Il Van Gogh Museum di Amsterdam è forse il museo più famoso del mondo tra quelli dedicati a un singolo artista, in questo caso il grande Vincent van Gogh (Zundert, 1853 – Auvers-sur-Oise, 1890). Le origini del museo sono da rintracciare direttamente nella vita dell’artista: dopo la sua scomparsa, infatti, le sue opere furono ereditate dal fratello Theo e dalla moglie di questi, Johanna van Gogh-Bonger, rimanendo di proprietà della famiglia. Il figlio di Theo e Johanna, nonché nipote di Vincent, l’ingegnere Vincent Willem van Gogh, a sua volta ereditò la raccolta nel 1925, in seguito alla scomparsa di sua madre Johanna. Nel 1930, Vincent Willem prestò alcune opere allo Stedelijk Museum di Amsterdam, ma poiché l’interesse per l’opera di suo zio cresceva, e con esso il riscontro positivo del pubblico, presto sorse l’idea di dedicare a Vincent un museo.
Così, Vincent Willem costituì nel 1962 la Fondazione Vincent van Gogh , che assieme allo Stato dei Paesi Bassi, seguì la costruzione della sede che oggi ospita il Van Gogh Museum, designato come luogo per ospitare la collezione di famiglia, con l’obiettivo di renderla accessibile al pubblico e alle generazioni future. L’edificio in cui ha sede il museo, in Paulus Pollerstraat, fu progettato dall’architetto Gerrit Rietveld e aprì nel 1973, con le opere che nel frattempo erano rientrate dal prestito allo Stedelijk Museum. L’inaugurazione ufficiale, alla presenza della regina Giuliana dei Paesi Bassi, avvenne il 2 giugno del 1973. Oggi il museo (che è tra i più visitati al mondo, con oltre 2 milioni di persone che ne percorrono le sale, l’85% delle quali in arrivo dall’estero: è importante dunque prenotare il biglietto in anticipo) ospita un’importante raccolta di opere di Van Gogh e di artisti suoi contemporanei, esposta nelle sale del museo che nel frattempo ha continuato a ingrandirsi: risale al 1999 la costruzione dell’ala riservata alle mostre temporanee, su progetto di Kisho Kurokawa, mentre il 5 settembre del 2015 ha aperto la nuova hall d’ingresso progettata da Hans van Heeswijk.
L’ingresso del museo. Foto di Jan Kees Steenman |
Interno del museo. Foto di Jan Kees Steenman |
Interno del museo. Foto di Jan Kees Steenman |
Interno del museo. Foto di Jan Kees Steenman |
Interno del museo. Foto di Jan Kees Steenman |
Vincent van Gogh, Mandorlo in fiore (febbraio 1890; olio su tela, 73,3 x 92,4 cm; Amsterdam, Van Gogh Museum) |
La collezione di opere di Vincent van Gogh in possesso del Van Gogh Museum è la più grande al mondo di opere dell’artista olandese: ci sono 200 dipinti, 500 disegni, e quasi tutte le sue lettere. “Nell’edificio di Rietveld”, recita la presentazione ufficiale, “ci si immerge nel mondo di Van Gogh. Van Gogh ha vissuto intensamente la vita e il mondo e ha voluto che la sua arte ritraesse i grandi temi della vita, come l’ansia, la sofferenza, l’amore e la speranza”. Visitare il Van Gogh Museum di Amsterdam significa quindi compiere un viaggio nella ricerca di uno degli artisti più discussi, tormentati, amati della storia dell’arte. Ma non solo: il museo intende anche documentare l’impatto che Van Gogh ha avuto sugli artisti delle generazioni successive: spiccano, tra gli altri, i nomi di Maurice de Vlaminck e Kees van Dongen, rappresentati da un buon numero di opere. E poi ancora, la pittura francese con le opere di artisti come Claude Monet, Paul Gauguin, Camille Pissarro, Henri de Toulouse-Lautrec ed Edgar Degas, e la cospicua collezione di stampe giapponesi che Van Gogh raccolse personalmente (e i riflessi di questo interesse si notano del resto nella sua arte).
Sono molti i capolavori che il museo ospita: si può cominciare con i Mangiatori di patate, il famoso e umile ritratto dei contadini del Borinage, in mezzo ai quali Van Gogh trascorse uno dei periodi più interessanti della sua carriera. Ecco poi una delle versioni dei Girasoli, capolavoro del periodo di Arles (questi magnifici fiori, secondo le parole dell’artista stesso, esprimevano il sentimento della gratitudine), al quale appartengono anche la Casa Gialla e la Camera da letto (quest’ultima divenuta una sorta di icona dell’arte di Van Gogh). Risale invece alla fase estrema dell’attività del pittore di Zundert il Mandorlo in fiore, opera che Vincent dipinse come regalo per il fratello Theo e per la cognata Johanna che nel 1890, anno in cui il dipinto fu realizzato, avevano appena dato alla luce il figlio Vincent Willem (“Come ti abbiamo detto”, avrebbe poi scritto Theo a Vincent, “lo chiameremo come te, ed esprimo il desiderio che possa essere determinato e coraggioso come te”): il mandorlo, uno dei primi alberi a fiorire in primavera, è simbolo della nascita di una nuova vita, e per queste ragioni il Mandorlo in fiore è un’opera a cui la famiglia Van Gogh è sempre stata molto legata. E ancora, appartiene all’ultima parte della carriera il Campo di grando con volo di corvi, una delle immagini più potenti e visionarie dell’arte di Van Gogh, soggetta a diverse interpretazioni.
Il Van Gogh Museum è anche un attivo centro di ricerca sull’arte di Van Gogh e della sua epoca. L’istituto, negli ultimi tempi, ha avviato diversi e importanti progetti di ricerca: la catalogazione della collezione, il restauro di diversi dipinti, studi sulle tecniche di pittura dell’artista, il progetto Van Gogh Worldwide, ovvero il più grande database digitale di opere dell’artista olandese, realizzato assieme al Kröller Müller Museum di Otterlo e all’RKD (l’Istituto Olandese di Storia dell’Arte). Al Van Gogh Museum si trova inoltre una ricca biblioteca con circa 35.000 volumi e abbonamenti a 40 riviste (la biblioteca del museo acquisice peraltro circa 1.000 nuove pubblicazioni ogni anno, tutte documentate sul sito web ufficiale del museo).
Infine, il museo dedica grande attenzione anche ai bambini, non soltanto in loco, ma già a partire dal sito web, con tante attività riservate ai più piccoli, che possono colorare opere di Van Gogh, giocare con puzzle, diorama e un gioco da tavola, una specie di gioco dell’oca tutto dedicato a Vincent van Gogh per imparare divertendosi. Un museo, dunque, per tutti, una meta fondamentale in un viaggio ad Amsterdam, una visita da fare per conoscere più nel dettaglio e più da vicino l’arte di uno dei geni più rivoluzionari della storia dell’arte.