gesto con uno sguardo partecipe, mentre san Giuseppe osserva la scena sulla destra. L’elemento del velo assume un significato simbolico: richiama il sudario e, implicitamente, la Passione di Cristo. Lo sfondo scuro, quasi tenebroso, fa risaltare i colori intensi della veste della Madonna e il candore dei tessuti, accentuati dai giochi di luce che seguono le pieghe dei corpi e rendono il velo impalpabile. L’artista sembra attingere tanto alla tradizione di Leonardo da Vinci, per la resa atmosferica e l’uso della luce, quanto a quella di Raffaello, per la costruzione familiare e intima della scena sacra. L’opera si colloca dunque in un punto di convergenza tra idealizzazione e realismo, tra solennità religiosa e delicatezza quotidiana. Caratteristiche che, in un contesto ospedaliero, possono stimolare riflessioni profonde sulla fragilità, la speranza, la cura e il legame tra le persone.

Nei prossimi mesi, l’iniziativa proseguirà con nuove esposizioni che coinvolgeranno altre opere delle collezioni pubbliche milanesi, in particolare quelle conservate presso la Pinacoteca di Brera e la Biblioteca Braidense. Le opere saranno selezionate in base alla loro capacità di dialogare con lo spazio e il pubblico, tenendo conto del contesto in cui verranno collocate. Ogni mostra sarà accompagnata da un apparato informativo e da momenti di approfondimento aperti alla comunità ospedaliera.


Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte